L’alta velocità non si dimentica del lago di Garda: devasterà questo territorio!

Abbiamo letto, con profonda amarezza, l’accorata richiesta dei presidenti del Consorzio di promozione turistica Garda Unico e dei Consorzi Albergatori di Desenzano e Sirmione, riportate dal quotidiano “Bresciaoggi” del 29 dicembre, di inserire nel progetto di Alta Velocità ferroviaria tra Brescia e Verona una fermata intermedia, sul lago, da chiamarsi “stazione del Garda”.

Proposta che già il Consorzio aveva fatto in passato, e che già era stata caldeggiata dall’Assessore Regionale Lombardo Mauro Parolini nei mesi scorsi, individuando nella zona del casello di Sirmione della A4, in prossimità della Torre Monumentale di San Martino della Battaglia, il luogo prescelto.

Idea respinta da Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di FS, che ha comunicato alla stampa che non verrà mai realizzata alcuna stazione in zona. Lo stesso Mazzoncini ha riconosciuto come sia insensato far rallentare e poi fermare un treno che si vorrebbe “ad alta velocità” dopo pochi km.

Già gli stessi operatori turistici che lanciano questo assurdo appello, sottolineano come già la zona del Lago di Garda sia ben servita dalle stazioni ferroviarie esistenti, a Desenzano e Peschiera, da dove si possono raggiungere facilmente e velocemente Milano e Venezia, e dove scendono ogni anno migliaia di turisti, provenienti anche da molto lontano.

Già loro stessi riconoscono come questo progetto porterà loro un gravissimo danno economico: i treni a lunga percorrenza non partiranno né fermeranno più sul lago.

Quale necessità giustifica allora la costruzione di una nuova linea ferroviaria? Non sarebbe la soluzione migliore cestinare il progetto? A questa domanda i rappresentanti degli operatori turistici non rispondono; dichiarano solo che gli pare strana l’idea di escludere l’area del Garda da quella che vuole essere una linea di comunicazione moderna e funzionale.

Ci rivolgiamo direttamente a voi e vi ricordiamo allora, lanciando noi a voi il nostro appello e le nostre domande, che il TAV non è un progetto moderno e funzionale, ma un progetto datato, già obsoleto, dispendioso, destinato ad alimentare il malaffare, a depredare non solo le casse pubbliche, ma anche i territori che attraverserà.

Una linea ferroviaria destinata a far transitare unicamente dei treni il cui biglietto sarà troppo caro per “limitare notevolmente il numero dei veicoli sulle strade” con conseguenti “ricadute positive in termini di vivibilità”, come sognate, illudendovi. Una linea ferroviaria che come sta già accadendo sulla tratta Brescia – Milano, sottrarrà risorse al già martoriato trasporto dei pendolari, che potrebbero trovare più comodo decidere di viaggiare in auto.

L’economia turistica della zona verrà messa in ginocchio da lunghi anni di cantieri.

Non ci avete pensato? Il TAV non si costruisce in un giorno, servirà molto, molto tempo.

La vivibilità della zona sarà messa in crisi da una viabilità che non potrà che essere sconvolta e resa difficile non solo dalle code estive, ma da enormi cantieri.

Non avete pensato a quante strade oggi percorse quotidianamente saranno interessate dai lavori di costruzione della nuova, inutile ferrovia?

I turisti potrebbero pensare di andare da un’altra parte a fare le ferie, quando sul Garda sarà troppo difficile muoversi, tra centinaia di camion che trasporteranno materiali di scavo e di costruzione, e deviazioni per lavori in corso.

Una enorme fetta di terreno agricolo, nell’immediato entroterra del lago, verrà perduto per il TAV. Cascine demolite, vigneti distrutti. Non avete letto gli appelli del Consorzio Lugana, che chiede il potenziamento e l’utilizzo della linea storica? Non vi importa di questo scempio? Lo sapete benissimo che l’economia turistica del Garda vive anche di eno-gastronomia, e delle bellezze paesaggistiche delle colline moreniche.

Le ruspe in azione, che sollevano polvere, non solo un bel biglietto da visita da porgere al turista.

E non vi importa dei danni che il progetto Alta Velocità Brescia-Verona apporterà all’intero eco-sistema dell’area del Garda, dei danni alle falde acquifere, del prosciugamento del laghetto del Frassino?

