Ricorsi contro i dapso: la lotta non si ferma!

Il Coordinamento No Tav Brescia-Verona informa che presso il comune di Lonato sono stati depositati i primi ricorsi contro i daspo firmati dal “podestà” di Lonato Roberto Tardani. Come annunciato non abbiamo intenzione di sottostare agli atteggiamenti intimidatori e repressivi della giunta lonatese. Ribadiamo che i 13 ordini di allontanamento contro i No Tav non sono solo un’azione politica gravissima, che vuole minare il diritto democratico di dissenso e di protesta, ma sono il frutto di una ricostruzione falsa di quanto accaduto il 17 gennaio durante l’incontro organizzato da Coldiretti.
Non ci stancheremo mai di ripetere che la nostra presenza all’interno della sala è stata dal principio assolutamente silenziosa, rispettosa dell’incontro che si stava svolgendo e in nessun modo di impedimento all’ingresso. Solo dopo l’improvvisato “servizio d’ordine” della Coldiretti per coprire la nostra presenza, oltre che l’aggressione fisica e verbale dell’Assessore Vanaria, abbiamo fatto sentire con forza la nostra voce e contestato l’incontro. Un’azione, tra l’altro, durata temporaneamente e conclusa spontaneamente.
Segnaliamo che i ricorsi contro i daspo seguono la partecipatissima fagiolata no tav organizzata presso l’Arci Machini di Lonato. Una serata che ha visto ritrovarsi oltre sessanta persone (di più la sala non poteva ospitarne) per esprimere tutta la loro solidarietà al movimento e dare sostegno economico a chi lotta.
A dimostrazione, ancora una volta, che i No Tav non sono soli, ma hanno alle spalle una comunità resistente che non accetta le modalità da sceriffo della Lega e sostiene la lotta in difesa dei territori contro l’Alta Velocità.

Cos’è successo il giorno dell’incontro con il ministro dell’ambiente?

Il 6 febbraio 2019 una delegazione del Coordinamento NO TAV Brescia Verona si è recata a Roma presso il Ministero dell’Ambiente – dove era stato fissato un appuntamento con il Direttore della Segreteria Tecnica Dott. Berlenghi, delegato dal Ministro dell’Ambiente Costa, per ribadire ancora una volta le grandi criticità che gravano sul progetto Alta Velocità AC/AV Tratta Brescia – Verona.

Erano presenti anche l’On. Francesca Businarolo, il Cons. Regionale Manuel Brusco e due Cons. Comunali del M5S che ringraziamo per la collaborazione prestata.

In seguito a questo incontro abbiamo già inviato al Ministero un nostro dossier contenente tutti gli interventi argomentati in quella sede.

Le prescrizioni alla tratta TAV Brescia Verona contenute nella delibera CIPE 42/2017

Innanzitutto abbiamo posto l’attenzione sulle 309 prescrizioni della delibera Cipe, parte delle quali non sono state ottemperate o lo sono state parzialmente, e che potrebbero/dovrebbero bloccare l’iter procedimentale per la tratta Brescia-Verona. La delibera del CIPE richiede che tutte le 309 prescrizioni siano ottemperate prima che il progetto esecutivo sia approvato.

Ma Il 6 giugno 2018 RFI ha sottoscritto con CEPAV 2 e per ridurre i tempi di realizzazione delle opere prevede la predisposizione di un progetto esecutivo a trance, in modo da consentire l’avvio delle prime opere. Come può RFI derogare da quanto previsto dal CIPE?

A nostro avviso il Ministero dell’Ambiente dovrebbe intervenire per chiedere il rispetto di quanto previsto fino a completa rispondenza del progetto esecutivo alle prescrizioni.

Molte sono le prescrizioni non ottemperate: N. 4 – 6 – dalla 9 alla 14 – 16 – dalla 20 alla 23 – 31 -32 – 35 – 51 – 83 – 87 – 94 e così via.

Alcune delle prescrizioni non ottemperate riguardano :

  • l’istituzione da parte del Ministero dell’Ambiente di un Osservatorio Ambientale per tutta la durata del progetto. Ad oggi questo osservatorio non è stato ancora istituito.

