Contro il TAV ognuno di noi può fare la differenza – appello a tecnici, ingegneri, docenti, avvocati, architetti, ecc. per formare un pool di tecnici

Molto spesso quello che ci frena nel decidere di opporci alla costruzione di quest’opera è un diffuso senso di impotenza e la rassegnazione (a cui purtroppo con gli anni ci siamo abituati) che quello che viene deciso dall’alto sia imprescindibile dalla volontà delle persone “comuni”. Ma le cose non stanno così.

Infatti non c’è niente di più falso e forviante ai nostri occhi di questa rassegnazione, ma d’altronde questo senso di impossibilità è proprio quello che, chi decide sulle nostre teste, vuole farci avere per continuare di soppiatto a portare avanti quest’opera del malaffare e della distruzione chiamata TAV.

Non vi siete mai chiesti perchè chi vuole la costruzione del TAV, così accanitamente, non si sia mai preso la briga di fare serate informative per promuovere questa grande opera e i suoi innumerevoli benefici? La risposta è semplice: perchè non ci sono benefici reali per chi vive le terre che verranno deturpate dal TAV e  non ci sono benefici nemmeno per il resto degli italiani. Al contrario la lista delle motivazioni per cui è sensato e legittimo opporsi diventa ogni giorno più cospicua.

E cosi fare informazione è un compito che spetta a noi cittadini, vista l’assenza delle nostre amministrazioni sempre più complici di questo sistema e che a quanto pare si accontentano di mere compensazioni a discapito della salute, del portafogli e del futuro di tutti e tutte noi.

E così, dopo quasi 1 anno di duro lavoro sul territorio, per fare informazione, per risvegliare gli animi sempre più abbacchiati di chi pensa “sia tutto inutile” o che sia addirittura “troppo tardi”, noi facciamo un appello a cui chiediamo aiuto a tutti e tutte per condividerlo e permettere la massima diffusione possibile.

L’appello di oggi lo facciamo per assecondare l’esigenza di creare un pool di tecnici che possa portare avanti, insieme al movimento popolare che si sta creando, una reale opposizione contro quest’opera e questo sistema del malaffare a diversi livelli e su diversi piani.

Più persone siamo, più riusciremo a essere variegati e più saremo forti, e questi signori lo sanno bene di come l’informazione, quella vera, sia potente e possa seriamente creare molti problemi al teatrino delle grandi opere inutili e dannose.

I movimenti popolari di opposizione al TAV che negli anni si stanno opponendo alla costruzione di queste opere ci hanno dimostrato più volte come entrando nello specifico del progetto, analizzando costi, benefici, danni ambientali, danni alla salute, ecc. la conclusione sia sempre la stessa: bisogna opporsi con tutte le forze che abbiamo a disposizione alla costruzione di questo progetto se vogliamo veramente fare qualcosa per vivere un futuro migliore, per permettere ai nostri figli e ai nostri nipoti di vivere un’Italia ancora degna di essere vissuta.

Così, senza paura e consci del fatto che più siamo più possiamo dividerci il tanto lavoro da fare, lanciamo questo appello per costruire un pool di tecnici, di donne e uomini che abbiano voglia di dedicare del proprio tempo a cambiare le cose per il bene di tutti e tutte. Invitiamo quindi chi fosse interessato a prendere parte alla prima assemblea per costruire questo “pool tecnico” a scrivere una mail all’indirizzo info@notavbs.org, specificando il luogo di provenienza e il tipo di mansione svolta (poi vi contatteremo noi per comunicare la data del primo incontro).

Vogliamo infine ricordare che per essere d’aiuto basta veramente poco, ma che se tutti lo facciamo la differenza la si può fare davvero: basta condividere articoli sul web, stampare o occuparsi di fare dei volantinaggi, chiacchierare su quanto appreso nelle assemblee informative con i propri conoscenti, partecipare attivamente alla costruzione di eventi e iniziative partecipando alle riunioni dei comitati locali che si stanno creando sempre più su tutto il territorio, ecc.

Basta poco per fare molto, ma dobbiamo essere in tanti e tante PERCHE’ FERMARLO E’ VERAMENTE POSSIBILE, MA SERVIAMO TUTTI E TUTTE NOI INSIEME PER POTERLO FARE!

“Quando i poteri pubblici violano le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è un diritto e un dovere di ogni cittadino” – Giuseppe Dossetti

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Noi stiamo con Emilio, Costanza e Stella! Solidarietà a tutti e tutte gli accusati e arrestati NO TAV!

Negli scorsi giorni a Torino e in Val di Susa sono state notificate diverse misure cautelari per due diversi procedimenti, riguardanti alcune azioni di protesta avvenute in Valle dopo la sentenza del maxi processo per i fatti del 27 giugno e del 3 luglio 2011 e un altro sulle azioni contro il vertice dei ministri del lavoro riuniti a Torino il 17 ottobre scorso.

Le persone colpite da misure cautelari sono dodici, quasi tutti appartenenti al Centro Sociale Askatasuna di Torino ed attivisti del movimento No Tav.

Per i 3 No Tav della Val di Susa sono arrivate le misure cautelari consistenti nell’obbligo di dimora nel comune di residenza e il rientro alla propria abitazione dalle 19.30 alle 7.00 del mattino.

Ma queste intimidazioni come sempre sono inutili per fermare il movimento No Tav che negli scorsi giorni ha espresso molta solidarietà ai colpiti dalle restrizioni. Queste ingiustizie per l’ennesima volta hanno fin da subito fatto crescere la voglia di continuare a lottare e rimanere uniti.

Perchè come sempre nessuno viene lasciato solo o indietro, e negli scorsi giorni i concittadini di Emilio, uno dei 3 valsusini colpiti, che è stato privato di gran parte del proprio lavoro per colpa di queste assurde restrizioni, hanno dimostrato in tanti modi cosa vuol dire lottare insieme.

Ieri mattina centinaia di persone si sono prestante al banco del pesce di Emilio, in piazza a Bussoleno (unico mercato che al momento Emilio potrà continuare a fare) a comprare il pesce dal loro compagno di lotta. Mentre questa mattina, non potendo prendere posto al mercato di Susa a causa delle restrizioni, alcuni NO TAV si sono presentanti comunque sul posto mettendo un banchetto che informasse di quanto sta succedendo e di come chi ha il coraggio di alzare la testa e difendere la propria terra faccia paura, sottolineando come il TAV per l’ennesima volta non porti lavoro, ma anzi ne tolga proprio a chi vive e difende questi territori!