La costruzione di una stazione in zona non potrà che essere uno scempio nello scempio.

Dove pensate di collocarla? Nella campagna di San Martino, nei luoghi della storica battaglia?

Altro suolo cementificato, altro paesaggio compromesso. Non servirebbero probabilmente nuove strade per raggiungere una nuova stazione?

Per chi chiede un futuro con poche auto, e tanti turisti, oggi come domani, sul Garda, una contraddizione.

Vi rivolgiamo questo appello: RIPENSATECI.

Non chiedete stazioni. Chiedete che questo folle progetto sia abbandonato.

Intraprendere può sembrare facile quando si vive sul Garda! Guardare al futuro e’ un po’ più difficile!

Una nuova ferrovia che ruba territorio, che butta migliaia di tonnellate di cemento ovunque, che inquina acque e ambiente, che svuota le tasche di tutti gli italiani… e vi preoccupate che il lago resti senza una Stazione AV…

Perché non pensare a risolvere il problema degli scarichi inquinati a lago, perché non pensare alla navigazione lacustre con battelli vecchissimi, che inquinano, dall’età media di oltre i 30 anni, perché non progettare di rinnovare la navigazione con battelli elettrici, già in funzione su molti laghi del Nord Europa, perché non pensare ad una ferrovia che abbia funzioni di metropolitana di superficie…con corse continue per tutto l’arco della giornata, così davvero ci saranno in circolazione meno auto? … ma che avete in testa? RIPENSATECI, siete ancora in tempo!

Il Coordinamento dei comitati NO TAV Brescia-Verona

Approvato l’accordo per la Torino Lione? Ne abbiamo viste tante e non ci demoralizziamo, tranquilli

da notav.info

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Con 285 voti favorevoli, 103 contrari e 3 astenuti la Camera ha ratificato l’accordo di Parigi 2015 e Venezia 2016 relativi al progetto Torino-Lione, ovvero il via libera a progettare e realizzare il tunnel trasfrontaliero di 57 km, quello che non esiste e per molto tempo, politica e informazione, hanno spacciato al posto del tunnel esplorativo esistente oggi.

Hanno votato a favore Pd, Forza Italia, Ap-Ncd, Lega Nord, Civici e Innovatori, Ala-Scelta Civica, Democrazia Solidale-Cd, Fdi-An. Contrari M5s, Sinistra Italiana-Sel, Alternativa Libera.

Ci teniamo a ribadire i voti e nei prossimi giorni non mancheremo di pubblicare i nomi dei votanti perchè, su di loro gravano enormi responsabilità del presente e del futuro del nostro Paese. Bisognerà ricordarsi di loro ogni volta che ci sarà un terremoto, un alluvione, un tetto di una scuola che crolla o semplicemente un esame all’ospedale che non si potrà prenotare prima di un anno; tutte le volte che ci chiameranno a fare dei sacrifici perchè “non ci sono i soldi”.

Perchè con questa scelta il sistema dei partiti e i politici che campano di questo ha determinato quali siano le priorità, secondo loro, del paese: indebitare ulteriormente l’Italia per un’opera dimostrata inutile, costosa e  dannosa (al territorio e alle casse pubbliche). La politica del palazzo ha determinato le priorità, ma per chi dovremmo chieder loro? Perchè quest’opera garantisce continuità con il sistema delle grandi opere che ha da sempre foraggiato non solo mafie e malaffare, ma interi ceti politici e industriali, che con disinvoltura e facendosi le leggi, le hanno usate come bancomat per prelevare denaro pubblico (anche quello europeo lo è) per autofinanziarsi e finanziare ditte amiche.

Il progetto del corridoio 5, quello che alcuni hanno citato in aula oggi, è naufragato da molto tempo: Lisbona, Kiev e i vari angoli del corridoio sono falliti da tempo e una ferrovia internazionale collega già l’Italia e la Francia, solo che non ci sono merci che devono viaggiare (nemmeno sui tir).

Inoltre, quelli che oggi si riempiono la bocca del “bene dell’Italia” dovranno poi spiegare a tutti perchè hanno finanziato un progetto che non ha ancora un costo certo e come mai l’Italia paga buona parte della tratta di competenza della Francia e come mai ogni km della galleria di base costa quasi 5 volte più della Francia.

