BRE-BE-MI: un fallimento preannunciato stile “grandi opere inutili”

E’ di oggi la notizia che la Bre-Be-Mi, uno dei cavalli di battaglia delle grandi opere inutile stile alta velocità, per ora non prevede distributori sul suo tracciato.

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Oltre ad essere un ecomostro, un magazzino di veleni ed un generatore di debito pubblico è anche un fallimento preannunciato. Infatti nessun petroliere per ora, nonostante l’apertura della nuova strada sia prevista per il 1° luglio, si è sentito al sicuro per investire aprendovi una pompa di benzina.

Anche la terza gara pubblica per l’assegnazione del servizio carburanti nelle due stazioni di servizio che saranno realizzate a Caravaggio è andata quindi deserta. Per le altre due stazioni, previste nel Bresciano, non sono state ancora indette gare per l’assegnazione dei relativi servizi. Il motivo consiste proprio nelle difficoltà che la società Brebemi sta incontrando per far entrare in funzione le stazioni di Caravaggio.

Questa però è solo un punto di vista dell’accaduto.

Dall’altra parte questo potrebbe essere solo la prima di tante conferme della totale inutilità di questa autostrada. Ovviamente inutilità che riguarda chi ogni giorno percorre le provincie di Brescia, Bergamo e Milano. Inutilità che si trasforma ben presto in utilità per chi con il cemento riesce a muovere grandi capitali. E per la Brebemi parliamo di veri e propri colossi della finanza italiana chiamati a investire i propri capitali per l’opera: Intesa San Paolo, Banca innovazione infrastrutture e sviluppo (sempre gruppo San Paolo), Ubi, Banco di Brescia, Credito Bergamasco, Banca di credito cooperativo di Treviglioa, Unicredit, Monte Paschi Siena, Ubi, Credito bergamasco e la pubblica Cassa depositi e prestiti.

A gestirla saranno invece Autostrade Lombarde SpA, azienda che ha come soci Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova, Autostrade Centropadane, Milano Serravalle – Milano Tangenziali, il colosso della public utility lombarda A2A, associazioni industriali, camere di commercio ed enti locali.

I casi allora sono due: o il mercato non crede a questo investimento e allo sviluppo della mobilità su strada, o la Brebemi ha talmente bisogno di soldi, per ripagare i debiti generati dai costi di costruzione che ha tenuto altissime le commission fee e le royalties sul carburante al punto da scoraggiare tutti i colossi petroliferi.

Ricordiamo inoltre che se la nuova autostrada aprirà a luglio, il collegamento finale con la tangenziale di Milano, tra Segrate e Melzo, non sarà pronto. Questo comporterà un notevole rallentamento del traffico, tanto da far perdere l’unico vantaggio che pare avere quest’opera: arrivare da Brescia a Milano solo 5 minuti prima!

A quanto pare o per guadagnare qualche minuto di tempo (ricordiamo che il guadagno di tempo nella costruzione del lotto di alta velocità tra Treviglio e Brescia è stimato a poco più di 10 minuti) c’è davvero chi crede che l’inquinamento, la distruzione delle nostre case, terre e terreni sia un giusto prezzo da pagare, o anche qui per l’interesse di pochi si mette a rischio il futuro di tutti.

Il fallimento è preannunciato, con la speranza però che questo ci serva per non permettere un altro scempio per il nostro territorio!

 

Lettera di Chiara, attivista No Tav, dal carcere delle Vallette

Carcere delle Vallette, 20 gennaio 2014

Se potessi scegliere mi troverei proprio dove sono.
Tra i sentieri della Valle, per le vie di Torino, con i miei compagni o specchiandomi negli occhi di donne e uomini sconosciuti, imparando ad ascoltare, scegliendo di aspettare, correndo più veloce.
Mi troverei dove si scopre il sapore dolce e intenso della lotta, qualcuno ti stringe la mano che trema e si getta il cuore oltre l’ostacolo. Lì dove il caldo, continuo e tenace abbraccio della solidarietà non permette a chi è isolato di sentirsi solo, libera la passione di chi è prigioniero e riempie la stanza di presenze amiche. 
Mi sono chiesta qualche volta perché non accontentarmi del privilegio di cittadinanza, avere quasi di sicuro una casa, qualche figlio, qualche modo di mettere la pagnotta a tavola. Ma quando scopri che la libertà e l’umanità sono un’altra cosa, quando ti accorgi che gli unici motori della politica e dei gruppi di potere sono il privilegio e il saccheggio, è troppo tardi per tornare indietro. Sei entrato in un altro mondo, che è dove sono io adesso. 
In questo luogo non c’è spazio per coloro che misurano la propria misura morale su codici e leggi. Buttare in strada chi non paga l’affitto o in un lager chi non ha documenti, produrre scorie nucleari, salvare il capitale e distribuire miseria, militarizzare e devastare territori. Tutto a norma di legge, in democrazia. Anche il dissenso a condizione che non si metta davvero di traverso alla realizzazione dei piani inesorabili del progresso e del profitto.
Ma quando troppi zoccoli inceppano l’ingranaggio, se un uomo, una piazza o una popolazione diventano imprevedibili ed efficaci, è possibile sentire il rumore delle lame che si affilano. Il corpo delle leggi a difesa delle proprietà pubblica e privata, gonfia tutti i suoi muscoli. Se si scende in strada il giorno sbagliato (o giusto?), insieme ai sampietrini si può raccoglier il macigno della Devastazione e Saccheggio. Se si assume una pratica radicale contro il sistema sociale, è pronta la scure dell’Associazione Sovversiva (o, con un salto in più di fantasia, dell’Associazione a Delinquere). Per tutto il resto si prepara la gabbia del Terrorismo. Qualunque opposizione reale procura danni e rallenta l’avanzata dei progetti, alla fine ogni azione e lotta efficace potrebbero essere imbrigliate in questa categoria di repressione. Lo scopo è facile da individuare: una punizione esemplare per qualcuno, un monito lanciato a tutti gli altri.
Certo, l’idea di tutti gli anni di carcere evocati da tutte quelle parole stringe lo stomaco in una morsa. È molto più doloroso però immaginarsi inermi a guardare il mondo devastato per il vantaggio di pochi. Da tutti noi, che abbiamo imparato la differenza tra giusto e legale e assaporato il gusto di riprenderci le strade e i boschi, con la minaccia della galera non otterranno un granché. E neanche ci inganneranno con il valore simbolico delle loro accuse, perché sappiamo da dove nasce il terrore e ne conosciamo i manganelli, i gas, le reti. E gli eserciti, le armi, le sbarre.
Non dobbiamo avere paura. Lasciamola respirare a quelli che vivono blindati in un’esistenza spesa a difesa dei propri privilegi e delle proprie mire di saccheggio.
Io, in questa gabbia ho i polmoni pieni della libertà che ho imparato ad amare lottando, tra i sentieri e per le vie.
E come me molti altri. Voi. Solidali, complici e inarrestabili.

