Non lasciamoli soli: una lettera per Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia

Ieri sera a Cremona abbiamo avuto l’occasione di parlare a lungo con i genitori di Mattia, uno dei quattro giovani No Tav che dal 9 dicembre 2013 si trova a vivere in un carcere in regime di alta sicurezza (AS2). Ma perchè l’accusa è di terrorismo, ma soprattutto cosa significa vivere questo tipo di detenzione?

L’accusa di terrorismo e il regime di alta sorveglianza trovano il loro appiglio nell’art. 270 sexies del codice penale, che dal 2005, dopo gli attentati alle metropolitane di Madrid e Londra,  entrò a far parte dei  «pacchetti sicurezza». Lo stesso anno, caso vuole,  il movimento No Tav conseguì la sua più importante vittoria, bloccando e scongiurando l’apertura del cantiere per il cunicolo geognostico previsto a Venaus. Se in apparenza queste due cose non sembrano correlate basta leggere l’articolo suddetto per capire che non è così: «Sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto […]»

Dato che il movimento No Tav vuole impedire il colossale sperpero di denaro previsto per la costruzione della linea TAV Torino-Lione, voluta dallo Stato, ogni iniziativa in tal senso, anche un semplice manifestazione, può essere ricondotta a «finalità di terrorismo». Questo è il motivo per cui su Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia pende l’accusa di terrorismo. Le conseguenze? Ad oggi vivere in un regime di alta sicurezza prima di ricevere una sentenza definitiva.

L’alta sicurezza è una sezione del carcere in cui sono riuniti tutti i condannati per reati di tipo associativo (mafia, terrorismo, etc.), che sono sottoposti ad una sorveglianza più stretta rispetto ai detenuti comuni. Nell’alta sicurezza si viene a contatto (molto limitato) solo con i prigionieri della stessa sezione (se ci sono) e con le guardie carcerarie. Sono permesse solo 2 ore d’aria la mattina, e 2 la sera per un totale di 4 ore d’aria al giorno. Le ore d’aria vanno passate in spazi molto limitati, normalmente una stanza o un corridoio di qualche metro. L’orizzonte visivo massimo all’interno del carcere per questo tipo di detenzione è di circa 30 metri.

Il plexiglass delle finestre posto tra il “mondo” e le sbarre, non permette di poter guardare fuori dalla cella e filtra la luce del sole obbligando i detenuti a ricorrere alla luce artificiale anche durante la giornata, con effetti molto dannosi per l’organismo, in particolare per quanto riguarda la vista.

Queste celle sono isolate anche acusticamente: quello che succede fuori o quello che succede in altre parti del carcere non deve trapelare, costringendo così i detenuti a vivere in una condizione di isolamento acustico.

Questo regime priva inoltre le persone di momenti di socialità importanti, come il poter condividere un pasto insieme.
Prevede inoltre solo 4 ore di colloquio al mese, esclusivamente con i famigliari; il contatto con altre persone è talmente proibito che in qualsiasi momento, anche durante gli spostamenti all’interno del carcere, le guardie impediscono il contatto, anche casuale, con altri detenuti. Tutto questo, con l’andare del tempo, dovrebbe portare ad un malessere e a una deprivazione talmente forte, da spingere il detenuto a cedere, soprattutto a dissociarsi da quello che ha fatto e  ancora più dal movimento o gruppo di cui si sente parte.

Vivere in questo tipo di detenzione è paragonabile più ad un ospedale psichiatrico, che ad un carcere, a cui va aggiunto anche l’aspetto della “ricerca”. I detenuti con questo tipo di trattamento sono considerati infatti oggetti di studio, dove tutto quello che avviene, viene detto o fatto viene monitorato, registrato, scritto, descritto e analizzato.
Anche un semplice scambio di battute tra le celle viene annotato, per fornire materiale di analisi per capire e studiare questo “fenomeno”.

Queste sono solo alcune delle inumane imposizioni a cui Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia si trovano a vivere da dicembre dello scorso anno. Questa repressione, che colpisce “pochi” per colpire “molti”, sta avendo e avrà sempre più conseguenze devastanti, riguardando per ora questi quattro ragazzi che rischiano di passare la loro gioventù in prigione, ma che potrebbe colpire indifferentemente chiunque pronunci un “no” o dissenta da qualsiasi decisione imposta dallo Stato, giusta o sbagliata che sia.

E’ per questo motivo che non dobbiamo lasciarli soli, e invitiamo tutti a scrivere a Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia. Anche solo una lettera ricevuta può accorciare di qualche minuto il devastante isolamento che vivono quotidianamente.

