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Brescia – passerella di via Brozzoni: a loro piace agire nell’illegalità!

La nuova passerella di via Brozzoni, che collega via Zara a via Togni scavalcando i binari e resa necessaria dalla costruzione del TAV Treviglio-Brescia, è stata inaugurata il 22 settembre 2015 alla presenza del sindaco Emilio Del Bono, gli assessori ai Lavori pubblici e Mobilità Valeter Muchetti e Federico Manzoni e il direttore territoriale produzione di Rfi Aldo Isi.

A novembre 2015, dopo che la passerella è utilizzata da tempo, la stessa Rfi chiede una proroga dei termini, e il 14 dicembre presenta una richiesta di permesso di costruire in deroga per manutenzione straordinaria. Risulta pure che nello stesso mese abbia presentato domanda di sanatoria.

Quanto al collaudo è ancora in attesa di essere effettuato, chissà quando visto che la metro di Brescia è entrata in esercizio nel 2013 ed è stata collaudata nel 2015.

In tutto questo, grazie all’attenzione Angelo Piovanelli, già consigliere comunale e presidente regionale dell’An- mil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) che voleva capire i motivi della preclusione ai diversamente abili della passerella ogni giorno attraversata da tantissime persone, si viene a scoprire il misfatto.

Il 10 novembre scorso Piovanelli ha presentato allo Sportello edilizia una domanda di «accesso agli atti» per conoscere il progetto, verificarne le autorizzazioni e il certificato di collaudo.
La richiesta gli è stata negata con una motivazione che infondo non ci stupisce così tanto:  «Siamo spiacenti di comunicare che non è possibile consentire l’accesso alla richiesta di permesso di costruire di cui all’oggetto – gli hanno scritto gli uffici – poiché la stessa è stata archiviata per improcedibilità a causa del mancato invio della documentazione integrativa richiesta dallo scrivente. Non è pertanto possibile produrre gli atti richiesti con la domanda di accesso».

Com’è possibile che non ci sia alcun documento se la passerella è stata rifatta? Come si fa a non rispettare le norme antibarriere architettoniche per un’opera che si appoggia su suolo pubblico?

In risposta la Loggia attraverso l’ufficio stampa conferma vistose irregolarità: si scopre così che la prima domanda prodotta da Rfi, proprietaria della metà sud del sovrappasso, risale al giugno dell’anno scorso. Quando finisce sul suo tavolo, la commissione Edilizia chiede documentazione integrativa, che non viene fornita. Per gli uffici comunali non ottemperare alla richiesta «è motivo sufficiente per non rilasciare il permesso di costruire, ma l’opera viene realizzata comunque» dice la Loggia e il 22 settembre a inaugurarla con tanto di ufficialità c’erano tutti: sindaco e assessori compresi.

Per aggiungere una ciliegina sulla torta la Loggia ha anche aggiunto che “trattandosi di edilizia privata e non pubblica, non c’era obbligo di rispettare le norme antibarriere“.

 

Quindi si, la nuova barriera sarà anche più bella e illuminata, ma non è utilizzabile dai disabili e dai più anziani, è illegale e costruita per un opera inutile, dannosa, costosa e chissà che caso, tra i capostipiti del sistema dell’illegalità.

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