Archivi tag: val di susa

resistenza no tav sui territori – diretta facebook lunedì 13 luglio ore 21.00!

Dai ieri si è iniziato a parlare del decreto legge Semplificazioni, il provvedimento che dovrebbe risolvere tutti i problemi per alcune opere prioritarie, accelerandone la costruzione favorendo il partito del cemento e aumentando il rischio di impatto ambientale e sulla salute di chi vive i territori interessati grazie a verifiche sbrigative e sommarie.

Tra queste grandi opere rientrano anche il Tav Brescia-Verona-Padova e la Torino-Lione.

Ma questo decreto non è nulla di nuovo.L’abbiamo già visti con la “Legge-Obiettivo” (2001) e lo “Sblocca-centrali” (2002) di berlusconiana memoria, il renziano “Sblocca-Italia” (2014) e poi una serie infinita di “Sblocca-cantieri” (quasi uno per legislatura), e vent’anni di questi obbrobri legislativi raccontano la completa inefficienza di queste misure straordinarie: tutte le opere che dovevano sbloccare si sono impantanate.

E così mentre la politica mette da parte le vere priorità (dalla sanità alla scuola), noi ci organizziamo a resistere e a continuare la nostra lotta sui territori.Lunedì alle 21:00 in diretta qui sulla pagina facebook @notavbrescia parleremo della situazione attuale sui nostri territori da Brescia a Verona con un aggiornamento con Renato del nostro Coordinamento, e delle prossime iniziative sui nostri territori.

Ospiti on-line per la diretta saranno anche Nicoletta Dosio e Guido Fissore dalla Val di Susa, che ci aggiorneranno sulla straordinaria resistenza che si è riattivata con un presidio permanente nelle scorse settimane e sulle prospettive della lotta No Tav dopo più di 30 anni di resistenza!

Non mancate, avanti #notav, #finoallavittoria!

07/04 assemblea radiofonica su grandi opere inutili e sanità

Martedì 7 aprile dalle ore 17:30 partecipa all’assemblea pubblica radiofonica sulle frequenze di Radio Onda d’Urto.

Per decenni sono stati predisposti tagli economici a sanità, istruzione ecc., a favore di grandi opere inutili come TAV, TAP e MOSE, che han compromesso il paese a tal punto da reagire a questa emergenza sanitaria con maggiori difficoltà e penuria di mezzi e personale rispetto a quanto avrebbe potuto se solo le scelte politiche degli ultimi decenni fossero state più oculate e attente ai bisogni della società.

Anche se al momento i cantieri di queste grandi opere sono fermi, la domanda che ci poniamo è questa: se queste erano già inizialmente inutili e dannose per i nostri territori e la nostra salute, a cosa potrebbero servire ora?

Proseguire la loro costruzione utilizzando miliardi di euro pubblici sarebbe un danno alla nostra salute, un’offesa alle migliaia di persone morte tanto quanto un insulto(affronto) a tutto il personale sanitario e a tutti i lavoratori di piccole e medie imprese che si trovano già ora in seria difficoltà economica.

Per questo abbiamo organizzato un’assembla pubblica radiofonica invitando anche altre realtà come i No Tav della Val di Susa e i No Tap a partecipare, e invitiamo tutti e tutte voi a fare lo stesso, per confrontarci, aggiornarci e capire insieme come fermare queste opere inutili.

SE PRIMA ERANO OPERE INGIUSTIFICABILI, ORA SONO OPERE CRIMINALI E VANNO FERMATE DEFINITIVAMENTE.

Puoi partecipare:

– chiamando in diretta il numero 03045670

– con un messaggio su Whatsapp 3351220759

– commentando il post di richiamo dell’assemblea radiofonica che verrà fatto lo stesso giorno sulla pagina facebook di Radio Onda d’Urto

29/6 @ LONATO – CONTRADE, STORIE DI ZAD E NO TAV, DUE LOTTE, DUE ESPERIENZE CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI!

Il 29 giugno 2018 ci vediamo  a Lonato del Garda, frazione Sedena presso il DES basso Garda in via Chiappini 1 H  a partire dalle ore 20,30 per la presentazione di “CONTRADE, storie di ZAD e NO TAV”

Due lotte che durano da più di vent’anni, due lotte che dallo specifico ambito territoriale si sono ampliate fino a diventare il possibile modello per le lotte future sia per le loro modalita’ organizzative ,sia per la quantità dei temi (ambientali,sociali,politici,economici) che hanno finito con l’investire.