Trasmettiamo loro la forza di combattere e non mollare, perchè la loro lotta è la nostra lotta.

Di seguito trovate gli indirizzi ai quali potete scrivere:

Claudio Alberto
Chiara Zenobi
Casa Circondariale
Via Maria Adelaide Aglietta, 35
10151 Torino

Mattia Zanotti
Niccolò Blasi
Casa di Reclusione
Via Casale San Michele, 50
15100 Alessandria

Per maggiori informazioni:

– intervista a due ragazzi che sono stati reclusi in regime di alta sicurezza

–  LIBERO DISSENSO

– NO TAV INFO

 

No Tav e diritti: quel che accade in Val Susa riguarda tutti gli italiani

No Tav e diritti: quel che accade in Val Susa riguarda tutti gli italiani

La Val Susa? È Terzo Mondo. Ma non perché i suoi abitanti siano poveri o affamati, o perché vogliano emigrare rischiando la vita. No: ad assimilarli agli indigeni colombiani o ai contadini dell’Africa Sub-sahariana è un diritto che è stato loro strappato. Quello di difendere il proprio territorio da interessi economici imposti dall’alto. A sostenerlo sono il celebre ex presidente di Magistratura Democratica Livio Pepino e una lunga sequela di studiosi e intellettuali di tutto il mondo, dal teologo della liberazione Frei Betto al regista Ken Loach, da Serge Latouche ad Alex Zanotelli.

Insieme hanno presentato un esposto ufficiale per “ violazione dei diritti fondamentali in Valle ” al Tribunale permanente dei Popoli, un organo “d’opinione” (i suoi atti non hanno conseguenze giuridiche), ma storicamente importante. E che fino ad oggi, appunto, si è occupato di violenze e danni ambientali contro i popoli dell’Est o del Sud del mondo. Mentre da venerdì (data in cui l’esposto sarà presentato anche in Italia con una conferenza stampa) dovrà studiare un caso europeo.

A far partire la richiesta non è una persona qualunque. Ma un magistrato, Livio Pepino, che ha seguito da protagonista 40 anni di processi, arrivando a diventare membro del Consiglio Superiore della Magistratura, e che ha espresso tutte le sue critiche all’attuale sistema giudiziario in un pamphlet intitolato “Forti con i deboli”.

Livio Pepino
Livio Pepino

Ma come, dottor Pepino, già agli italiani importa così poco di quel che succede in questa sperduta provincia torinese, e voi chiedete che ne occupino gli eredi del tribunale istituito nel 1966 da Bertrand Russell e Jean-Paul Sartre per indagare sui crimini del Vietnam? Non le sembra un po’ esagerato?
«Assolutamente no: ciò che succede a Chiomonte riguarda tutta l’Europa. Il modello avviato da queste parti, l’idea della “Grande Opera Costosa” che si impone sopra la volontà dei cittadini, sarà esportato con successo altrove, se dovesse vincere 20 anni di resistenza locale. Con due problemi: il primo è la sottovalutazione dei rischi ambientali e sulla salute. E il secondo è la ferita che si infligge all’idea stessa di democrazia e partecipazione democratica. Che repubblica è quella in cui vota solo metà degli aventi diritti e in cui quelli che chiedono d’essere ascoltati vengono esclusi dalle decisioni che li riguardano?»

Partiamo da quest’ultimo punto: il Commissario della Torino-Lione sostiene che non sia vero che i cittadini non sono stati coinvolti. Anzi, dice che il progetto è migliorato proprio grazie alle 204 riunioni svolte fra il 2006 e il 2013 con le comunità locali. Non è partecipazione questa?
«Ma che partecipazione: questa è propaganda! Non c’è stato alcun tipo di confronto reale. Hanno invitato i soli sindaci favorevoli alla Tav per discutere sul come fare l’opera. Nessuno ha voluto invece mettere in discussione l’utilità dell’intervento, e le sue conseguenze, insieme agli abitanti. È stato fin dall’inizio un piano unilaterale, gestito senza coinvolgere i residenti»

Ma lei com’è che è diventato un così convinto No Tav? I maligni scrivono  sia perché ha una casetta a Chiomonte…
«I punti di partenza sono spesso casuali. E sì, anche se non ho più quella casa, dove ora c’è il cantiere dell’Alta Velocità io andavo a correre col cane. Le conosco quelle terre, ci sono legato. Ma da magistrato e da cittadino  colgo in questa vicenda il simbolo di un modello di sviluppo che non funziona più. Che deve cambiare. Partendo dal confronto, vero, con la popolazione: questo sarebbe fare politica in grande»

