SERVIZIO PUBBLICO – “Sovversivi chi?”

In Val di Susa si consuma il sabotaggio contro il Tav, in una parte del Paese si diffonde l’idea di riprendere in mano la rivolta fiscale e il corteo dei movimenti che sabato ha invaso Roma contesta il sistema e la politica, mobilitando decine di migliaia di persone e sostenendo che sovversivo è lo Stato che non garantisce i diritti fondamentali come la casa. Ma chi sono i protagonisti di queste proteste? E cosa vogliono ottenere?

Per vedere l’intera puntata:

http://www.la7.it/serviziopubblico/pvideo-stream?id=i763031

Per vedere invece la dimostrazione dell’ignoranza dei politici favorevoli al TAV:

http://www.youtube.com/watch?feature=share&v=2oD5wvDcrY4&desktop_uri=%2Fwatch%3Fv%3D2oD5wvDcrY4%26feature%3Dshare&app=desktop

 

Anonymous: “se i NO TAV sono terroristi, allora lo siamo anche noi”

Attivisti NOTAV, siamo con voi. Respiriamo l’aria densa di repressione che vi perseguita da anni, inquinata da pennivendoli, servi in divisa, magistrati corrotti, politicanti dalle avide fauci. Onore alla vostra determinazione, al vostro coraggio, all’amore per le vostre terre, ai vostri animi combattivi. Continuino pure i miserabili tentativi di seppellire e denigrare la vostra lotta: come i fiori più belli e resistenti, vi si potrà ammirare anche se infangati.
Il lungo, vile percorso di intimidazione e autoritarismo iniziato anni e anni fa non potrà mai fermarvi. Non ha fermato nemmeno Sole e Baleno, sui quali pesano di più le infamie intessute da Laudi, Tatangelo e gli altri boia piuttosto che la Terra custode dei loro corpi di guerrieri e sognatori inarrestabili. Questi cyber-sabotaggi sono anche un tributo alla loro lotta e al loro coraggio.
Criminale è chi devasta i territori, non chi resiste!
Se i NOTAV sono terroristi, allora lo siamo anche noi.
SIC SEMPER TYRANNIS.
#AnonymousItaly #NoTav  #FreeNoTav #supportNoTav

Tav, le richieste della Loggia

Il passaggio della Tav in città porterà benefici, ma anche tanti disagi. Ne è consapevole il sindaco Emilio Del Bono, che ieri ha annunciato di avere aperto una trattativa con Italferr, il braccio ingegneristico delle Ferrovie dello Stato, sulla partita delle compensazioni. L’impatto più diretto sulla cittadinanza l’hanno avuto, per la verità, gli interventi di esproprio in via Toscana, «che sono già stati oggetto di transazione – ha ricordato ieri il primo cittadino -. Ci risulta che l’80 per cento abbia trovato un accordo e di abitazioni direttamente coinvolte non ce ne sono altre». Tuttavia l’entrata della linea ad alta velocità per 7 chilometri nell’area urbana è un processo complesso «che dovremo governare», ha aggiunto Del Bono. Per la tratta da Treviglio a Brescia – ha ricordato poi – sono già previsti investimenti pari a oltre 2 miliardi di euro. «Ci permetterà di collegarci a Milano in 35 minuti», ma non sarà un intervento indolore.  Ci saranno i problemi quotidiani legati ai cantieri che serviranno per quadruplicare la linea ferroviaria (la nuova correrà parallela all’attuale sedime, con un allargamento). È vero anche, però, che una porzione della città sarà completamente ridisegnata, e può essere un’occasione per sistemare ad aree oggi degradate. L’AMMINISTRAZIONE, che ha seguito da vicino nelle scorse settimane la partita di via Toscana, ha voluto dunque muoversi per capire le intenzioni di Italferr. Non solo, ha avanzato una serie di richieste aggiornandosi con la società al 18 novembre, data nella quale – ha annunciato ieri il sindaco – «sarà chiarita la tempistica degli interventi». Anche se quel che è certo è che «prima di febbraio del 2014 non ci sarà nessun avvio dei lavori». Anche perché la sfida è dar vita prima di Natale ad una sorta di operazione trasparenza, in modo che i cittadini sappiano cosa li aspetta: «Abbiamo chiesto a Italferr di presentare con una convention pubblica tutti i benefici, gli effetti e i cambiamenti che la Tav porterà alla città – ha spiegato il primo cittadino -. Mi farò carico di tutelare la cittadinanza e di fare in modo che abbia un giovamento dalla realizzazione dell’opera, pur lontana nella sua genesi». Il carnet di desiderata consiste, in estrema sintesi, in una serie di interventi che la Loggia chiede a Italferr di realizzare contemporaneamente ai lavori per l’infrastruttura, che deve entrare in funzione entro dicembre 2016. «La zona intorno alla Stazione ha bisogno di essere messa a posto – ha detto il sindaco -. E poi mitigazione, barriere fonoassorbenti, e il grosso della partita si gioca sul calmierare l’impatto dell’intervento sulla mobilità». Per le risposte bisognerà attendere metà novembre.