Per questo possiamo considerare parallele queste due esperienze, quella nata nella comunita’ della Val di Susa
dal movimento NO TAV e quella della ZAD, prima “zone d’aménagement différé” ma poi “zone à défendre”.

Il testo”Contrade” curato dal collettivo francese “Mauvaise troupe” in stretta collaborazione sia tra i militanti della zad e quelli
NO TAV valsusini, narra e spiega tutto ciò a partire dalle testimonianze dirette di circa 100 protagonisti.

A presentarlo insieme ad un recente documentario sulle vicende dello ZAD Daniele Pepino militante NO TAV e Sandro Moiso redattore della webzine online”Carmilla”.

Organizzano: DES BASSO GARDA – NO TAV COMITATO DI LONATO DEL GARDA – BRESCIA ANTISPECISTA – VEG REVOLUTION

evento facebook: https://www.facebook.com/events/210537419747273/

Avevamo e abbiamo ragione, per questo vinceremo!

da notav.info

 Che avessimo ragione, lo sappiamo da sempre, probabilmente dall’inizio della nostra opposizione, quando ci consideravamo indiani, negli anni 90.

Questo non per arroganza o supponenza, ma perché ogni volta che abbiamo detto NO, lo abbiamo fatto sempre con il cuore, di una comunità che si difende, e con la testa, studiando e motivando ogni step di questo assurdo progetto.

Di recente il governo in via ufficiale ha detto (a modo proprio con una supercazzola), in un documento ufficiale che le previsioni sulle quali si è basato tutto il progetto erano sbagliate, troppo ottimiste e che non hanno tenuto conto del contesto storico (cioè almeno 20 anni di storia moderna).

“Non c’è dubbio, infatti, che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione Europea, siano state smentite dai fatti, soprattutto per effetto della grave crisi economica di questi anni, che ha portato anche a nuovi obiettivi per la società, nei trasporti declinabili nel perseguimento di sicurezza, qualità, efficienza.

Lo scenario attuale è, quindi, molto diverso da quello in cui sono state prese a suo tempo le decisioni e nessuna persona di buon senso ed in buona fede può stupirsi di ciò. Occorre quindi lasciare agli studiosi di storia economica la valutazione se le decisioni a suo tempo assunte potevano essere diverse.” http://www.presidioeuropa.net/blog/verifica-modello-di-esercizio-tratta-nazionale-25-settembre-2017/

Ci da ragione, ed è la seconda volta che avviene. La prima fu nel 2006, dopo che liberammo Venaus, e vista la nostra forza accumulata cercò un progetto in parte alternativo, spostando la tratta da una parte della Valle e rimodellando l’idea dei costi, arrivando a parlare di “tav low cost” (altra supercazzola).

Come in quel caso, così come ora, il partito unico del tav (si proprio così perché in oltre vent’anni di storia lo abbiamo visto formarsi, costituirsi e nutrirsi di fondi pubblici) si difende mischiando un po’ le carte, per tentare di essere ri-presentabile all’opinione pubblica e sottrarre consenso al movimento notav.

Ma sia chiaro: si difende attaccando. Per questo non cantiamo vittoria, ma prendiamo atto dell’ennesima strategia messa in atto da chi ha poco da proporre.

Non c’è una motivazione, di quelle usate in tutti questi anni da politici, tecnici o commissari di governo per portare avanti la Torino Lione. La tratta europea, l’idea iniziale, il progetto rivisto più volte è morto e sepolto sotto i colpi della crisi mondiale e dell’evoluzione ( o involuzione) dei commerci e dei trasporti. Non serve molto per capirlo.

Allora cosa serve fare per tornare presentabili? Ri-presentarsi al mondo come esperti e visionari, arrivando a sostenere che la linea Torino-Lione non ha senso oggi, ma in futuro ce lo avrà perché svilupperà nuovi traffici di merci, nuovi assi ferroviarie, nuove economie.

Balle, su balle! Ogni previsione è stata smentita e geni non ne abbiamo mai visti dalla parte dei tifosi del Tav. Al massimo azzeccagarbugli di bassa lega e venditori di fumo con stipendi garantiti, che l’unica capacità che hanno avuto è sempre stata quella di garantire flussi di denaro (e potere) verso i soliti amici, partiti, aziende o corporazioni che fossero.