Ma non è un po’ utopico pensare sia possibile mettere d’accordo gli interessi dello Stato e quelli di chi dice: “Non nel mio giardino”?
«Non ho una risposta pre-costruita da dare. Quello che so è che anche il turbo-decisionismo berlusconiano, su un problema come quello dei rifiuti, ad esempio, non ha portato ad alcun risultato. È ovvio che trovare una mediazione fra interessi locali e priorità nazionali è difficile. Ma è necessario, soprattutto quando si tratta di investimenti colossali come quello dell’Alta Velocità. O facciamo nostra questa consapevolezza, oppure ci troveremo ad avviare ogni volta con vent’anni di ritardo dei maxi-processi, alla ricerca dei responsabili di danni provocati su cittadini che all’epoca non erano stati informati»

Continua a parlare di confronto: ma si può ancora considerare possibile una mediazione dopo gli scontri, gli arresti, le minacce, la tensione che dura da anni?
«Certamente più passa il tempo più sarà difficile ricomporre il conflitto fra Pro Tav e No Tav. Sono convinto però non sia ancora tutto perduto. Quello che chiediamo, con l’esposto al Tribunale dei Popoli, è innazitutto che venga fatta una comunicazione seria e approfondita sui potenziali rischi per la salute degli abitanti. Non due numeretti: un grande convegno che coinvolga esperti e scienziati. Poi, che sia chiarito se il Tunnel è utile o no e in base a quali analisi»

La interrompo: certo che per il ministero è utile la Tav. Hanno appena stanziato tre miliardi di euro! E continuano a pubblicare studi in cui si afferma che indotto e progresso sono assicurati…
«Lo so, lo so: la tecnica non è neutrale. Ma devono provarlo agli italiani, di star spendendo bene i fondi pubblici, non solo a me. E poi, c’è il confronto con la popolazione, ancora tutto da avviare»

Operai al lavoro alla Talpa in Val Susa
Operai al lavoro alla Talpa in Val Susa

Mi sembra che i termini, più che per un nuovo tavolo di discussione, siano perché la Tav non si faccia. Ma i lavori ormai non sono irrimediabilmente partiti?
«No no, non c’è niente di irreparabile. La Talpa sta solo scavando un tunnel geognostico. La previsione è di iniziare quello vero e proprio solo fra cinque, sei anni. Per cui possiamo ancora tornare indietro. Finora è stata solo una fase preparatoria: costosa, ma preparatoria. E io dico: meglio smettere subito piuttosto che arrivare al quasi-cento per cento della costruzione per poi dire “Che disastro”, come sta avvenendo per il Mose a Venezia»

Ma come fa lo Stato a tornare indietro? Proprio mentre due suoi magistrati portano avanti l’accusa di terrorismo contro quattro No Tav…
«È vero, ormai il clima è avvelenato. Distorto da un pensiero unico che mette in luce negativa tutto ciò che riguarda quel Tunnel»

La madre di Mattia, uno degli...
La madre di Mattia, uno degli arrestati per terrorismo

È ancora convinto siano distorte quelle accuse di terrorismo, come aveva già sostenuto tempo fa?
«Io sono convinto che tutti i reati vadano perseguiti. Come non potrei? L’ho fatto per decenni, da magistrato. Ma vanno perseguiti per quello che sono. Bisogna mantenere un’adesione rigorosa alla realtà. Formulare accuse equilibrate, senza enfatizzare. E soprattutto senza esagerare con le misure cautelari»

Per questa sua tesi aveva già litigato duramente, a distanza, con un ex esponente di Magistratura Democratica, Giancarlo Caselli. Che se ne andò sbattendo la porta proprio per uno scritto No Tav di Erri De Luca pubblicato sulla rivista della corrente…
«Chiunque critichi l’impostazione di quel processo oggi è accusato di voler delegittimare la magistratura. Non è così. Io lo ripeto sempre, anche quando vado alle assemblee in Val Susa: i reati devono essere puniti. Bisogna ristabilire un clima più sereno, anche a Torino»

Erri De Luca: lunedì è stato rinviato a giudizio per istigazione a delinquere. Come commenta questa scelta?
«Come sopra»

Livio Pepino e Giancarlo Caselli...
Livio Pepino e Giancarlo Caselli insieme nel 2005

Arriviamo finalmente a venerdì: oltre all’esposto presenterete la nascita del “ Controsservatorio ” della Valle. Di che si tratta?
«Vogliamo costruire un gruppo di persone impegnate a raccontare l’Alta Velocità in modo diverso. A ripristinare la verità, andando in giro per l’Italia con dibattiti e convegni per far capire come quello che avviene a Susa ci riguardi a tutti. Perché lì si mette in atto un modello di sviluppo sbagliato»

