Durante la giornata di sabato 22 dicembre 2012 sono state distribuite per le vie del centro storico di Brescia le palline natalizie del gruppo NO TAV BRESCIA. L’evento “Facciamo girare le palline della Tav” ha come scopo prioritario quello di informare e sensibilizzare i cittadini bresciani riguardo al passaggio della Tav in città. Sono state quindi distribuite ai passanti centinaia di palline, da poter appendere al proprio albero di Natale, contenenti alcune basilari informazioni sul progetto della Tav a Brescia. Nello specifico vengono riportati i dati riguardanti gli imbarazzanti costi del lotto Treviglio-Brescia ed i “costi” della tratta specifica della città, che ad oggi, ammontano, prima di tutto, a più di 50 persone espropriate della loro casa.
L’iniziativa nasce dalla volontà di rendere concreto e tangibile il disagio ed il malessere di molti cittadini di Brescia e provincia,conseguentemente ai lavori dell’alta velocità nel nostro territori.
Questo evento, che segue a distanza di pochi mesi l’evento musicale “Stop that train” dello scorso ottobre, porta la firma del gruppo NO TAV BRESCIA che per l’occasione lancia il suo nuovo sito web informativo, www.notavbs.org.
“Facciamo girare le palline della Tav” vuole essere anche un momento di vicinanza, in un periodo cosi delicato come il Natale, a quelle famiglie che sono colpite direttamente dal passaggio dell’alta velocità a Brescia e che vedranno, il prossimo anno, le proprie case espropriate ed abbattute.
Un’ulteriore iniziativa informativa composta che mira, in secondo luogo, a rimuovere lo stereotipo del manifestante No Tav. Perché NO TAV è soprattutto informazione.
Archivio mensile:Dicembre 2012
Facciamo girare le palline della TAV
In occasione del Natale il gruppo NoTAV di Brescia si troverà in Piazza Loggia Sabato 22 Dicembre 2012 alle ore 15:00 per distribuire le palline da appendere all’albero di Natale per non dimenticarsi cosa significa l’Alta Velocità.
Il libro nero dell’Alta Velocità
Ebbene si, questo libro parla di TAV. E non ne parla con toni entusiastici, anzi. Aspettate, non cambiate pagina. Fermatevi un attimo. Potreste pentirvi. Questo libro parla di TAV ma non di NoTAV (tranne un paio di paginette a metà libro, ma nulla più). Siete ancora qui? Incredibile come i media vi abbiano spaventato sulla Val Susa. Sbagliate, sbagliate di grosso.
Ma non siamo qui per parlare di questo.
Ivan Cicconi si laurea a Bologna presso la Facoltà di Ingegneria. E’ noto come uno dei maggiori esperti di infrastrutture e lavori pubblici. Giusto per farvi capire… E’ stato Capo della Segreteria Tecnica del Ministero dei Lavori Pubblici, membro del Consiglio di Amministrazione dell’ANAS, professore a contratto nelle facoltà di architettura delle università La Sapienza di Roma, del Politecnico di Torino ed alla Università LUISS di Roma. Ha svolto attività di ricerca per il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), per l’ENEA (Ente Nazionale per le Energie Alternative), per il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) e per l’UE (Unione Europea) in programmi di assistenza per organismi di paesi dell’America Latina (Mercosur, Argentina, Uruguay).
Siete convinti che sia uno che sa il fatto suo?
Bene. In questo libro parla della Storia dell’Alta Velocità in Italia. Di chi ha pensato il progetto, di chi l’ha gestito e lo gestisce, di chi ne ha ricevuto in appalto la costruzione, di chi ha ricevuto il sub-appalto… Via via fino alla Val Susa ed oltre, anche della Milano-Venezia che sta stendendo le sue rotaie nella Provincia di Brescia mentre sto scrivendo.
Ora: so che se qualcuno lo leggerà (al di fuori della ristretta cerchia di chi ha capito che quello che succede in Val Susa è la più grande resistenza democratica degli ultimi anni) è perché si propone come un libro obiettivo. E lo è.