Ora, sono 25 anni che spieghiamo con scrupolo (e siamo sempre pronti a farlo) tutte le ragioni tecniche, economiche, ambientali e sociali sul perchè ci opponiamo a questa grande inutile opera dannosa. Lo continuiamo a fare anche dopo tutti i modi messi in campo per fermarci, mandando la magistratura avanti a fare il lavoro sporco che la politica ha sempre rifiutato di fare perchè perso in partenza.

Abbiamo visto passare apporre di firme, presidenti del consiglio, presidenti della Repubblica, politici e giornalisti eppure siamo ancora in splendida forma e pronti a studiare i nuovi scenari di conflitto che si apriranno sul nostro territorio, ci siamo già portati avanti da tempo!

Il tempo è dalla nostra parte del resto non ci saremmo mai aspettati che la città di Torino uscisse dall’Osservatorio tempo fa; non avremmo pensato di vincere un referendum e far traballare il trono di Renzi e quindi siamo fiduciosi e diciamo di avere calma e pazienza, le cose che non sono così definitive come vorrebbero farci credere.

Detto questo, lasciamo sbraitare chi oggi ha da festeggiare, ma vogliamo dirlo a tutti: ricordatevene perchè festeggiano sulla nostra pelle, sulle nostre pensioni, sul futuro di tutti perchè ogni euro speso per il Tav è un euro rubato a qualcosa di utile per tutti e tutte.

Ci fanno pena quei giornalisti che finalmente sono riusciti a scrivere l’articolo della vita, e parlano della Torino Lione come se fosse la scoperta di una cura alla malattia del secolo.

Detto questo, come sempre, ci si vede sulle barricate.

Ora e sempre notav!

Ricorso contro il reitero del vincolo di esproprio e esposto all’Unesco per il Laghetto del Frassino

Sabato 17 dicembre si è svolta a Peschiera una conferenza stampa nella quale sono state presentate le nuove azioni legali che, come coordinamento No Tav Brescia – Verona, abbiamo deciso di intraprendere. Innanzi tutto sono state depositate delle motivazioni aggiunte al ricorso al Tar già presentato. In particolare riguardanti:

  • l’illegittimità dell’ulteriore periodo di reiterazione del vincolo espropriativo (si arriverà alla cifra record di 19 ANNI DI VINCOLO DI ESPROPRIO SU CASE, TERRENI ED AZIENDE!);
  • la scadenza del vincolo espropriativo prima dell’approvazione della delibera del CIPE;
  •  l’illegittimità della pretesa di far valere la VAS (Valutazione ambientale strategica) appena approvata anche per il progetto definitivo dell’Alta Velocità, tratta Brescia – Milano dopo aver già espresso il parere di compatibilità tra il progetto preliminare ed il progetto definitivo. La VAS è stata infatti aggiunta in tutta fretta tramite il decreto n. 251 del 23 settembre 2016, dopo che, probabilmente, qualcuno si è accorto che mancava addirittura al piano generale dei trasporti del lontano 2001, contenete appunto il progetto di questa tratta.

Inoltre è stata fissata per il 9 gennaio 2017, con grande velocità, l’udienza presso il T.A.R. del Lazio riguardante il ricorso presentato dal Coordinamento. Per quelli presentati dai comuni del Garda e dal Consorzio Tutela Lugana D.O.C. non si conosce ancora la data.

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Infine è stato depositato un esposto all’Unesco per tutelare il laghetto del Frassino. L’ente delle Nazioni Unite è preposto alla tutela di questo sito dalla straordinaria importanza naturalistica e paesaggistica, patrimonio dell’umanità per la presenza di un sito palafitticolo e inserito dall’Unione Europea nella rete di tutela ambientale Natura 2000 (qui per maggiori info sul sito). Il laghetto è interessato infatti dai cantieri della tratta Brescia- Verona, che prevedono in questo luogo la realizzazione di una galleria che bypasserebbe il sito. I rischi idrogeologici, espressi anche dallo stesso general contractor nella valutazione ambientale presentata, sono enormi e si rischia il prosciugamento del lago nel giro di pochi anni. La galleria ridurrebbe del 12/15% l’afflusso dell’acqua di falda che alimenta da milioni di anni questo laghetto. A questa azione è seguito il plauso dei frati ospitati nel vicino Santuario del Frassino, uno dei più importanti luoghi di culto di tutto il Basso Garda che si troverebbe completamente circondato dai cantieri.