Il compressore per il cui incendio 4...
Il compressore per il cui incendio 4 persone sono accusate di terrorismo

Non correrete il rischio di essere accusati anche voi di istigazione a delinquere?
«Io sono un fervente non violento. Per cui mi ritengo vaccinato. Penso di sapere qual è la differenza fra il raccontare una verità, anche se ostile e dolorosa da ascoltare, e l’eccitare gli animi con delle provocazioni. Sono sicuro che il diritto mite sia l’unica strada da seguire. Partendo, appunto, dalla verità».

Articolo tratto da: http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/06/10/news/i-no-tav-sono-un-esempio-per-tutti-la-val-susa-arriva-al-tribunale-dei-popoli-1.168724?ref=HRBZ-1

FERMARCI E’ IMPOSSIBILE: SABATO 21 GIUGNO AL CS 28 MAGGIO DI ROVATO

SABATO 21 28 MAGGIO

 

LAN SPACE NOTAV

SABATO 21 GIUGNO 
@ C.S. 28MAGGIO – Viale Europa Rovato (BS)

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LAN SPACE è una rassegna itinerante di musica e cultura Underground volta a diffondere pratiche, visioni e percorsi di autogestione e autoproduzione in conflitto con il potere dominante.

Porta la tua distro!!!
Aperto alle autoproduzioni.

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18.00: PROIEZIONE
“FERMARCI È IMPOSSIBILE. CRONACA DI UNA LOTTA” a cura del centro sociale torinese Askatasuna e del Comitato di lotta popolare No Tav. Un documentario che traccia il racconto della popolazione della Valsusa in difesa da vent’anni del proprio territorio da chi vorrebbe devastarlo e saccheggiarlo con l’unica finalità di ottenerne ingenti profitti

21.30: APERICENA di AUTOFINANZIAMENTO NOTAV

23.00: UNDERGROUND PARTY
Squarewave VS Madclock
Acid Division
… (more info soon)

VISUAL NOTAV by Ciso

 

 

5 luglio 2014 – ECOPARATA 2014 : RECLAMA SAPERE

Un’ unica grande opera: SALUTE, CASA E REDDITO PER TUTT*!


Con questo slogan in tutto il paese sempre più persone si riversano nelle strade e nelle piazze per reclamare i propri diritti e per difendere il proprio territorio. Dalla val Susa alla Terra dei Fuochi si delinea un nuovo movimento, capace di mettersi in rete e in relazione con le altre città in modo nuovo, capace di reinventarsi e di autorganizzarsi. Un movimento che non solo è in grado di definire i propri obbiettivi e le proprie parole chiave, ma può addirittura autoprodurre sapere e una propria cultura, tracciando una panoramica completa delle lotte del nostro tempo e saldando temi come quello delle grandi opere, della crisi ecologica, della gestione pubblica delle risorse e dello stato sociale. Anche Brescia, città emblema della speculazione su salute e territorio, vive queste dinamiche sempre più intensamente. Le lotte che quotidianamente combattono i collettivi e i comitati bresciani stanno portando alla luce una città disastrata su tutti i fronti, da quello ambientale a quello sociale; una città ben diversa dalla Brescia ricca e salubre che viene raccontata all’esterno. Queste lotte fatte anche di ricorsi, manifestazioni, presidi e iniziative informative hanno avuto il potere di focalizzare l’ attenzione di media ed inquirenti sui numerosi casi di gestione criminosa di risorse e territorio della nostra provincia; come i cantieri TAV di Ospitaletto e Castegnato dove sono stati rinvenuti rifiuti speciali smaltiti abusivamente, come l’ amianto, il Cromo VI e il PCB ritrovati sotto il manto autostradale del tratto Bs Ovest, come le numerose rilevazioni che hanno evidenziato un grave inquinamento delle acque bresciane le quali rientrano appena nelle soglie di potabilità di tabelle molto generose in materia di limiti d’inquinamento o come la vergognosa situazione del caso Caffaro ancora in attesa di seri lavori di bonifica. Tale scenario insostenibile contrasta con le reazioni e il comportamento delle istituzioni che imperterrite continuano a minimizzare e rassicurare la popolazione, relegando tali emergenze a questioni secondarie dell’ agenda pubblica. Proprio dietro a queste dichiarazioni si cela una delle principali battaglie che quotidianamente ci troviamo ad affrontare…la battaglia dell’informazione. Combattuta a suon di numeri e conferenze stampa, di dati e di indagini, questa lotta si dimostra spesso iniqua per chi non può vantare tra le proprie armi fattori quali un ruolo istituzionale, l’ accesso a dati e studi tecnico-scientifici e la possibilità di compiere ricerche.