Il piccolo problema è che dice le stesse cose di tutti quei NoTav che odiate tanto, che vi spaventano. Le stesse identiche cose, non perché sia un sovversivo, ma perché conosce il problema dal punto di vista tecnico, tecniche che ha appreso anche dai Valsusini, che sono molto più preparati di questo Governo Tecnico.
Tecnico? Che battuta. Nell’Alta Velocità non c’è nulla di tecnico, se si vuole farla. Sono solo soldi. Che non andranno ai comuni cittadini, ma ai pochi furbetti che hanno capito come sopravvivere a Tangentopoli.
Se volete davvero informarvi su quello che sta succedendo, partite da qui. E’ la Bibbia con cui affrontare il dilemma dell’essere SiTav o NoTav.
Per quanto mi riguarda, siamo tutti NoTav.
Non solo un treno
L’opposizione della Val Susa al progetto della TAV, a causa della disinformazione sistematica a cui è stata sottoposta e al carattere “antagonista” che gli è stato attribuito hanno bisogno di voci che invece le diano la giusta dimensione e la giusta descrizione.
Molti sono i libri che hanno cercato di descrivere questo fenomeno, questa lotta estesa e continuata nel tempo (è cominciata nel 1991), che cercano di capire in quale modo sia possibile che la democrazia partecipata, una forma di autogoverno ancora più utopistica della democrazia rappresentativa, li sia diventata realtà. E che funzioni, perdipiù.
La prima parte di questa analisi viene condotta da Marco Revelli, storico e sociologo e professore di Scienze della Politica all’Università del Piemonte Orientale e co-fondatore di ALBA (Alleanza per il lavoro, i beni comuni e l’ambiente), che ne ritrae i caratteri sociali fondanti, le origini del movimento, la storia delle lotte e le loro giustificazioni.
La seconda invece è scritta dal magistrato Livio Pepino (membro fino al 2010 del Consiglio Superiore della Magistratura, ex consigliere di cassazione e presidente di magistratura democratica), analizza il fenomeno da un punto di vista giuridico, soprattutto denotando le gravi irregolarità legali che il progetto dell’Alta Velocità ha commesso per poter divenire realtà.
Molto interessanti sono anche le due appendici: la prima è “Origini e sviluppo del Movimento No Tav – Cronistoria 1989-2011″, che traccia molto velocemente le tappe fondamentali di questa lotta.
La seconda, a mio avviso ancora più importante, si intitola “La linea ad Alta Velocità Torino-Lione Governo e Comunità Montana a Confronto”. Prendendo spunto dalle domande che il Governo Italiano si è posto il 9 Marzo 2012 per giustificare ai cittadini che dovrebbe governare il perché spendere inutilmente miliardi di euro, pubblicano sulla pagina sinistra le risposte dell’amministrazione Monti, su quella di destra le risposte della Comunità Montana. In questo governo di tecnici e professionisti uno si aspetterebbe dati, analisi, risposte incontrovertibili. Invece quelli vengono dalla Comunità Montana. Nelle risposte del governo Monti, invece, ci sono dichiarazioni populiste e ad effetto, quasi mai giustificate da dati e da fonti, oppure sostenute da dati falsati e fuorvianti (quando non palesemente errati). Molto interessante questa appendice nel dimostrare che quando la democrazia è partecipata e informata, nessuno prende per il culo i cittadini.
Non solo un treno è l’ennesimo libro su questo incredibile Movimento No Tav, capace di resistere a tutti i governi che si sono succeduti difendendo il proprio territorio e gli interessi delle popolazioni contro quelli di pochi eletti (quasi sempre gli stessi).
Ho trovato più interessante “Il libro nero dell’Alta Velocità” di Ivan Cicconi, molto più tecnico e dettagliato nell’analisi dei dati (libro che spesso in “Non solo un treno” viene citato come fonte).
Ma se non sapete molto del problema dell’Alta Velocità in Val Susa questo libro è abbastanza scorrevole e piacevole da togliervi dalla mente quello che vi hanno fatto credere fino ad adesso senza nemmeno grandi sforzi.