La nostra solidarietà va quindi a tutti gli accusati e arrestati, ed in particolare a Emilio, Stella e Costanza, uomini e donne che come noi hanno deciso di dire chiaramente NO alla costruzione di quest’opera dannosa e inutile, consapevoli del fatto che queste intimidazioni non ci fermeranno ma ci renderanno ancora più uniti e forti!

NO TAV FINO ALLA VITTORIA!

 

23 aprile: prima udienza per Graziano, Lucio e Francesco – Dalle 9:00 PRESIDIO AL TRIBUNALE DI TORINO

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La prima udienza del processo per Lucio, Francesco e Graziano è stata fissata per domani e si svolgerà a porte chiuse al tribunale di Torino, dove i tre compagni saranno giudicati per i reati di danneggiamento a mezzo di incendio, violenza contro pubblico ufficiale, detenzione e trasporto di armi da guerra. La scelta dei tre compagni è stata quella di procedere con un rito abbreviato, da qui il cambio di data: non più il 19 marzo, come era stato diffuso precedentemente, bensì, appunto, il 23 aprile.

I tre hanno attentamente valutato la scelta di intraprendere un rito abbreviato, in accordo con gli avvocati, a partire da considerazioni tecniche, in rapporto al processo intorno al reato di terrorismo per i no tav. Come già noto, il processo ai tre si inserisce tra la sentenza per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò del 17 dicembre e il probabile secondo grado di giudizio per i quattro, che potrebbe avvenire a partire dalla prossima estate, quando la procura di Torino tenterà di nuovo di avanzare l’accusa di terrorismo. Lo stesso tentativo anima il ricorso in cassazione, sempre ad opera dei due pm Rinaudo e Padalino, dopo che il tribunale del riesame aveva rigettato l’estensione anche per Lucio, Fra e Graziano dei reati di terrorismo. In questo rimbalzo di date certe e possibili, la scelta dell’abbreviato va nella direzione di voler considerare questo procedimento come parte di un progetto repressivo evidentemente più esteso.

LE LOTTE NON SI ARRESTANO,

LIBERTA’ PER TUTTI E TUTTE I NO TAV!

NO TAV CALCINATO: CONTRODEDUZIONI OSSERVAZIONI PROGETTO TAV

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Carissimi Cittadini di Calcinato,

sono giunte in questi giorni le controdeduzioni alle osservazioni al progetto TAV presentate dal Comune di Calcinato e di tutti coloro che hanno effettuato le osservazioni ai Ministeri.
ALCUNE INFORMAZIONI
€ 11.125.000 (UNDICIMILIONICENTOVENTICINQUEMILA) EURO, a tanto ammonta il “regalo” concesso dall’amministrazione comunale a CEPAV e RFI. 
Si tratta del saldo tra opere previste dal progetto definitivo, di cui l’amministrazione ha chiesto lo stralcio e opere compensative richieste dalla giunta Legati.
Nel dettaglio:
Le opere eliminate:
– spostamento del sottopasso Montichiari 1  nella campagna di Calcinatello (-130.000 euro)
-attraversamento in rilevato su galleria artificiale nei pressi di cascina Rossa nella campagna di Calcinatello (-4.300.000 euro)
-Cavalcavia di via Cavour (-6.700.00 euro)
-Cavalcavia S.Anna (-6.550.00 euro)
-Realizzazione di un nuovo cavalcavia al posto del sottopasso previsto nel tratto di interconnessione alla linea storica (-3.065.000 euro)
-la modifica alla viabilità di via Rovadino (-230.000)
Uno stralcio di opere che ammonta a 20.975.000, e che creerà gravi problemi di viabilità, eliminando le interconnessioni est-ovest nella campagna di Calcinatello  e il collegamento tra i centri abitati di Calcinatello e Ponte San Marco.
Le opere concesse:
-Pista ciclabile di 200 metri su via Cavour (120.000 euro)
-Rotonda tra via Cavour e via Statale (270.00 euro)
-Nuovo collegamento via Cavour-via Brescia (230.000 euro)
-Spostamento monumento e santella via Stazione (170.000 euro)
-Viabilità via Berlinguer (20.000 euro)
-Rotatoria via Berlinguer (200.000 euro)
-Rotatoria Via Statale (450.000 euro)
-Pista ciclabile Via Rovadino (660.000 euro)
-Spostamento del canile (1.100.00 euro)
-Nuovo ponte sul fiume  Chiese tra la via Cavour e via Zemogna (6.630.000 euro)
Nel caso del ponte sul fiume è però lo stesso general contractor a mettere in guarda dall’impatto ambientale di tale opera, si tratterà infatti di un ponte i 80 metri a 2 campate. La rotatoria per l’immissione tra la via Cavour e il ponte sarà rialzata di 3,5 metri con notevole occupazione di suolo e conseguenti espropri per la realizzazione delle opere di sostegno.
L’ammontare delle opere concesse è di 9.850.000 euro.
Tutte respinte invece le richieste di maggiori mitigazioni ambientali, quali l’aumento delle barriere anti-rumore, l’ampliamento delle aree di mitigazione ambientale, la realizzazione di filari e zone boschive. Respinto anche lo spostamento delle aree di cantiere, lo spostamento dell’elettrodotto, l’allargamento del sottopasso di via Cavour e la realizzazione della vasca di laminazione in via Rovadino.
Si tratta probabilmente dell’unico Comune sulla tratta a ricevere meno di quanto gli veniva proposto, lasciando sostanzialmente inalterato il consumo di suolo, anzi andando ad intaccare zone verdi che non venivano interessate dal tracciato. 
Il file,  posto sul sito del Ministero dell’Ambiente, è datato 27/03/2015 e potrà essere visionato da tutti al seguente link:
vedi finestra sotto

(n.1) Documentazione della procedura Valutazione Impatto Ambientale (Legge Obiettivo 443/2001) avviata in data 01/10/2014

    Titolo Sezione Codice elaborato Data Scala Dimensione
Visualizza il metadato Download pdf Controdeduzioni alle osservazioni pervenute Controdeduzioni CNT-DDZ-001 27/03/2015 6368 Kbytes
Cogliamo l’occasione per ricordarvi l’incontro mercoledì 29/04/2015 alle ore 20.30 presso sala civica di Ponte San Marco per il quale chiediamo fortemente di voler passare parola.
IL COMITATO NO TAV E COMITATO CITTADINI

 

PRONTA LA DELIBERA NO TAV DA PRESENTARE NEI CONSIGLI COMUNALI DELLA TRATTA BRESCIA-VERONA

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Di seguito il testo della delibera comunale che sara’ presentata, dove possibile entro il 9 maggio, nei Comuni interessati dal passaggio del Tav tra Brescia e Verona.