Un ultimo punto toccato riguarda alcune notizie trapelate dalla riunione coi sindaci presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici, svoltasi lunedì 12 dicembre. La riunione, passaggio fondamentale nell’iter autorizzativo e che doveva esprimere parere favorevole o negativo al progetto, è stata rimandata. Sembrerebbe sia per gravi carenze progettuali e tecniche, sia perché nel progetto non sono state inserite nessuna delle richieste avanzate da alcune amministrazioni comunali. Torneremo comunque su quest’ultimo punto più avanti, una volta pubblicati i verbali ufficiali della riunione.

Per ascoltare gli audio della conferenza stampa rimandiamo al link della notizia riportata da Radio Onda d’Urto.

Vogliamo risposte: il comune di Brescia che scelte sta facendo per il nostro territorio? – Conferenza stampa con i possibili espropriandi di Brescia

Ecco il comunicato della conferenza stampa di oggi tenuta sotto la Loggia con alcuni abitanti di Via Ferri e di Via Foro Boario insieme al movimento No Tav Brescia-Verona.

Da molti mesi, su tutte le testate giornaliste locali, si susseguo articoli sulle possibili conseguenze della costruzione dell’alta velocità Brescia-Verona con passaggio diretto dalla città.
Nella maggior parte di questi articoli si citano danni, soprattutto per quanto riguarda case private, che si potrebbero avere in prossimità dell’uscita dalla stazione di Brescia, nelle zone di via Ferri e via Foro Boario in particolare.
Alcuni rappresentanti del Coordinamento No Tav Brescia-Verona nello scorso mese, durante un incontro pubblico tra Loggia, cittadinanza e il tavolo di lavoro Basta Veleni, hanno chiesto delucidazioni riguardo questa ipotesi al sindaco di Brescia Emilio Del Bono.
Del Bono in questa occasione ha nuovamente sostenuto di non avere informazioni sulle sorti dei suoi cittadini, dal momento che non esiste nessuna ipotesi concreta di progetto. Posizione nettamente in contrasto con l’abbondanza di dichiarazioni, si presume vere, da parte di personaggi politici locali e regionali, ministri e industriali che parlano di altre palazzine abbattute, cantieri, espropri a Brescia.
Nonostante questa presunta mancanza di informazioni, il nostro Sindaco è il primo promotore dell’abolizione del progetto Shunt per Montichiari favorendo quindi il passaggio all’interno della città. La motivazione che è stata data pubblicamente è quella di risparmiare il forte impatto ambientale che avrebbe passando per la provincia. Ci domandiamo però, perché l’opzione di uscita per Brescia, così come le ipotesi prevedono, non preoccupi l’amministrazione locale per l’altrettanto grave impatto ambientale e sociale che avrebbe.
Essendo inoltre conoscenza comune il notevole sottoutilizzo dell’attuale linea ferroviaria storica, ci domandiamo se un giusto amministratore, che tutela veramente il territorio e le persone che lo abitano, non dovrebbe piuttosto spendersi pubblicamente per la proposta e progettazione dell’ammodernamento della linea storica cosi come la Comunità Europea suggerisce tra le diverse opzioni.
Per l’UE l’alta velocità non sono solo linee a velocità superiori ai 250 km/h ma anche linee potenziate con velocità intorno ai 200km/h e linee potenziate in base alle restrizioni date dal territorio e dove la velocità deve essere adattata a queste caratteristiche.*
Un progetto più economico, considerevolmente meno impattante da un punto di vista ambientale, e soprattutto che risparmierebbe centinaia e centinaia di espropri su tutta la tratta. Nel contesto del Friuli Venezia Giulia, Serracchiani ha evidenziato quanto sia stato opportuno puntare sulla velocizzazione del collegamento ferroviario Trieste-Venezia senza attendere un’alta velocità la cui realizzazione avrebbe richiesto l’arco di parecchie generazioni e di ingenti risorse. Mentre risorse vengono già impiegate nella risoluzione dei punti critici dei principali nodi regionali storici.
Come può l’amministrazione credere che la costruzione del TAV possa essere la scelta migliore per la nostra città e per chi la abita? Il punto del discorso non dovrebbe essere “Shunt o non-Shunt”, ma TAV o NO TAV. Vorremmo ricordare che viviamo in una delle province più inquinate d’Europa per cui non ci sono mai soldi per un risanamento ambientale, cosi come per tanti altri servizi sociali e assistenziali, essenziali.

