IMPORTANTE: mandiamo TUTTI le osservazioni contro la VAS del TAV Brescia-Verona entro il 29/2!

La VAS CONCEDE A CHIUNQUE VI ABBIA INTERESSE DI PRESENTARE LE PROPRIE OSSERVAZIONI. DI SEGUITO TROVATE COME PROCEDERE PER INVIARE e SOTTOSCRIVERE ANCHE VOI LE OSSERVAZIONI CONTRO IL TAV BS-VR!

Vi informiamo che, per la prima volta, è stata sottoposto a Valutazione  Ambientale Strategica (VAS) il progetto TAV Brescia-Verona, insieme alle altre opere comprese nell’allegato Infrastrutture del Documento Economia e Finanze di aprile 2015, e nella successiva Nota di Aggiornamento al DEF di ottobre 2015. L’adempimento della valutazione avrebbe dovuto essere portato a termine, come detta la Direttiva 2001/42/CE, per verificare la sostenibilità ambientale e socio-economica di questa grande opera, già anni fa, non quando ormai da più di un anno esponenti del Governo, del mondo politico in generale, e FS, annunciano
a più riprese l’imminente apertura dei cantieri.
La VAS CONCEDE A CHIUNQUE VI ABBIA INTERESSE DI PRESENTARE LE PROPRIE OSSERVAZIONI.
Noi abitanti di queste terre, convinti del buon senso delle nostre
affermazioni, abbiamo presentato osservazione, perché la Valutazione Ambientale Strategica non sia solo un atto formale, da espletare unicamente per far compiere un ulteriore passo in avanti al progetto, ma un momento di partecipazione democratica a quelle decisioni, che  destinate a cambiare radicalmente i territori e la vita delle persone, non possono essere interamente delegate alle autorità.

Come sempre non si è voluto portare a conoscenza del maggior numero possibile di persone questa opportunità, non si sono pubblicati avvisi sui quotidiani: la diffusione della notizia è stata affidata unicamente al comunicato del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti del 23 dicembre, antivigilia di Natale, e
alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre, ultimo
dell’anno, date che sembrano suggerire l’intenzione di farli passare
inosservati. Solo chi come noi, ha scelto di reagire attivamente a
questo progetto, non ha perso l’occasione!

COME FARE PER INVIARE LE OSSERVAZIONI?

QUI: DEFINITIVO-Osservazioni sulla VAS relativa all’allegato infrastrutture 2015 – 19.02.2016 trovate il file con le osservazioni sulla VAS fatte del Coordinamento No Tav BRESCIA-VERONA e per inviarle potete seguire 2 modalità:

* per chi ha la PEC:
– inviare con posta certificata o raccomandata rr a tutti i destinatari in missiva modificando firma del comitato o raccolta firme (se più persone)
– usare la maiuscola per le mail PEC
– inviare il tutto tassativamente entro il 29/02/2016

* per chi non ha la PEC:
– fare scansione di tutto (firmato) e inoltrare a info@notavbs.org
– procederemo noi ad inoltrare il tutto, ma serve che ce lo mandiate tassativamente entro il 27/02/2016

MEGLIO ALLEGARE ANCHE LA CARTA D’IDENTITA’ NELLA
FOTOCOPIA!

Se il documento sopra non si apre correttamente usate il seguente PDF: DEFINITIVO-Osservazioni sulla VAS relativa all’allegato infrastrutture 2015 – 19.02.2016

 

 