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I sottoscritti Consiglieri Comunali, ai sensi dell’art. _______ dello Statuto del Comune di ___________ e del Regolamento del Consiglio Comunale, sottopongono all’approvazione del Consiglio Comunale di _______ la seguente proposta di deliberazione

IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO CHE
– con delibera 5 dicembre 2003, n. 120, il C.I.P.E., ai sensi e per gli effetti dell’art. 3 del decreto legislativo n. 190/2002 ha approvato il progetto preliminare per la «linea AV/AC Milano-Verona»;

– l’art. 165, comma 7 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 dispone, con specifico riferimento alle infrastrutture strategiche e insediamenti produttivi, che, per effetto dell’approvazione del progetto preliminare, gli immobili su cui è localizzata l’opera sono assoggettati al vincolo preordinato all’esproprio ai sensi dell’art. 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 327/2001;

– con l’art. 12, comma 8-quinquiesdecies, della legge 2 aprile 2007, n. 40, di conversione del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, è stata disposta la revoca delle concessioni rilasciate alla TAV S.p.A. dall’Ente Ferrovie dello Stato il 7 agosto 1991, sancendo che gli effetti della revoca di dette concessioni si estendono a tutti i rapporti convenzionali stipulati da TAV S.p.A. con i General Contractor in data 15 ottobre 1991, ivi compreso quello stipulato con il General Contractor Cepav Due, affidatario della progettazione e della realizzazione della tratta Milano-Verona;

– in seguito all’approvazione dell’art. 13, commi 8-quinquiesdecies, 8-sexiesdecies, 8-septiesdecies e 8-duodevicies, del d.l. 31 gennaio 2007, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla l. 2 aprile 2007, n. 40 tre general contractor (il Consorzio Cepav Due – Consorzio Eni per l’Alta Velocità, il Consorzio Cociv e il Consorzio Iricav Due) hanno impugnato davanti al TAR Lazio i provvedimenti del Ministero dei Trasporti e di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) s.p.a. emessi in applicazione della citata normativa, con cui, tra l’altro sono state revocate le concessioni rilasciate alla TAV s.p.a. dall’Ente Ferrovie dello Stato il 7 agosto 1991 limitatamente alla tratta Milano-Verona e alla sub-tratta Verona-Padova, comprensive delle relative interconnessioni, e il 16 marzo 1992 riguardante la linea Milano-Genova, comprensiva delle relative interconnessioni, e successive loro integrazioni e modificazioni;

– il T.A.R. Lazio, sez. I, con ordinanza, 23 maggio 2007, n. 880 ha devoluto alla Corte di Giustizia della Comunità europea, ai sensi dell’art. 234 del trattato, la questione pregiudiziale relativa all’esatto ambito applicativo dell’art. 13, commi 8-quinquiesdecies, 8-sexiesdecies e 8-duodevicies, del d.l. n. 7/2007, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 40/2007 chiedendo se la disposizione di cui all’art. 12 del d.l. n. 7/2007, convertito, con modificazioni, nell’art. 13 della l. n. 40/2007, nella parte in cui prevede la revoca delle concessioni relative alla realizzazione delle tratte ferroviarie ad alta velocità ivi indicate, con estensione dei relativi effetti alle convenzioni stipulate con i general contractor, nonché nella parte in cui limita l’indennizzo riconoscibile in favore di questi ultimi secondo quanto stabilito dal comma 8-duodevicies, sia in contrasto con le prescrizioni di cui agli artt. 43, 49 e 56 del trattato, nonché con i principi comunitari in materia di certezza del diritto e di tutela dell’affidamento;

– nel procedimento davanti alla Corte di Giustizia, l’Avvocato Generale della Corte nelle sue conclusioni presentate l’11 settembre 2008, ha affermato che la questione pregiudiziale sollevata dal TAR Lazio deve essere risolta nel senso che gli artt. 43, 49 e 56 CE non ostano, in linea di principio, ad una disciplina nazionale come quella in oggetto, nella parte in cui dispone la revoca delle concessioni relative alla realizzazione di tratte ferroviarie ad alta velocità, con estensione dei relativi effetti alle convenzioni stipulate con i general contractors. Al contrario, siffatte disposizioni del Trattato, in combinato disposto con l’art. 10 CE, impongono l’immediata cessazione e correzione dell’attribuzione di un appalto, laddove essa violi tali disposizioni;

– dopo le conclusioni dell’Avvocato Generale della Corte e nelle more della decisione della Corte di Giustizia i ricorrenti e cioè il Consorzio Cepav Due – Consorzio Eni per l’Alta Velocità, il Consorzio Cociv e il Consorzio Iricav Due hanno ritualmente dichiarato il loro intendimento di non annettere interesse alcuno all’ulteriore prosecuzione delle controversie incardinate con la proposizione degli atti introduttivi dei giudizi e quindi il TAR Lazio ha disposto il ritiro della questione pregiudiziale interpretativa rimessa alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee, e quest’ultima non ha potuto far altro che prenderne atto senza pronunciarsi nel merito;

– l’art. 12 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ha apparentemente confermato la revoca delle concessioni rilasciate alla TAV S.p.A. dall’Ente Ferrovie dello Stato il 7 agosto 1991 limitatamente alla tratta Milano-Verona e alla sub-tratta Verona-Padova, comprensive delle relative interconnessioni, definendola contraddittoriamente “Abrogazione della revoca delle concessioni TAV” ed ha sancito altresì che le convenzioni stipulate con i General Contractor «continuano senza soluzione di continuità con RFI S.p.A.»;

– stante l’impossibilità di approvare il progetto definitivo della linea AV/AC Milano-Verona entro il termine quinquennale il C.I.P.E con deliberazione 8 maggio 2009 n. 21/2009 ha confermato la deliberazione 5 dicembre 2003, n. 120, di approvazione del progetto preliminare della «linea AV/AC Milano-Verona», con conseguente reiterazione a decorrere dal 9 giugno 2009, del vincolo preordinato all’esproprio sugli immobili interessati dalla realizzazione della «linea AV/AC Milano-Verona».