È per queste ragioni che, come abitanti di Brescia, chiediamo maggiore ascolto e partecipazione a questa amministrazione che dovrebbe rappresentarci. Ciascuno di noi, direttamente o indirettamente, pagherà il caro prezzo del passaggio del TAV se si decidesse di realizzarlo. Chiediamo quindi una maggiore informazione e un confronto aperto e costruttivo con tutta la cittadinanza.
Giovedì 15 dicembre 2016 abbiamo consegnato presso gli uffici preposti del comune di Brescia, decine e decine di richieste ufficiali di accesso agli atti per verificare di persona che quanto detto finora dalle amministrazioni sia vero, e che in Comune non ci sia al momento nessuna documentazione a riguardo.
Memori di come le amministrazioni locali precedenti hanno taciuto alla popolazione, fino all’imminente apertura dei cantieri, la costruzione del TAV Treviglio-Brescia e i gravi danni e disagi che avrebbe comportato, abbiamo deciso che non aspetteremo passivi di conoscere le nostre sorti.
Vogliamo prendere parte attivamente al processo decisionale, vogliamo essere informati su ciò che comporterebbe la realizzazione di questa grande opera sia che passi da Brescia o meno, su quali reali benefici avrebbe la collettività che la paga, vogliamo spiegazioni sul perché il Comune non si stia confrontando apertamente con i suoi cittadini sul tema di questa grande opera, vogliamo spiegazioni sul perché non si stiano vagliando concretamente opzioni di semplice ammodernamento della linea storica, ribadiamolo, sottoutilizzata.

Alcuni abitanti di Via Ferri, Via Foro Boario e
delle zone limitrofi insieme al Comitato NO TAV BRESCIA

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* Decision No 1692/96/EC of the European Parliament and of the Council of 23 July 1996 on Community guidelines for the development of the trans-European transport network
Official Journal L 228 , 09/09/1996 P. 0001 – 0104
SECTION 3 RAIL NETWORK
Article 10 Characteristics
1. The rail network shall comprise the high-speed rail network and the conventional rail network.
2. The high-speed rail network shall comprise:
– specially built high-speed lines equipped for speeds generally equal to or greater than 250 km/h using current or new technology,
– specially upgraded high-speed lines equipped for speeds of the order of 200 km/h,
– specially upgraded high speed lines which have special features as a result of topographical, relief or town planning constraints, on which the speed must be adapted to each case.
This network shall be defined by the lines indicated in Annex I as high-speed lines or lines adapted for high speed.
3. The conventional rail network shall comprise lines for conventional rail transport, including the rail segment of combined transport referred to in Article 14.
4. The network shall:
– play an important role in long-distance goods and passenger traffic,
– play an important role in the operation of long-distance combined transport,
– permit interconnection with the networks of other modes of transport and access to regional and local rail networks.
5. The network shall offer users a high level of quality and safety, owing to its continuity and to gradual im-plementation of its interoperability, brought about in particular by technical harmonization and a harmonized command and control system. “

Domani ore 10:30 corteo NO TAV @ Brescia: ecco perchè dobbiamo esserci!

Tra i tanti motivi per cui domani alle 10:30 saremo in piazzale Garibaldi  a Brescia per dar vita a un corteo NO TAV verso la stazione di Brescia dove ci sarà l’inaugurazione del TAV Treviglio-Brescia, è perchè siamo convinti che tra le tante priorità per il nostro paese e chi lo vive, #conisoldidelTAV si debbano fare interventi concreti ed immediati di MESSA IN SICUREZZA del nostro Paese.