E’ TEMPO DI PASSARE ALL’ ARTIGLIERIA!!! Con questa premessa lanciamo la quarta edizione dell’ECOPARATA, che quest’anno non sarà solo una giornata di festa e di socialità per le realtà di movimento, ma anche un primo momento di definizione e di autofinanziamento utile a realizzare studi tecnico-scientifici sulla situazione ambientale del nostro territorio.

Una nuova ECOPARATA anche dal punto di vista organizzativo ed artistico, dove i protagonisti non saranno solo i carri di musica elettronica. Musicisti, acrobati, giocolieri, clown, artisti, fotografi e djs collaboreranno alla costruzione di un ambiente ludico e creativo in cui tutt* possono trovare il proprio spazio e in cui ribadire in maniera alternativa la nostra necessità di una città diversa!

ECOPARATA 2014: RECLAMA SAPERE!

Sabato 5 luglio 2014, concentramento ore 17 parcheggi ASL via Malta (BS), di fronte all’ incenritore!

Per adesioni e informazioni: ecoparade@artathack.me

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ADESIONI (in aggiornamento):

Art@Hack – C.S. 28Maggio – Comitato per l’ Ambiente Brescia Sud – Comitato Spontaneo Contro le Nocività – Lab57 – RifiutiZero – NoTAV Brescia 



CON LA PARTECIPAZIONE DI (in aggiornamento):

MUSICA LIVE;
– Alessia Zappamiglio (cantautrice)
– Garrapateros (folk misto spagnolo e italiano)
– Gli Ignari
– Resho (hip hop)
– Condor (hip hop)

SOUNDS:
– Dj Luchignolo / Irons & Vercetti (anni ’70/’80 – trash)
– Onderootz Family (reggae – roots – dub)
– Blame Society (electro – breakbeat – drum n bass)
– Crustek Sound System (elektro – techno)
– Doggod Sound System / NoRulez (tekno – tribe)
– Industrial Park (goa – psytrance)

GIOCOLERIA:
– Firetails

INSTALAZIONI/ESPOSIZIONI
– Nicola Verità e Francesco Marchesini (installazione audio-video)
– Dorothy Bhawl (esposizione fotografica)
– Silvia Lorica (costumista/scenografia)

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Solidarietà ai fratelli del Terzo Valico: fermarci è impossibile!

La notizia è stata data ieri, riportata nella prima pagina dell’edizione piemontese de La Stampa. Il movimento stava ancora acquisendo tutti i dati necessari per comprendere nella sua complessità che cosa stesse accadendo e la portata dell’attacco che questura e procura di Alessandria stavano scagliando contro le donne e gli uomini che da oltre due anni e mezzo tengono testa a chi vorrebbe costruire il Terzo Valico. Soprattutto il movimento doveva ancora riunirsi e fare le valutazioni del caso: si chiama democrazia e partecipazione ed è il sale di un vero movimento popolare.

Oggi che il quadro è chiaro e i comitati si sono riuniti possiamo raccontare cosa è successo sul finire della scorsa settimana anche se, con ogni probabilità, alcune notifiche devono ancora essere consegnate. Mentre si apprendeva dei fogli di via dai Comuni del Basso Piemonte a carico di una decina di attivisti dei comitati liguri (ad oggi se ne contano dodici), due No Tav – Terzo Valico piemontesi venivano convocati in questura e a causa della loro “pericolosità sociale” gli veniva tolto il porto d’armi. Nei giorni seguenti decine di persone venivano contattate dalla questura di Alessandria e venivano informate di dover ritirare un avviso di garanzia. Se ne contano poco meno di 40 ad oggi a carico di donne e uomini dei comitati piemontesi a cui con ogni probabilità bisognerà aggiungere i 12 a danno degli attivisti liguri a cui sono stati recapitati i fogli di via.

L’indagine in corso da parte della Procura alessandrina è inerente alla marcia popolare del 5 aprile ad Arquata e alla giornata di lotta del 13 aprile a Pozzolo. Le accuse, variamente distribuite fra gli attivisti, sono quelle di violenza o minaccia a pubblico uffciale, resistenza aggravata, lesioni, interruzione di pubblico servizio, danneggiamento aggravato, istigazione a delinquere e travisamento. Una Procura quella alessandrina che ormai sembra occuparsi a tempo pieno dei No Tav e che, nonostante le inchieste e le denunce pubbliche, sembra disinteressarsi completamente delle ditte coinvolte nella realizzazione dei lavori.