– con la medesima determinazione il CIPE ha stabilito che gli eventuali oneri per gli indennizzi dovuti a favore dei proprietari degli immobili gravati dal vincolo saranno computati a carico delle risorse stanziate per la realizzazione del Programma delle opere strategiche,

CONSIDERATO
– che è in via di approvazione il progetto definitivo della «linea AV/AC per la tratta Brescia – Verona;

– che continuano a persistere forti dubbi di legittimità sulle concessioni per la realizzazione dell’AV/AC dato che sembrano essere rilasciatE in violazione della disciplina comunitaria in materia di appalti, così come affermato dall’Avvocato Generale della Corte di Giustizia;

– che, peraltro, non è stato ancora chiarito dai soggetti attuatori se sulla tratta Milano – Verona, la particolare conformazione del territorio e la sua antropizzazione non sia possibile raggiungere il medesimo risultato mediante l’ammodernamento delle linee attuali, dato che già ora le Frecce viaggiano a 250 Km/orari;

– che il Comune, ai sensi dell’art. 3 del D. Lgs,. n. 267/2000, è l’ente territoriale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo;

che, pertanto, il Comune il dovere istituzionale di tutelare i propri cittadini, di curarne gli interessi e di promuoverne uno sviluppo sostenibile e compatibile con la tutela dell’ambiente e nel rispetto delle attività economiche, e che ai sensi dell’art. 9 della Costituzione il Comune ha l’obbligo di tutelare il paesaggio e il patrimonio storico e artistico del proprio territorio;

– che ai sensi dell’art. 42 della Costituzione la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge e può essere, espropriata per motivi d’interesse generale solo nei casi previsti dalla legge, e salvo indennizzo;

– che una procedura espropriativa come è quella dell’approvazione del progetto definitivo per la realizzazione della TAV può giustificare il sacrifico della proprietà privata dei cittadini residenti nel Comune solo se essa è legittima;

che sussistono rilevanti dubbi sulla legittimità della procedura seguita;

– che proprio per svolgere le funzioni che la Repubblica attribuisce ai Comuni, in presenza di sospette gravi violazioni di legge, e delle notizie di stampa che individuano nuovi episodi di corruzione, questo ente si assume come compito quello di sottoporre al Giudice competente la procedura di approvazione del progetto definitivo e la futura realizzazione delle opere al fine di verificarne la conformità alla legge, considerati gli effetti irreversibili sulle persone e sui loro beni, sull’ambiente e sulle attività produttive che deriverebbero dalla realizzazione dei lavori per lotti costruttivi;

– che, inoltre, l’Italia, e quindi il Comune, deve conformarsi, in ossequio all’art. 10 della Costituzione, alle norme del diritto internazionale, e, nella fattispecie, a quelle che regolano il principio di concorrenza e trasparenza in materia di appalti, evitandone l’elusione;

che dall’approvazione del progetto definitivo decorrono i 60 giorni per far valere davanti al Giudice Amministrativo gli eventuali vizi di legittimità divenendo del tutto inutile ogni iniziativa giudiziaria successiva;

tutto ciò premesso il Consiglio Comunale
DELIBERA
1) di fare propria la relazione dell’Assessore incaricato dell’istruttoria dell’argomento in questione, che viene a costituire parte integrante del presente provvedimento;

2) di ritenere che, allo stato delle cose, il necessario e pieno rispetto delle decisioni del Governo Nazionale in relazione al progetto dell’AV/AC approvato in via preliminare, non possa prescindere dalla sottoposizione al Giudice competente della valutazione di legittimità della procedura seguita, sia in ordine al procedimento espropriativo, sia in ordine alla procedura di verifica degli impatti dell’opera sull’ambiente e sulle attività produttive, sia, infine, in ordine alla conformità delle concessioni alla disciplina comunitaria che impone la gara pubblica;

3) di ritenere che il Comune, anche in sintonia ed in piena collaborazione con i Comuni limitrofi interessati dalla linea AV/AC, debba sottoporre, mediante gli strumenti consentiti dall’Ordinamento giuridico, il progetto definitivo ed ogni altro atto rilevante, all’esame del Giudice Amministrativo, anche mediante la presentazione di un ricorso al fine di valutare la legittimità degli atti di approvazione del progetto definitivo AV/AC nonché di tutti gli atti connessi, ed in particolare degli atti amministrativi che riguardano la procedura di valutazione di impatto ambientale, quella di incidenza ambientale e la valutazione ambientale strategica;

4) di esprimere l’indirizzo vincolante alla Giunta Comunale affinchè la stessa, in modo singolo o anche, se possibile, con ricorso collettivo con altri Comuni disponibili, assuma la decisione di impugnare di tutti gli atti amministrativi con i quali verrà approvato il progetto definitivo dell’AV/AC e verrà dichiarata la pubblica utilità con conseguente apposizione del vincolo espropriativo.

5) di invitare la Giunta Comunale all’assunzione, anche mediante gli uffici competenti, di tutti gli atti necessari per dare adempimento al precedente punto 4

SABATO 9 MAGGIO PASSEGGIATA POPOLARE NO TAV A CASTELNUOVO DEL GARDA

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SABATO 9 MAGGIO
PASSEGGIATA POPOLARE NOTAV
CASTELNUOVO del GARDA (VR)
h. 15.00 Partenza – piazza della Libertà
h. 18.00 Conclusione

Fermarlo è possibile, e serve la mobilitazione di tutte e tutti noi!