 

TRA LE TANTE COSE CHE VORREMMO CAPIRE DOPO AVER LETTO QUESTO ARTICOLO, SIAMO PROPRIO CURIOSI DI SENTIRE QUALI SAREBBERO, SECONDO IL NOSTRO SINDACO, I BENEFICI CHE LA TAV PORTERA’ NELLA NOSTRA CITTA’.

 

Articolo tratto da: bresciaoggi.it

19 ottobre, per un liberale hanno ragione

Questi manifestanti chiedono casa e lavoro invece di grandi opere. Innanzitutto propongono una alternativa alle modalità di spesa pubblica, non si limitano a chieder più spesa, come fanno tutti di questi tempi. E alcuni di questi sono anche al governo.

Poi chiedono cose che hanno un perfetto e condivisibile senso economico, oltre che sociale (e forse non tutti loro ne sono coscienti).

Vediamo più da vicino i due problemi. Le case ci sono, e moltissime sono vuote. Non credo che quelli che protestano hanno i soldi per comprarsele, anche se costassero meno. Quindi non chiedono case in proprietà. Vorrebbero case a prezzi di affitto ragionevoli, che non si trovano, soprattutto nelle grandi città. Certo la casa in affitto dà meno sicurezza psicologica, ma è molto meglio per chi cerca lavoro (ma anche per chi lo offre), non lo inchioda al posto dove abita. E così si diminuirebbero anche i costi ed i tempi di trasporto: un beneficio sia per i lavoratori che per i padroni che per l’ambiente (meno inquinamento, e meno spese in sussidi per i trasporti pubblici).

Ma perché non si trovano case in affitto? I padroni sono tutti cattivi se chiedono prezzi alti, o “autolesionisti” quando non affittano? Certo che no: il problema è il rischio troppo elevato se l’inquilino smette di pagare: gli sfratti per morosità sono molto complicati, poi arrivano leggine ad-hoc, poi c’è l’equo canone, ecc. ecc.. Questo “congela” il mercato, con danni per tutti. Ma poi c’è un meccanismo che aggrava, e molto, il problema: si chiama “prezzo di attesa”. Le case, anche se vuote, tendono nel lungo periodo a rivalutarsi, rappresentano un bene-rifugio solido (mattoni invece di carta). A questo contribuisce il fatto che l’incidenza del costo del terreno sul prezzo delle case è alto, dati i noti vincoli all’uso del suolo, gli infiniti permessi (e “mance”) necessari per costruire, la protezione insensata di inesistenti suoli agricoli ecc.. Infine c’è la secolare demagogia “bipartisan”, che da sempre protegge e incoraggia la casa in proprietà. Il Nobel Krugman attribuisce in parte all’immobilità dei lavoratori, fregati dai mutui “subprime” e che quindi non possono cambiar casa, la stasi della produttività americana.

Quindi occorre rompere questo intreccio inefficiente, che tiene artificialmente vuote moltissime case. Se entrassero sul mercato, anche gli affitti scenderebbero, e rapidamente (è la legge della domanda e dell’offerta, bambole….).

