Il comunicato degli imputati/e notav letto al processo in aula bunker

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Di seguito Il comunicato degli imputati/e notav letto al processo in aula bunker prima di abbandonare l’aula e andare verso Giaglione dove alle 12 è fissato il ritrovo per andare tutti insieme in Clarea. Alla lettura del comunicato, con il solito disappunto da parte dei pm più volte palesato, gli imputati escono con i cori del pubblico.

Il comunicato:

Questo processo, sin dai suoi esordi, si è palesato non come un dibattimento volto all’accertamento dei fatti e a stabilire eventuali responsabilità, ma come un dibattimento a senso unico, quello della procura torinese, in totale assenza di arbitri imparziali.

La scelta stessa di quest’aula – scelta più volte giustificata come mancanza di maxi-aule per infine svelarsi per quello che era: una precisa scelta politica – lo dimostra. La pesante militarizzazione dell’aula, i pesanti controlli e le perquisizioni all’ingresso, la registrazione (e la duplicazione) dei documenti d’identità del pubblico presente non sono altro che espedienti per creare un clima di pericolosità sociale intorno al movimento NO TAV volto a condizionare l’opinione pubblica sulla legittimità di provvedimenti sempre più pesanti. Non a caso si è passati dalle comuni imputazioni di resistenza a quelle di terrorismo.

L’ammissione come parte civile di ben tre ministeri – interno difesa ed economia -, cosa mai accaduta in presenza di semplici reati di resistenza e lesioni, è prova di come questo clima, costruito ad arte dalla procura torinese, trovi nel tribunale la sua legittimazione e la benedizione dei vari governi del TAV.

All’inverso la non ammissione, come testi della difesa, dei tecnici NO TAV è l’ennesima riprova di come si voglia condurre il processo su binari prestabiliti, presentare cioè quanto è accaduto nelle giornate del 27 giugno e del 3 luglio 2011, estrapolandolo da ogni contesto reale e senza tentare minimamente di comprendere le motivazioni e le ragioni degli imputati. Si vuole processare il movimento NO TAV senza che si parli mai del TAV.

Il modo stesso in cui sono regolati e limitati i diritti della difesa –  il reiterato rigetto di ogni istanza difensiva, l’impossibilità di conoscere (e quindi poter citare) i nomi dei dirigenti delle forze dell’ordine nelle giornate per cui siamo accusati, l’impossibilità di poter controinterrogare i testi dell’accusa su argomenti di cui i PM non hanno già posto domande, l’impossibilità di valutare l’attendibilità dei testi nel caso di agenti che hanno redatto relazioni di servizio usando le medesime frasi – sono per noi la dimostrazione di quanto tutto sia già stato deciso e il dibattimento rappresenti solamente una formalità necessaria.

La fretta stessa con cui si vuol giungere alla sentenza, il ritmo imposto da tribunale – con udienze massacranti di diverse ore, inframmezzate solo da una brevissima pausa per il pranzo, tenute con una già pesante cadenza settimanale ottenuta solo dopo la protesta unanime dei difensori, non disposti ad accettarne due la settimana – rappresenta un grave impedimento all’esercizio del nostro diritto alla difesa.

Il reiterato divieto da parte del tribunale di ascoltare gli imputati – negando loro quasi sempre la parola e invitando i carabinieri ad allontanarli – sono la palese dimostrazione di come gli imputati non siano considerati degli attori comprimari del processo ma semplici comparse, indispensabili ma senza diritti, utili solo alla prosecuzione della rappresentazione.

Per questi motivi siamo giunti alla conclusione che qualsiasi sforzo generoso da parte dei nostri difensori sarà sempre vanificato dal clima di ostilità che si respira in quest’aula.

Pensavamo che il metodo con cui la procura torinese imbastisce le proprie inchieste contro il movimento NO TAV potesse essere messo liberamente in discussione in sede processuale da parte dei nostri difensori.

Pensavamo di essere processati per delle ipotesi di reato, ma ci siamo accorti – nel corso del procedimento – che siamo processati non per quello che potremmo aver fatto ma per quello che siamo.

Pensavamo di avere un processo normale in un tribunale normale, ma ci sembra – in quanto NO TAV – di essere sottoposti a un procedimento che si dimostra sempre più “speciale”.

Per queste ragioni abbiamo deciso oggi di disertare questo processo.

Abbandoniamo quest’aula, lasciandovi liberi di sperimentare i nuovi metodi di procedura legale da usarsi contro il movimento NO TAV, e ce ne andiamo in Val Clarea, luogo simbolo della nostra resistenza alla devastazione della Val Susa, per testimoniare ancora una volta la nostra determinazione e il nostro impegno in questa lotta.