Nel 2013 aprono i cantieri della TAV a Brescia
Il passaggio della Tav a Brescia non è più solo un progetto su carta. Italferr ha infatti pubblicato l’esito della gara che aveva come oggetto «l’esecuzione dei lavori per la realizzazione delle opere civili per la penetrazione della linea Av/Ac nel Nodo di Brescia e sistemazione a Prg della Stazione di Brescia», identificando la Società italiana per condotte d’acqua come soggetto aggiudicatario del bando. Traduzione: i lavori per la linea Alta velocità/Alta capacità si faranno, e partiranno presumibilmente dopo l’estate del 2013. Così, le 31 abitazioni di via Toscana «minacciate» dal progetto . che in quella zona prevede l’abbattimento di alcune palazzine per fare spazio a due nuovi binari e l’innalzamento di un muro fonoassorbente – saranno rase al suolo, e i loro abitanti costretti a trasferirsi. Questo se il comitato non li fermerà con una proposta alternativa che eviti l’abbattimento delle case. IL PROGETTO però va avanti, indipendentemente dalle intenzioni dei «No Tav» bresciani. L’azienda a cui è stata affidato l’appalto è la Società italiana per condotte d’acqua, che vanta una lunga storia e una vasta serie di progetti realizzati in Italia e all’estero. Oggi è presieduta dall’ex ministro della Funzione pubblica, Franco Bassanini, che guida il Consiglio di sorveglianza, mentre a capo del Consiglio di gestione c’è Duccio Astaldi, imprenditore 48 enne che presiede anche lo European International contractors. L’azienda è nata nel 1880, e dopo i primi decenni dedicati alla costruzione di acquedotti, dal secondo dopoguerra ha spostato la sua attenzione sui settori dell’edilizia, delle gallerie, delle ferrovie e delle metropolitane. Tra le opere più importanti già concluse si ricordano la linea A della metropolitana di Roma, la linea dell’Alta velocità Torino-Milano e Roma-Napoli e il traforo del Monte Bianco; tra i lavori in fase di realizzazione spiccano il Mose di Venezia e la nuova linea ferroviaria Tlelat-Tlemcen, in Algeria. Alla società romana è stato affidato il compito di realizzare l’ingresso dei binari della Tav in città, creando la bretella che partirà da Roncadelle e si ricongiungerà alla stazione passando per il Villaggio Violino, via Dalmazia, via Corsica e via Toscana. Della Tav si parla da anni: nel 2007 è stato presentato il progetto definitivo per la tratta Torino-Brescia, approvato l’anno successivo. Fino alla fine del 2010 c’è stato uno stop per mancanza di fondi; il Cipe ha poi sbloccato la situazione, e Italferr ha pubblicato il bando di gara che la Società italiana per condotte d’acqua si è aggiudicata grazie ad un preventivo di poco superiore ai 37 milioni di euro, contro i 49,1 milioni di base d’asta. L’ingegner Alessandro Baronchelli, responsabile del settore strade del Comune, ha chiarito le tempistiche per la realizzazione dell’opera. «Ora l’impresa ha sei mesi di tempo per presentare il progetto esecutivo, che dovrà poi essere approvato. Solo dopo inizieranno i lavori». Nel progetto sarà inserito anche il cronoprogramma dei lavori, che chiarirà in modo definitivo lo scadenzario degli interventi in città. NEL BANDO è inserita anche la sistemazione della stazione di Brescia secondo il Prg. «Verrà costruito un nuovo tunnel che sarà dotato di ascensori e che collegherà i binari dell’Alta velocità alla stazione ferroviaria e a quella della metropolitana» ha spiegato Baronchelli. Gli aspetti legati al Prg comprendono l’ipotesi di un secondo tunnel, che collegherà la stazione ai nuovi edifici e al parcheggio che dovrebbero sorgere in via Sostegno. Esiste già un accordo con le Ferrovie, che metteranno a disposizione aree di loro proprietà poste sul passaggio del tunnel a fronte della realizzazione della Tav. «Ma la sua costruzione sarà competenza del lottizzante», ha chiarito Baronchelli.