Veniamo al lavoro: le grandi opere notoriamente generano pochissima occupazione per ogni euro pubblico speso (solo circa il 25% dei costi di costruzione va in salari). Basta vedere la Torino-Lione: quanta gente credete che occupi la “talpa” che scava per 5 anni sotto la montagna? Poi quei pochi occupati sono molto distribuiti nel tempo, e la massima occupazione si avrà verso la fine dell’opera, cioè fra 7-10 anni se tutto va bene. Ma non solo: per le grandi opere ferroviarie, l’intero costo ricade sulle esangui casse pubbliche, cioè toglie soldi a tutto il resto che si potrebbe fare.

All’economia (capitalistica, si intende) serve invece occupare tanta gente a basso reddito, che deve spendere, mica può permettersi di risparmiare…E deve occuparla subito, per rilanciare la domanda interna, che è il vero problema. Quindi manutenzioni di strade ed edifici, ma anche del territorio che frana ecc. Tutto questo certo a parità di spesa, ma altrettanto certamente non con assunzioni pubbliche, altrimenti ci troviamo i 15.000 forestali della Sila moltiplicati per 10…..Basta semplicemente fare gare per questo tipo di opere, cui possano partecipare sia privati che cooperative “momentanee”.

Dare soldi alle imprese, anche con sconti fiscali, oggi serve pochissimo: le imprese con una domanda interna debole non assumono comunque, e di nuovo non perché i padroni sono egoisti o cattivi, ovviamente: perché non venderebbero i loro prodotti.

 

Articolo tratto da: http://www.notav.info

Porta Pia: esisto negativo con il ministro Lupi. Nuovo assedio il 31 ottobre!

Il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, cacciato dalla piazza al grido di “non ci rappresenta nessuno”. Si chiude così, con un’assemblea tra le tende di Porta Pia, l’accampata sotto al ministero delle Infrastrutture. L’incontro con il ministro Lupi, il sindaco Marino e il vicesindaco Nieri con al centro il tema degli sfratti e dell’emergenza abitativa si è chiuso con un nulla di fatto.

Le uniche parole di dialogo da parte del governo sulla richiesta di proroga degli sfratti per morosità incolpevole sono state relative all’impegno del ministro Lupi nel portare la questione al centro della Conferenza Stato-Regioni in programma a Roma il prossimo 31 ottobre. E proprio in quell’occasione il “movimento #19ottobre” tornerà in piazza “con tutta la nostra rabbia”.

MARINO CACCIATO – Alla fine dell’incontro Lupi ha lasciato il ministero da un’uscita secondaria. Lo stesso ha fatto inizialmente Marino, assediato solo da cronisti, fotografi e cameramen. Poi il sindaco ci ha ripensato e insieme al suo vice, Nieri, ha attraversato la folla fino al gazebo dove la delegazione che ha incontrato Lupi stava raccontando agli attivisti l’esito del tavolo.

Arrivato nei pressi del microfono, tra due ali di folla che urlavano “non ci rappresenta nessuno”, il sindaco è stato invitato ad allontanarsi: “Questa non è una passerella” il commento al microfono di Paolo Di Vetta dei Blocchi precari metropolitani, “la politica si è mostrata ancora una volta lontana dalla gente e da questa piazza. Chiediamo al sindaco di lasciarci proseguire nella nostra assemblea”. Dello stesso avviso il commento di Luca Fagiano del Coordinamento cittadino di lotta per la casa: “Abbiamo ringraziato il sindaco della sua presenza ma era la nostra assemblea. Non abbiamo governi amici”. Applausi. E Marino ha lasciato la piazza.

APPUNTAMENTI – A fine assemblea il presidio in piazza di Porta Pia è stato tolto. “Stiamo lasciando l’accampata perché ci sembra insufficiente, rispetto ad un governo schiacciato sempre di più sui poteri forti, ma la lotta continua”. Il prossimo appuntamento romano è già dato: “Il 31 ottobre è in programma un assedio popolare alla Conferenza unificata Stato-Regioni-Comuni sul tema della casa”. Palazzo Chigi è avvisato.