Val di Susa: Delrio sbatte la porta in faccia ai sindaci

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da Spinta dal Bass – Il ministro Delrio risponde ai sindaci della Valsusa e lo fa in modo sprezzante. I sindaci avevano proposto un tavolo dove “non si dovranno esaminare temi riguardanti compensazioni e tracciati, ma prima di qualsivoglia discussione si deve avviare un’operazione ‘verità’ sulle effettive necessità del trasporto, sull’attualità del progetto e sulla sua sostenibilità economica”. Parlando di un’opera che costerà miliardi di euro (pubblici) e che impatterà pesantemente la vita dei valsusini non pare una richiesta così spropositata quella di discutere della sua utilità e sostenibilità. Ma il ministro non ci sta a discutere, non vuole il confronto sull’opera, perché secondo lui “non è possibile mettere in discussione le scelte già maturate” e “al fine di chiarire che non esistono “operazioni verità”, ma solo opinioni, il Commissario Foietta si è reso disponibile ad organizzare un incontro con Amministratori/Esperti dell’Unione Montana Valle di Susa, per ascoltare le Vostre “opinioni” e rappresentare gli elementi alla base delle “decisioni” Europee e del Governo.” In altre parole, se volete Foietta vi ascolta, ma tanto abbiamo già deciso.

In quelle virgolette che racchiudono le “opinioni” degli esperti e degli amministratori e le “decisioni” del governo sta tutta l’arroganza e l’indisponibilità a scendere su un confronto tecnico che si basi sui dati e non sulle visioni fantastiche.

Non è il primo ministro dei trasporti che propaganda l’irreversibilità dell’opera, da Lunardi a Lupi passando da Passera l’abbiamo sentito ripetere un po’ da tutti, ma mai uno che sia stato in grado di giustificare l’opera.

“la differenza è che le opinioni del ministro Delrio costano 30 miliardi di euro pubblici, mente leopinioni degli oppositori li fanno risparmiare”.

 

 

Niccolò, Claudio, Mattia, Lucio, Francesco e Graziano finalmente liberi!

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Finalmente Niccolò, Claudio e Mattia a seguito di istanza di scarcerazione sono liberi!

Parallelamente anche Lucio, Graziano e Francesco hanno fatto istanza e il giudice del loro procedimento ha deciso di liberarli, ma con la misura non detentiva dell’obbligo di dimora, a Milano e Lecce.

La situazione di Chiara invece è un po’ più complicata visto che alcuni mesi fa le è stata applicata dal tribunale  di Teramo la sorveglianza speciale che diventerebbe esecutiva qualora finisse gli attuali arresti domiciliari.

Di loro 7 e dei due diversi procedimenti con i quali la procura torinese avrebbe voluto far vincere il teorema del terrorismo abbiamo scritto molto in questi anni, denunciando il chiaro tentativo di rinchiudere la lotta No Tav dietro le sbarre, sperando di sfinirla e terrorizzarla.

Così non è stato ed insieme abbiamo percorso questo lungo cammino.

Lucio, Graziano, Francesco, Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia hanno lottato con coraggio e determinazione , dimostrando a tutti cosa è in grado di fare un cuore che si getta oltre l’ostacolo.

Non è ancora completamente finita, soprattutto per Chiara, ma gioiamo del sapervi quasi tutti liberi e vi aspettiamo qui per percorrere di nuovo insieme questi sentieri di libertà.

Libertà per tutti i No Tav!

Appello 8 marzo No Tav, a Venezia contro il vertice Renzi-Hollande per la TORINO-LIONE

Nonostante le poche informazioni in merito, abbiamo appreso che l’8 marzo si svolgerà a Venezia un vertice bilaterale tra Italia e Francia per avviare l’iter parlamentare europeo di rettifica del protocollo di intesa sull’apertura dei cantieri per l’opera definitiva della TORINO-LIONE.

Stiamo parlando di un iter che è molto in ritardo rispetto alla tabella di marcia e che dovrà concludersi in sede europea entro fine dell’anno, a rischio ci sarebbero i soldi della UE a finanziamento dell’opera.
L’incontro bilaterale verterà anche su altri temi, tanti i progetti in discussione, ma soprattutto il loro percorso di finanziamento in sede europea.