  • L’impatto molto negativo sulle falde acquifere , ed in particolare sulla zona del laghetto del Frassino, la zona dello stagno del Lavagnone entrambi siti UNESCO, sulle cui situazioni idrogeologiche sono richiesti approfondimenti per evitare il depauperamento delle risorse e l’inquinamento delle stesse per mezzo dei fluidi di perforazione. A queste richieste non è stata data risposta.

  • Predisposizione di uno studio sulla salute pubblica, che identifichi le ricadute positive dell’opera ma anche quelle negative sulla popolazione interessata con sviluppo di patologie e fattori di rischio, affrontando le situazioni con il principio di precauzione.

  • L’aggiornamento del Piano di utilizzo delle Terre e Rocce da Scavo alla scala di Progetto Esecutivo.

Il Piano di utilizzo è scaduto essendo stato presentato il 13.10.2016 (validità due anni), e dovrebbe essere ripresentato e risottoposto a VIA.

Molte altre sono le prescrizioni non soddisfatte e riteniamo che le nostre osservazioni possano fornire validi elementi al Ministero dell’Ambiente per intervenire e chiedere il rispetto di quanto previsto, fino a bloccare l’iter di approvazione fino a quando tutte le 309 prescrizioni non siano state soddisfatte e verificate.

IL RISCHIO IDROGEOLOGICO – IMPATTO SULLE FALDE ACQUIFERE DELL’ALTO MANTOVANO

Nel nostro incontro abbiamo inoltre sottolineato che la realizzazione della galleria Lonato-Desenzano, profonda 40 metri, provocherebbe un impatto idrogeologico imprevedibile al territorio delle Colline Moreniche del basso Garda e piana sottostante, dove sono presenti i pozzi che alimentano gli acquedotti comunali per un bacino di oltre 100.000 abitanti dei comuni dell’Alto Mantovano (da Monzambano a Canneto sull’Oglio).

Allo scopo abbiamo consegnato anche uno studio commissionato da SICAM (Servizio Idrico Integrato Comuni Alto Mantovano), redatto da un geologo abilitato.

Viene sottolineato inoltre il rischio collegato alla galleria di Lonato (che interseca un condotto sotterraneo denominato “Stagno Lavarone Bornade di Sopra ”del quale non vi sono dati certi), e alla galleria Madonna del Frassino (che interseca la falda che porta acqua al Laghetto del Frassino, zona SIC e patrimonio UNESCO). Le opere realizzate provocherebbero un importante depauperamento dell’acqua in entrata al laghetto.

I SITI INQUINATI

La prov. di Brescia risulta la più inquinata d’Italia e vanta la più alta concentrazione di cave e discariche d’Europa. Secondo il progetto definitivo sulla tratta Lotto Brescia Verona esistono 45 siti inquinati e/o potenzialmente tali, da bonificare . Di questi 37 sono in prov. di Brescia e 8 in prov. di Verona: riguardano discariche, attività produttive, cumuli di materiale e allevamenti intensivi.

Ma nel progetto esecutivo non si trova nulla riguardo a provvedimenti operativi e atti cogenti di rispetto delle norme procedurali (Dlgs 152/2006 e 4/2008).

Presumiamo quindi che le prescrizioni per la bonifica delle discariche saranno ottemperate in una fase successiva dell’opera. Noi denunciamo che questa pratica toglie quelle garanzie di controllo e di partecipazione che a vario titolo intervengono nella fase prevista dalla legge.

TERRE E ROCCE DA SCAVO

Il progetto prevede numerose gallerie, dove si potrebbero verificare gli stessi problemi di Firenze, in un territorio già fortemente compromesso in termini ambientali. Lo scavo delle gallerie prevede l’uso di sostanze chimiche e schiumogeni per ammorbidire il terreno; il materiale che ne esce è da considerare quindi rifiuto da trattare secondo la normativa vigente e non sottoprodotto da riutilizzare in altri punti dell’opera.