 

LIBERI TUTTI LIBERE TUTTE

Sono passati oramai 7 giorni dal nostro arresto. In tutta Italia ci sono state manifestazioni di solidarietà e di risposta a quanto accaduto. Colpisce però, in questo contesto, l’assordante silenzio delle istituzioni. L’attenzione dei media mainstream è “chiaramente” concentrata sul fatto del momento: è arrivato Matteo Renzi e arriverà tra poco un nuovo governo. Senza passare per le elezioni, questo nuovo messia della politica italiana prenderà in mano la situazione, per provare a salvare il PD e l’intero baraccone della politica istituzionale italiana, in tremenda crisi di consenso. Primo passo, infatti, cambiare le regole del cosiddetto “gioco democratico”, che di democratico oramai ha ben poco e ne avrà ancora meno, attraverso meccanismi che sanciranno il fatto che una esigua minoranza possa governare indisturbata nel nome della stabilità e della governabilità. Ma stabilità a che pro?
Stabilità nell’affermare i principi dell’austerità. Nella privatizzazione dei servizi e nella vendita dei beni comuni. Stabilità nell’aggressione al territorio e alle nostre vite. Stabilità nel rendere le nostre vite sempre più schiave della produttività e delle esigenze delle imprese. L’idea è chiara: attraverso il ricatto della disoccupazione renderci ancora più precari e disponibili, metterci tutti contro tutti in regime di concorrenza spietata dentro il grande mercato globale.
Stabilità allora corrisponde anche a far calare il sipario del silenzio attorno alle lotte, a chi si dichiara incompatibile con tutto questo, a chi si ribella e vuole cambiare. A queste intenzioni bisogna rimandare, a nostro avviso, l’operazione di polizia e carabinieri che 7 giorni fa a colpito gli attivisti dei movimenti per il diritto all’abitare della città di Roma e contemporaneamente, quelli del movimento dei disoccupati e dei precari napoletani. In atto c’è, dunque, un attacco a quei movimenti che hanno avuto la capacità di prendere parola e di lanciare contro i potenti e le loro lobby, la sfida di un cambiamento reale. Non è un caso, che fra le persone a cui sono negate, oggi, libertà ed agibilità, ci siamo noi. Le persone che hanno chiesto la piazza per la manifestazione del 19 Ottobre scorso per dar vita alle calde e meravigliose giornate di Porta Pia. Dagli atti giudiziari che sono giunti alla nostra attenzione, è evidente, la costruzione tutta politica dell’operazione, siamo coscienti del fatto che si tratta di una operazione studiata ed orchestrata e tavolino per metterci a tacere. Del resto sono passati ben 5 mesi dai fatti che ci vengono imputati. In questi 5 mesi abbiamo partecipato a decine di manifestazioni, scritto comunicati e contribuito alla stesura di delibere. Solo ora si accorgono della nostra grande pericolosità?
Nel denunciare questo, però, vogliamo esternare e rendere pubblico ciò che ci stupisce e ci rammarica maggiormente. Nella normalizzazione targata Renzi, sembrano essere finiti in tanti.
Ricordi.
Quando abbiamo incontrato il ministro Lupi con la piazza di Porta Pia gremita eravamo in compagnia del Sindaco di Roma Marino e del suo vice Nieri: per oltre un’ora abbiamo provato tutti a convincere il ministro che non si poteva più aspettare per avere subito un blocco complessivo degli sfratti e poi un piano per l’emergenza abitativa. Ricordiamo tutti anche la risposta, chiusa e negativa da parte del Ministro, la delusione di tutta la delegazione, la rabbia della piazza, il sindaco fra i manifestanti. Tutto veniva rinviato alla conferenza stato – regioni, fissata poi per il 31 Ottobre.
Ricordiamo anche fitte telefonate ricevute dai rappresentanti della giunta regionale del Lazio, i tanti incontri che hanno preceduto la manifestazione del 31 Ottobre, quello con il presidente dell’ANCI Fassino, tutti facevano intravedere la possibilità che qualcosa di nuovo potesse accadere, che venisse fermata la strage degli sfratti ed offerta una risposta alla miseria dell’emergenza abitativa. Aspettative, speranze, coraggio. Alla mente il pensiero, nitido, di una nostra delegazione che nel pomeriggio del 31 Ottobre dopo i fatti della mattina, mentre eravamo tutti e tutte nonostante la stanchezza ancora a piazza Montecitorio, ha incontrato a largo Chigi, il ministro Kyenge anch’essa presente alla conferenza unificata stato regioni sul tema della casa. Fra le persone colpite dai provvedimenti della magistratura, ironia della sorte, c’è anche chi ha partecipato a questo incontro.
Ancora ricordi.
Ricordiamo il nulla di fatto sul fronte del governo. Gli sforzi fatti sul terreno locale in attesa di un provvedimento governativo sempre annunciato ma mai realizzato. I tanti autorevoli incontri, passati e recenti, prima e dopo questo fatidico 31 Ottobre, avuti con il Prefetto di Roma, con gli esponenti della Giunta della Regione Lazio, con quelli del Comune di Roma. Le manifestazioni e poi ancora i tavoli. Alla fine i primi risultati con l’approvazione della Delibera Regionale per l’emergenza abitativa.
Risultati che abbiamo percepito come frutto della tenacia di tante donne e di tanti uomini provenienti da paesi e realtà diverse che hanno avuto la forza e la capacità di auto – organizzarsi, di costruire, di lottare. Risultati che abbiamo considerato, in una certa misura, anche come il frutto di un confronto fra noi e le istituzioni, complesso per le differenti opinioni e punti di vista, reso difficile dalla grave situazione sociale, ma comunque vero. Un confronto, soprattutto, reso possibile e costruito attorno all’idea che le questioni sociali, i bisogni ed i diritti negati, le lotte, MAI potessero essere trattati come temi giudiziari e/o di ordine pubblico. Pena, varcare la soglia di una democrazia già ristretta e senza ossigeno ed entrare dentro la dimensione di un vero e proprio regime.
Oggi avvertiamo che questa soglia, non solo a Roma, la si sta varcando. Ed il rischio non riguarda soltanto le sorti dei movimenti, per fortuna solidi e vivi; ma anche chi è ancora “spettatore/vittima” delle ingiustizie sociali e politiche di questo sistema. Riguarda tutte e tutti noi.
Di fronte a questo, crediamo, nessuno può evitare di scegliere da che parte stare, ora e subito. Se criminale è chi specula sulla nostra città e sulle nostre vite, chi cementifica ed affama, chi produce devastazioni e nocività; chi nega il diritto allo studio, alla salute, alla casa e al reddito; chi uccide l’ambiente ed i nostri territori. Oppure se criminali siamo noi, che tutto questo combattiamo.
Per questo, abbiamo deciso di intraprendere, da oggi, l’unica forma di lotta che ci sembra praticabile ed efficace nella nostra condizione: lo sciopero della fame.