Chiara

Ricordiamo che Chiara è stata trasferita e il nuovo indirizzo al quale scriverle è: 

Chiara Zenobi
Casa Circondariale Rebibbia
via Bartolo Longo, 92
00156 Roma

BASSO GARDA LA TAV PASSA ANCHE QUI

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La tratta dell’Alta Velocità passa anche sul lago di Garda ma quale sarà il tracciato? E che ne sarà delle persone che ci vivono? Siamo informati su cosa stà per succederci?
A Brescia gli esproprio sono già cominciati !
Due appuntamenti per informarsi e discutere con Dario Ballotta (esperto di Mobilità e viabilità di Legambiente) e con Maurizio Zanini del Comitato di Via Toscana dove sono in corso gli espropri (che ci porterà delle testimonianze su come Italfer si sà muovendo con gli espropri)

– Primo appuntamento venerdì 7 febbraio ore 20.30 a San Martino della Battaglia (Desenzano) – via Unità d’Italia 95 presso il Centro Sociale

– Secondo appuntamento martedì 18 febbraio ore 20.30 nella frazione Campagna di Lonato d/G (zona del primo cantiere) – presso Fuori Zona in via Campagna sotto n. 4

Ad entrambi gli appuntamenti le Amministrazioni comunali sono invitate per il confronto con i cittadini

https://www.facebook.com/events/625197844196434/

NO TAV: COLPEVOLI DI DIFENDERE LA NOSTRA TERRA E I BENI COMUNI. CHIEDIAMO A TUTTI UN APPOGGIO E UNA SOLIDARIETA’ CONCRETA – Raccolta fondi da Brescia

 Leggiamo in questi giorni l’appello di appoggio e solidarietà mandato dalla Val Susa riguardo l’aiuto concreto che serve per affrontare il risarcimento di 214.180,40 euro  a Ltf per aver ostacolato i sondaggi della ferrovia Torino- Lione, pena palesemente usata  al fine di stroncare la lotta NO TAV sulla quale già gravano ingenti spese per sostenere le difese legali.

Con molta umiltà, ma altrettanta dignità e fiducia, dalla Valle chiedono quindi a tutti di dare un concreto appoggio aiutandoli economicamente, ed è per questo che abbiamo deciso di raccogliere fondi anche nella nostra città e provincia da mandare per sostenere la lotta!

Anche a Brescia, come in tutta Italia , parte quindi la campagna di raccolta fondi in solidarietà alla lotta della Val di Susa.

PUNTI DI RACCOLTA:

  • Studi di Radio Onda d’Urto in via Luzzago 2b a Brescia
    Dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 19:00 E il sabato e la domenica dalle 9:00 alle 12:00. Info: 03045670.
    Clicca qui per ascoltare lo spot di Radio Onda d’Urto. 
  • C.S. 28 Maggio in via Europa 59 a Rovato
    Venerdì e sabato dalle 21 fino a chiusura e la domenica dalle 15 fino a chiusura + quando è aperto in base ai giorni
  • C.S. Magazzino 47 in via Industriale a Brescia
    Il venerdì dalle 16:00 alle 20:00 in enoteca (durante il mercato del Magazzino)
  • Bar Battaglie (Iaio) in via delle Battaglie 66 a Brescia
    Tutti i giorni durante l’orario di apertura del bar
  • Circolino di Radio Onda d’Urto in via Battaglie 29  a Brescia
    Durante l’orario di apertura del bar
  • Caffè Letterario Primo Piano in via Cesare Beccaria 10 a Brescia
    Durante l’orario di apertura del bar
  • La Zona in via San Francesco d’Assisi  a Collebeato (Bs)
    Domenica 9 febbraio ore 19:00 durante un’aperitivo di raccolta fondi per la Valle organizzata dal gruppo No Tav Brescia

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Per chi volesse in ogni caso procedere con un bonifico  può farlo sul c/c intestato a DAVY PIETRO CEBRARI MARIA CHIARA – IBAN IT22L0760101000001004906838

Vogliamo che tutti capiscano che non bastano le denunce, le galere, i processi, ecc. per battere il movimento NO TAV. E nemmeno questa intimidazione, fatta da chi si rifugia dietro ad espedienti perché incapace di convincere della bontà dell’opera una popolazione intera e buona parte dei cittadini italiani.

Non ci lasceremo intimidire nemmeno da questo, per noi il ragionamento è semplice: chi tocca uno tocca tutti e Alberto, Loredana e Giorgio non saranno soli, ma sostenuti da un popolo intero!

 

Altri articoli interessanti da leggere o lettere di appello:

Colpirne tre per zittirne migliaia….

La democrazia non è in affitto…

Intervista al sindaco Loredana Bellone…

NO TAVEVO DETTO : GRAZIE PER LA BELLA SERATA

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Sabato sera è stata una bellissima serata di informazione e controcultura! Ringraziamo Teatri della Viscosa per il progetto fantastico che stanno portando avanti e per l’entusiasmo e la voglia di cambiare le cose che riescono a trasmettere! Ringraziamo tutte le persone che ci hanno aiutato per rendere possibile questa data e tutti i numerosissimi partecipanti! E’ stata una serata piena di spunti e stimoli per vedere la realtà con una diversa prospettiva e rendersi conto che se vogliamo che le cose cambino ognuno di noi deve fare la propria parte, lottare e non mollare di fronte agli ostacoli! Ringraziamo inoltre per la generosità dimostrata per la raccolta fondi per la Valle che stiamo portando avanti…Nei prossimi giorni comunicheremo altri punti di raccolta o eventi in cui continueremo a raccogliere fondi!