“E’ inutile rimanere qui di fronte a un Ministero che non serve a niente” ha spiegato Di Vetta “ma la mobilitazione continua, quasi quotidiana, con i picchetti antisfratto. Domani saremo davanti a Regina Coeli per chiedere libertà per gli arrestati del 19 ottobre”.

MARINO – “Ho proposto un blocco degli sfratti fino a quando i comuni non saranno in grado di offrire alternative. Il ministro ha detto che affronterà i problemi al tavolo Governo-Regioni-Comuni il 31 ottobre. Questo deve essere un percorso svolto con urgenza perché l’emergenza casa e’ ormai arrivata a livelli insopportabili: a Roma ci sono oltre settemila sfratti all’anno”. Queste le parole sindaco Ignazio Marino, al termine della riunione presso il ministero delle Infrastrutture.

NIERI – “Abbiamo ribadito al Ministro Lupi che una sospensione degli sfratti è il primo passo per poter affrontare concretamente il problema casa. Questa sera abbiamo avviato un percorso e dobbiamo continuare a lavorare”. Lo afferma sul proprio profilo facebook il vicesindaco di Roma, Luigi Nieri, al termine dell’incontro con il ministro ed i movimenti per la casa. “Uscendo dal Ministero, io e il sindaco Marino siamo passati tra la folla dei manifestanti in presidio per far sentire loro la nostra vicinanza e ribadire che Roma Capitale è al fianco dei più deboli, di chi non ha nulla e rivendica diritti”.

LUPI – “La proroga degli sfratti è una risposta vecchia a un problema che dobbiamo affrontare con radicalità in modo diverso”. Lo dice il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, dopo aver incontrato i comitati per la casa. Lupi ha aggiunto che “il governo nel decreto casa affrontato una parte dei problemi: l’emergenza affitti, il tema della morosità incolpevole e il problema di chi non riesce a pagare la rata del mutuo”.

FIRENZE – Prima della manifestazione di Roma, il “movimento 19 ottobre” tornerà in piazza nel prossimo fine settimana quando a Firenze è atteso il vicepremier Angelino Alfano in occasione dell’incontro dell’Associazione nazionale comuni italiani.

 

 

Articolo tratto da: http://www.today.it

Mobilitazione oggi alle 17:00! #19O

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Dopo la sollevazione del #19O e l’assedio ai palazzi dell’austerità oggi pomeriggio, in concomitanza con l’incontro tra i manifestanti accampati a Porta Pia e il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, Brescia aderisce alla mobilitazione rilanciata in tutte le città di Italia.

 

Oggi pomeriggio presidio dalle 17 in piazza Loggia e poi sotto la Prefettura contro gli sfratti e in solidarietà con gli arrestati del #19O!

 

#assedio #crisi #austerity #precarietà #sfratti #notav

Via Roncadelle – Da domani l’ingresso dei cantieri TAV a Brescia!