#NoTav!
Anche alla luce delle recenti inchieste giudiziarie, dalle quali è emerso in maniera ancora più chiara il sistema di corruzione che sta alla base delle cosiddette Grandi Opere, è necessaria la mobilitazione popolare di tutte e tutti per impedire la devastazione del nostro territorio che porterebbe il TAV.
Quest’opera di veramente grande ha solo due cose: i costi e il saccheggio ambientale che porterà.
62 MILIONI di euro per ogni chilometro sono una spesa assolutamente spropositata! Soprattutto in questo periodo di profonda crisi sociale, questi soldi dovrebbero essere spesi per mettere in sicurezza gli edifici scolastici che crollano in testa a studenti e professori, per garantire i servizi sociali a chi rimane senza lavoro nè reddito, per garantire un tetto a quelle famiglie che non possono permettersi di averne uno. Ma anche per mettere in sicurezza il territorio dal dissesto idro-geologico e per sviluppare un’efficiente rete pubblica di trasporto locale per i pendolari. Per investire nell’agricoltura locale e nella formazione dei giovani.
245 sono gli ettari a coltura vitivinicola che la costruzione del TAV sottrarrà al territorio del Basso Garda, in buona parte dei quali si produce il Lugana D.O.C. che contribuisce a rendere famosi ed apprezzati nel mondo i nostri vini. Oltre a ciò verranno compromessi beni culturali come il Santuario del Frassino, la riserva-oasi del laghetto del Frassino (sito d’interesse comunitario e patrimonio dell’UNESCO), il colle San Lorenzo, le antiche chiese di San Lorenzo e della Madonna degli Angeli, nonché le bellezze paesaggistiche delle colline moreniche del Garda.
Senza contare i disagi che i cittadini dovranno sopportare: esproprio di terreni, lavori che dureranno 7-10 anni, costruzione di nuove cave e discariche, presenza di decine di cantieri e transito di numerosi camion (con le relative polveri sottili).
Tutto questo senza che ai cittadini sia mai stato chiesto nulla!
Un’opera così devastante, e soprattutto ASSOLUTAMENTE INUTILE (come dimostrano i dati), non può essere calata dall’alto ed imposta con la forza ai territori!
Oltre alle dimissioni del ministro Lupi, si rende necessario lo stop immediato al progetto del TAV! Le “Grandi Opere”, con cui il governo vuole fare bella impressione in Europa, non possono essere costruite sulla pelle dei cittadini e delle popolazioni. Le necessità sono ben altre!

La lotta del movimento NoTav, che da oltre vent’anni contrasta la realizzazione di quest’opera INUTILE, COSTOSISSIMA e DANNOSA in qualsiasi parte d’Italia (dalla Val Susa al Trentino, passando per il Terzo Valico e Brescia), ci insegna che solo con la partecipazione popolare è possibile riprendere in mano il destino dei nostri territori.

Coordinamento No Tav Brescia – Verona

 https://www.facebook.com/events/771201009654486/

NO TAV NO TERZO VALICO: MARCIA POPOLARE AD ARQUATA SCRIVIA (AL).

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Partigiani della nostra terra. Dietro questo striscione tremila persone hanno invaso sabato scorso le strade di Arquata Scrivia per ribadire ancora una volta l’opposizione alla costruzione del Terzo Valico. Tutte e tutti insieme donne, uomini, anziani e bambini hanno percorso in lungo e in largo le strade del paese simbolo della resistenza alla costruzione di un’opera inutile, devastante per il territorio e pericolosa per la salute di tutti. Dopo la giornata di mercoledì in cui il movimento era riuscito per l’ennesima volta ad impedire l’esproprio del presidio No Tav – Terzo Valico di Radimero è arrivata la prova di forza di sabato con cui la resistenza No Tav ha dimostrato di non venire minimamente scalfita dal passare del tempo. Giova ricordare che la prima marcia di popolo contro la linea ad alta velocità avvenne nove anni fa nell’aprile del 2006 e oggi a distanza di tutto questo tempo prosegue con sempre maggior vigore la mobilitazione dei cittadini della valle Scrivia e delle altre valli interessate dal progetto.

Il lungo serpentone ha sfilato anche per i luoghi colpiti dall’alluvione dello scorso autunno rendendo evidente l’assurdità di voler spendere 6,2 miliardi di Euro a preventivo per un’opera inutile a fronte di un territorio che frana e avrebbe bisogno di seri interventi contro lo stato avanzato di dissesto idrogeologico. Tanta è stata anche la solidarietà arrivata da altri territori con la presenza di delegazioni provenienti dal Movimento No Tav valsusino, dai comitati contro il Tav Brescia – Verona, dai comitati No Tav del Brennero, dal comitato veneziano No Grandi Navi e da numerose delegazioni in lotta per il diritto alla casa e al reddito provenienti da Alessandria, Torino, Roma e Bologna.

Lungo il percorso della marcia è stato rivolto un saluto ai sedici attivisti dei comitati No Tav – Terzo Valico liguri impossibilitati a partecipare alla manifestazione in quanto colpiti dalla misura del foglio di via a seguito della marcia popolare del 5 aprile dell’anno scorso. Uno strumento repressivo che al pari di processi, denunce e manganellate non è riuscito a fiaccare la resistenza popolare alla costruzione dell’opera.

Sulle note di Bella Ciao la marcia si è conclusa in Piazza Santo Bertelli dove è stata lanciata forte e chiara la richiesta rivolta al Governo Renzi di chiudere immediatamente i cantieri del Terzo Valico, di cancellare “la criminogena” legge obiettivo, il decreto sblocca Italia e destinare i fondi a favore della cura del territorio e di spese sociali quali casa, scuola, reddito e sanità. Anni di lotta hanno insegnato a tutti che non bisogna farsi troppe illusioni. Tanta è la consapevolezza che solo dal basso sarà possibile mettere in discussione le grandi opere e costruire un futuro rispettoso delle comunità locali.

A pochi giorni dalle celebrazioni del 25 aprile e della liberazione dal nazi fascismo migliaia di partigiani dei nostri giorni hanno dimostrato ancora una volta di essere determinati a resistere un minuto in più di chi vorrebbe devastare per mere ragioni di profitto i nostri territori. Bisogna continuare a lottare, quella della resistenza popolare è una strada faticosa e in salita ma è l’unica che può davvero riuscire a fermare il Terzo Valico e il sistema delle grandi opere. Con la generosità di sempre bisogna preparare nuovamente i cervelli, i cuori e le pance per resistere ai prossimi tentativi di esproprio. Fermarli è possibile, farlo tocca come sempre a noi.

Pubblichiamo un video riassuntivo della giornata e una selezione delle tantissime fotografie che stanno girando in rete in queste ore

A questo link è possibile leggere le dirette che hanno coperto la marcia popolare e pubblichiamo ancora due articoli che meglio di altri hanno saputo cogliere, a nostro avviso, il significato della giornata di sabato 18 aprile.

da Il Manifesto di domenica 19 aprile

«Terzo Valico inutile e dannoso» Ad Arquata tutto il paese in corteo

—  Mauro Ravarino , ARQUATA SCRIVIA (ALESSANDRIA), 18.4.2015

No Tav. In tremila sfilano nel comune del basso Piemonte. Sul percorso fino a Tortona le spese sono esplose e fra poco partiranno gli espropri. «Alla fine vinceremo»

Il sole è arri­vato per ultimo, quando la piazza della sta­zione di Arquata Scri­via era già piena. A quel punto, il cor­teo è par­tito con slo­gan e stri­scioni con­tro la rea­liz­za­zione del Terzo Valico, un’opera che qui, nel Basso Pie­monte, la popo­la­zione con­si­dera «inu­tile e dan­nosa». Alle ori­gini, nel 1991, la linea fer­ro­via­ria ad alta velo­cità e capa­cità doveva col­le­gare Genova a Milano, con gli anni il per­corso si è accor­ciato a 53 chi­lo­me­tri (dal capo­luogo ligure a Rivalta Scri­via, vicino Tor­tona) men­tre i costi lie­vi­ta­vano: 6,2 miliardi di euro, 115 milioni di euro al chilometro.