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Qui le foto della serata

https://www.facebook.com/media/set/?set=oa.549265691847328&type=1

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=211083602428792&set=a.211083542428798.1073741839.100005814611733&type=1&theater

Qui il video dell ‘intervento in apertura serata

http://www.youtube.com/watch?v=Emgm68IrxXs&feature=youtu.be

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Di seguito  l’intervento scritto

Il gruppo No Tav Brescia è un gruppo nato per opporre una resistenza al TAV sul territorio bresciano,  con lo sguardo sempre rivolto alla valle e le sue dinamiche.

Come collettività di persone, in questi mesi, ci siamo mossi per tentare di contrastare la costruzione del TAV a Brescia, l’ennesima inutile grande opera che inciderà sul martoriato territorio bresciano. Un’opera con costi esorbitanti (2 miliardi e 50 milioni di euro per il lotto Treviglio-Brescia) che non porterà effettivi benefici alla cittadinanza se non un risparmio di una decina (o poco più) di minuti; rappresenta invece un enorme spreco di risorse pubbliche utilizzabili diversamente e, probabilmente, una delle più micidiali truffe organizzate nella storia recente di questo Paese, confezionataci direttamente dai soliti inciuci tra partiti, mafie e lobby economiche.

Basti pensare alle vicende giudiziarie (corruzione, associazione a delinquere, smaltimenti illeciti) che coinvolgono Italferr, la ditta che ha in carico la progettazione e la realizzazione delle tratte bresciane, e le intercettazioni telefoniche che hanno portato all’arresto di uno dei boss dei rifiuti lombardi, Locatelli, già pronto a sotterrare scorie e veleni nei cantieri della tratta Treviglio – Brescia. Ultima, ma non meno importante, la costruzione del Tav rappresenta l’ennesima occasione per creare nuove povertà attraverso espropri, cantieri decennali, consumo di suolo e devastazione ambientale. Un esempio? Il treno ad alta velocità solamente nella nostra città vedrà espropriate più di 70 persone della loro casa, senza contare terreni, giardini e altre proprietà.

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Abbiamo deciso quindi di portare lo spettacolo di teatro No Tavevo Detto nel quartiere più colpito della città. Tra qualche settimana 23 abitazioni in Via Toscana verranno abbattute, verrà costruito un muro di 6-8 metri che affiancherà la linea ferroviaria e murerà decine di case, ci saranno mesi di cantiere con relative conseguenze di disagi al traffico e inquinamento per le polveri dei lavori.

A pochi metri da qui c’è una scuola materna e delle scuole elementari. Il comune non ha previsto ad oggi nessun piano per salvaguardare la salute di questi bambini che respireranno polveri dannose per il loro organismo! Addirittura lo scorso giovedì era fissato da tempo un incontro tra i genitori dell’asilo e il Sindaco che è stato annullato perché il primo cittadino dice di voler organizzare delle assemblee aperte a tutta la cittadinanza sul tema dell’alta velocità. Questa promessa l’ha fatta anche a noi, assicurandoci che con Italferr avrebbero fatto un incontro aperto nel quale avrebbero spiegato a tutti i Bresciani, sindaco compreso, quali saranno i benefici. E’ da novembre che aspettiamo, tra qualche settimana inizieranno i lavori e di questo incontro ovviamente non se ne sa nulla. …

E sapete la cosa più curiosa? Nonostante i progetti definitivi siano del 2009 i cittadini coinvolti lo hanno saputo solamente a luglio 2012 leggendo i giornali. Famiglie, tanti anziani, bambini, animali che verranno sradicati dal loro case e dalle loro vite! Provate a chiedere a qualcuna di queste persone come stanno! Ma non solo Via Toscana, anche il Villaggio Violino e Via Roncadelle, per fare solo alcuni esempi, saranno colpiti dal passaggio dell’alta velocità.

Quello che però ci teniamo a far capire a tutti è che l’alta velocità non dovrebbe interessare solo chi viene direttamente coinvolto dal suo passaggio, ma tutti. I soldi spesi per quest’opera potrebbero essere investiti in altri capitoli spesa: nell’istruzione, nella sanità, ecc. ecc.

E se vi state domandando perché il TAV a Brescia la risposta è semplice: perchè la costruzione di opere pubbliche come questa favorisce la crescita dell’intreccio tra partiti politici, imprenditori e mafie e perchè anche se non dichiarato esplicitamente, la TAV a Brescia servirà da vetrina per l’Expo 2015!

E sapete il suo costo? Se in spagna costa 9 milioni di euro al Km, in Francia 10… in Italia, in base alle tratte varia da 60 a 96 milioni di euro al Km! Secondo voi la mafia in questo aumento esponenziale dei costi non centra nulla??? Altro che interesse per i pendolari e per il cittadino!

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Spesso ci avete visto in giro con lo striscione ” l’unica velocita’ che vogliamo è quella delle bonifiche “. Come sapete qualche giorno fa 44 persone ( di cui 6 arrestate ) sono finite sotto inchiesta per gli illeciti commessi sulla bonifica dell’area ex Sisas di Pioltello Rodano. Tra gli indagati dalla procura di Milano i vertici dell’Agenzia Regionale Protezione dell’Ambiente. Tra di loro è spuntato pure il nome dell’ex direttore dell’Arpa di Brescia , Giulio Sesana, in pensione da giugno e in attesa della nomina ministeriale a commissario straordinario per il sito Caffaro. Secondo gli inquirenti «non avrebbe vigilato sul trattamento dei rifiuti avvenuto anche nel bresciano». Insieme a lui anche Umberto Benezzoli, direttore generale dell’Arpa Lombardia, accusato di gestione illecita di rifiuti pericolosi, in relazione al «parere tecnico-scientifico» firmato con lo stesso Sesana. Per la procura di Milano sono tutti in diverso modo coinvolti nei mancati controlli al traffico di rifiuti pericolosi proveniente dalla discarica di Pioltello e finito in discariche e impianti di smaltimento della Lombardia e non solo. Una sorta di truffa dei rifiuti, in cui ciascun codice identificativo, per i rifiuti speciali, veniva ‘scambiato’ con codici identificativi diversi, per rifiuti ‘normali’.Un affaire impressionante, tra bonifica del sito milanese e interventi di smaltimento rifiuti gli inquirenti sospettano un giro d’affari (tra appalti e affidamento di servizi) ben superiore ai 150 milioni di euro.