Condividiamo la lettera che Valentina, componente del gruppo No Tav Brescia, ha scritto oggi a tutti i quotidiani locali per informare la cittadinanza dell’inizio dei lavori della TAV a Brescia.
Ovviamente nessuno sapeva niente, ma come stupirsi date le modalità che hanno avuto negli ultimi anni a proposito di questa “grande opera”.
Mi chiamo Valentina e sono una dei “famosi” espropriati delle case di Via Toscana dal passaggio del Tav (Lotto Treviglio-Brescia).
Le vicende legate alla mia casa sono ormai note a tutta la cittadinanza, mentre mi rendo conto che è molto meno conosciuto il destino di altri nostri concittadini.
Domani mattina, lunedì 21 ottobre 2013, inizieranno i lavori di sgombero e presa di possesso di alcuni terreni in Via Roncadelle.
Forse molti non sanno che parte di questi terreni-giardini sono di proprietà di due famiglie bresciane e si trovano a ridosso delle loro case.
I trattamenti ricevuti da queste famiglie sono stati i medesimi degli abitanti di Via Toscana, come del Villaggio Violino.
La scoperta a meno di un anno dall’inizio dei lavori dell’esproprio del proprio bene (vorrei ricordare che io l’ho scoperto leggendo per caso il giornale!), il non sapere esattamente cosa accadrà, il non conoscere le tempistiche di esecuzione e soprattutto le condizioni di vita dopo i lavori.
Gli abitanti di Via Roncadelle hanno saputo solamente settimana scorsa dell’inizio del cantiere presso le loro case, tramite telefonata della ditta appaltatrice dei lavori Condotte, che intimava loro di sgomberare i beni sui terreni.
Non sanno nemmeno cosa accadrà di fronte alle loro casa, distante appena 8 metri dalla linea di confine dei lavori. La non informazione regna sovrana a Brescia!
Mi chiedo, cosa deve fare un comune cittadino per tutelarsi e conoscere il proprio destino di vita? Le istituzioni nazionali come Italferr non informano, bensì decretano prepotentemente cosa va espropriato. Il loro sito internet di riferimento è per di più un complicatissimi insieme di pensantissime, e poco comprensibili ai più, mappe cifrate da scaricare.
Le istituzioni locali che dovrebbero prendersi carico dei propri cittadini sono assenti o peggio capaci solo di promesse.
Ricordo a tutti che la Tav passerà per Brescia esclusivamente per volere del nostro ex sindaco Corsini, perché i progetti erano ben diversi originariamente. Ex sindaco Corsini, amico di partito della Lorenzetti, presidente/ex presidente di Italferr, il quale durante un incontro privato, non fu nemmeno in grado di spiegarmi esattamente che benefici concreti porterà a Brescia il Tav dal momento che abbiamo già la BreBeMi in costruzione e la nostra attuale linea ferroviaria supporta già l’alta velocità delle Frecce, se non parlarmi di “prestigio” arrecato alla città.
Ricordo che sia l’ex sindaco Paroli che recentemente il sindaco Del Bono avevano promesso di informare adeguatamente la cittadinanza.
Eppure i mesi sono passati, i lavori da domani entreranno prepotentemente a Brescia, colpiscono i cittadini e non se ne parla.
E’ cosi difficile spiegare cosa esattamente accadrà, informare ad uno ad uno tutti i cittadini coinvolti tempestivamente?
A chi bisogna chiedere per sapere quando, quanto e come saranno questi cantieri per Brescia? Quando il Tav uscirà da Brescia per ricongiungersi a Verona, chi e in che modo sarà coinvolto?
Ci sarà un altro “caso” come Via Toscana?
Sono stufa di sentire Primi Cittadini rispondermi che nemmeno loro sanno.
Perché è questa la risposta che mi hanno fornito in questi mesi. E’ mai possibile mi chiedo?
Io una risposta me la sono data. E’ SCOMODO INFORMARE PERCHE’ CREA MALCONTENTO. Crea mal contento a chi non avrà più casa sua, a chi non avrà più terreni o giardini, a chi avrà un muro di 8 metri davanti le finestre, a chi subirà mesi di cantiere con polveri e rumore ogni giorno della settimana, a chi si troverà periodicamente strade chiuse come Via Corsica o Via Dalmazia con disagi al traffico e ai commercianti. E il malcontento fa paura perché i cittadini bresciani non hanno richiesto quest’opera, e la Val Susa non è poi cosi distante da Brescia!
Valentina (No Tav Brescia)

19 Ottobre a Roma – Manifestazione della gente comune unita da una sola grande opera: CASA E REDDITO PER TUTTI!

Come sempre più spesso accade negli ultimi anni, la manifestazione di ieri era stata preceduta da un’ampia propaganda mediatica che prospettava scenari apocalittici: circolavano i numeri esorbitanti delle forze esibite dallo Stato per arginare i facinorosi, sono comparse fotografie di chi ricopriva le vetrine delle banche con pannelli metallici, e la data del 15 ottobre 2011 echeggiava nell’aria come anniversario da scongiurare.