È un’opera con­si­de­rata tut­tora stra­te­gica dal governo Renzi, nono­stante il neo mini­stro delle Infra­strut­ture Gra­ziano Del­rio abbia recen­te­mente messo in cri­tica il sistema delle grandi opere, dopo lo scan­dalo tan­genti sol­le­vato dalla Pro­cura di Firenze, che coin­vol­ge­rebbe anche gli appalti del Terzo Valico. Ma la Torino-Lione e la Genova-Rivalta Scri­via restano in pro­gramma. Una con­trad­di­zione di fondo che i No Tav con­te­stano pro­fon­da­mente. Ieri, per dire no al Terzo Valico e alle mega opere, sono scesi in piazza ad Arquata tre­mila per­sone. C’erano tutti i comi­tati delle valli ales­san­drine Scri­via e Lemme e di quelle geno­vesi Verde e Pol­ce­vera, diret­ta­mente inte­res­sate dal per­corso fer­ro­via­rio che andrebbe a som­marsi agli attuali due valici dei Giovi e riper­cor­re­rebbe l’antica via romana Postu­mia. Sono, inol­tre, arri­vati pull­man dalla bat­ta­gliera Val di Susa e da Bre­scia e Verona. E gli atti­vi­sti del movi­mento per la casa di Bolo­gna e Roma.

In via Roma, nel cuore del paese, dal bal­cone di un palazzo a più piani, anche una bam­bina si è messa a sven­to­lare la ban­diera bianca con il treno cro­ciato. Il cor­teo si è bloc­cato come in un fermo foto­gramma, ha alzato lo sguardo ed è esploso in un applauso emo­zio­nato. «Siamo grandi solo se insieme – ha detto a fine mar­cia, Nico­letta Dosio, sto­rica No Tav val­su­sina –, dal Nord al Sud del Paese è in atto una ricom­po­si­zione sociale che col­lega diversi ter­ri­tori e rivendicazioni».

La pro­te­sta con­tro il Terzo Valico denun­cia i rischi per l’ambiente e la salute, dall’amianto con­te­nuto nelle mon­ta­gne tra Pie­monte e Ligu­ria ai peri­colo per le falde acqui­fere di Arquata e Novi Ligure. Clau­dio Sanita, arqua­tese e voce del movi­mento con­tro il Terzo Valico, esclama: «Vedrete, que­sta par­tita la vin­ce­remo noi. Del­rio, Renzi e tutti i soste­ni­tori di que­sto eco­mo­stro sap­piano che non ci fer­me­remo mai. Noi chie­diamo che bloc­chino subito quel ricatto che è la ber­lu­sco­niana legge obiettivo».

Nelle pros­sime set­ti­mane la lotta potrebbe riac­cen­dersi in con­co­mi­tanza con gli attesi espro­pri in zona Radi­mero, dove ha sede il can­tiere Tav ad Arquata. Espro­pri che il movi­mento ha dichia­rato di voler fermare.

da alessandrianews

Arquata saluta il Movimento No Tav

Ieri pomeriggio una manifestazione colorata e pacifica ha invaso le vie della cittadina della valle Scrivia. Le solitamente tranquille vie del borgo risuonavano di musiche, di risate, di cori contro “Il Treno” e di canti che da ormai un decennio sono colonna sonora delle marce No Tav.

ARQUATA SCRIVIA – Il silenzio. È il silenzio che riempie le strade di Arquata, la cosa che più colpisce dopo il passaggio della manifestazione No Tav. Soltanto pochi minuti prima, quelle stesse strade erano tutt’altro che silenziose. Le solitamente tranquille vie del borgo risuonavano di musiche, di risate, di cori contro “Il Treno” e di canti che da ormai un decennio sono colonna sonora delle marce No Tav.
Sì perché la prima grande manifestazione del movimento No Tav a Arquata Scrivia, fu organizzata nel mese di aprile del 2006 e da allora, soprattutto nella percezione degli arquatesi verso il comitato, molto è cambiato.

Molti negozi, allora, restarono chiusi per timore di atti vandalici. Le voci in paese parlavano di squadroni No Tav in assetto da guerra, pronti a devastare la già non troppo in forma Via Libarna. Le anziane signore affacciate al balcone, i passanti capitati lì per caso, sfoggiavano i loro migliori sguardi severi.
Oggi quelle stesse signore, più anziane di nove anni, sfruttano l’altezza del loro balcone, spesso decorato da bandiere No Tav, per fare le foto migliori del serpentone colorato che sfila sotto casa. I passanti non capitano più per caso, ma per aggregarsi alla manifestazione.
I proprietari dei bar non abbassano più le loro serrande, hanno capito che la cosa peggiore che può capitare loro, è vendere qualche birra in più rispetto a un normale sabato pomeriggio.

All’interno del corteo c’è chi è soddisfatto del numero di persone in marcia, c’è chi invece ne avrebbe volute di più. C’è chi conta il numero di manifestazioni a cui ha partecipato. C’è chi spiega al vicino perché il Terzo Valico è inutile, cercando di convincerlo di cose di cui è probabilmente già convinto. Ci sono tanti bambini, alcuni di loro giocano con le bandiere bianche e rosse del movimento. Altri tengono per mano genitori fieri di trasmettere ai propri figli valori di condivisione e attaccamento alle proprie radici.

Qualche giorno fa il comitato No Tav ha respinto il tentativo di esproprio del presidio di Radimero. Gli sguardi, forse un po’ stanchi delle persone nelle prime file del corteo, raccontano di giorni faticosi, ma che ognuno di loro ricorderà per molto tempo.
Non importa quale posizione si abbia nei confronti del Terzo Valico, quello che traspare da queste giornate, è la passione che giovani e anziani mettono nella loro missione, quanto sia profondo l’amore di queste persone per il proprio territorio.
E quanto sia bella Arquata così colorata e rumorosa.