Le dinamiche sono le solite: corruzione, appalti truccati, gestione delle risorse e del territorio date in mano ai privati e alla criminalità organizzata, spesso e volentieri con le  connivenze da parte degli organi di controllo pubblici, compreso quelli locali. Il cerchio magico degli affari loschi realizzatosi ai danni della salute dei cittadini, e dei Beni Comuni, deve indurci a riflettere e chiedere che vengano riformati drasticamente gli enti Preposti(Arpa- Asl).

Contestualmente chiedere che venga istituita una autorità indipendente che realizzi una mappatura dei siti contaminati presenti in regione e che si nomini una commissione di esperti scientifici che vada a verificare tutte le “bonifiche” effettuate fino a questo momento realizzate, dando precedenza assoluta alla verifica all’area ex Sisas. Insomma dobbiamo spezzare il cerchio magico che da un lato inquina e poi si aggiudica il succulento piatto per le bonifiche.

Pensiamo che i sodi per la Tav possa essere utilizzato per e bonifiche, assai piu’ urgenti di una nuova linea ferroviaria.

In città esiste già la linea ferroviaria Milano-Treviglio-Brescia, non ne serve una nuova, basterebbe ottimizzare i servizi già esistenti e costruire un piano logistico dei trasporti basato sulle esigenze reali dei viaggiatori! Ed è per questi motivi che crediamo sia necessaria una resistenza nei confronti di quest’opera, in una città che non sa e non si interessa di come il TAV sia finito per passare da Brescia, in una città il cui sindaco non riesce ad andare oltre i soliti slogan dell’ “alternativa all’inquinamento”, o “apertura all’Europa” e che, durante un incontro avuto con lui, non riesce a indicarci nemmeno un vantaggio oltre ai famosi 20 minuti in meno sulla tratta BS-MI.

Esistono inoltre i progetti per il proseguimento della tratta da Brescia verso Verona. Ovviamente nessuno ne parla date le pesanti conseguenze che avrà sul territorio, conseguenze ancora più grosse per la cittadinanza che quelle attuali.

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A Novembre durante l’incontro con il sindaco, questo si è definito “molto critico” riguardo all’uscita della tratta dalla stazione di Bs in direzione Pd, perché, se nel percorso in entrata gli espropri di abitazioni sono stati relativamente pochi, in quello di uscita saranno molti di più. Perciò Del Bono ha  ipotizzato che si potessero far tornare i treni sui binari costruiti in entrata e ha affermato la sua intenzione di utilizzare tutto il proprio peso politico per sostenere questa soluzione . Italferr ha definito IMPOSSIBILE quest’ idea e Del Bono ha subito cambiato idea dicendo di far diventare Brescia il polo per l’entrata e l’uscita dell’alta velocità. Ed è questa la questione che ci preme molto…se per la tratta in entrata a Bs non possiamo fare molto (anche qualcuno diceva che nella vita a volte è necessario lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza),  la tratta in uscita, unendoci e opponendoci possiamo davvero fermarla:

Quello che noi vorremmo proporre è un fronte comune, che unisca tutte le realtà che si oppongono al Tav e quelle che si occupano di tutelare l’ambiente e le fasce sociali più deboli sul territorio bresciano.

Noi crediamo veramente nello slogan “Un unica grande opera: salute, casa e reddito per tutte e tutti”, dove la Tav è simbolo del totale disinteresse governativo riguardo ai suddetti temi e dello sperpero del denaro pubblico che potrebbe invece essere impiegato per queste categorie, così la lotta notav diventa simbolo di resistenza a tutto ciò, non più solo a un treno.

Infatti a tal proposito in vista della giornata di mobilitazione nazionale indetta dal Coordinamento dei Comitati No Tav per il 22 febbraio, una giornata di lotta e mobilitazione dislocata ognuno nel proprio territorio, vogliamo costruire un percorso anche a Brescia. Consideriamo che il lancio di questa data è stato indetto dalla necessità di rispondere alla gravissima situazione giuridica che si è venuta a creare con gli ultimi arresti e alla fantasiosa accusa di “terrorismo” formulata dalla procura di Torino. Questo infatti altro non è che l’ultimo vergognoso tentativo di reprimere un movimento sociale  che, in vent’anni di lotta, ha saputo produrre un’eccezionale patrimonio di saperi, di esperienze e di pratiche, trasformandolo di fatto in uno dei simboli della resistenza e della lotta contro le politiche di austerità. Una minaccia, quella contenuta in questo teorema giudiziario, che riguarda tutte le lotte sociali che in Italia contestano e si oppongono alle imposizioni del governo.

Per questa ragione, portando alle spalle il percorso che il 19 ottobre ci ha fatto attraversare insieme a decine di migliaia di persona le strade di Roma togliendo definitivamente la maschera al sistema delle grandi opere, vogliamo far capire a tutti che questa altro non è che un meccanismo che anche attraverso le politiche di austerità, sta facendo pagare direttamente a tutti noi il dramma della crisi. Un sistema che arricchisce enormemente alcune, sempre più esigue, minoranze e, di fatto, toglie le basi materiali per condurre una vita dignitosa a fasce sempre più vaste di popolazione. Welfare, casa, sanità, istruzione, mobilità locale, bonifiche ambientali (ecc.) vengono relegate, ormai da anni, ad ultima voce di spesa nelle agende dei governi delle “larghe intese”.

In previsione quindi del 22 febbraio, vogliamo provare a ricreare l’atmosfera vissuta a Roma e il 20 gennaio a Brescia, dove lotte solo apparentemente lontane hanno saputo fare fronte comune e trovare reciprocamente forza nel sostenere le proprie vertenze. Ed è proprio a partire dalla forza e dallo spirito percepiti in questa data che vorremmo dar vita ad un’altra giornata di lotta che denunci lo spreco di denaro pubblico e la devastazione che le grandi opere rappresentano per la nostra città e il suo territorio.

Intendiamo organizzare nelle prossime settimane un’ assemblea cittadina invitando tutte le realtà bresciane e non solo, a partecipare, per costruire insieme una proposta, che potrebbe essere una grande manifestazione, che veda impegnato questo unico fronte.