NECESSITA’ DI ADEGUAMENTO DEL PROGETTO ALLE N.T.C. DEL 2008

Il D.M. del 14.1.2008 ed i successivi aggiornamenti hanno modificato radicalmente l’impostazione delle verifiche geotecniche del 1988 in ordine alla pericolosità sismica. Riguardo a questa criticità chiediamo che CEPAV 2 certifichi che nella redazione del progetto esecutivo abbia tenuto conto delle N.T.C. del 2008.

IL NOTO AV/AC DI VERONA

Nel 2008 il progetto allora presentato per il tratto AV-AC che va dalla fine della Tratta BS-VR all’inizio della tratta VR-PD compreso parte del Quadrante Europa e la stazione di Porta Vescovo era stato bocciato. Ad oggi si trova nello stato di progetto preliminare e dovrebbe quindi essere sottoposto al nuovo codice degli appalti. Inoltre è stato diviso in due parti: nodo di Verona parte Ovest e parte Est.

A nostro avviso il Ministero dell’Ambiente dovrebbe chiedere a RFI come mai il progetto è stato suddiviso in due parti e come sia possibile che due progetti distinti siano stati inglobati delle tratte BS-VR e VR bivio Vicenza, sebbene ne sia stato approvato solo il progetto preliminare.

PROBLEMATICHE DELLA TRATTA VERONA PADOVA

Anche se il progetto AV/AC Verona Padova è ad oggi in una fase proceduralmente più arretrata della Brescia Verona, abbiamo sottoposto al Ministero alcune problematiche che ad oggi, non sono state prese in debita considerazione nella VIA.

PFAS Aggravamento disastro ambientale: Il tracciato AV-AC attraversa la zona toccata dal problema dei PFAS, in particolare a partire dalla frazione di Lobia di San Bonifacio e continua nei comuni vicentini, e costituirebbe un ulteriore aggravamento dell’inquinamento di questa zona, essendo necessari milioni di litri d’acqua, per il cui approvvigionamento si rischierebbe la messa in comunicazione della falda acquifera ancora sana con quella inquinata.

Altre problematiche sono emerse per la richiesta della VIS Valutazione di Impatto sulla Salute e VIIAS (Valutazione Integrata dell’Impatto Ambientale e Sanitario), e per quanto riguarda la mancanza di legalità, dato che il SIA ( Studio di Impatto Ambientale) della tratta AV/AC Verona Bivio Vicenza è stato realizzato dalla ditta Lande Spa destinataria di un’interdittiva antimafia del Prefetto di Napoli.

Chiediamo quindi che venga seriamente valutato il rischio di aggravamento di disastro ambientale, per l’allargamento della zona contaminata da PFAS.

Noi chiediamo infine che come per quanto accaduto per la tratta Mestre- Trieste, dove non si realizzerà più l’Alta Velocità ma sarà realizzato il potenziamento della linea esistente, anche per la nostra tratta, soprattutto alla luce nelle enormi problematiche ambientali che pone, venga valutato l’ammodernamento della linea esistente e l’utilizzo di linee esistenti sottoutilizzate, come la Medio Padana , che corre da Monselice a Tortona-Genova.

LA REPRESSIONE CREA SOLO SOLIDARIETA’: iniziamo a dirvi grazie!

A ieri ci sono stati donati € 645,00.

UN ENORME GRAZIE a tutt* coloro che ci hanno aiutato finora! Grazie anche a chi non può donare, ma ci sostiene diffondendo l’appello e partecipando alle nostre iniziative.

LA REPRESSIONE CREA SOLO SOLIDARIETA’, NON CI SPAVENTANO I DASPO DEL PODESTA’!

La raccolta fondi con le libere donazioni all’iban che trovate nel volantino prosegue e ricordiamo anche la cena di sabato 9/02 Fagiolata NO TAV cena per le spese legali.

Prenotatevi entro il 7 febbraio chiamando il 3779533284.

#notav #notavbresciaverona #lonato #daspo #raccoltafondi #speselegali

9/2 fagiolata no tav di solidarietà a Lonato per le spese legali

Sabato 9 febbraio organizziamo una FAGIOLATA NO TAV, una cena per aiutare a sostenere le spese legali per i daspo dati dal comune di Lonato agli attivisti e alle attiviste per i fatti del 17 gennaio 2019.