Denari stanziati che, è bene non dimenticare, non sono il frutto del sudore di Renzi ed Hollande ma del nostro, degli europei, di chi lavora e di chi sopravvive a fatica nella crisi; ogni euro, insomma, destinato a quest’opera inutile e dannosa è sottratto a qualcosa di veramente utile per tutti e tutte.
Continuiamo infatti a parlare di un’opera che si è già rivelata un pozzo senza fondo, a partire dell’apertura del cantiere per il tunnel esplorativo a Chiomonte nel 2011, una sola galleria messa per traverso rispetto a quello che dicono sarà il tunnel vero e proprio che dovrebbe attraversare le Alpi. Un cantiere ad oggi attivo a fasi alterne nonostante le roboanti dichiarazioni, che devasta il territorio, inquina le nostre acque e la nostra aria e specula continuativamente sui costi.
Il tunnel di base che oggi appare ancora molto lontano, prevederebbe 2 gallerie lunghe 57 km mentre oggi quello “esplorativo” è arrivato a 4 km in 4 anni sugli 8 previsti (considerando la dichiarazione di apertura del cantiere). Tempi raddoppiati, costi aumentati; quello di Chiomonte, a conti fatti, si rivela il cantiere perfetto per imprenditori e governo: abbastanza lento, chissà se e quando finirà e nel frattempo continua a mangiare soldi pronti ad essere ridistribuiti a chi è dentro l’affare. C’è chi ringrazierà Renzi ed i suoi amici, ne siamo sicuri.
Nel 2012 andammo a Lione a contestare il vertice tra il nostro paese e quello francese e ricordiamo bene quella che fu l’accoglienza delle autorità francesi che con polizia e blocchi tentò di non farci raggiungere la città, inutilmente.
Pensiamo che la nostra presenza l’8 marzo a Venezia sia importante e ci stiamo organizzando per esserci.
Invitiamo tutti i No Tav e tutti i Comitati e le realtà attive sul territorio veneto e non solo a mobilitarsi insieme a noi, per continuare la battaglia più ampia per la difesa dei territori e contro le speculazioni dei governi italiano ed europeo.
Mentre intorno a noi, in questa ingiusta Europa, si chiudono frontiere e si alzano barriere, pensiamo che Renzi ed Hollande non meritino una vetrina immacolata per mostrare i loro disastri.
Ci vediamo a Venezia l’8 marzo!
Avanti No Tav!

VICENZA: IL CARNEVALE SI COLORA DI NO TAV!

Sabato 13 febbraio il quartiere dei ferrovieri, con il locale Comitato Popolare dei Ferrovieri che si occupa della questione NO TAV vicentina, ha organizzato una sfilata di carnevale in collaborazione con diverse realtà che seguono percorsi territoriali tra cui il gruppo della parrocchia, l’associazione Ferrock e il  Bocciodromo di Vicenza.

Presenti diverse centinaia di persone che hanno sfilato tra le vie del quartiere accompagnati, tra i tanti, anche un carro NO TAV che rappresenta lo “squalo” TAV che con la voracità del suo passaggio distruggerebbe case, terreni, verde, ecc.

Infatti anche sulla tratta Verona-Vicenza si sta creando un forte dissenso nei confronti della costruzione di quest’opera e nelle ultime settimane numerosi sono stati i momenti informativi sul territorio.

Venerdì 19 febbraio il treno-squalo tornerà in strada per accogliere gli industriali vicentini, in prima linea per il progetto TAV, che saranno sanzionati sottolineando il fatto che con i soldi pubblici tutti questi personaggi si mangiano le nostre case e la nostra terra.

Perchè è ora che tutti i complici di questi progetti del malaffare siano dunciati, perchè è ora che le persone sappiano veramente cos’è il TAV e cos’è il meccanismo delle grandi opere della mafia.

Perchè è ora di fermare definitivamente questo progetto, qualsiasi esso sia, che riguardi Brescia, Vicenza, Verona o la Val di Susa per noi è lo stesso, questo treno non si farà perchè costruiremo un futuro migliore per noi e per le prossime generazioni, perchè useremo questi soldi per la sanità, per i dissesti idreologici, per l’istruzione, per un trasporto sostenibile e accessibile e per ogni opera utili ai territori e alle persone che li vivono.