Con l’obbiettivo comunque di fermare il biocidio in atto a Brescia e nella sua provincia, che mina ogni possibilità di costruire un futuro per tutti noi. Per ribadire con forza il diritto naturale e costituzionale a resistere e ad opporsi alle scelte governative che tengono solo conto degli interessi dei potenti, delle lobby, delle banche e delle mafie a danno della popolazione. Perché la lotta contro il TAV non è solo la lotta contro un treno e non riguarda solo la Val Susa. Dobbiamo prendere esempio dalla Valle e salvaguardare il nostro territorio, il nostro presente e soprattutto il nostro futuro e quello delle prossime generazioni!

Uniamoci quindi per dire no alle speculazioni sulla viabilità, no alla distruzione del nostro territorio, no ad altro inquinamento nella nostra città e uniamoci per una sola grande opera: casa, salute e reddito per tutti!

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Aggiornamenti da via Roncadelle: prima via interessata a Brescia dai cantieri per l’alta velocità

Lunedì 21/10/2013 – ore 13:00  Abbiamo appena fatto un sopralluogo in via Roncadelle: dell’inizio dei lavori non c’è ancora traccia, troviamo solo i picchetti e le reti che nei giorni scorsi erano stati messi per evidenziare la parte di terreni espropriati.

Nelle prime foto potete vedere la parte di terreni espropriati alle famiglie di via Roncadelle; i picchetti sono a circa 8 metri dalla casa e le famiglie non sanno ancora ad oggi cosa succederà ai loro terreni e dove e se verrà costruito una barriera per proteggerli dal futuro inquinamento acustico dovuto all’alta velocità. Inoltre non sanno se verranno messe in atto delle misure di tutela della casa e del resto dei terreni durante i mesi di cantiere.

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In queste foto potete vedere invece l’ex campo abitato da una comunità Rom che è stato anch’esso picchettato per segnare il confine di esproprio; qui sono state aggiunte anche delle reti e degli ostacoli di cemento probabilmente per evitare che la comunità Rom potesse tornare nel loro terreno.

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A un paio di metri dalle case interessati dagli espropri dei terreni inoltre c’è il cartello che indica i lavori della BRE-BE-MI che sono vicinissimi al prossimo cantiere TAV. Per chi non lo sapesse il tracciato dell’alta velocità a Brescia si inserisce in un contesto territoriale dove esiste una situazione di incredibile concentrazione di infrastrutture: l’esistente ferrovia Mi-Ve, l’autostrada BS-MI e per l’appunto la sopracitata BRE-BE-MI che è costata il triplo di quanto era stato preventivato con una devastazione di 900 ettari di suono agricolo e un “guadagno” in tempo di solo 5 minuti sul percorso Brescia-Milano. Da sottolineare inoltre è l’ennesima l’assurdità di questo progetto che prevede che il flusso dei veicoli si rigetti, in prossimità di Milano, nuovamente sulla rete esistente, congestionandola.

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Vorremo inoltre ricordare a tutti che i lavori in questa parte di tratta sono stati appaltati anche alla ditta Condotte, indagata negli anni scorsi per infiltrazioni mafiose nel sud Italia; questo fatto non ci stupisce dal momento che è risaputo che la costruzione di quest’opera favorisce la crescita dell’intreccio tra partiti-imprenditori-mafie, come d’altronde tutte le grandi opere costruite in Italia.

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A pochi metri dalle case inoltre sono stati messi dei cartelli che indicano la presenza del cantiere per l’alta velocità, e senza troppe sorprese scopriamo che ovviamente anche qui gli abitanti non sapevano nulla.

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Vi terremo aggiornati sulla situazione di via Roncadelle in questo articolo.

Mercoledì 23 /10/ 2013 – da un articolo di Bresciaoggi si legge una dichiarazione del sindaco Del Bono “prima di febbraio del 2014 non ci sarà nessun avvio dei lavori”.

Mercoledì 23 /10/ 2013 – ore 8:00

Un escavatore inizia i lavori solo per qualche ora in via Roncadelle, ecco di seguito le immagini.

I lavori di questa mattina consistono in 2 scavi nell’ex campo Rom, e l’aggiunta di ulteriori picchetti nel campo successivo a quello delle famiglie espropriate del loro giardino.

Va inoltre sottolineato come i picchetti non seguano una linea dritta, ma abbiano continue rientranze lungo il tragitto, non permettendo in questo modo agli abitanti e ai proprietari dei terreni di capire come verranno svolti i lavori e quale sia effettivamente la parte di terreno che perderanno dalle loro proprietà.

 

Giovedì 24 /10/ 2013 – ore 15:00

Proseguono gli scavi e i lavori del sondaggio del terreno nei campi limitrofi a via Roncadelle. Questo pomeriggio è stato fatto uno scavo parallelamente alla MI-VE e hanno sondato il terreno con metal detector. Ecco le immagini della giornata.

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Continuano gli scavi.

Lunedì 28 /10 /2013 – ore 8:30

Ieri mattina hanno ricominciato a lavorare e alle 18:30,  tornando a casa un abitante di via Roncadelle, proprietario di uno dei giardini espropriati, ha trovato tutto il suo giardino recintato con la rete arancione, dove erano stati precedentemente messi i picchetti dell’esproprio. Stessa sorte anche per gli altri abitanti della zona limitrofa. I lavori continuano e nessuno informa queste persone! Torniamo a sottolineare con indignazione il fatto che la cittadinanza ancora non sappia la sorte a cui andrà in contro la nostra città!

Lunedì 04 /11 /2013 ore 12:00

I lavori continuano iniziando a devastare seriamente il territorio interessato e non sono state messe in atto misure di tutela adeguate al fatto che a pochi metri ci sono delle abitazioni.

Uno degli abitanti interessati ci riferisce che “la recinzione non è salda ma è di plastica e più che una recinzione è una segnalazione di cantiere, va benissimo in campagna, ma non nei pressi delle abitazioni, è già stata fatta cadere (da ignoti, un paio di notti fa, penetrati nelle proprietà rimaste, probabilmente in cerca di rottame o altro).”

Inoltre ci riferisce che “questa mattina hanno rimosso, con l’escavatore, la pavimentazione di autobloccanti nella parte espropriata, senza aver l’accortezza di tagliarla sul confine d’esproprio, con il risultato che mi hanno rovinato anche la parte in proprietà, rendendola inutilizzabile.”

Inoltre il personale delle varie imprese, nonostante sia stato pregato più volte di non passare dalle loro proprietà per recarsi o allontanarsi dal cantiere, spesso disattende tale preghiera.