Quindi no grazie! Delle vostre previsioni questo Paese ne fa a meno molto volentieri perché vediamo già i danni (e i morti) delle politiche sul trasporto in Italia, dove l’alta velocità passa davanti a tutto il sistema ferroviario generale, a discapito della maggioranza del Paese che usa il treno per muoversi tutti i giorni in condizioni di pericolo e degrado.

Quello che ci fa ancora più specie è l’arroganza con la quale questi signori candidamente sostengono: “ è vero è tutto fondato su studi errati, su previsioni sbagliate, ma lo facciamo lo stesso perché serve, e se ora non serve tanto, domani servirà”.

Ci sarebbe da vergognarsi, invece i vari commissari di governo e politici al seguito proseguono come se nulla fosse, perché alla fine dei conti non pagheranno mai per le responsabilità che hanno avuto in questa vicenda. A differenza nostra chiaramente, che veniamo condannati un giorno si e uno no, e siamo sempre dalla parte della ragione.

La Torino Lione, e molte altre tratte in qualche modo legate, come il Terzo Valico o la Brescia-Verona, sono progetti sovrastimati e palesemente “dopati” da ragioni politiche ed interessi particolari, vanno abbandonati e a buona parte dei sostenitori va chiesto il conto, in termini economici e sociali.

Da parte nostra, sappiamo di aver sempre avuto ragione, sia tecnicamente che politicamente, e sappiamo bene che l’unico argine alla devastazione ambientale ed economica, è rappresentato dalla lotta, la nostra, popolare e dal basso, e possiamo dirlo senza timori: alla fine vinceremo noi!

TAV Torino-Lione: il bilancio dell’opera dopo 27 anni di progetti

articolo tratto da: https://altreconomia.it/tav/

All’inizio di agosto il CIPE ha approvato i primi due lotti della tratta ferroviaria. Una “grande opera” costata già un miliardo di euro. La Francia, intanto, ha annunciato una “pausa di riflessione”. Intervista ad Alberto Poggio, membro della Commissione Tecnica a supporto dei Comuni dell’Unione Montana Valle Susa, Torino e Venaria Reale

La fresa a Chiomonte. © ANSA - ALESSANDRO DI MARCOIl 7 agosto di quest’anno, il CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) ha approvato i primi due lotti costruttivi della tratta transnazionale della linea ad Alta Velocità Torino-Lione, previsti dall’accordo tra l’Italia e la Francia. Altreconomia ha incontrato Alberto Poggio, ingegnere, membro della Commissione Tecnica a supporto dei Comuni dell’Unione Montana Valle Susa, Torino, Venaria Reale e del Movimento No Tav (circa 1 milione di cittadini rappresentati) per fare il punto sullo stato dei lavori, anche alla luce dell’ultimo aggiornamento. A oggi, l’unico cantiere in Italia si trova in Val Clarea, tra i comuni di Chiomonte e Giaglione, allestito per la realizzazione del tunnel esplorativo.

Ingegner Poggio, che cosa comporta la recente decisione del CIPE?
AP Negli ultimi 15 anni Italia e Francia hanno siglato svariati accordi sulla Torino-Lione, gli ultimi sono stati ratificati a fine 2016. La recente decisione del CIPE è un passaggio di attuazione, che arriva in ritardo di sei mesi, in quanto doveva essere adottata già nello scorso febbraio. Il testo non è ancora pubblico, dovrebbe riguardare il completamento dei lavori preliminari (in corso dal 2002) e lo scavo di alcuni chilometri del Tunnel di Base, attività che difficilmente potrà partire entro questo decennio. Per quanto riguarda i fondi, anche qui si tratta di una vecchia storia: furono stanziati dal governo Monti a fine 2012: 2,6 miliardi prelevati progressivamente dal bilancio dello Stato fino al 2027 (solo nel 2017 sono oltre 200 milioni). Un ingente impegno di risorse pubbliche ma ancora insufficiente a coprire gli oneri italiani per la realizzazione della Torino-Lione. Purtroppo, con l’attuale legislazione, è possibile iniziare a costruire parti di grandi opere (lotti, appunto) anche in assenza della disponibilità finanziaria complessiva. Questo è consentito anche se tali parti non saranno autonomamente in grado di funzionare (ovvero lotti costruttivi ma non funzionali), come nel caso di un troncone di una galleria sotto le montagne.