Liberi Tutti e Libere Tuttelotte sociali
Casa Reddito Diritti Dignità

Luca Fagiano
Paolo Di Vetta

TAV e Agenda Setting: che combinazione! di Massimo Zucchetti ( scienziato borderline )

Il 18 feb­braio 2014 verrà ricor­dato — per il Movi­mento NOTAV — come la gior­nata delle STRAORDINARIE COINCIDENZE e della pro­fe­zia di Carlo Frec­cero imme­dia­ta­mente avverata.

In prima serata, verso le 21:00, il Con­tros­ser­va­to­rio Val­susa (un orga­ni­smo nato per  cer­care di for­nire ade­guati stru­menti di stu­dio e infor­ma­zione sulla que­stione Alta Velo­cità, dato che il cosid­detto “Osser­va­to­rio” è coman­dato, domi­nato e gestito dai SITAV) man­dava in onda al Cir­colo dei Let­tori di Torino un Incontro/Dibattito:

Il Tav e i media: quale infor­ma­zione? Pre­sen­ta­zione della ricer­che di alcuni stu­diosi sugli orien­ta­menti di Cor­riere della Sera, La Stampa e La Repub­blica sul Movi­mento NOTAV.
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I risul­tati delle ricer­che degli stu­diosi di media Irene Pepe, Mau­ri­zio Paglias­sotti e Mas­s­simo Bonato sono molto appro­fon­diti e non dovreb­bero rias­su­mersi in poche parole: infatti, al fondo di que­sto arti­colo, sono repe­ri­bili tutti i docu­menti e le pre­sen­ta­zioni (scritte e video) dei partecipanti.
Tut­ta­via mi per­metto di scri­vere alcune mie impres­sioni veloci, dato che sono stato presente:
  1. L’analisi sta­ti­stica delle PAROLE uti­liz­zate dai tre gior­nali sud­detti sul tema del Movi­mento NOTAV dimo­stra chia­ra­mente il loro atteg­gia­mento bia­sed, che poi in lin­guag­gio nor­male signi­fica schie­rato, in maniera net­tis­sima, con­tro il Movi­mento ed a favore dei poteri forti (Stato, Poli­tica, Poli­zia, Magistratura).
  2. L’opinione pub­blica dipende dall’Agenda Set­ting. Che vuol dire: il pub­blico cono­sce, attri­bui­sce impor­tanza o ignora quello che i media ren­dono noti­zia­bile. I media ci dicono su quali cose pen­sare qual­cosa.
Que­sta seconda impres­sione non è mia: sono le parole di Carlo Frec­cero, esperto di comu­ni­ca­zione che non credo debba essere ulte­rior­mente pre­sen­tato. Il suo è stato un par­lar tal­mente chiaro che mi sono per­messo di inclu­dere il suo breve inter­vento come fil­mato qui sotto.
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In seconda serata, verso le 23:00, è andato in onda un Comu­ni­cato all’ANSA di sedi­centi “Nuclei ope­ra­tivi armati (Noa)”, che annun­ciano addi­rit­tura “la lotta armata di libe­ra­zione” con­tro la linea di alta velo­cità  Torino-Lione e “con­dan­nano a morte” quat­tro per­sone a loro dire coin­volte a vario titolo nel pro­getto TAV.