Gli abitanti interessati si domandano, visto che il sindaco ha promesso pubblicamente di tutelare e stare vicino ai cittadini riguardo alle problematiche risultanti dai lavori della TAV , a chi potrebbero rivolgersi per essere tutelati. Questo è solo l’inizio dei lavori nella nostra città in una parte relativamente poco problematica, pensate quando si avvicineranno a via Corsica e via Dalmazia e i lavori verranno fatti con le stesse modalità che disastri che verranno a creare. E i cittadini non sanno ancora nulla, o fingono di non sapere per non pensarci.

Lunedì 27 /01 /2014 ore 15:00

Dopo un lungo periodo in cui non stati fatti lavori , è da qualche giorno che un’escavatore cingolato sta lavorando nel campo a ovest dell’area che era di proprietà della comunità Rom. Da alcuni giorni hanno portato alcuni mezzi: stanno infatti sistemando il piazzale che useranno per baracche e uffici (dove una struttura è già stata posizionata) e parcheggio mezzi, in via Roncadelle a nord della Mi-Ve.

In silenzio e fingendo il nulla continuano quindi i lavori di ingresso dell’alta velocità a Brescia. Le amministrazioni continuano a negare alla cittadinanza le informazioni a riguardo di quest’opera, ai lavori, ai disagi e alle precauzioni che dovrebbero prendere per la nostra salute e per chi abita o ha attività a ridosso dei cantieri.

Italferr sta ritardando inoltre i pagamenti degli indennizzi di terreni e delle proprietà espropriate.

 

Milano, comitati No Expo bloccano i cantieri: “Ispirati dalla lotta in Val di Susa”

A Milano una cinquantina di aderenti ai Comitati No-Canal e No-Expo hanno bloccato le ruspe che dovevano iniziare i lavori nella zona Quinto Romano, a Nord Ovest della città.

Clicca qui per vedere il video.

Si tratta delle organizzazioni che si contrappongono alla realizzazioni delle “vie d’acqua”, le opere che rientrano nel maxi progetto per la realizzazione dell’Expo 2015. Attivisti, ma anche molti semplici residenti dei quartieri maggiormente interessati ai lavori, sono scesi in strada e sono entrati nel cantiere, costringendo gli operai a interrompere il loro lavoro e a lasciar le ruspe e i mezzi spenti. Una forma di protesta che assomiglia molto a quella trasversale messa in opera dai comitati No Tav in Val di Susa. “Ci ispiriamo – ammettono i manifestanti – a quanto successo in Valle per ostacolare opere che la gente non vuole!”

Articolo tratto da: http://tv.ilfattoquotidiano.it/

Ci mancavano solo le mani della camorra sul Terzo Valico

camrra

Nelle varie inchieste a cura della redazione del sito abbiamo documentato più volte l’interesse nei lavori di ditte con un passato non proprio limpido, fino ad arrivareall’articolo dell’altro ieri in cui si riesce a documentare, finalmente, la silenziosa presenza della ‘ndrangheta in una cava prevista nel progetto del Terzo Valico.
Oggi, partendo da un semplice nome su un cartello, arriva un’altra bella scoperta. Nel sito recentemente occupato da Cociv a Libarna, sul cartello delle imprese è citata come subappaltatrice la Lande s.r.l..
Come potrete facilmente verificare, basta una ricerca di 5 minuti su Google per capire di chi stiamo parlando. La Lande s.r.l. si costituisce nel 2009, sulle ceneri della più antica “Giardini e Paesaggi s.a.s.” Il proprietario è lo stesso, si chiama Marco Cascella.
Viene denunciato insieme ad altre persone nel 2011 per i lavori svolti nell’oasi Ferrarelle di Riardo. Le accuse vanno dalla violazione delle norme sulla sicurezza a reati ambientali, autorizzazioni mancanti, distruzione o deturpamento di bellezze naturali. Ora provate ad andare a farvi un giro alla Libarna e se proprio non ne avete voglia guardatevi le fotografie allegate sotto all’articolo. Noi ci riconosciamo la distruzione e il deturpamento di bellezze naturali, dubitiamo della professionalità con cui stanno lavorando da quando hanno iniziato il taglio degli alberi e la bonfica ordigni bellici e della assoluta mancanza di rispetto delle più basilari norme di cantiere, sappiamo di come abbiano provato a picchettare anche aree ancora da espropriare di proprietà di No Tav intenzionati a resistere alla loro arroganza e a quella di Cociv.
Ma si tratta di una bazzecola in confronto ai pesanti sospetti che ricadono su questi signori rispetto agli appalti del G8 del 2009 a L’Aquila del dopo terremoto. È ormai noto il “metodo” con cui Verdini e soci si spartirono i soldi per l’allestimento dell’evento, ovvero quella che i media definirono simpaticamente “cricca”, in realtà un’associazione a delinquere di mafia e massoneria. Abbiamo trovato un verbale di un’interpellanza parlamentare del 2010 in cui si cita un’informativa dei Ros secondo la quale l’azienda in questione ha avuto un ruolo negli appalti incriminati:

 

“nel rapporto dei carabinieri vengono evidenziate anche le possibili connessioni di un altro Consorzio, lo Stabile Novus, che ha partecipato ad alcune gare e, attraverso una delle società, la Giardini e paesaggi, si è aggiudicato la sistemazione delle aree verdi in occasione del G8.
Annotano i carabinieri che amministratore dello Stabile Novus è Mario Buffardi, regista occulto è Antonio Di Nardo al quale fanno capo la Soa e la Promocert. Di Nardo ha avuto rapporti di affari con Carmine Diana, legato a Francesco Bidognetti del clan dei Casalesi. La Soa ha rilasciato il certificato di attestazione alle seguenti imprese: Aerre costruzione Srl il cui amministratore unico Antonio D’Oriano, fratello di Vincenzo ritenuto inserito nel clan camorrista di Ferdinando Cesarano e alla Edrevea SpA il cui socio Crescenzio Verde è stato arrestato e poi prosciolto ai sensi dell’art. 416-bisdel codice penale.”

 

Ora ci permettiamo di fare alcune domande e una considerazione.