Oltre al tunnel esplorativo che cosa abbiamo della tratta dopo 27 anni di progetti e oltre 1 miliardo euro già speso?
AP 
Nemmeno un metro. Dovrebbe essere lunga 270 chilometri da Torino a Lione, e costituita da tre tronconi: la sezione italiana, quella transfrontaliera e quella francese. La parte internazionale, dovrebbe iniziare a Susa e concludersi a Saint-Jean-de-Mauirenne in Francia, coincidendo quasi totalmente con il Tunnel di Base: 57,5 chilometri sotto le Alpi. Se, come sembra dagli ultimi orientamenti politici, le tratte nazionali non saranno realizzate, il tunnel sarà collegato alle ferrovie già esistenti. Pertanto sarebbe un’opera sostanzialmente inutile perché non si avrebbe incremento della capacità di trasporto lungo il percorso ferroviario Torino Lione, che rimarrebbe pari a quelle delle linee attuali.

Come sono ripartite le spese?
AP 
Dunque, quelle previste ammontano a 8,6 miliardi per il Tunnel di Base, più le tratte nazionali che possiamo stimare a 4,4 per l’Italia, più 2,4 miliardi, causati da una variazione al progetto che ha fatto ricadere sulla tratta nazionale italiana un pezzo di quella frontaliera. La Corte dei Conti francese ha stimato, nel 2012, un costo totale dell’opera pari a 26,1 miliardi di euro, quindi con una spesa per la Francia di 11 miliardi.Ma è importante dire che dei 57,5 chilometri solo 12,5 sono in Italia e il resto ricade sul territorio francese, ma le spese sono ripartite al 58% all’Italia e 42% alla Francia. Perché nei primi accordi nel 2004 la Francia si lasciò convincere solo a fronte della promessa italiana di sostenere la quota maggiore delle spese.

L’Europa come partecipa?
AP 
La partecipazione definitiva alle spese da parte dell’Europa non è ancora stata deliberata. Sarà oggetto di discussione dopo il 2020 e potrà arrivare al massimo a coprire il 40% sul costo del solo Tunnel di Base, meno del 13% sull’intera Torino-Lione. Inoltre, la società italofrancese titolare dei lavori, Telt, deve essere in grado di rispettare gli impegni presi. Nel periodo 2007-2013 la Commissione europea ha revocato oltre 270 milioni di euro di contributi alla Torino-Lione a causa del notevole ritardo dovuto a difficoltà amministrative e tecniche.

La Francia ha cambiato idea sulla sua tratta?
AP 
Da anni il Governo francese ha indicato come non prioritaria la realizzazione della tratta di sua competenza, che è lunga 140 chilometri, di cui il 60% in opere sotterranee, con costi di realizzazione molto alti. Recentemente il segretario di Stato ai Trasporti, Elizabeth Borne, ha annunciato in Parlamento l’intenzione di prendere una pausa nella realizzazione dell’opera.

Qual è la situazione dei flussi ferroviari?
AP 
Negli ultimi venti anni lo scambio di merci tra Italia e Francia ha avuto una discesa costante. Oggi il transito di merci sulla ferrovia della Valle è pari a 3-4 milioni tonnellate di merci all’anno. Ferrovie dello Stato ha stimato la capacità dell’attuale linea in 20-32 milioni di tonnellate annue. Quindi così com’è avrebbe un margine di incremento da sei a dieci volte. La linea è a doppio binario, elettrificata e il tunnel del Frejus, tra Bardonecchia-Modane, è stato ampliato con un investimento di centinaia di milioni per il trasporto di merci di grande sagoma. A oggi, nessuno elemento indica una tendenza di crescita dei flussi, ma qualora si verificasse, vi sarebbero tutti i margini per ospitarlo. Perché spendere miliardi quando esiste una linea idonea se non per rincorrere pervicacemente il più grande appalto d’Europa?

Tra le criticità denunciate ci sono anche le alte temperature interne alle montagne.
AP 
Nel cuore della montagna sono attese temperature superiori a 50 °C. Sarà pertanto necessario raffreddare perennemente la galleria. Uno “zoccolo” fisso di consumi energetiche, emissioni di CO2 e costi che potrebbe trovare compensazione nel minor consumo dei locomotori in salita, per la minore quota raggiunta con il Tunnel di Base, solo a fronte di una colossale crescita dei flussi di treni, come indicato nelle irrealistiche previsioni dei proponenti.