Intanto anche un attivista di Alessandria veniva raggiunto dal foglio di via dai Comuni del Basso Piemonte, con la questura che con ogni probabilità ha approfittato del fatto che fosse residente a Torino.

Poi nella giornata di ieri l’articolo “tossico” de La Stampa basato su una velina o una fonte interna alla questura alessandrina in cui si annuncia che ci sarebbe una richiesta danni da parte del Cociv per un valore complessivo di 1,5 milioni di Euro. Richiesta danni di cui si vociferava da tempo, ma di cui nessuno ha ricevuto ad oggi comunicazione o notifica. Come nella peggiore delle tradizioni italiane, la questura fa trapelare una notizia grazie alla disponibilità di un giornalista compiacente ancor prima che “gli accusati” ne siano a conoscenza. Così, quella che è stata una grande manifestazione di popolo pacifica e determinata si trasforma in “lanci di sassi, caschi e bastoni”, si da solo notizia dei feriti da parte delle forze dell’ordine, si scrive di 100 manifestanti quando invece erano migliaia, ci si dimentica dell’unico vero ferito della giornata a cui una manganellata aprì la testa (anche lui, 68 anni, è stato denunciato per violenza, resistenza e lesioni) e ci si dimentica delle ragioni per cui migliaia di persone lottano da anni contro la costruzione della grande opera. Un articolo indecente, confezionato dalla questura per concludere una settimana di attacchi contro il movimento.

Anche i più distratti non potranno fare a meno di notare come tutto questo sia avvenuto in modo coordinato con l’unico scopo di lanciare un attacco pesante nei confronti del movimento. Un disegno ben architettato dove in brevissimo tempo alle denunce per il 22 febbraio a Pozzoloe alle misure cautelari nei confronti di Claudio si fanno seguire altre 50 denunce, 12 fogli di via, ma soprattutto una richiesta danni (ancora da confermare) da capogiro. Così da qualche giorno al movimento ligure e piemontese viene reso difficilissimo il potersi vedere e discutere liberamente insieme (dieci piemontesi non possono andare in Liguria e dodici liguri non possono andare in Piemonte), il conto complessivo delle denunce accumulate dal Gennaio del 2012 arriva a sfiorare quota 200 e sulla testa del movimento pende una richiesta danni senza precedenti. Un vero e proprio laboratorio repressivo per eliminare l’anomalia rappresentata dall’opposizione al Terzo Valico e per parlare ad altre lotte con il chiaro obiettivo di spaventare.

Un tentativo che siamo certi non andrà a buon fine, avendo il movimento l’intelligenza e gli anticorpi necessari per rispondere alla grande a questo attacco portato da procura e questura di Alessandria. Sabato è confermata con ancora maggior forza la giornata di festa e di lotta al Presidio No Tav – Terzo Valico di Radimero ad Arquata a cui seguirà poi una giornata in cui il movimento tornerà a riunirsi pubblicamente in una assemblea popolare di cui daremo conto nei prossimi giorni e che con ogni probabilità si terrà sempre ad Arquata venerdì 4 luglio. Mai come oggi il movimento è determinato a continuare la lotta contro il Terzo Valico, una lotta contro lo sperpero di denaro pubblico, in difesa dell’ambiente e della salute di tutti.

A tutti gli indagati, i colpiti dai fogli di via e dai procedimenti amministrativi va ovviamente la solidarietà, l’affetto e la complicità di tutto il movimento. Siamo tutti colpevoli di amare e difendere la nostra terra.

P.S: Per quelli che non si accontentano delle veline della questura alessandrina qui è possibile leggere l’appello di indizione della marcia popolare del 5 aprile, qui la cronaca della giornata,qui la ricostruzione su cosa accadde realmente, qui il punto di vista di uno dei tanti arquatesi che parteciparono alla marcia e qui un vero servizio giornalistico che oltre a raccontare la giornata del 5 aprile va a fondo sulle ragioni della protesta.

Articolo tratto da: http://www.notavterzovalico.info/

27 giugno: incontro NO TAV in piazza Roma a CREMONA

L’ Alta velocità viaggia spedita, ma in risposta trova resistenza e rivolta.
Oggi chi resiste alla devastazione e al saccheggio dei territori, si prende l’appellativo di “terrorista” come Claudio, Chiara, Mattia e Niccolò in carcere con regime di alta sorveglianza, accusati di un sabotaggio al cantiere del TAV in Val di Susa tra la notte del 13 e 14 maggio dell’anno scorso.