Debbo dire innan­zi­tutto che era dif­fi­cile, nella selva di sigle e siglette di gruppi ever­sivi armati degli anni set­tanta inven­tarsi ancora un acro­nimo effi­cace: già sono “presi” BR, NAP, NAR, SAM, NCC, ON, AN, PL, FNR, MAR, PCC, TP, MRP, AR, BC, BAD, BE, COR, CPV, CoCoRi, COLP, CPM, FRC, EDP, GARC, EPL, FCA, FCC, FARO, FCC, FPL, FPLP, GR, GC, GMC, GP, GAP, GAP-EPL, LAC, LAP, MAS, MCR, MPRO, NAC, NACORI, NACT, NAPO,  NCT, NDC, NCGP, NIPR, NORA, NPC, NPO, NTA, NP, NPPA, OOC, PA, PCPM, PL, PFG, PAC, PAIL, PCO, RAF, RCA, RAP, RP, RP, SN, SAC, SAP, SOA, UCC, API, BB, BAS, DIN, KET, FAR, FNR, GS, MAR, MIA, MPON, TP, RDV. Fonte WIki­pe­dia. Ini­ziava a diven­tare difficile.
Ma ora, a pochi giorni dalle mani­fe­sta­zioni nazio­nali pre­vi­ste per il 22 feb­braio con­tro la repres­sione dei movi­menti, in piena campa­gna di rac­colta fondi per le spese legali del MOVIMENTO NO TAV, in un momento di grande rilan­cio della lotta civile, popo­lare, non­vio­lenta con­tro lo spreco delle risorse e con­tro le grandi opere inu­tili e impo­ste, che uni­scono i resi­stenti di tutt’Italia e dell’Europa, ecco spun­tare i NOA, con frasi da ter­ro­ri­smo anni 70 che cer­ta­mente bol­lano chi le ha scritte come un cri­mi­nale (ad esem­pio, minac­ciare di morte quat­tro per­sone è reato, anche se poi non lo si mette in atto)
E pun­tuali, i media obbe­di­scono all’Agenda set­ting:

Io trovo tutto que­sto straor­di­na­rio: il tem­pi­smo della mano­vra e il trat­ta­mento della noti­zia da parte dei media con­fer­mano al 100% quanto ho scritto sopra. Io non sono un mass­me­dio­logo, ma è un dato facile. Nes­suno dei media main­stream riporta con altret­tanta evi­denza la smen­tita netta del Movi­mento NOTAV, che ancora fidu­cio­sa­mente si ostina a emet­tere “Comu­ni­cati Stampa”:Rispe­diamo al mit­tente que­ste deli­ranti fol­lie.

Quando va bene, la noti­zia viene in coda, come sul Fatto Quo­ti­diano.

Bene. Com­pli­men­tan­domi con i ricer­ca­tori del Con­tros­ser­va­to­rio, che hanno visto con­fer­mate le loro tesi nel giro di poche ore, cedo la parola a Carlo Frec­cero e provo ad aggior­nare Wiki­pe­dia, Aggiun­gerò la voce “NOA Nuclei Ope­ra­tivi Armati”: “NOA (Nuclei Ope­ra­tivi Armati) è una sigla che è ripor­tata in un comu­ni­cato ano­nimo inviato alle agen­zie di stampa nel feb­braio 2014, dove — annun­ciando una ‘lotta di libe­ra­zione armata con­tro l’alta velo­cità Torino-Lione’ — si pro­fe­ri­scono deli­ranti minacce con­tro quat­tro per­sone che secondo il comu­ni­cato sareb­bero coin­volte a diverso titolo nel pro­getto TAV. Il Movi­mento NOTAV ha imme­dia­ta­mente smen­tito qua­lun­que con­nes­sione con gli esten­sori del comu­ni­cato, dei quali ai fatti si ignora iden­tità, pro­ve­nienza e appar­te­nenza. L’episodio è al vaglio degli inqui­renti che hanno annun­ciato mas­sima atten­zione”.