Nel mese di luglio la società Telt ha chiesto una variante ai lavori.
AP 
Il 10 luglio 2017 una variante al progetto è stata depositata ai ministeri competenti per chiedere che i lavori del tunnel inizino da Chiomonte, dove si trova oggi il cantiere, e venga scavato verso Susa ovvero in direzione opposta a quella inizialmente prevista. Questa variante richiederà modifiche consistenti.

Di che tipo?
AP 
La talpa per lo scavo dovrebbe discendere in profondità per raggiungere il tracciato verso Susa. Poi dovrebbero realizzare uno svincolo che colleghi il cantiere all’autostrada A32 per i flussi di materiali di scavo e costruzione. Ogni giorno centinaia di camion scenderebbero a Susa per poi invertire la marcia e risalire a Salbertrand, per il trasbordo sul treno. Ma un gruppo di attivisti No Tav e di naturalisti ha scoperto che nello spazio di allargamento del cantiere si trova la farfalla Zerynthia polyxena, una specie protetta dall’Unione europea tramite la “Direttiva habitat”. I ricercatori hanno già segnalato alle autorità competenti la presenza della farfalla che sembra non fosse stata esaminata nel progetto.

Che ruolo hanno le amministrazioni locali?
AP 
Noi continuiamo a produrre osservazioni tecniche fin nei minimi dettagli, ma va tenuto conto che le osservazioni presentate dai comuni sono puramente consultive per la legislazione vigente sulle infrastrutture strategiche pubblicate nel Documento di programmazione economica finanziaria (DEF).

A quanto ammonterebbero le penali se si volessero sospendere i lavori?
AP 
Nell’insieme degli accordi tra Italia e Francia stipulati dal 2001 a oggi non sono indicate penali. Gli oneri si limitano al completamento degli appalti finora assegnati.

Carmine Resistente: dal 4 marzo mostra fotografica e incontro con i militanti della Val di Susa @ Brescia

Nell’ambito del percorso “CARMINE RESISTENTE“, un percorso a tappe verso il 25 aprile nel quartiere del Carmine di Brescia, ecco le iniziative NO TAV
* Dal 4 al 16 Marzo dalle 15:30 alle 19:30
I BANDITI DELL’ALTA VELOCITA’
Mostra fotografica di Rinaldo e Davide Capra
* Sabato 4 marzo alle ore 17.00
CARMINE RESISTENTE-LA VALLE CHE RESISTE
 
Incontro con militanti del movimento NO TAV Val Susa
e proiezione del docufilm “ARCHIVIATO – L’obbligatorietà dell’azione penale in Val Susa”
Invitiamo tutti e tutte a partecipare!
locandina-d
Di seguito tutto il programmi di Carmine Resistente:
carmine

Approvato l’accordo per la Torino Lione? Ne abbiamo viste tante e non ci demoralizziamo, tranquilli

da notav.info

img_1838

Con 285 voti favorevoli, 103 contrari e 3 astenuti la Camera ha ratificato l’accordo di Parigi 2015 e Venezia 2016 relativi al progetto Torino-Lione, ovvero il via libera a progettare e realizzare il tunnel trasfrontaliero di 57 km, quello che non esiste e per molto tempo, politica e informazione, hanno spacciato al posto del tunnel esplorativo esistente oggi.

Hanno votato a favore Pd, Forza Italia, Ap-Ncd, Lega Nord, Civici e Innovatori, Ala-Scelta Civica, Democrazia Solidale-Cd, Fdi-An. Contrari M5s, Sinistra Italiana-Sel, Alternativa Libera.

Ci teniamo a ribadire i voti e nei prossimi giorni non mancheremo di pubblicare i nomi dei votanti perchè, su di loro gravano enormi responsabilità del presente e del futuro del nostro Paese. Bisognerà ricordarsi di loro ogni volta che ci sarà un terremoto, un alluvione, un tetto di una scuola che crolla o semplicemente un esame all’ospedale che non si potrà prenotare prima di un anno; tutte le volte che ci chiameranno a fare dei sacrifici perchè “non ci sono i soldi”.