Continueremo a ribadire che il TAV è un progetto indegno e dev’essere contrastato ovunque con ogni mezzo necessario, che questa lotta tanto generosa quanto ribelle merita di andare oltre, per destabilizzare questo mondo fatto di merce, polizia e autorità.

Tutti sanno che il Val di Susa c’è in gioco qualcosa di più che la costruzione di un treno e che la resistenza contro il TAV potrebbe dare il vento necessario per accendere altre scintille nella polverierà che è questo esistente.

Ne parleremo con alcuni No TAV impegnati nel territorio, per condividere esperienze e saperi, fra repressione, accuse di terrorismo, devastazaione della natura e lotta di liberazione.

DALLE ORE 19 IN PIAZZA ROMA (CR)

Ore 19:00
Aperitivo benefit per i quattro compagni in galera con l’accusa di terrorismo.

Ore 21:00
Incontro pubblico No TAV sotto il gazebo di Piazza Roma.

DISTRIBUZIONE DI STAMPA SULLA LOTTA NO TAV E ALTRO…

In caso di pioggia l’incontro si terrà al C.S.A. Kavarna, zona Cascinetto, in via Maffi 2A.

More info: https://www.facebook.com/events/1445185629065854/

NO TAV BASSO GARDA : VERSO LA VENDEMMIA DEL PROSSIMO AUTUNNO

tracciato basso garda Venerdi 13 giugno all’interno della rassegna Si Amo la Resistenza promossa dai circoli del PRC del Basso Garda si è parlato anche di lotta e resistenza No Tav con alcuni coordinamenti e comitati del Nord  Italia .  Dal Val di Susa è arrivata Nicoletta Dosio storica attivista del Comitato popolare No Tav di Bussoleno.  Ci ha ricordato che, oltre a continuare un livello di militarizzazione e controllo poliziesco  molto alto, in Val Clarea comincia ad emergere seriamente il problema delle polveri sottili , le PM10, che preoccupa gli stessi sindacati di polizia per l’elevata concentrazione delle stesse  . Polveri prodotte dai lavori di scavo del tunnel geognostico ma anche dall’aumento del traffico pesante su quattro ruote: caratteristica questa che accomuna tutti i cantieri della TAV in funzione in Italia.

Paolo Terzan del Comitato Lavis No Tav ci ha riportato l’esperienza di lotta che si sta’ sviluppando in trentino dove sta’ nascendo un movimento di lotta popolare , formato non solo da centri sociali e gli storici anarchici di Rovereto, ma anche da gente comune come le Mamme No Tav di Marco , comitati ambientalisti, piccoli agricoltori e vignaioli della zona , oltre a studenti e universitari che sono numerosi soprattutto a Trento citta’.   Interessante il racconto su come si sta’ sviluppando la campagna metro per metro, che consiste nell’acquisto di terreni da parte di singoli cittadini ( un metro quadro a testa ) dei terreni che verranno espropriati per il passaggio della TAV.

Come No Tav Brescia abbiamo portato la proposta che da tempo stiamo discutendo e che vogliamo allargare al maggior numero possibile di comitati e persone singole: vale a dire una passeggiata No Tav da fare in autunno ( subito dopo la vendemmia, stiamo pensando a domenica 5 ottobre ) sulle colline del Lugana del Basso Garda , la ‘ dove il territorio sara’ devastato e oltraggiato in maniera profonda e irreversibile. Il dato piu’ ecclatante sono i 2 milioni e 245 mila metri quadrati di territorio che saranno cementificati facendo perdere per sempre il 20% della produzione dei rinomati vini del Lugana. Ma per anni l’intera zona sara’ sottoposta a cantieri, traffico pesante , polveri sottili, inquinamento ecc.  Iniziativa questa che vorremmo costruire insieme alle realta’ ambientaliste del territorio , al mondo dell’economia solidale , quindi Gruppi di Acquisto Solidale, piccoli contadini, agricoltori e vignaioli. Ci siamo quindi dati appuntamento per lunedi 7 luglio ( ore 20.30 )  per un incontro tutti insieme per iniziare il percorso alla saletta della bibblioteca di Lonato ( luogo da confermare ) . Confidiamo nella massima disponibilita’ da parte di tutti e tutte ad aprire e promuovere l’incontro attraverso ogni canale disponibile. Incontro che servira’ anche per discutere di altre proposte che sono emerse dal dibattito di ieri sera, vale a dire la possibilita’ di individuare un ” presidio permanente ”  in zona Campagna di Lonato e di avviare anche nei nostri territori la campagna metro per metro.