DAL BRESCIAOGGI
Stop that train: Sabato 27 Ottobre serata informativa nel quartiere di Via Toscana
- IL FRONTE DEL NO SCEGLIE MUSICA E IRONIA
LA SERATA. Nell’oratorio della parrocchia di Santa Maria in Silva
La provocazione: «Un cm di alta velocità corrisponde a 144 pirli, 360 the e a 240 vin brulè»
Una serata per dire «No» alla Tav. Se il progetto dell’Alta velocità sembra andare dritto per la sua strada, lo stesso fanno i Comitati sorti in opposizione al passaggio della linea in terra bresciana. Ieri sera, all’oratorio di Santa Maria in Silva di via Sardegna, si è tenuta una serata intitolata «Stop that train!», organizzata a sostegno di chi perderà la casa per il passaggio dei binari dell’Alta velocità in via Toscana: all’evento hanno partecipato in tanti, segno che la vicenda comincia a smuovere la sensibilità dei bresciani. Tre gruppi musicali hanno fatto da sottofondo alla serata, intervallati dagli interventi del Comitato di via Toscana e del Coordinamento No Tav del Basso Garda. Dalle 19 era attivo anche un ricco «aperitivo di beneficenza»: il ricavato andrà a sostenere le famiglie sfrattate.
All’interno della sala non mancavano i cartelloni che ricordano il costo dell’opera: quattro
centimetri di Tav equivalgono a un anno di pensione; tre metri a quattro sezioni di scuola materna; 500 metri a un ospedale con 1.200 posti letto; un chilometro equivale invece a un anno di tasse universitarie per 250 mila studenti, o a 55 nuovi treni per i pendolari. E non mancavano i cartelloni ironici: uno di questi ricordava che un centimetro di Tav corrisponde a «144 pirli, 360 the, 240 vin brulè». L’IRONIA AMARA è stata utilizzata da Maurizio Zanini, portavoce del Comitato di via Toscana, che ha commentato l’avviso pubblicato venerdì da Italferr sul nostro quotidiano, in cui si comunica la scelta dell’azienda che realizzerà i lavori della Tav a Brescia: «Era a pagina 44, e ho dovuto ingrandirlo a dismisura per renderlo in formato A4». Nel corso della serata sono intervenuti i membri del Coordinamento No Tav Basso Garda-Colline Moreniche, che hanno ribadito le loro ragioni in opposizione all’Alta velocità. «Il passaggio dei binari avviene in un territorio di grande valore ambientale, turistico e paesaggistico: i cantieri rovineranno tutto, con gravi danni anche al settore produttivo. A Lonato sarà costruito un tunnel di 7 chilometri che arriverà a Desenzano, e altri 2 saranno realizzati nel Veronese». Quella del Coordinamento del Basso Garda non è un’opposizione basata solo sul passaggio della Tav nel Bresciano: la critica
riguarda il progetto, impugnando anche la legge 228/1 del 1996 emanata dalla Comunità europea, che sollecita il riassetto delle vie ferroviarie prima di creare nuovi corridoi impattanti sull’ambiente.
«Ci opponiamo anche allo spostamento del progetto nel Mantovano: la Tav non è di alcuna utilità, e la Corte di Cassazione ha riconosciuto episodi di infiltrazioni mafiose in Val di Susa». L’intervento di Zanini ha ribadito il sentimento di sofferenza dei residenti di via Toscana: «Ci presentano belle statistiche, numeri destinati a essere cancellati con un bel tratto di matita. Ma dentro le case ci sono 70 cuori, 140 occhi che spesso piangono. E poi troveremo un centinaio di bambini della scuola materna che per mesi respireranno polvere, e 60 persone che avranno come “nuovo vicino” un bel muro». La speranza per i residenti di via Toscana è nelle parole del sindaco Adriano Paroli, che ha garantito loro il pieno sostegno. Domani sera il Comitato s’incontrerà per la prima volta con la Cooperativa La Famiglia, per verificare la possibilità di costruire nuove abitazioni per gli sfrattati.
DAL BRESCIAOGGIFoto di Matteo Biatta
Foto di Matteo Biatta
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Io voglio la mia casa, non la TAV
Intervento degli abitanti No Tav di via Toscana prima del concerto di Caparezza alla Festa di Radio Onda d’Urto, la Radio che da’ voce ai senza voce….