Perchè con questa scelta il sistema dei partiti e i politici che campano di questo ha determinato quali siano le priorità, secondo loro, del paese: indebitare ulteriormente l’Italia per un’opera dimostrata inutile, costosa e  dannosa (al territorio e alle casse pubbliche). La politica del palazzo ha determinato le priorità, ma per chi dovremmo chieder loro? Perchè quest’opera garantisce continuità con il sistema delle grandi opere che ha da sempre foraggiato non solo mafie e malaffare, ma interi ceti politici e industriali, che con disinvoltura e facendosi le leggi, le hanno usate come bancomat per prelevare denaro pubblico (anche quello europeo lo è) per autofinanziarsi e finanziare ditte amiche.

Il progetto del corridoio 5, quello che alcuni hanno citato in aula oggi, è naufragato da molto tempo: Lisbona, Kiev e i vari angoli del corridoio sono falliti da tempo e una ferrovia internazionale collega già l’Italia e la Francia, solo che non ci sono merci che devono viaggiare (nemmeno sui tir).

Inoltre, quelli che oggi si riempiono la bocca del “bene dell’Italia” dovranno poi spiegare a tutti perchè hanno finanziato un progetto che non ha ancora un costo certo e come mai l’Italia paga buona parte della tratta di competenza della Francia e come mai ogni km della galleria di base costa quasi 5 volte più della Francia.

Ora, sono 25 anni che spieghiamo con scrupolo (e siamo sempre pronti a farlo) tutte le ragioni tecniche, economiche, ambientali e sociali sul perchè ci opponiamo a questa grande inutile opera dannosa. Lo continuiamo a fare anche dopo tutti i modi messi in campo per fermarci, mandando la magistratura avanti a fare il lavoro sporco che la politica ha sempre rifiutato di fare perchè perso in partenza.

Abbiamo visto passare apporre di firme, presidenti del consiglio, presidenti della Repubblica, politici e giornalisti eppure siamo ancora in splendida forma e pronti a studiare i nuovi scenari di conflitto che si apriranno sul nostro territorio, ci siamo già portati avanti da tempo!

Il tempo è dalla nostra parte del resto non ci saremmo mai aspettati che la città di Torino uscisse dall’Osservatorio tempo fa; non avremmo pensato di vincere un referendum e far traballare il trono di Renzi e quindi siamo fiduciosi e diciamo di avere calma e pazienza, le cose che non sono così definitive come vorrebbero farci credere.

Detto questo, lasciamo sbraitare chi oggi ha da festeggiare, ma vogliamo dirlo a tutti: ricordatevene perchè festeggiano sulla nostra pelle, sulle nostre pensioni, sul futuro di tutti perchè ogni euro speso per il Tav è un euro rubato a qualcosa di utile per tutti e tutte.

Ci fanno pena quei giornalisti che finalmente sono riusciti a scrivere l’articolo della vita, e parlano della Torino Lione come se fosse la scoperta di una cura alla malattia del secolo.

Detto questo, come sempre, ci si vede sulle barricate.

Ora e sempre notav!

Festival Alta Felicità – 22/24 luglio 2016 Venaus – Valsusa

Un’esperienza di comunità. Completamente ecosostenibile, tra natura, musica, cibo e incontri.

A Venaus, una porzione della valle sarà interamente chiusa al traffico. Lasceremo le nostre auto e per qualche giorno fermeremo insieme il tempo e il consumo, per scoprire i segreti della natura e della vita tra le montagne. Percorsi a piedi, zone di campeggio, palchi e arene naturali in cui vivere momenti di scambio, pace e tranquillità.

Ci sarà la partecipazione di numerosi artisti provenienti da tutta Italia. Ogni attività proposta sarà gratuita e completamente accessibile. Per il pernottamento saranno messe a disposizione aree campeggio attrezzate e anch’esse gratuite.

Un programma d’incontri in cui la musica e le parole attraversino con il pubblico il territorio che li circonda.

Screenshot 2016-06-29 21.07.52

Il Festival è promosso dal Movimento Notav in concerto con le Istituzioni locali.

Tre giorni di musica, performances e dibattiti che si susseguiranno nelle diverse aree naturali raggiungibili a piedi attraverso sentieri, opportunamente indicati, tra i boschi, i fiumi e le montagne della Valle di Susa e delle Alpi Cozie.