Ricordiamo che in quella data un gruppo di attivist* ha partecipato pacificamente e silenziosamente ad un convegno organizzato da Coldiretti e Comune di Lonato esponendo solo uno striscione con scritto “Quale futuro? Quale agricoltura? Con il tav solo danni e spazzatura”. Tanto è bastato per scatenare l’Assessore exPugile Vanaria, che ci ha aggredito fisicamente e verbalmente. Ha disturbato lui il suo convegno, non di certo noi! Il podestà Tardani, ha pensato bene di firmare dei daspo contro gli/le attivisti/e e non contro il vero violento della serata, l’Assessore ExPugile Vanaria.
Abbiamo ricevuto tanto sostegno in questi giorni e ritrovarci in una cena è il modo migliore per dimostrare ancora una volta che la loro repressione genera solo solidarietà!

NOI SIAMO DALLA PARTE DEI TERRITORI, LORO DA QUELLA DEI POTERI FORTI!

MENU’ DELLA SERATA:
Antipasto con torte salate e pinzimonio con salse
Fagiolata nostrana con polenta
Formaggi locali con marmellate
Verdura cruda e cotta
Dolce
Bevande escluse
Euro 16 a persona.

Prenotare ENTRO IL 7 FEBBRAIO chiamando al 377 9533284. SOLO CHIAMATE, NON MESSAGGI SU WHATSAPP O MESSENGER.
#notavbresciaverona #notav #cena #cenasolidale #speselegali #daspo #lonato

I VERI FACINOROSI E INTOLLERANTI SIETE VOI!

La giunta leghista di #Lonato non conosce fine alla propria disonestà intellettuale.
La maggioranza ci accusa di essere dei “facinorosi” antidemocratici. Il riferimento è ancora alla nostra protesta dello scorso 17 gennaio in occasione dell’incontro con #Coldiretti.

Peccato che la giunta Tardani, con l’avvallo della polizia locale, continua a ripetere una versione completamente FALSA dei fatti. Mentono sapendo di mentire. Non ci stancheremo mai di ripetere che la nostra presenza nella sala inizialmente è stata pacifica e SILENZIOSA. Le tensioni si sono verificate a seguito delle provocazioni del podestà Tardani, degli esponenti di Coldiretti e dell’Assessore all'(In)sicurezza Vanaria, che ha perso addirittura il controllo e ci ha aggredito fisicamente.
Chi è davvero il facinoroso? Chi è davvero intollerante? Ad esempio chi firma 13 daspo con una ricostruzione assolutamente falsa dei fatti con l’intento (mancato) di intimidire?

Noi comunque abbiamo mantenuto la nostra parola e ci siamo mobilitati in occasione del consiglio comunale. Anche in quella sede la maggioranza leghista ha dimostrato totale disinteresse per il territorio e un atteggiamento da sceriffo.

L’Amministrazione ha ammesso di non sapere nulla di pià sul sequestro delle ex cave di Vezzola rispetto a quanto emerso sui giornali. Non si è preoccupata di acquisire documentazione o avere contatti con chi di dovere.

Non si sa cosa faranno gli amministratori nel caso in cui ci fossero delle conseguenze sul piano penale.

Peggio ancora la maggioranza si è nascosta dietro le decisioni calate dell’alto. Peccato che il comune di Lonato non abbia MAI fatto sentire la propria voce contro il #Tav e sia amministrato dalla Lega, che ora è pure al governo del paese.

Al temine della votazione del punto sette è esplosa la nostra giusta rabbia contro l’ipocrisia di un ceto politico che ci sta portando alla rovina. Una contestazione doverosa, seppure sciolta spontaneamente, che ha nuovamente sfidato qualunque divieto o intimidazione.

Cari leghisti, se il progetto sarà confermato, sarete i responsabili degli #espropri, dei danni ambientali e dello spreco di denaro pubblico dell’Alta Velocità. Insieme ovviamente al Movimento 5 Stelle, da cui ci si aspetta piena coerenza a quanto ha sempre sostenuto.