 

E’ opportuno che in un’opera pubblica come il Terzo Valico lavori una ditta facente parte di un Consorzio già all’attenzione della magistratura proprio per appalti pubblici “macchiati” da rapporti con la camorra? A cosa serve il tanto sbandierato protocollo legalità se poi arrivano a lavorare sul territorio simili ditte? Non è forse l’ora che i Prefetti di Alessandria e Genova si diano una svegliata? Gli onorevoli, gli amministratori pubblici e i Sindaci continueranno per quanto tempo a voltarsi dall’altra parte e a far finta di non sapere, vedere e sentire nel nome del loro finto progresso? Cgil, Cisl e Uil per quanto tempo continueranno ad essere complici e a tacere? Dove sono i paladini dell’antimafia di Libera? La stampa locale, con qualche rarissima eccezione, riuscirà a far finta di non vedere anche stavolta?

 

Noi sentiamo alzarsi sempre di più, ogni giorno che passa, una puzza nauseabonda attorno al Terzo Valico. Potremmo pensare di aver fatto la nostra parte avendolo detto con anni di anticipo che saremmo arrivati a questa situazione, invece preferiamo continuare a lottare per fermare questo scempio. Altri per quanto si credano assolti saranno per sempre coinvolti.

http://www.notavterzovalico.info/2014/01/24/ci-mancavano-solo-le-mani-della-camorra-sul-terzo-valico/

 

NO TAVevo detto….te lo diciamo noi!

toscana

A pochi giorni dall’inizio dei lavori dell’alta velocità nella nostra città ( previsto per febbraio 2014, almeno cosi’ era stato annunciato ) noi continuiamo a fare informazione e a cercare di avvicinare più gente possibile a sensibilizzarsi su cos’è la lotta No Tav. 
Sabato 25, con lo spettacolo di teatro NO TAVEVO DETTO, abbiamo voluto essere il piu’ vicino possibile alle persone che sotto tanti punti di vista e con sfumature diverse subiranno sulla loro pelle il passaggio della Tav a Brescia.

Siamo vicini agli abitanti di via Toscana, ai genitori della scuola materna Bettinzoli, a chi in quel quartiere vive e lavora. A oggi non ci sono ancora certezze ne’ sulla tempistica , ne’ sulla modalita’ di realizzazione della Tav .
I genitori della scuola giovedì 23 gennaio incontreranno il Sindaco Emilio Del Bono per sapere quale sara’ il loro futuro, se i bambini verranno spostati durante i lavori ed eventualmente dove, e se invece non vengono spostati quali misure il Comune intende adottare per la tutela della salute dei loro bambini.

Speriamo che possano ricevere risposte soddisfacenti e soluzioni accettabili. Noi intanto siamo ancora in attesa dell’incontro pubblico che il Sindaco aveva promesso di fare ( entro la fine del 2013…) insieme ai vertici di Italferr per spiegare alla citta’ ” gli eventuali benefici ” che la TAV portera’ con se.

Dubitiamo fortemente che ce ne siano.

AGGIORNAMENTO DI GIOVEDì 23 GENNAIO

Siamo stati informati da una mamma della scuola materna Mario Bettinzoli, che l’incontro tra i genitori e il sindaco Del Bono non si è svolto. La segretaria del sindaco che ha avvisato i genitori ha giustificato la disdetta dell’incontro dicendo che il Comune sta organizzando degli incontri informativi nel quartiere aperti a tutti la cittadinanza.

 

Le mani della ‘ndrangheta sul Terzo Valico

NO-TAV_NO-MAFIA

un’inchiesta a cura della redazione di notavterzovalico.info e del Comitato No Tav – Terzo Valico di Tortona

 

La notizia della sospensione dell’attività di due aziende per infiltrazioni mafiose non stupisce nessuno dalle nostre parti. Trattasi della Ruberto Srl di proprietà di Daniele Ruberto (vedi visura camerale) e della Idrotecnica di proprietà di Francesco Ruberto (vedi visura camerale), entrambe con sede a Tortona in Piazza Ester Mietta 4. Che Francesco Ruberto avesse legami con la criminalità e in particolare con il clan dei Gaglianò lo sapevano anche i sassi. Idem che avesse subito delle condanne per tangenti nel caso Ezio Dò, per l’aggressione ed il pestaggio ai danni di un ambientalista facente parte di coloro che manifestavano contro la cava Cementir di Voltaggio e per aver gestito senza autorizzazione una discarica di rifiuti a Bosco Marengo. Ma anche chi non avesse prestato attenzione alle pesanti dicerie sul suo conto avrebbe dovuto aprire gli occhi dopo l’agguato che fu teso all’imprenditore nel 2007, quando fu preso a colpi di pistola e riuscì a fuggire buttandosi nei campi con il suo suv. Quello che si fa un po’ più fatica a digerire è che esistano precise direttive che impongono di dedicare la minima attenzione possibile al fenomeno. Solo la Stampa dedica un articolo al fatto, facendo tra l’altro passare le due aziende (una edile e una di smaltimento rifiuti, i settori preferiti dalla ‘ndrangheta) come due ditte qualunque, mentre sono invece tra le principali della nostra provincia. Ditte che possono vantare la costruzione dell’outlet di Serravalle, tanto per dirne una.
La triste verità è che nella nostra omertosa provincia parlare di ‘ndrangheta è qualcosa di socialmente ed economicamente sconveniente. Altrimenti non si spiega come mai gli enti continuino a dare permessi per aprire cave ben sapendo chi le gestisce e i Comuni continuino a servirsi di ditte di famiglie mafiose. Chi gestisce cave versa oneri al Comune, anche un euro a metro cubo di materiale scavato, e pecunia non olet. Se poi i buchi vengono riempiti con rifiuti tossici non è colpa loro. In Alessandria, per fare un altro esempio, dopo l’arresto del consigliere Giuseppe Caridi, condannato in appello per appartenenza alla ‘ndrangheta, ci si aspettava che il Comune facesse piazza pulita della rete di affari legata all’ex sindaco Fabbio. Invece eccolo lì, il fratello del mafioso, con la sua ditta di impiantistica elettrica egemone sul mercato alessandrino, farsi intervistare di fianco al nuovo Sindaco, come principale sponsor della festa di capodanno. Le vetrine della sua azienda in via Maggioli, ai bei tempi della giunta Fabbio, erano una bacheca elettorale del fratello. È cambiata l’amministrazione ma lui è sempre in sella, sempre a prendere appalti dal Comune, in cambio di un’elemosina per organizzare qualche festa in una città che ormai di soldi non ne ha più. Come a Genova, quando l’ex sindaco Marta Vincenzi sosteneva che non c’era alternativa a Gino Mamone, re delle bonifiche, con un’interdizione antimafia e varie inchieste pendenti, perché i mezzi che aveva lui non li aveva nessuno.
È grazie a questi meccanismi che oggi le istituzioni possono bloccare due delle principali aziende della Provincia senza che quasi nessuno se ne accorga. La ‘ndrangheta c’è, ma non diciamolo troppo forte. Niente conferenze stampa, niente telecamere, niente domande. Addirittura, secondo quanto riporta la Stampa, l’interdizione (non si capisce nemmeno se si tratti di un blocco totale delle attività o di un’interdizione dagli appalti con la pubblica amministrazione) risale a quest’estate, ad opera di Prefettura e Provincia.