Non è che ci voglia poi molto a ripor­tare cor­ret­ta­mente una notizia.

http://ilmanifesto.it/storia/tav-e-media-rispondiamo-coi-dati/

“IL MOVIMENTO NO TAV HA RIDATO DIGNITA’ AL PAESE”

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Durante la seduta di oggi per il processo relativo alla rimozione dei sigilli della baita costruita dal Movimento NoTav in Clarea (Chiomonte), l’avvocato Cristina Patrito ha pronunciato un arringa molto coinvolgente ed appassionata che qui di seguito riportiamo nella versione testuale. Uno dei passi più rilevanti riguarda il ringraziamento fatto al Movimento NoTav  riconoscendogli il contributo dato per ridare dignità al Paese. Le argomentazioni portate a sostegno della legittimità della resistenza che si fondano nella Carta Costituzionale, non solo convincono ed appassionano ma danno anche spunto per riflessioni più profonde in relazione al modello di Democrazia che i Padri Costituenti  volevano lasciarci.

ecco il testo:

“Allora. Io vorrei cominciare con quello che non è un discorso, non vuole assolutamente essere un discorso di pura retorica o di sterile ideologia. E’ un discorso, secondo mè, a cui io tengo particolarmente e che comunque ritengo necessario per dare una concreta contestualizzazione dei fatti. E allora io voglio cominciare, sinceramente, ringraziando il Movimento NoTav. Io voglio ringraziarlo perché ha ridato al Paese una dignità che nel palazzo del potere, mi sembra evidente anche ultimamente, è ormai decisamente, definitivamente persa. Vorrei ringraziarlo perché ha ridato un ruolo a quello che è il fondamento di ogni cambiamento sociale e cioè un forte legame alla propria terra, alla propria storia, ai propri compagni di lotta. Ha ridato un ruolo al la passione civile, all’interesse civile alla passione civile. Vorrei ringraziarlo perché da 20 anni , dal 1989 con il comitato Habitat, da vent’anni si batte contro un legame micidiale di potere mediatico, di potere economico ed ahimè di potere istituzionale. E’ il più alto esempio degli ultimi vent’anni di democrazia dal basso. E’ il più alto esempio degli ultimi vent’anni di resistenza, ed il termine resistenza non deve essere guardato, ascoltato con perplessità o con diffidenza. Soprattutto per noi operatori del diritto il termine resistenza e di interesse enorme, è appassionante. Potrei fare mille citazioni ma, visti i tempi, visto un po l’aria che tira, io una citazione la farà, proprio sul diritto di resistenza e cito non un pericoloso anarco-insurrezionalista o un facinoroso, Dossetti, era un giovane appartenente alla Democrazia Cristiana. Nel ’46, neppure conosciuto ai dirigenti della Democrazia Cristiana, eppure Giuseppe Dossetti con grande passione partecipava per la Democrazia Cristiana all’Assemblea Costituente. Il 3 dicembre del ’46 presenta un progetto che prevede all’art. 3 e passerà poi all’Assemblea Costituente al Comitato dei Settantacinque, prevede l’articolo 3 il diritto di resistenza da inerire nella carta Costituzionale. Un art. 3 che recita “la resistenza individuale e collettiva agli atti  dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali, i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino”. E questa è la versione un po più sobria della Costituzione Francese del ’46 che all’art. 21 giunge a dire, “qualora un Governo violi le libertà o i diritti garantiti dalla Costituzione la resistenza, sotto ogni forma, è il più sacro dei diritti e il più imperioso dei doveri”. Il dibattito intorno a questa proposta, che poi viene accolta e viene portata nel progetto della Carta Costituzionale è un dibattito veramente appassionante e se sono intervenuti intellettuali, Padri della Patria, Gramsci, Togliatti ma io citerò, resto su questa linea, io citò Aldo Moro. Aldo Moro, decisamente non un grande ribelle, Ecco, Aldo Moro, e lo cito perché Aldo Moro si rivolge a noi, si rivolge al legislatore, si rivolge a lei, perché Aldo Moro dice nel suo intervento, si trova facilmente su internet, e sono tutti, lo ribadisco, di grande interesse. Aldo Moro dice, questa disposizione offrirebbe al legislatore penale e al giudice penale una sponda indispensabile per evitare che vengano sanzionati comportamenti sperati ad una difesa, ancorché extragiuridica, di diritti fondamentali. Il dibattito è stato lunghissimo, poi si è deciso di non inserirlo nella Carta Costituzionale perché implicito nella Carta Costituzionale stessa, perché implicito nell’art. 1 laddove dice che la sovranità popolare si esercita nei limiti e modi stabiliti dalla Carta Costituzionale e questi limiti e modi sono l’art. 9  e l’art. 32 della Costituzione, la tutela dell’ambiente, la tutela della salute. Sono intervenuti tutti sul TAV, sul Si Tav, il No Tav, e io questa mattina ho pensato, magari potrei citare un Si Tav, potrei citare un intellettuale famoso che si è pronunciato, nel senso del dire “la TAV si fà”, la TAV peraltro, ed è Massimo Cacciari. Massimo Cacciari ha detto il TAV si deve fare, il Tav va fatto, tutti abbiamo capito, tutti abbiamo capito, che il TAV è inutile, è dannoso, è una spreco di risorse ma va fatto. Ciononostante,  va fatto perché la maggioranza, non so quale sia la maggioranza a cui si riferiva Cacciari, comunque, la maggioranza ha deciso, la Democrazia non è un assemblea permanente. Allora, questo concetto di Democrazia per cui la maggioranza schiaccia la minoranza e toglie  ogni libertà alla minoranza non è Democrazia. Imparare la democrazia, Zagrebelsky, questa maggioranza semmai sarebbe Democrazia assolutistica o terroristica, questa si, signori Pubblici Ministreri, terroristica. Il Movimento NoTav, è 20 anni che si batte, dal 1989 con il comitato Habitat, e in vent’anni ha raccolto docenti universitari, professori, studenti, contadini, cittadini, avvocati ha riempito e riempie, paesi di poche migliaia o addirittura poche centinaia di abitanti, riempiono intere sale quando ci sono le assemblee. E’ una, è un esempio, davvero, di grande Democrazia partecipata.”