19/04/2015 Enzo Ventriglia

da Radio Onda d’Urto 

Partecipato e determinato il corteo di questo pomeriggio, sabato 18 aprile,  ad Arquata Scrivia (Alessandria) per la marcia popolare No Tav – No Terzo Valico.

In corteo oltre ai comitati No Terzo Valico del Basso Piemonte e della Liguria anche tanti altri movimenti: No Tav Val di Susa, No Grandi Navi di Venezia, No Tav Brescia – Verona, No Tav Trentino, No Amianto, No Gronda, movimento alessandrino per la casa, Collettivo Gardesano Autonomo del Basso Garda e tanti altri ancora.

I collegamenti audio con le/i nostre/i redattrici/tori:

Ore 17.30: corteo arrivato in centro ad Arquata Scrivia per i comizi finali. Marco, della Redazione, con Claudio, No Tav No Terzo Valico.

Ascolta o scarica qui.

Ore 16.30 – Le inteviste in corteo con Rosangela, della Redazione.

Ascolta o scarica qui.

Ore 15.30 – Circa tremila i presenti al corteo, partito da poco. Tra loro anche un pullman di No Tav da Brescia, Verona e Trento. Il primo collegamento con Marco, della Redazione, che intervista attivisti e partecipanti in marcia ad Arquata Scrivia. Ascolta o scarica.

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da infoaut.org

Arquata: in migliaia al corteo No Tav

È partito dalla stazione di Araquata Scrivia il corteo del movimento No Tav – Terzo Valico per ribadire il no a una grande opera inutile quanto dannosa. In migliaia stanno attraversando il paese in corteo che aumenta a vista d’occhio mentre attraversa le strade del paese, in una delle più grandi manifestazioni che il basso piemonte ricordi. Presenti il movimento notav valsusino, bandiere no muos e movimenti per il diritto all’abitare come anche alcuni consiglieri comunali. Numerosi i cori in solidarietà con i notav arrestati, processati e inquisiti per la lotta contro il mostro ad alta velocità.

Una partecipazione popolare, famiglie e abitanti hanno risposto all’appello del movimento anche sull’onda positiva della bella giornata di mercoledì quando le velleità del COCIV di espropriare i terreni del presidio sono state smontate dalla determinazione dei presenti.

Il corteo è diretto verso il comune dove sono previsti diversi discorsi per sottolineare che i soldi del tav devono essere utilizzati per le reali esigenze della popolazione come la messa in sicurezza del territorio e contro il dissesto idrogeologico che nella zona fa morti e feriti regolarmente presentati come fossero calamità naturali come nel caso dell’alluvione di Genova.

Il corteo è ancora in corso, seguiranno quindi aggiornamenti nel corso del pomeriggio

FORZA NOTAV!


Aggiornamento 16h45
: il corteo passa ora vicino ai luoghi devastati dall’alluvione dove sono ancora evidenti i segni di un’incuria del territorio che dà la priorità alle grandi invece che alla salvaguardia della salute degli abitanti. Tantissimi gli striscioni dei diversi comitati del terzovalico: Valpolcevera, Pozzolo formigaro, notav terzo valico novi ligure e studenti notav.

Aggiornamento 18h10: si scioglie il corteo arrivato davanti al comune. Tra gli interventi quello del movimento notav Brescia-Verona nuova zona in cui sta prendendo piede la lotta contro l’alta velocità, i movimenti per il diritto all’abitare che ricordano che in Italia c’è bisogno di una sola grande opera (casa e reddito per tutti) e i compagni della rete noexpo che invitano tutti a mobilitarsi contro il mega-evento milanese calcato sul modello delle grandi opere inutili. L’invito dei notav terzo valico è quello di restare vigilanti quanto a possibili nuovi tentativi di esproprio del COCIV che possono avvenire fino al 19 luglio. Alla prossima occasione di lotta notav: o lo fermano loro o lo fermiamo noi!

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TAV NO TAV : LE RAGIONI DI UNA SCELTA

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Luca Mercalli, Luca Giunti
TAV NO TAV
Le ragioni di una scelta

TAV sì o TAV no? Scegliere consapevolmente è un diritto-dovere dei cittadini Per farlo occorre ascoltare voci differenti e approfondire i fattori in gioco. La trattazione scientifica e rigorosa evita prese di posizione ideologiche e si basa su fatti e documenti prodotti da esperti in varie discipline. TAV NO TAV propone un approccio multidisciplinare che può essere adottato per altre grandi opere che costellano Italia ed Europa.

Un libro di Luca Mercalli e Luca Giunti, con la collaborazione degli esperti SERENELLA IOVINO, studiosa di filosofia ambientale e cultura ecologica; STEFANO LENZI, responsabile dell’ufficio relazioni istituzionali del WWF Italia; TERRI MANNARINI, docente di psicologia sociale e di comunità all’università del Salento; MARCO PONTI, già docente di economia applicata al Politecnico di Milano ed oggi ricercatore; GUIDO RIZZI, fisico e docente universitario a Torino; DAVIDE RIZZO, ingegnere elettronico; MICHELE ROCCATO, docente di psicologia sociale a Torino; ANGELO TARTAGLIA, senior professor di fisica al Politecnico di Torino, MARCO TOMALINO, medico endocrinologo di Bussoleno, SERGIO ULGIATI, docente di analisi del ciclo di vita e certificazione ambientale a Napoli, MARIA ROSA VITTADINI, docente di analisi urbane e territoriali alla facoltà di architettura di Venezia. TAV NO TAV – le ragioni di una scelta. ‪#‎NOTAV‬

TAV CHI SI (sabato 18 aprile in occasione del festival del giornalismo di Perugia)

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LA SITUAZIONE E’ SCIAGURATAV

Siamo di fronte a due anni cruciali. Tra il 2015 e il 2016, la sciagurata politica delle cosiddette Grandi Opere rischia di bruciare definitivamente il bilancio del paese in spregio ai beni pubblici, all’ambiente e ai più elementari principi di partecipazione democratica. 

È illusorio pensare di conoscere il destino dei nostri risparmi e dei nostri sacrifici senza considerare come le Grandi Opere sono state concepite, inche modo sono state eseguite, da chi e con quali soldi sono state finanziate. Nessi oscuri, debiti,nascosti, reti distruttive di politica malata ne hanno condizionato la realizzazione nel passato e pongono una seria ipoteca sul loro destino futuro.