 

Fiutando imbarazzo nel silenzio degli enti (perché bloccare due ditte con accuse così pesanti e non renderlo noto?), abbiamo fatto uno di quei “controllini” che, a quanto pare, solo noi sappiamo fare. Non perché siamo più bravi, ma perché siamo gli unici che possono permettersi di essere sinceri e non hanno paura di scrivere la verità.
Risulta che l’azienda che gestisce ed è proprietaria di parte di una delle cave destinate ad accogliere lo smarino del Terzo Valico, la cava Montemerla di Tortona situata accanto a scuole, al bordo di un popoloso quartiere e a fianco di un centro commerciale, il sito più grande nella zona del tortonese destinato ad ospitare circa 2.200.000 mt. cubi di smarino provenienti dai cantieri, sia la Euroter s.r.l.
Essa è di proprietà della signora Bettarello Giuliana Patrizia (vedi visura camerale) e ha la sede legale a Tortona sempre in Piazza Ester Mietta al civico numero 4. Guarda caso trattasi dello stesso indirizzo in cui hanno sede le due ditte dei Ruberto che hanno subito la sospensione per infiltrazione mafiosa. Sempre casualmente il Signor Ruberto Francesco e la Signora Bettarello Giuliana Patrizia risultano rispettivamente Socio e Amministratore Unico della T.R. Inerti Srl, un’altra ditta del settore sempre con sede in Piazza Ester Mietta al civico numero 4 (vedi visura camerale). Tutte coincidenze? Noi non avendone mai viste siamo pronti a scommetere di no e per avere ulteriore conferma del legame fra Ruberto e la Montemerla siamo andati a farci un giro in zona e parlando con gli abitanti ci siamo sentiti dire che Ruberto ha lavorato e lavora all’interno della cava. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi lo invitiamo a farsi un giro da quelle parti. Ironia della sorte la Montemerla non era inzialmente prevista come cava da utilizzarsi per lo smarino del Terzo Valico e fu la Provincia di Alessandria a proporne l’inserimento nel piano cave come si evince dalla Relazione Istruttoria Finale (vedi pagina 23) preparata dall’Unità di Progetto “Terzo Valico”. Documento di relazione al Consiglio Provinciale del 15 Dicembre 2005 che diede parere favorevole, nonostante le dure contestazioni dei No Tav, al progetto definitivo del Terzo Valico.

 

Ora viene spontaneo farsi alcune domande. Ruberto ha interessi nella realizzazione del Terzo Valico? Considerato che nella cava operano persone legate alla ‘ndrangheta, non sarebbe il caso di controllare cosa si trova nel sottosuolo? Data la stessa premessa, è opportuno concedere l’utilizzo dell’area per lo stoccaggio dello smarino del Terzo Valico? È lecito pensare che la criminalità organizzata possa aver stretto accordi con il general contractor Cociv (Impregilo 64% – Società Italiana per Condotte d’Acqua 31% – Civ Spa 5%) per gestire lo smarino attraverso la ditta tortonese? Qualcuno ha il coraggio di dire che sarebbe la prima volta? Considerato che la presenza delle mafie sul nostro territorio è storicamente accertata dalla presenza di numerosissime aree inquinate da rifiuti tossici, che alcuni responsabili sono stati in passato individuati e arrestati, sembra intelligente aver firmato con Impregilo un protocollo antimafia che è più che altro un’autocertificazione? Tra quanti anni si potrà dire senza essere presi per matti che la nostra provincia è stata e continua ad essere terra di conquista delle mafie? Come mai e in base a quali valutazioni tecniche la Provincia di Alessandria chiese di considerare l’utilizzo della Montemerla salvo poi negli anni successivi non autorizzare per ben due volte un progetto di discarica nel medesimo sito considerata la collocazione in zona esondabile dal torrente Grue?
Ecco, queste sono le domande che un giornalista vero farebbe.

 

Nel nostro piccolo, dal 2011 abbiamo cominciato a tracciare una mappa, sicuramente parziale, degli affari di queste organizzazioni nella nostra zona. La Praga Holding di Persegona e Boggeri ha subappaltato molti lavori, oltre a Ruberto, alla R.G. Costruzioni dell’affiliato alla ‘ndrangheta Romeo, dall’outlet di Serravalle ai palazzi Euronovi di Novi Ligure. Sempre loro hanno goduto del buon lavoro del mafioso Caridi come capo della commissione politiche del territorio di Alessandria per la speculazione edilizia operata a San Bartolomeo. Per tacere degli appalti pubblici, musei, strade che hanno “regalato” ai mafiosi. Ora, con il Terzo Valico, sono nuovamente all’opera le grandi ditte e il loro inevitabile sottobosco.

 

Ancora una volta possiamo affermare con forza che lottare contro il Terzo Valico è lottare contro la presenza della ‘ndrangheta e delle mafie in generale nel nostro territorio. Ancora una volta possiamo affermare con altrettanta forza che essere favorevoli al Terzo Valico significa, come minimo, far finta di non sapere e soprattutto non voler vedere. In altre terre la chiamano omertà. E anche in questa terra esistono sia gli omertosi sia donne e uomini che seguendo l’esempio di Peppino Impastato non hanno paura di gridare che le mafie sono una montagna di merda.

 

Per chi volesse approfondire….. 

http://www.notavterzovalico.info/2014/01/22/le-mani-della-ndrangheta-sul-terzo-valico/