La criminalizzazione che era stata preventivata per la manifestazione di ieri a Roma ha raggiunto infatti picchi estremi: parlavano di un corteo che doveva fare paura, pubblicizzato da alcuni come manifestazione “notav” perchè questa etichetta per i media spesso soppianta quella di black block e noglobal. Nei giorni scorsi erano stati gli stessi No Tav della Valle a ribadire la loro posizione nei confronti del 19 Ottobre a Roma: ” La manifestazione di Roma è organizzata da varie realtà politiche e sociali che si muovono per il diritto all’abitare principalmente, cioè per difendere e richiedere casa e diritti per tutti.” e ancora “Lo slogan della manifestazione: “una sola grande opera: casa e reddito per tutti” ben spiega l’idea della manifestazione e perchè le ragioni del movimento notav s’intrecciano con quelle del diritto all’abitare.”

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Nonostante il clima di paura creato ad arte dai media per scoraggiare la partecipazione al corteo e nonostante il “terrorismo” psicologico fatto per allontanare la gente a lottare per i propri diritti, ieri a Roma eravamo tantissimi: si parla di circa 100 mila persone. E all’interno del corteo c’eravamo tutti: per le vie della città ha sfilato la determinazione e la forza della gente comune, dagli occupanti di case, ai migranti, ai giovani.

Gruppi eterogenei che hanno lottato tutti insieme: da chi lotta per il diritto alla casa, per il diritto della cittadinanza, contro il precariato, per la salvaguardia del territorio appunto come i No Tav e i No Muos. Insomma, cittadini che si oppongono, in modo civile, allo spreco delle grandi opere.

100 mila persone hanno sfilato ieri a Roma, provenendo da tutta Italia uniti da valori come il rispetto dell’individuo e il rispetto dell’ambiente. Quello che la gente ieri ha portato in piazza è stata la salvaguardia della dignità umana, che la politica non sa affrontare.

Certo è che se l’Italia si dice sempre più distante dalla politica, ieri queste 100 mila persone hanno portato in piazza proprio la politica, che i partiti non sanno o non vogliono fare, con la forza e la determinazione di chi quotidianamente e individualmente fa politica, fuori da quei palazzi in cui troppo spesso l’interesse non è quello dello Stato ma privato.

Ieri per le strade sfilavano persone che si trovano a fare i conti direttamente con la crisi, che non hanno più nulla da difendere, tutti con l’obbiettivo comune di costruire un futuro per tutti e tutte.

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Vi erano con grandi numeri gli occupanti di case: l’enorme presenza di migranti, come protagonisti diretti del corteo, e il tema della casa è stato proprio uno dei temi principali della manifestazione, sollecitando all’occupazione che è diventata una risposta concreta e necessaria a un bisogno materiale sempre più messo in discussione o apertamente negato dalla crisi. Vi era poi, consistente, la presenza del precariato giovanile e di quegli stati sociali sociali privati di reddito e di possibilità, che hanno pagato i costi della crisi in termini forti.

Il pericolo che echeggiava ieri per le strade di Roma non era di ordine pubblico, ma di ordine sociale, dato dall’insieme di tutte quelle persone che non vogliono più pagare la crisi e si uniscono per farlo, non portando più avanti solo degli ideali ma mettendoli in atto nelle pratiche materiali di riappropriazione.

Leggendo gli articoli su tutte le testate di oggi riguardo a ieri possiamo solo renderci conto che ieri l’informazione ha perso l’occasione d’imparare qualcosa dai movimenti reali, di provare a raccontare le lotte per quello che sono, provare a dire la verità ogni tanto, dimenticandosi di chi gli versa lo stipendio. Ieri i professionisti dell’informazione hanno perso, non c’è che dire. I vincitori siamo stati noi, dimostrando a tutti che lottare per i propri diritti non deve far paura, è un nostro diritto e dobbiamo tenercelo stretto!

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Dopo la manifestazione di ieri oggi dobbiamo sentirci un più forti, anche perché al posto di un comizio, questa manifestazione è terminata con un accampamento, cioè con la determinazione di prendersi una piazza non solo simbolicamente e di restarci. Per la prima volta negli ultimi anni questa manifestazione è terminata per non terminare.