TAV CHI SI è un lavoro sperimentale, sotto forma di ebook e web documentario, che si propone come un contributo alla verità storica e alla concretezza, perché gli scandali fanno rumore e macerie, ma quasi mai cambiano l’agire delle persone e il corso delle cose. Un’inchiesta partecipativa che s’interroga, va al fondo dei problemi, cerca di fornire anticorpi e risposte. Un’indagine di sorveglianza civica sulle decisioni che verranno prese nei prossimi 20 mesi, ma anche su trent’anni di passato oscuro. Con letture interpretative plurali, in evoluzione, con nitidezza e rigore, in un’esperienza avvincente senza shock. Per uscire da modelli dannosi, per rilanciare democrazia ed economia che vanno avanti o arretrano insieme. Per una politica decente.

 http://www.trancemedia.eu/

NO EXPO TOUR : MERCOLEDI 22 APRILE ASSEMBLEA PUBBLICA

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MERCOLEDI’ 22 APRILE 2015
CSA MAGAZZINO 47 – via industriale, Brescia
NO EXPO TOUR – ASSEMBLEA PUBBLICA VERSO LE MOBILITAZIONI NO EXPO
Parteciperanno attivisti di Attitudine No Expo, Milano.
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NO EXPO TOUR – ASSEMBLEA PUBBLICA VERSO LE GIORNATE DI MOBILITAZIONE CONTRO EXPO 2015 – Brescia, CSA Magazzino 47

Mancano ormai pochi giorni all’inaugurazione dell’Esposizione Universale di Milano.
Un’esposizione che per voce del Governo sarà un’occasione unica, ed in effetti è così: come il caso dell’ex-ministro delle Infrastrutture Lupi ci insegna, il “sistema” grandi opere/grandi eventi è una vera e propria manna dal cielo per speculatori, finte cooperative, mafie e grandi aziende, alle quali non interessa se un investimento sia un’opportunità reale e se sia utile a lavori ultimati. Il fine stesso della costruzione è la costruzione, la speculazione e la distribuzione di dividendi. E’ un esempio lampante di questo modus operandi l’autostrada BreBeMi, costruita proprio per EXPO e ad oggi ancora un deserto a tre corsie.

Ed è proprio questo che EXPO2015 rappresenta: una corruzione che non è solo economica (sono già 44 le imprese legate alla mafia che hanno vinto appalti per partecipare alla costruzione dell’esposizione) ma è ancora di più sociale, politica e culturale.

Expo sta infatti diventando un laboratorio sperimentale nonché un banco di prova per le nuove forme sociali di rapporti di lavoro basate sul lavoro volontario verso imprese private al solo scopo di aggiungere una voce che “faccia curriculum”. Questo rappresenta la compiuta trasformazione della meritocrazia in corsa forsennata alla concorrenza fra lavoratori a vantaggio dei padroni, i quali sono così in grado di sfruttare manodopera gratuita (spesso peraltro altamente qualificata, come i giovani neolaureati che non riescono a entrare nel mercato del lavoro), per lavori che dovrebbero altrimenti essere retribuiti. Si è inoltre consumato il matrimonio politico di questo sistema con i sindacati confederali: CGIL, CISL e UIL hanno infatti firmato lo sdoganamento dei contratti individuali e l’affossamento di quelli collettivi, mettendo un’ulteriore pietra angolare alla costruzione del sindacato corporativistico non conflittuale.

E’ questa un’esposizione che evita di mostrare il reale prodotto sociale del modo di sviluppo neoliberista: crisi permanente, emergenze sociali (lavoro e casa) e tagli alla spesa pubblica; e mette in mostra solo le fantomatiche “eccellenze”: grandi profitti per poche mani e un immagine “green” e pulita. Un esempio, insomma, dell’Italia di domani dove, da un lato vengono spesi miliardi di euro di denaro pubblico per un evento che nella migliore delle ipotesi porterà grandi profitti ai privati, e dall’altro per la sola creazione della zona EXPO sono stati cementificati oltre 1000 acri di terreni agricoli. Ci si chiede quindi quali velleità ecologiche possa avere un evento il cui titolo è “Nutrire il Pianeta” e tra i Main Sponsor troviamo McDonald’s, Coca-Cola ed ENI.

Per tutti gli altri, per tutti noi, c’è la violenza di una politica che vuole mostrare al mondo la vetrina di una città e di una società che non c’è: già da mesi è iniziata l’offensiva di Comune e Questura contro gli Spazi Sociali milanesi, accusati di cospirare contro la buona riuscita dell’Esposizione; contro le occupazioni a scopo abitativo che rappresentano una risposta dal basso a emergenze alle quali le istituzioni non possono e non vogliono rispondere; contro i comitati e coordinamenti di cittadini che attivamente vogliono prendere parte alle trasformazioni della propria città, opponendosi a gentrificazione, speculazione e cemento (il progetto delle “Vie D’Acqua” legato ad Expo è stato bloccato dai cittadini, in quanto avrebbe comportato la distruzione di quattro parchi urbani).

Tutto questo non è una novità: queste dinamiche già le viviamo quotidianamente nella devastazione dei nostri territori e delle nostre vite, nella costruzione dell’Alta Velocità ferroviaria contro e senza i pareri delle popolazioni, con la sempre più pressante precarizzazione delle nostre condizioni di vita,
con l’eliminazione e la concertazione di ogni conflittualità nel mondo del lavoro, con la costruzione di una #buonascuola e di una buona università adite solo a costruire sbocchi per l’apparato produttivo del Paese, e non per la costruzione di saperi critici.

In sostanza l’Esposizione Universale rappresenta il futuro precario e schiavistico che i governanti hanno in programma per tutti, per questo tutt* insieme dobbiamo reagirvi e costruire un’opposizione politica, ambientale e sociale.

Mercoledì 22 Aprile sarà la prima occasione di confrontarci, di discutere, di costruire insieme, con la presenza del comitato NO EXPO, in una assemblea pubblica alla quale sono invitate a partecipare e portare il loro contributo tutte le realtà che quotidianamente portano avanti un modello di sviluppo altro, solidale e sostenibile.

ASSEMBLEA PUBBLICA VERSO NO EXPO 2015
MERCOLEDI’ 22 APRILE – ORE 20.30
CSA MAGAZZINO47, Via industriale 10 Brescia