qui trovi la registrazione del dibattito http://www.radiondadurto.org/2014/06/16/brescia-salviamo-il-lugana-dal-tav-il-7-luglio-assemblea-pubblica-a-lonato/

Di seguito le iniziative che abbiamo in cantiere e/o dove troverete il nostro banchetto:

SAB 14 GIUGNO – ROVERETO ore 20:00  http://notavbs.org/tav-se-conosci-eviti.html

SABATO21 GIUGNO – C.S. 28 MAGGIO ROVATO ore 18:00  http://notavbs.org/fermarci-impossibile-sabato-21-giugno-cs-28-maggio-rovato.html

VEN 27 GIUGNO – CREMONA http://notavbs.org/27-giugno-incontro-tav-in-piazza-roma-cremona.html

VEN 4 LUGLIO – MONTICHIARI

SAB 5 – DO6 LUGLIO – CAMPEGGIO GIOVANI NO TAV – VENAUS

SAB 5 LUGLIO – ECOPARATA http://www.antinocivitabs.org/ecoparata-2014-reclama-sapere.html

18 – 20 LUGLIO FESTA VEG – PARCO GALLO – BRESCIA

13-30 AGOSTO – BANCHETTO FESTA RADIO ONDA D’URTO
http://festaradio.org/

TAV SE LO CONOSCI LO EVITI

no tav trentino

 

TAV se lo conosci… ti opponi!

Tre giorni di dibattito per continuare a approfondire la conoscenza di insidie e false promesse della grande opera dell’Alta Velocità/Alta capacità Ferroviaria a partire da chi ha studiato e conosciuto il suo sviluppo anche in altre zone d’Italia.

Perché i cantieri della faraonica Verona-Monaco sono alle porte.
Perché quei cantieri minacciano la vivibilità del nostro territorio da un punto di vista ambientale e economico creando danni irreversibili a acque e terreni coltivabili, e incrementando il debito pubblico in modo abnorme senza utili di guadagno (o di utilizzo per la popolazione).
Perché “stare a guardare” questa volta non sarà possibile, ci andremo di mezzo tutti.
Perché opporsi non è solo necessario, è anche possibile se affrontiamo questa devastante speculazione uniti e consapevoli.

Sala della Filarmonica c.so Rosmini Rovereto a partire dalle 20.30

11 GIUGNO: IDRA . associazione ecologista fiorentina, voci di opposizione al TAV Bologna Firenze e testimonianza della devastazione già portata dall’opera.

12 GIUGNO: IVAN CICCONI Ingegnere, uno dei maggiori esperti italiani di appalti pubblici e della grande truffa dell’Alta Velocità Ferroviaria in Italia.

14 GIUGNO: ALBERTO PERINO, DALLA VAL SUSA AL TRENTINO: FERMARE IL TAV è POSSIBILE.

L’esperienza ventennale della lotta all’alta velocità in Val susa raccontata da uno dei suoi migliaia di protagonisti, un esempio utile per costruire la nostra resistenza al Tav Brennero-Verona e per comprendere la ricchezza di un percorso collettivo per difendere il proprio territorio dalla speculazione. Dai presidi alle barricate, dalle manifestazioni oceaniche alle piccole assemblee, l’esperienza della Val Susa ci insegna a tornare a occuparci insieme del futuro dei nostri territori nel rispetto di tutti.

RICORDIAMO INOLTRE IL COORDINAMENTO TRENTINO NO TAV E’ VICINISSIMO ALL’ACQUISTO DI UN TERRENO IN PROSSIMITA’ DEI TERRENI CHE VERRANNO ESPROPRIATI PER I CANTIERI. LA CAMPAGNA METRO PER METRO NO TAV PUNTA AD ACQUISTARE QUESTO TERRENO IN TANTI, TANTISSIMI, CHE DOVRANNO ESSERE CONTATTATI DIRETTAMENTE DALLA PROVINCIA AL MOMENTO DELL’ESPROPRIO, OBBLIGANDO COSì L’AUTORITA’ A RENDERE NOTO L’INIZIO DEI CANTIERI E PERMETTERCI DI OPPORCI INSIEME E IN PRIMA PERSONA… SIAMO GIA’ A OLTRE DUECENTO ADERENTI, MA NE SERVONO MOLTI DI PIù!!!!

PER INFORMAZIONI E ADESIONI SCRIVETE A: metropermetronotav@gmail.com

VI ASPETTIAMO NUMEROSI!

‘na slinza no tav Rovereto