Le manifestazioni e le iniziative del 22 febbraio in Italia

22-febbraio

Le manifestazioni e le iniziative del 22 febbraio in Italia

Torino: al mattino 6 piazze tematiche: Piazza Baldissera: Comitati Valli di Lanzo e Venaria, No tunnell, Venaria (si treni pendolari), Piazza Madama Cristina: CUB, Operatori Sociali Non dormienti (welfare), Porta Susa: Comitato Torino e Cintura (No inc., No tangest, No MUOS) – No devastazioni del territorio), Via Garibaldi: Case occupate – difesa della terra e contro il terrorismo di stato, Porta Palazzo: ore 10,30 No Tav autogestione – No opere inutili, Piazza Nizza ore 13: sportelli casa, occupazioni abitative – Diritto all’abitare

Alle 15 in corteo, partenza Piazza Castello.

Novara: presidio ore 14 Piazza delle Erbe

Ivrea: presidio di fronte al carcere in Corso Vercelli 165 dalle ore 9.00 alle 12.00. Alle 14 sotto gli uffici della Cogeis di Quincinetto, inplicata nella devastazione dei territori (costruzione della TAV e del Pirogassificatore di Borgofranco)

Grugliasco: camminata rifiutizer-notav ore 9,30 ritrovo viale Gramsci (angolo Via Sabaudia), ore 10.00 inizio camminata lungo viale Gramsci, ore 11 arrivo al parco della Resistenza e della Pace

Pisa: piazza sabato 22 febbraio alle ore 15,30 in Logge dei Banchi. Manifestazione cittadina contro crisi, povertà e sfratti

Trento: corteo No Tav ore 14,30 Piazza Dante

Trieste: manifestazione ore 16 piazza Hortis

Pavia: presidio alle 15:00 in piazza della Vittoria

Pistoia: Piazza Gavinana (il Globo) ore 9-19 presidio informativo

Roma: Valerio vive, la rivolta continua. Ore 17 Via Monte Bianco corteo.

Genova: ore 15 Piazza San Lorenzo presidio No Tav-Tezo Valico

Pozzolo (località brusadini): presso presidio No Tav terzo Valico, ore ore 12,30 polentata, ore 15.00 passeggiata fino al cantiere

Firenze: manifestazione ore 15.00 Piazza Torquato Tasso

Brescia: manifestazione ore 15.00 piazzale della stazione ferroviaria

Martesana: ore 9.00 volantinaggio mercato di Melzo, ore 11,30 mercato di Pioltello. Ore 13 appuntamento stazione Pioltello-Limito per raggiungere Piazza Garibaldi (Mi) per corteo regionale

Milano: giornata diffusa di azioni e blocchi a sostegno del movimento NO Tav e dei compagni arrestati. Piazza 25 Aprile, vicino a stazione Garibaldi ore 14 per corteo regionale.

Ravenna: Ore 9:30 Corteo, partenza P. za Gandhi (Porta Adriana)

Belluno: dalle ore 14 presidio/assemblea presso il piazzale della Stazione

Asti: piazza marconi / fronte stazione, h 15 (contro criminalizzazione dei movimenti, contro la devastazione dei territori, casa e reddito per tutti

Caltanissetta: corteo No Muos contro la repressione delle lotte, ore 9.30 in Piazza Falcone e Borsellino

Modena: ore 15 via Farini (sotto sede A.I.P.O.)