Sono anni che le cronache ci raccontano della lotta e della resistenza in Val di Susa contro la Tav. Oggi questa battaglia si combatte anche a Brescia e nelle nostre province. Perché la Tav riguarda anche noi bresciani in prima persona. Decine di persone, nostri concittadini, si ritroveranno espropriati delle proprie case e dei propri terreni per far posto all’alta velocità. E questa assurda verità l’ hanno appresa solamente tre settimane fa leggendo i quotidiani locali. Alcune di queste persone sono qui oggi per raccontarvi la loro storia e le loro paure. Questa che vi leggerò è la lettera di una di loro, a rappresentanza delle altre decine di persone coinvolte.
Ho 27 anni. Nel lontano 1988, mi trasferii con i miei genitori in via Toscana per la nascita di mia sorella Alessandra.
La scelta di vivere e comprare questa casa non fu casuale: mio padre e prima ancora mia nonna vivevano in questo quartiere da sempre. Mia nonna era praticamente nata con il quartiere Don Bosco.
Considerando che c’è gente che vive dalla fine degli anni ’50 in questo “frammento” di via nel cuore della città di Brescia, per molti di loro, ad oggi, resto ancora una “nuova arrivata”!
Ventiquattro anni non sono molti, però sono sufficienti ad un piccolo seme, piantato con mia madre nel giardino di casa, per diventare un maestoso albero di giuggiole, che forse pochi conoscono, e che ogni anno ci dona centinaia di frutti da raccogliere.
Pochi o tanti che siano, restano comunque anni.
Anni passati a giocare nella piazzetta davanti casa con amici e palloni, anni passati in giardino a studiare con i compagni di scuola, anni passati a giocare a palle di neve e a lanciarci con lo slittino dalla discesa dei garage, anni nei quali un gruppo di piccoli futuri uomini e donne organizzava spettacolini per il vicinato o bancarelle di oggetti usati, per comperare il gelato o adottare un gattino abbandonato.
Anni.
Tanti anni e infiniti ricordi che in questo momento fanno male. Molto male. Un male che viene dal profondo del cuore.
Con il passare del tempo molto è cambiato, sono cresciuta, mia madre è morta, persone si sono trasferite e di nuove ne sono arrivate, le nostre case verranno abbattute per far posto al “futuro”, all’alta-velocità, alla TAV.
E affermo “verranno” perché da quanto abbiamo appreso solamente tre settimane fa, e vi ripeto, solamente da tre settimane, sarà inevitabilmente cosi: un “disagio” indispensabile per la collettività ci hanno spiegato!
Questo vuol dire perdere la propria casa, vederla abbattere, perdere con essa mille ricordi, emozioni, affetti, perdere le proprie radici e anche la propria identità.
E tutto questo apprenderlo leggendo il quotidiano locale.
Un giornalista sensibile all’argomento qualche settimana fa ha scritto: “La casa non sono solo quattro mura… è qualcosa di più”. Non potrei riscrivere meglio questo pensiero.
Ora mi chiedo: è forse solo un “disagio” indispensabile per la collettività? Vi assicuro che per chi vive sulla propria pelle quanto sta accadendo, non è solo “disagio”!
In questa irragionevole condanna che ci è stata inflitta non sono la sola a pagare: con me altre decine di famiglie bresciane e non solo, vivono e apprendono in questi giorni questa terribile verità.
Decine di persone con storie e vite diverse dalla mia, unite a me da questa spaventosa realtà.
Le carte sono già state scritte, le decisioni sono state prese ancora anni fa a nostra insaputa, senza che nessuna autorità competente si facesse carico di avvisarci personalmente e spiegarci quanto stava accadendo, negandoci in questo modo la possibilità di appellarci e replicare.
A noi cittadini bresciani, prima che italiani, resta solamente accettare quanto deciso per noi?
Io voglio continuare ad abitare dove 24 anni fa i miei genitori decisero di vivere e crescere la propria famiglia, nella casa costruita non solo da mattoni, ma da sacrifici e ricordi.
Se veramente ci toglieranno le case e le abbatteranno, tutto questo dove andrà a finire?