PERCHE’ NO TAV OVUNQUE E SEMPRE, FINO ALLA VITTORIA!

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Cave, discariche e alta velocità: conosciamo la grandezza del problema? – PARTE PRIMA

Il 10 aprile si terrà a Brescia una manifestazione per chiedere una moratoria su tutti i progetti relativi all’apertura di nuove cave e nuove discariche. Un problema reale che coinvolge gran parte la fascia pedemontana della provincia bresciana. Un territorio che vanta, probabilmente, la più alta concentrazione di cave e discariche (tutte ricavate in cave dismesse) d’Europa.

Apriamo, quindi, con questo post uno spazio d’approfondimento a puntate sul problema delle cave di prestito e sullo smaltimento dello “smarino” (il terreno estratto dallo scavo delle gallerie) e dei rifiuti che verrebbero prodotti in caso iniziassero i lavori per la costruzione dell’Alta Velocità Brescia – Verona. Una delle questioni più spinose e certamente più impattanti dell’intero progetto, ma anche una delle meno conosciute e sulla quale circola una grande disinformazione.

La realizzazione del TAV Brescia – Verona necessita di un altissimo quantitativo di ghiaie. Dai documenti presentati da Cepav 2 nel progetto definitivo si prevede l’estrazione di 10 milioni e 200 mila metri cubi di ghiaie[1]. Una quantità, giusto per darne un’immagine concreta e tangibile, sufficiente a coprire con un metro di ghiaia tutta la superficie urbanizzata della città di Desenzano del Garda.

Si tratta, come si può leggere tra le righe del progetto definitivo, di una stima fatta al ribasso. È stata fatta notare, infatti, da più enti pubblici[2] una forte incongruenza nei i dati presentati nei diversi documenti del progetto: i dati relativi ai volumi di scavato sono diversi da documento a documento e i totali presentati sono inferiori alla somma algebrica dei singoli siti.

In un primo momento, sulla base di uno studio del 2005, il consorzio ha individuato 7 nuove cave da aprire e dalle quali estrarre gli inerti necessari. Sei sono state individuate nel bresciano e una nel veronese, più precisamente nei comuni di Lograto, Montichiari, Castenedolo, Calcinato e Castelnuovo del Garda(VR). La superficie di suolo agricolo consumato sarebbe pari a 110 ettari, equivalenti a più di 150 campi da calcio.

Dopo le richieste fatte congiuntamente da alcuni politici e dall’AIB (associazione industriali bresciani) il 5 novembre 2014, Cepav 2 ha dichiarato agli organi ministeriali la propria intenzione a rinunciare all’apertura di queste nuove cave, molto più convenienti economicamente, dettando ovviamente le proprie condizioni.

Dove recupererà quindi i materiali da scavo necessari per la realizzazione della tratta?

Un 30% verrà recuperato da inerti derivati dagli scarti della lavorazione del marmo e da residui di fonderia. Ricordando i casi ben noti nel bresciano della tangenziale di Orzinuovi, della terza corsia dell’A4, della Bre. Be. Mi., è naturale sorridere di fronte alla richiesta di utilizzo dei residui di fonderia. La parte di materiale rimanente verrà estratto da cave già esistenti (Lograto, Ghedi, Calcinato, Sommacampagna, Bussolengo), con la possibilità di arrivare fino a 35 metri di profondità, ossia l’altezza di un palazzo di 11 piani. L’ultima parte arriverà da scavi di 5-6 metri di profondità nelle aree dei comuni di Castenedolo e Lonato, in quelle aree dove è prevista la costruzione di poli logistico/industriali (l’area nel comune di Lonato, in località Salera, è grande 5 volte la superficie del centro commerciale Leone). Ma su queste due aree dedicheremo delle puntate a parte, perché rappresentano bene il tipo di speculazioni che le grandi opere muovono sul territorio.