Ad ogni terremoto, ad ogni alluvione non si finiscono di contare i disagi e i danni, ogni volta si prega non ci siano altre vittime. Vittime di questo Stato che spende i soldi pubblici per opere inutili e mafiose al posto che per le reali necessità di tutti e tutte noi.

Un altro dei motivi per cui domani, nonostante l’assenza di Renzi, noi contesteremo i diversi rappresentanti politici presenti alla cerimonia di inaugurazione dell’ennesimo sperpero di soldi pubblici è perchè #conisoldidelTAV crediamo che si possa investire sul lavoro, sull’istruzione e sul futuro di questo Paese.

I bambini grazie alla “Buona scuola” hanno insegnati precari, edifici che crollano, aule senza riscaldamento.
Il carotrasporti, il carolibri, il caromensa ,tasse universitarie che aumentano di anno in anno, rendono la scuola e le università un privilegio e non un diritto.

Sempre più persone, sopratutto tra i più giovani, non possono fare progetti e costruirsi un futuro per la mancanza di una sicurezza economica.
La causa? Un lavoro assente o precario o ancora peggio non retribuito adeguatamente. Quali sono le condizioni che tanti e tante di noi sono costretti/e ad accettare per avere un lavoro?

Tante sono le realtà che aderiscono a questa manifestazione, in particolare i comitati ambientalisti di una delle province più inquinate d’Europa, perchè vogliamo che #conisoldidelTAV si bonifichi e risani tutto il nostro territorio.
Ci dicono sempre che non ci sono soldi, e quando arrivano sono solo briciole di quello che servirebbe…con pochi Km di TAV si potrebbe bonificare tutto il Sito Caffaro.

Qual’è la priorità: una linea inutile che dà soldi alla mafia, o la nostra salute e il futuro di queste terre?

A questo proposito #conisoldidelTAV si deve investire su una sanità efficiente e accessibile a tutti e tutte.

Viviamo in una delle province con un tasso di malattie, non solo tumorali, più alto della media nazionale ed europea.
Le cure mediche, gli esami specialistici, la prevenzione e la salute non sono un diritto garantito a tutti e tutte noi.
Non possiamo permettere che i soldi pubblici vengano sperperati nella costruzione di opere inutili e dannose per l’ambiente come il TAV!

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui saremo presenti domani in piazza a Brescia, per contestare quest’opera ormai costruita a discapito del nostro benessere presente e futuro, ma sopratutto per opporci e far sentire la nostra voce contro la loro volontà di costruire il TAV Brescia-Verona.

Ci vediamo domani, carichi, rumorosi, visibili e determinati, perchè da Brescia il TAV NON PASSERA’ PIU’ e i politici lo devono capire una volta per tutte!

 

10 dicembre – Corteo NO TAV a Brescia: ritrovo 10:30 piazzale Garibaldi!

SABATO 10 DICEMBRE RITROVO ORE 10:30 @ PIAZZALE GARBILADI A BRESCIA PER UN CORTEO #NOTAV VERSO LA STAZIONE DI BRESCIA

Rilanciamo l’appuntamento per questo sabato 10 dicembre alle 10:30 in Piazza Garibaldi per dare vita ad un corteo NO TAV che vuole contestare l’inaugurazione del TAV Treviglio-Brescia.
Si tratta di un’occasione per ribadire a gran voce ai tanti politici locali, regionali ed anche nazionali, tutta la nostra contrarietà alla continuazione verso Verona dell’Alta Velocità.

Sappiamo che Renzi non sarà presente all’inaugurazione così come annunciato nelle scorse settimane, sconfitto dall’esito del Referendum di domenica scorsa, dal quale emerge l’abissale distanza tra gli interessi di una certa politica e i bisogni reali delle persone.

I soldi pubblici non devono più essere spesi per le grandi opere inutili, dannose e mafiose come il TAV Brescia-Verona.

Dimostriamo in tanti e tante, per l’ennesima volta, che il TAV si ferma a Brescia e da qui non proseguirà perchè c’è un’intera provincia che vuole altro per il proprio presente e futuro.

Percorreremo ogni strada possibile per far si che la Brescia-Verona non sia il prossimo punto sull’agenda di un qualsivoglia governo!

#CIVEDIAMOIL10 #CONISOLDIDELTAV

Evento facebook

ultimo-1-dicembre

IL 4 DICEMBRE NOI VOTIAMO NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE! ECCO PERCHE’…..