Artigiani e contadini valligiani ci guideranno alla scoperta dei segreti e della storia di antichi mestieri ormai quasi perduti. Accompagnati dai sapori e i profumi dei piatti tipici della montagna.

Tutto questo contando su un pubblico che non si senta cliente ma parte attiva dell’evento e su artisti consapevoli, che aiutino a diffondere il semplice messaggio di un’altra pratica di vita possibile.

L’ospitalità e il reciproco scambio come forma di organizzazione e difesa di una comunità e di un territorio: la Valle ha sempre vissuto di questo. Una valle che in quei giorni mostrerà tutti i suoi fiori.

Con un’idea semplice. Diversa e opposta al consumo frenetico della vita e dell’ambiente.

Qui di seguito alcuni link con qualcosa da vedere: 

La pagina fb e il sito del festival:

https://www.facebook.com/festivalaltafelicita/?fref=ts

www.altafelicita.wix.com/altafelicita

I tesori valligiani:

http://www.sentierodeigufi.it/

http://www.parchialpicozie.it/

http://www.vallesusa-tesori.it/it/

http://www.fortediexilles.it/

http://www.abbazianovalesa.org/

http://www.sacradisanmichele.com/

http://www.clareavini.it

http://www.barbamarc.it/

 

La canzone che ci ha fatto venire in mente il nome del festival:

http://video.espresso.repubblica.it/visioni/alta-felicita-pascuzzo-e-il-sostegno-no-tav/5203/5224

 

contatti: altafelicita@googlegroups.com

16/17 Luglio: incontriamoci in Valle di Susa! PARTENZA ANCHE DA BRESCIA!

A breve forniremo maggiori informazioni per la partenza da Brescia con una macchinata per raggiungere la Val di Susa!

da notav.info

Il nostro Paese sta vivendo una lunga stagione di crisi che dopo molti anni, diversi Premier e Presidenti della Repubblica passati, continua ad acuirsi riversandone le conseguenze sempre di più sulla popolazione più debole e sui territori in cui viviamo.

La diseguaglianza cresce a dismisura per politiche economiche che aumentano le differenze sociali in questo Paese: dalle riforme della scuola al job act, la politica istituzionale non è capace, e non vuole scientemente, dare risposte soddisfacenti alle reali necessità della popolazione.

Anzi, tutte le riforme ispirate dall’Europa dei confini e dei muri, mirano ad impoverire e togliere diritti a chi ne ha già pochi, e fornire privilegi e ricchezze a chi è già ricco.

Lo sfruttamento dei territori, con la progettazione di grandi o piccole opere (inutili e costose), è ormai prassi perché tale azione, rimane forse l’unica in grado di drenare soldi pubblici (gli unici fondi europei che vengono dispensati senza troppe prescrizioni) e favorire partiti e aziende connesse.
L’Europa fortifica confini e frontiere per non permettere la libera circolazione dei migranti, ma è pronta ad abbatterle (bucando le montagne se necessario) per far circolare merci e flussi finanziari.
A questo quadro è necessario aggiungere la deriva ben poco democratica e sempre più autoritaria, del confronto politico con le istanze sollevate dai movimenti.

La politica istituzionale, colpevole e incapace, delega a magistratura e forze dell’ordine il ruolo dello stato, e lascia gestire con gli strumenti del manganello e delle manette, i conflitti in campo.

Al bisogno di casa sempre più uomini e donne rispondono con l’occupazione di alloggi sfitti e le istituzioni sanno rispondere con sfratti, sgomberi e legislazione d’emergenza (art.5 e leggi sugli sfratti a sorpresa).

I territori in lotta, come quello della Valle di Susa, vengono militarizzati e gli attivisti incarcerati e vessati di denunce e misure cautelari tentando di depotenziare ogni spinta di resistenza.
A tutto questo, non possiamo che rispondere uniti, facendo tesoro delle pratiche e delle intelligenze che tutti abbiamo messo in campo per difendere i nostri territori e la nostra dignità.