Ovviamente, nel dettare le proprie condizioni, Cepav 2 pone dei pesanti paletti rispetto alla durata dei cantieri (7 anni): nel caso di uno sforamento dei tempi imputabile alla mancanza di una continua disponibilità degli inerti necessari alla costruzione dell’opera, il consorzio NON pagherà nessuna penale. Non solo, il consorzio può, in ogni caso, venir meno a questo accordo e richiedere direttamente al Cipe l’apertura delle 7 cave di prestito.

Capitolo a parte meriterebbe anche il traffico che Cepav prevede dalle cave. Si stima l’utilizzo di 89 camion che effettueranno, tra andata e ritorno, 794 passaggi giornalieri, con un tragitto medio calcolato in 20 km, dalle cave ai cantieri e viceversa[3].

Dunque quella che per molti politici locali è stata vista e vissuta come un successo, in realtà nasconde ben altri risultato. Le cave non sono sparite, il traffico di mezzi pesanti rimane con tutto il suo impatto, si facilita lo smaltimento di inerti di dubbia natura (scarti di lavorazione di acciaierie e cave di marmo), aprendo la strada a possibili illeciti, dei quali tanti imprenditori a Brescia sono maestri.

Continua…

 

[1] Cfr. CEPAV 2, Allegati al Progetto definitivo opere in variante AV/AC Brescia-Verona “Dossier cave”.

[2] REGIONE LOMBARDIA, Deliberazione della Giunta del 23.1.2015.  COMUNE DI LOGRATO, Deliberazione della Giunta n. 54 del 5.11.2014.

[3] Cepav 2, Progetto esecutivo AV/AC Brescia – Verona, relazione generale dei flussi di transito.

10 aprile: BASTA VELENI – Manifestazione per il diritto alla salute e al futuro – ore 14:30 ritrovo al Parco Gallo (Brescia)

DOMENICA 10 APRILE 2016
ORE 14:30 RITROVO @ PARCO GALLO (BRESCIA)
MANIFESTAZIONE PER IL DIRITTO ALLA SALUTE E AL FUTURO! E’ ORA DI CAMBIARE: BASTA VELENI!

Una provincia malata dove i rifiuti sotterrati superano le stime fatte per descrivere il biocidio della terra dei fuochi campana.
Una provincia dove si muore, nonostante l’epidemiologia fatichi a trovare maniere efficaci per descrivere ciò che i bresciani vivono sulla propria pelle.
Una provincia addormentata, nella quale decenni di industrializzazione selvaggia lasciano un’eredità pesantissima.

E mentre diventa impossibile negare i costi sociali enormi che l’inquinamento produce quotidianamente, il futuro di questo territorio rimane fortemente incerto.
Mentre si continua a minimizzare l’emergenza ambientale, allontanando sempre più le possibilità ad accedere alle risorse per le bonifiche, continua il saccheggio delle risorse naturali del territorio bresciano: trivellazioni per la ricerca di idrocarburi, impianti di stoccaggio per il gas, richieste per nuove cave e discariche, grandi opere costruite e inutili (Bre.Be.Mi. e Tav su tutte), centrali a biomasse, un inceneritore che ogni giorno attira rifiuti speciali da tutta Italia, ecc.
Ma qualcosa si muove: decine di comitati negli ultimi anni hanno fatto emergere la cruda realtà, ottenendo anche il blocco di alcuni progetti.
Non solo, la loro azione si è fatta “esperta” e propositiva, attivando risorse scientifiche, umane e tecnologiche in grado di ripensare l’uso del territorio in maniera alternativa e realmente sostenibile.