Il “NO” che il Coordinamento No Tav Brescia-Verona esprime al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 ha motivazioni molto più ampie di quelle relative alla questione dell’Alta Velocità: riguarda nel merito l’intero stravolgimento della Carta Costituzionale (ben 47 articoli vengono modificati), le modalità con cui è stato portato avanti da un governo ed un parlamento illegittimi (sentenza della Corte Costituzionale 1/2014 di incostituzionalità della legge elettorale) ed i valori di fondo che ispirano la nostra azione.

Diciamo infatti NO ad una legge costituzionale che è un oltraggio ai valori nati dalla Resistenza e che calpesta la volontà del popolo a favore di interessi finanziari che stanno strangolando ogni giorno di più la nostra vita.

Ma, se anche ci soffermiamo solo sulla questione che più strettamente riguarda l’Alta Velocità, e in particolare sulla modifica dell’art. 117 riguardante gli ambiti di competenza Stato/Regioni, scopriamo che diventerebbero di competenza esclusiva dello Stato, oltre che la produzione, il trasporto e la distribuzione dell’energia, le infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto e di navigazione e relative norme di sicurezza; i porti e gli aeroporti civili, di interesse nazionale e internazionale.

Inoltre, diventano di competenza legislativa esclusiva dello Stato il governo del territorio (disposizioni generali e comuni); la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; disposizioni generali e comuni sulle attività culturali e sul turismo ed altro ancora.

A ribadire la tendenza all’accentramento dei poteri c’è anche la “clausola di supremazia statale”, uno strumento che permetterà allo Stato, nei casi in cui verrà ritenuto necessario, di intervenire negli ambiti di competenza regionale.

Pensiamo a cosa questo può voler dire nel caso di autorizzazioni di grandi infrastrutture o di impianti energetici (inceneritori) laddove Regioni e comunità locali non saranno d’accordo, pensiamo all’accelerazione che il progetto TAV Brescia-Verona subirebbe qualora passasse questa riforma.

Non nascondiamo le contraddizioni e le difficoltà applicative della riforma del Titolo V, né che le Regioni oggi siano spesso male amministrate e inquinate da malcostume e corruzione (elementi non certo qualificanti per chi, come prevede la riforma, dovrà rappresentare il Senato della Repubblica) ma la visione che ispira l’attuale proposta di riforma, rappresenta una profonda e antistorica marcia indietro ed è molto indicativa della tendenza accentratrice su temi che non possono prescindere dalla partecipazione e dal confronto con i territori.

Questa modifica accentratrice dice chiaramente che la direzione non è quella di coinvolgere le comunità locali, ma di porle nella condizione di subire ancora più di oggi le scelte “dall’alto” o meglio del “capo del governo”, così come viene definito nella nuova legge elettorale. La compressione e lo svilimento delle forme di partecipazione inoltre sono evidenti anche nelle modifiche agli art. 71 e 75 della riforma della Costituzione: le modifiche alle norme per l’indizione di referendum abrogativi e per la proposta di leggi di iniziativa popolare riducono le possibilità di partecipazione dei cittadini, alzando il numero delle firme necessarie.

Non siamo contrari al “progresso”, al “cambiamento”, parole ormai in voga per chi sostiene questa riforma, che in realtà ha più sapore “di vecchio” che di nuovo.

Ma siamo consapevoli che la direzione del cambiamento è importante ancor più dei tempi decisionali, posto che il parlamento italiano risulta essere tra i più prolifici di leggi dell’Unione Europea. Riteniamo che l’unico problema della nostra Costituzione attuale è che non viene rispettata dalle stesse istituzioni che essa regolamenta e che quindi l’unica battaglia che abbia senso sia quella per la sua totale applicazione nella vita sociale delle persone.

Invitiamo perciò tutti e tutte coloro che hanno a cuore le sorti del proprio territorio e che sono contrari al progetto di Alta Velocità Brescia-Verona a VOTARE NO a questo referendum per impedire che domani, il Renzi di turno (eletto da nessuno) possa, senza problemi ed opposizioni, approvare leggi che azzerano il nostro diritto di vivere liberi e con dignità.

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