Reggio Emilia: Manifestazione

Adria: manifestazione di tutti i comitati contro la autostrada Ortre-Mestre (NoOrMe)

Perugia: h 16 presidio presso Colelstrada, Uscita E45 (ingresso centro raccolta comunale)

Bari: ore 13.30: Pranzo sociale all’Ex Caserma Liberata, ore 16.30: concentramento all’Ex Caserma Liberata per il corteo cittadino, ore 21.00 concerto degli U Papun

Bologna: piazza Ravegnana, sotto le Due Torri ore 15, manifestazione

Legnago (VR), sabato 22 febbraio 2014, Piazza Garibaldi

Pesaro: ore 16 piazzale Lazzarini

Cremona: presidio sotto la prefettura dalle ore 10:00 alle ore 12:30

Cosenza: piazza XI settembre ore 18,30 presidio

Albano: presso discarica di Roncigliano, presidio dalle ore 8,30

Barletta: h 18.30 c.so Vittorio Emanuele (Eraclio)

Marina di Carrara: dalle 14.30 in piazza Ingolstadt a Marina di Carrara presidio solidale con Chiara, Mattia, Niccolò, Claudio e con tutto il movimento No Tav contro le nocività e il saccheggio ininterrotto dei territori

Oriolo Romano, Viterbo: Via di sottocantina 9.00-13.00 Mercato contadino, 10.30 Dibattito con una Valsusina, 13.00 Pranzo a sottoscrizione per le spese legali dei NoTAV

Cesena: presidio itinerante per le vie del centro della città. Ritrovo ore 16.30 alla Barriera.

Savona: presidio e volantinaggio piazza sisto IV ore 15.30

Benevento: ore 16.00 a piazza Castello (Rocca dei Rettori) per una Critical Mass, quindi controlla la pressione delle ruote della bici e vieni a pedalare, alle 18.00 si terrà un presidio in piazza Federico Torre, lungo il Corso Garibaldi

Mantova: ore 10.00 piazza Martiri di Belfiore asta di (s)vendità pubblica sotto le poste contro privatizzazioni e svendità Cassa Depositi e Prestiti, ore 15.30 di fianco ex palazzetto dello sport (dove vogliono costruire Esselunga) presidio solidale con la lotta NO TAV contro la cementificazione e la devastazione dei territori.

Taranto: ore 19 presso la biblioteca popolare  di Via Garibaldi 210

Ventimiglia: piazzale della stazione ore 11

Livorno : manifestazione ore 16.30 Piazza Attias

Napoli : manifestazione ore 15.30 Piazza Garibaldi

Siracusa : ore 17 Largo XXV Aprile

 

FACCIAMOCI SENTIRE: ROMPIAMO L’ISOLAMENTO DI CHIARA, CLAUDIO, MATTIA, NICCOLO’

isolamento

Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia sono in carcere dall’inizio di dicembre 2013 con un’accusa assurda e pesantissima come quella di terrorismo.

Dopo essere stati trasferiti dal carcere di Torino nei reparti ad Alta sicurezza delle case circondariali di Roma, Ferrara e Alessandria, hanno subito il blocco dei colloqui (ristabilito per i soli familiari), la censura della corrispondenza e subiscono un regime di carcerazione ancora più duro di quello normalmente previsto per gli altri detenuti in Alta sicurezza, con l’isolamento totale (per Claudio) e il divieto di incontro e la riduzione delle ore d’aria (per Niccolò e Mattia).

Anche gli avvocati dei 4 notav hanno denunciato la situazione che stanno vivendo in carcere con un comunicato.

Facciamoci sentire attraverso lettere, email, fax e telefono chiedendo il ripristino dei loro diritti.

Scrivendo:

“Chiedo che a Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia vengano riconosciuti tutti i diritti previsti dall’ordinamento penitenziario, che vengano tolti dall’isolamento e vengano revocati i divieti di incontro e colloquio attualmente in corso”.

Il tutto va indirizzato:

  • Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino

Corso Vittorio Emanuele II, 130

10138 Torino,

Tel: 011.4327111 (centralino)

Fax: 011.4327206

E-mail: procura.torino@giustizia.it

 

  • Al Tribunale di Torino

Sezione dei Giudici per le indagini preliminari

Corso Vittorio Emanuele II, 130

10138 Torino,

Tel: 011.4327111 (centralino)

Fax: 011 4327582

E-mail: tribunale.torino@giustizia.it

  • Al Ministero della Giustizia

via Arenula 70 – 00186 Roma
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#22FEBBRAIO: GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE E LOTTA NEI TERRITORI – BRESCIA

Il 22 febbraio ci troveremo alle 15:00 nel piazzale della Stazione Ferroviaria di Brescia per lottare insieme:

CONTRO L’ACCUSA DI TERRORISMO E LA CRIMINALIZZAZIONE DI CHI LOTTA

CONTRO LO SPERPERO DELLE RISORSE PUBBLICHE

PER LA LIBERAZIONE DI CHIARA, CLAUDIO, MATTIA E NICCOLO’ E DEGLI ALTRI NO TAV IMPUTATI E INDAGATI

PER RILANCIARE LA DIFESA DEL TERRITORIO E LE LOTTE LOCALI

PER UNA SOLA GRANDE OPERA: CASA, SALUTE E REDDITO PER TUTT*!