Nonostante i media abbiano fatto di tutto le 100 mila persone di ieri a Roma hanno dimostrato che la paura non è passata nelle case e decine di migliaia di persone hanno sfilato per le vie della capitale, hanno lottato e con dignità hanno rialzato la testa.

La manifestazione di ieri ha fatto quello che aveva detto, ha assediato i palazzi del potere e ha portato avanti con determinazione un percorso che è terminato in Porta Pia.

E per quanto riguarda i brevi momenti di tensione che ci sono stati durante il corteo, oggi leggiamo gli eleogi alla questura ma ci chiediamo cosa ci sia da elogiare, visto che hanno permesso persino ai fascisti di Casa Pound una sortita. Gli elogi arrivano dai giornalisti, ma per noi che ieri eravamo in mezzo al corteo l’elogio va al corteo stesso, agli organizzatori e al servizio d’ordine interno.

Infatti ieri per le strada di Roma nel corteo si è creato subito una sorta di servizio d’ordine con l’obbiettivo di impedire l’ennesima guerriglia urbana, impedendo gesti totalmente estranei alla ragioni della protesta, alla cittadinanza, al legittimo tentativo di portare nelle piazze temi di interesse generale.

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E se erano i No Tav a fare paura, ieri nel corteo abbiamo potuto incontrare un gruppo eterogeneo di persone, partiti all’alba dalla Valle, arrivati a Roma dopo ore e ore di pullman; e non si pensi a para guerriglieri in passamontagna calati dalla Val di Susa per mettere a ferro e fuoco la capitale, bensì si tratta di nuclei familiari, di impiegati, cittadini che nulla hanno a che fare con qualsivoglia forma di protesta violenta. Nell’arrivare a Roma, come è successo ad altri pullman, sono stati fermati in autostrada credendo, o forse sperando, di trovarli in possesso di chissà quale arsenale, ma così non è stato.

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E se i telegiornali e giornali hanno fin da subito cercato di “sbattere il mostro in prima pagina” mandando in onda solo le immagini di violenza nel solito tentativo di dividere “buoni” e “cattivi”, noi possiamo assicurarvi che il corteo, per nulla spaventato, si è conquistato Porta Pia tra canti e balli, tamburi, ecc. Durante la serata le realtà più organizzate hanno montato cucine da campo, gazebi dove passare la notte, birra alla spina, sound system ecc. E questa mattina l’assemblea che è stata fatta dai manifestanti ha preso la decisione che il presidio andrà avanti fino all’incontro previsto martedì con il ministro Lupi, poi si vedrà.

 

LA LOTTA CONTINUA, IL 19 OTTOBRE NON E’ UN ARRIVO MA UNA PARTENZA!

 

DOMANI: #19 OTTOBRE A ROMA

Si parla di manifestazione dei No Tav riferendosi al corteo che sfilerà domani per  Roma partendo da Piazza San Giovanni, ma si tratta in verità di una sollevazione generale in protesta contro le politiche di austerity e contro la precarietà nel mondo del lavoro e per ottenere “casa e reddito per tutti”. Anche per questo il corteo al quale prenderanno parte No Tav, centri sociali, No Muos, universitari, precari e lavoratori si muoverà per i luoghi-simbolo della protesta:il ministero della Finanze, la Cassa depositi e prestiti, il ministero delle Infrastrutture.

Sono gli stessi No Tav dalla Valle a chiarire la posizione del movimento in un comunicato:

“La manifestazione di Roma è organizzata da varie realtà politiche e sociali che si muovono per il diritto all’abitare principalmente, cioè per difendere e richiedere casa e diritti per tutti. Sono quelle realtà che nella crisi difendono gli sfratti delle famiglie, occupano alloggi risolvendo realmente le emergenze abitative nelle metropoli. Lo slogan della manifestazione: “una sola grande opera: casa e reddito per tutti” ben spiega l’idea della manifestazione e perchè le ragioni del movimento notav s’intrecciano con quelle del diritto all’abitare. Una delegazione del movimento parteciperà, un’assemblea di presentazione si è tenuta quest’estate al campeggio di Venaus, ma non sarà una manifestazione notav.”