Ci hanno assicurato che le nostre case verranno liquidate, ma si può “rimborsare” o rimpiazzare con i soldi tutta questa mancanza?
Che valore hanno le persone e i loro sentimenti rispetto ad una nuova linea ferroviaria e ai giochi di potere?
La mia pianta di giuggiolo, troppo grande e radicata nel terreno per essere trapiantata, che fine farà?
Chi risponderà a queste mie domande?
Noi bresciani combatteremo senza sosta per salvare le nostre case e il nostro passato!
Qualcuno un giorno scrisse: “…Senza passato non c’è futuro”.
Ciò è ancora vero nel Paese “libero” nel quale vivo chiamato Italia?
Io, a 27 anni, ci voglio ancora credere. E lotterò finché potrò per continuare a crederci.
Valentina Zanini
Il treno sbuffa: la TAV bresciana si fara’ strada tra le palazzine di Via Toscana la vita delle persone…
Di Valerio GardoniLe vicende della TAV (treno alta velocità) sono ben note a tutti.E’ quasi un decennio che gli abitanti della Val Susa e migliaia di sostenitori si battono contro il progetto dell’alta velocità che bucherebbe lo loro vallata (compresa la galleria dove ci sono sia amianto che uranio). La TAV e i NO TAV hanno riempito le cronache dei giornali con cadenza continua, senza mai cedere. A volte con cortei pacifici, altre volte con scontri violenti.Ci sono stati incidenti, attivista caduto da un traliccio, blocco di giorni della viabilità, manifestazioni di ogni genere, persino campeggi estivi. Tutto però succedeva “lassù sui monti, tra valli in fior”. Lontano dalla quotidianità, tutti ascoltavamo le notizie o leggevamo sui quotidiani. Magari solo i titoli per tenerci aggiornati della situazione incandescente in cui vivono dei nostri connazionali valligiani. Girato pagina si passava alle altre notizie, magari più nostrane. Quasi come se il tracciato quel treno super veloce dopo la Val Susa si dissipasse nel nulla… E’ successo anche all’amico Maurizio Zanini, bresciano volontario da una vita per l’America Latina. (Ha partecipato alle prime missioni in Ecuador del progetto BCC Cassa Padana). Maurizio e i suoi vicini di casa in via Toscana a Brescia la TAV l’hanno vissuta ![]() Maurizio al telefono ha la forza di ironizzare quando gli chiedo: ma dove passano i binari? – Da qui, tra la cucina e la toilette. Così quando dovrò andare in bagno dovrò attraversare i binari!- La notizia è passata da porta a porta più veloce della TAV, gli abitanti del quartiere si sono allarmati e dopo una ricerca veloce hanno scoperto che tutto era in programma, binari ed espropri compresi. La TAV investirà in pieno le palazzine di via Toscana, sulle loro macerie, passeranno i binari diretti a oriente. Circa 25 famiglie sfrattate, gli altri si ritroveranno con un muro di 4 o 5 metri alla finestra del salotto. Sembra che tutti gli addetti ai lavori e politici sapevano, ma nessuno si era preso la briga di comunicarlo agli abitanti del quartiere. Qui a differenza della Val Susa, non si tratta di terreni o frutteti, ma di vite. Esproprio significa sradicare delle famiglie dalla loro quotidianità. Molti di loro in via Toscana ci sono nati e cresciuti, i loro figli vanno a scuola insieme e alla domenica si ritrovano a tirar calci al pallone all’oratorio del quartiere. Ci si conosce tutti e la vita si è sgranata con le solite tribolazioni, qualcuno ha fatto un mutuo per darsi un alloggio, non sarà la Reggia di Caserta, ma è frutto di una o due vite di lavoro. Di dignità.Sul lungo progetto dell’Italfer (Gruppo Ferrovie dello Stato) sono solo 4 o 5 cerchiolini rossi, da demolire. In mezzo ai cerchiolini ci sono storie di gente comune che non pretendeva risarcimenti per essere cacciata altrove, ma tranquillità. Ora si sta formando in fretta un comitato, la TAV interessa anche altre zone della città e periferia. C’è da giurarci che a sud di Brescia cominceranno a sventolare le bandiere “NO TAV”. |
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