TUTTO CIO’ NON BASTA, BISOGNA PORTARE IN PIAZZA TANTE PERSONE:
– per pretendere una moratoria che blocchi nuove cave e nuove discariche;
– per ottenere una drastica riduzione delle emissioni;
– per ribadire la propria contrarietà a progetti inutili (Tav Brescia-Verona, autostrada della Valtrompia);
– per rifiutare le logiche energetiche e neoliberiste contenute nello Sblocca Italia, dalle trivellazioni nella bassa bresciana all’incenerimento rifiuti;
– per ribadire le responsabilità di chi ha governato il nostro territorio negli ultimi decenni e per chiedere un cambio radicale nella gestione del territorio.

UNA MARCIA PER RIVENDICARE IL SACROSANTO
DIRITTO A VIVERE IN UN AMBIENTE SALUBRE.

UNA MARCIA CONTRO LE MAFIE: SONO LORO A GESTIRE IL BUSINESS DEI RIFIUTI ANCHE NEL NORD ITALIA.

UNA MARCIA PER LA DIGNITA’, NOSTRA E DELLE GENERAZIONI CHE VERRANNO, ESCLUSE DA OGNI PROCESSO DECISIONALE.

A breve maggiori informazioni su percorso, ecc.

Segui l’evento facebook per rimanere aggiornato!

volantino BASTA VELENI fronte

Ancora in marcia in Valverde per fermare il Terzo Valico!

Cravasco 6 febbraio. Chiudere i cantieri fermare il Terzo Valico: perché i costi, non solo economici, dell’amianto li pagheremo tutti…e perché serve solo a chi lo costruisce.

Centocinquanta persone sabato mattina sono nuovamente scese in strada a Isoverde per chiedere la chiusura dei Cantieri Terzo Valico, con una passeggiata fino al Cantiere di Cravasco, dove è stato organizzato un pranzo di fronte ai cancelli, bloccando l’accesso a tecnici e operai.
Diversi interventi da parte degli attivisti per evidenziare il malaffare e la devastazione che porta l’opera, con la consapevolezza che l’unico mezzo per fermarla è la partecipazione di ognuno.
Dopo il lavoro di vigilanza e costante presidio del territorio, effettuato dai Comitati No Terzo Valico quest’ estate che ha portato alla luce le modalità criminali con cui veniva gestito l’amianto, la determinazione è ancora più forte.

CO.CIV ha sospeso due gare d’ appalto, in ragione del vertiginoso aumento dei costi, per lo smaltimento delle amianto.
Abbiamo ragione di ipotizzare che questa sospensione sia propedeutica ad altre mosse da parte di Co.civ e degli altri “portatori di interesse”, finalizzate comunque a concludere l’Opera ad ogni costo, in attesa che vengano destinate ulteriori risorse economiche pubbliche. Che la questione economica che ruota attorno all’amianto sia cruciale in questo momento è confermato dalla preoccupazione dei 20 Governatori delle Regioni, allarmati per il Decreto del Presidente della Repubblica in via di approvazione che disciplina la gestione delle terre da scavo, e che prevede norme piu’ restrittive in presenza di amianto. L’ Assessore regionale ligure Giampedrone, si preoccupa dell’impatto che tale decreto avrebbe sui costi delle Grandi Opere, Terzo Valico in testa, subordinando la salute dei cittadini alla “priorità” di veder completata l’Opera, con un approccio alla questione che riteniamo totalmente inaccettabile.
Non esistono mediazione possibili per chi ha a cuore il futuro dei nostri territori, l’opera deve essere fermata: i costi sociali ed economici sono troppo elevati, i benefici nulli.

Valverde NoTav

Pubblichiamo una galleria fotografica e il servizio del Tgr Liguria.

Solidarietà al CSO ZANZANU’: le idee non si sgomberano!

E alla fine è arrivato … il tanto conclamato sgombero di Zanzanù è arrivato, riportando i locali dell’ex Spiaggia d’oro allo stato d’abbandono e degrado nei quali erano stati lasciati da ormai diversi anni.