Difendere i nostri territori oggi non è più da considerarsi solo come una pratica locale, ma assume forme concrete di autodifesa sociale del presente di un numero sempre maggiore di persone.
Di fronte a chi nega anche i minimi diritti costituzionali ed oggi intende riscriverne i principi cardine, non possiamo non rispondere, perché ne va del futuro e della libertà di tutti e tutte.
A partire da noi, ripartendo dalle nostre lotte, invitiamo i movimenti, le realtà territoriali e di lotta ad un’ assemblea nazionale che si terrà nella terra ribelle della Valle di Susa il 16 e il 17 luglio 2016, con l’intento di costruire una mobilitazione nazionale comune.

Movimento Notav

Val Susa: oggi operazione dei carabinieri contro i No Tav – SOLIDARIETA’ A TUTTI E TUTTE!

Solidarietà a tutti e tutte i NO TAV che per l’ennesima volta subiscono la repressione poliziesca che cerca ancora e in ogni modo, anche i più vigliacchi, di intimidire, spaventare, e smorzare gli animi di chi lotta per salvare il proprio territorio e il futuro di questo paese.

Nonostante i ripetuti tentativi che da più di 20 anni mettete in atto non siete e non riuscirete mai a fermare l’intero movimento NO TAV, perchè andremo avanti tutti e tutte insieme, ognuno nel proprio territorio, fino alla vittoria!

Solidarietà a tutti e tutte da tutti gli uomini e le donne che si oppongono al Tav Brescia-Verona.

E’ iniziata stamattina sul presto in Valsusa un’operazione giudiziara da parte dei carabinieri contro diversi No Tav con la perquisizione anche della Credenza di Bussoleno e del presidio di Venaus (pare dispensando numerose minacce).

Protagonisti di questa vicenda 8  attivisti No Tav del Comitato di Lotta Popolare di Bussoleno e degli NPA.  Gli agenti si sono recati in maniera prepotente nelle abitazioni dei ragazzi e, oltre alla perquisizione degli oggetti personali di ognuno, sono anche state fatte delle perquisizioni personali (spogliati nudi) tentando di umiliarli e intimorirli . In seguito, sono stati portati tutti tra le caserme di Susa e Rivoli  e li  a quattro di loro sono sono stati notificati gli arresti domiciliari con tutte le restrizioni, mentre agli altri l’obbligo di firma giornaliero.

Appena saputa la notizia, sono subito arrivate da parte degli abitanti di Bussoleno dimostrazioni di solidarietà.

L’episodio incriminato è un’azione di solidarietà svoltasi a Bussoleno il 17/09/2015, a seguito di una cena degli NPA in Clarea, quando un attivista  li presente era stato inseguito e fermato in paese per un “controllo” e diversi altri No Tav, saputa la notizia, erano accorsi per vedere cosa stesse capitando senza però mai far precipitare la situazione.

Ricordiamo che in quell’occasione specifica alcuni agenti, oltre ad aver aggredito verbalmente le persone presenti, erano scivolati in squallidi luoghi comuni  razzisti del tipo ” Ho avuto meno problemi con rumeni e albanesi che con voi”. Inoltre di fronte alla normale reazione della gente della valle ad affermazioni di quello stampo, uno di loro ha risposto ” Se ci fosse il fascismo non ci sarebbe il problema della vostra protesta”.

A tal proposito ci fa sorridere che proprio una delle frasi che li avrebbe infastiditi al punto da applicare misure cautelari, è stata proprio “Siete dei fascisti”, considerando poi anche il fatto che negli uffici dei Carabinieri di Susa pare che spuntino qua e la calendari del duce e spillette fasciste.

La militarizzazione di quel giorno della Valle dopo l’iniziativa degli NPA e l’azione giudiziaria di oggi hanno il sapore dell’intimidazione verso chi  continua a mantenere costante l’iniziativa in Clarea, ed è un evidente segnale del fatto che chi sta a difendere il fortino giorno e notte, sia stanco e frustrato. Se da una parte infatti abbiamo la questura che mette in campo operazioni politiche assolutamente sottotono per cercare di indebolire il movimento, dall’altra abbiamo i carabinieri che fanno operazioni in pompa magna giusto per dimostrare che ci sono e sono attivi sul territorio e nella degradante difesa di quel cantiere illegittimo.

Ma come sempre sapremo rispondere come merita…inutile dire che anche questo ennesimo tentativo di intimidazione non ci spaventa e continueremo a lottare, come da 25 anni ad oggi, sempre a testa alta!

Solidarietà a Giulia, Guido, Fulvio, Andrea, Luca, Giorgio, Stefano e Paolo! Avanti No Tav!