E siccome ormai non c’è manifestazione che non abbia il corrispettivo digitale della piazza, è stato preparato un “manuale di autodifesa digitale”. Consigli pratici per evitare che le comunicazione siano intercettate. I consigli sono di questo tipo: “Impostate una password al blocco dello schermo del vostro telefonino; cifratura dell’intera memoria del telefono, per telefonare c’è RedPhone, SMS ed MMS invece possono essere affidati a TextSecure la cui funzione è quella di cifrare i messaggi testuali”.

Vi alleghiamo anche le indicazioni che sono state fornite in caso di fermo e arresto:

SOLO UNA GRANDE OPERA: CASA E REDDITO PER TUTTI!

#12 ottobre in difesa dei territori!

«Azione informativa» ieri alle 13 in stazione da parte del comitato No Tav bresciano, nella giornata inaugurale della Settimana di mobilitazione nazionale in difesa dei territori che sabato 19 sfocerà in un corteo a Roma.

La prossima settimana convergeranno nella capitale i movimenti impegnati nelle lotte «per il diritto all’abitare e al reddito, contro la devastazione dei territori e contro le nocività».

 

Anche a Brescia si sta preparando la partecipazione e l’azione di ieri in stazione serviva proprio a diffondere l’informazione con un volantinaggio ai pendolari e ai viaggiatori «per renderli consapevoli delle scelte politiche che li riguardano di persona, attuate dagli ultimi governi», come spiega il comunicato diffuso dai dimostranti.

NO ALLA TAV da un lato, ma sì al trasporto ferroviario «utile» dall’altro: «Mentre si finanzia l’Alta Velocità sia sulle tratte esistenti sia sulle nuove, il servizio ferroviario reale per la stragrande maggioranza degli utenti peggiora ogni giorno di più con la soppressione frequente di corse, aumento dei costi, assistenza clienti confusa o inesistente e mille altre sorprese che Trenitalia offre quotidianamente», accusa il comunicato distribuito in centinaia di copie in stazione.

«Recentemente è arrivata la notizia della soppressione di 8 treni regionali veloci Milano-Venezia per il venir meno dei 5 milioni di euro di finanziamento che la Regione Veneto elargiva – aggiunge la nota -. Tutto questo mentre vengono spesi 2 miliardi di euro di soldi pubblici per costruire la tratta Treviglio-Brescia, i cui cantieri sono ormai alle porte della città. Non solo: un’altra pioggia di miliardi verrà spesa per la progettazione e realizzazione della tratta che collegherà la città a Verona, andando a devastare l’anfiteatro morenico del Basso Garda».

 

Secondo i No Tav, il tracciato dell’Alta velocità a Brescia si inserisce in un contesto territoriale già segnato da «un’incredibile concentrazione di infrastrutture» e rappresenta «un ulteriore elemento di consumo di suolo e devastazione del territorio. Ma lo scandalo di questa grande e inutile opera non finisce qui – sostengono -, perché la stessa ditta che ha in mano l’appalto per la realizzazione della tratta. l’Italferr, si è vista decapitare il vertice a seguito di indagini su alcune ditte che lavorano all’interno del cantiere Tav a Firenze».

PER CONTINUARE la protesta gli attivisti hanno dato appuntamento per sabato prossimo a Roma: «Saremo là per assediare i palazzi del potere, contro la mancanza di casa e lavoro, l’assenza di adeguate strutture sanitarie, l’impoverimento della scuola, le politiche razziste, il saccheggio e la devastazione dei territori, le installazioni e gli investimenti militari e la realizzazione di grandi opere inutili».

Ecco il volantino informativo distribuito in stazione nella giornata di ieri:

Vi aspettiamo numerosi per le strade di Roma il 19 Ottobre!

 

Articolo tratto da: bresciaoggi.it