Non ci stupisce l’ennesimo rifiuto del sindaco Rosa Leso ad avere un confronto con chi ha deciso di occupare quello stabile, scegliendo così di barricarsi nel suo palazzo dietro a blindati e camionette.
Non ci stupisce, perché l’atteggiamento è lo stesso che ha dimostrato nei confronti dei comitati No Tav, la cui posizione è sempre stata bollata dall’amministrazione desenzanese come troppo ideologica, come se non fosse ideologica la posizione di chi ancora crede nell’utilità di questa grande opera.

Chi ha deciso di rompere gli indugi occupando la Spiaggia d’oro ha riempito un vuoto non solo fisico, ma anche politico: da troppi anni ormai le amministrazioni comunali si sono ridotte ad essere semplici burocrati nella gestione della cosa pubblica svendendo, tagliando e privatizzando.

L’importante è il pareggio di bilancio, non il futuro di un territorio martoriato dalla crisi economica, dalla speculazione immobiliare e dalla devastazione ambientale. E l’ipocrisia legalitaria diventa il mantra attraverso il quale delegittimare e reprimere chi alza la voce, provando così ad isolarlo.

L’autogestione, le nuove forme di mutualismo conflittuale, le pratiche assembleari diventano, in quest’orizzonte, una delle poche strade percorribili attraverso cui sempre più ampie fasce di popolazione possono, quantomeno, provare ad immaginare un futuro diverso. L’abbiamo imparato anche noi organizzandoci in comitati per provare a resistere alla realizzazione di quest’opera devastante.

Abbiamo conosciuto il Collettivo Gardesano Autonomo  dentro le mobilitazioni contro il Tav Brescia-Verona, ci hanno conquistato con il loro entusiasmo e per questo motivo saremo al loro fianco a gridare “Que viva Zanzanù!”.

Coordinamento No Tav Brescia-Verona

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LO SAPEVI CHE IL TAV DISTRUGGE LA NOSTRA TERRA?

Nonostante nelle risposte del Consorzio Cepav2 alle prescrizioni dichiarate non ottemperate da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dichiarino che ci sia stata “la riduzione delle aree occupate dai cantieri da 1.078.000 mq a 845.000 mq (pari a circa il 22%)” vorremmo evidenziare che tale superficie corrisponde all’equivalente di 120 campi da calcio, o per fare un altro esempio 18 volte la superficie di San Siro.

Consideriamo che questa parte di terreno è quella che verrà utilizzata su tutta la tratta solo per i cantieri, escludendo quindi l’ulteriore area che sarà quella del vero e proprio sedime ferroviario (binari, ecc.).

Questi terreni sottomessi al eccessivo carico di mezzi pesanti per la realizzazione del opera verranno portati ad essere   “terreni sovraconsolidati” e perderanno per sempre (almeno senza interventi radicali, ad oggi ovviamente non previsti) la loro utilizzabilità come terreni coltivabili e non saranno in ogni caso mai come prima.

Si legge infatti nel documento di Cepav2 che le aree di cantiere “conterranno: aree di stoccaggio … (ferri di armatura, casseri e attrezzature varie, cavi per impianti elettrici, ecc.), container …, parcheggi per i mezzi d’opera, spazi di manovra dei mezzi. Per i viadotti, inoltre, bisogna prevedere le aree necessarie alla movimentazione delle autogrù di varo, alle piazzole di varo delle travi, al carico e scarico dei manufatti prefabbricati.”

QUESTO E’ SOLO UNO DEI TANTI DANNI CHE IL TAV PORTERÀ’ AI NOSTRI TERRITORI.

TUTTO QUESTO PER UN OPERA INUTILE, SOPRATUTTO PER I TERRORI CHE ATTRAVERSERÀ’, COSTOSA, CHE RUBA SOLDI AGLI INTERVENTI REALMENTE NECESSARI AL TERRITORIO, COME LE BONIFICHE AMBIENTALI, E CHE DANNEGGERÀ’ IRREVERSIBILMENTE IL NOSTRO TERRITORIO!

Lo sapevi che 1