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Il 22 febbraio è stata lanciata dal Movimento No Tav una giornata di mobilitazione e lotta dislocata ognuno nel proprio territorio. Il lancio di questa data è stato indetto dalla necessità di rispondere alla gravissima situazione giuridica che si è venuta a creare con gli ultimi arresti e alla fantasiosa accusa di “terrorismo” formulata dalla procura di Torino.

Si parla di circa 600 imputati, più di un migliaio di indagati, decine di persone sottoposte a varie restrizioni (obbligo o divieto di dimora, foglio di via), multe da centinaia di migliaia di euro, un processo contro 53 NO TAV condotto in un’aula bunker, diversi attivisti da mesi agli arresti domiciliari.
In questi numeri si può leggere l’accanimento repressivo contro il movimento NO TAV a cui va aggiunto il nuovo capitolo “terrorismo”: in una delle tante passeggiate di lotta contro il cantiere di Chiomonte lo scorso agosto alcuni attivisti NO TAV sono stati indagati per “attentato con finalità di terrorismo”, e sottoposti per questo a misure restrittive e pene molto pesanti. Questo episodio per la Procura di Torino rappresenta un “attentato con finalità di terrorismo”, mentre per il movimento NO TAV si tratta di DIRITTO ALLA RESISTENZA.
Questa forzatura giuridica rappresenta quindi l’ultimo vergognoso tentativo di reprimere un movimento sociale che, in vent’anni di lotta, ha saputo produrre un’eccezionale patrimonio di saperi, di esperienze e di pratiche, trasformandolo di fatto in uno dei simboli della resistenza e della lotta contro le politiche di austerità. Una minaccia, quella contenuta in questo teorema giudiziario, che riguarda tutte le lotte sociali che in Italia contestano e si oppongono alle imposizioni del governo.
Ma nell’inchiesta della Procura torinese si va ben oltre: vengono utilizzati per la prima volta in Italia articoli che definiscono “terrorista” qualsiasi forma di resistenza a quanto deciso dai poteri economici e politici. Ogni imposizione dello Stato, secondo i Pm Rinaudo e Padalino, ammette tutt’al più la lamentela, ma non l’opposizione attiva. Insomma, in questo tentativo di attaccare frontalmente il movimento NO TAV si sperimentano dei modelli che potranno essere applicati in futuro ad ogni forma di dissenso reale.

Per rispondere a questa ondata repressiva il Movimento NO TAV ha convocato per il 22 febbraio una giornata nazionale di mobilitazione e di lotta ognuno nel proprio territorio destinata “a tutte quelle realtà che resistono e si battono contro lo spreco delle risorse pubbliche, contro la devastazione del territorio, per il diritto alla casa, per un lavoro dignitoso, sicuro e adeguatamente retribuito. Una mobilitazione comune in solidarietà ai compagni di lotta incarcerati, ai compagni di lotta già condannati, a quella innumerevole schiera di resistenti che ancora deve affrontare il giudizio per aver difeso i beni comuni, una giornata di lotta alla quale seguirà il 14 e 15 marzo un appuntamento a Roma per la difesa e la legittimità delle lotte sociali”.

Anche a Brescia quindi useremo questa giornata per denunciare anche nella nostra città la costruzione del TAV, l’ennesima inutile grande opera che inciderà sul martoriato territorio bresciano. Un’opera lontanissima da un qualsivoglia criterio di gestione sostenibile della mobilità, così come viene rappresentata da tutte quelle lobby economiche e forze politiche (sindaco di Brescia compreso) che ne sostengono la realizzazione. Ma bensì, rappresenta un enorme spreco di risorse pubbliche utilizzabili diversamente e, probabilmente, una delle più micidiali truffe organizzate nella storia recente di questo Paese, confezionataci direttamente dai soliti inciuci tra partiti, mafie e lobby economiche. Basti pensare alle vicende giudiziarie (corruzione, associazione a delinquere, smaltimenti illeciti) che coinvolgono Italferr, la ditta che ha in carico la progettazione e la realizzazione delle tratte bresciane, e le intercettazioni telefoniche che hanno portato all’arresto di uno dei boss dei rifiuti lombardi, Locatelli, già pronto a sotterrare scorie e veleni nei cantieri della tratta Treviglio – Brescia. Ultima, ma non meno importante, la costruzione del Tav rappresenta l’ennesima occasione per creare nuove povertà attraverso espropri, cantieri decennali, consumo di suolo e devastazione ambientale.

Denunceremo nuovamente anche il sistema delle grandi opere e dei grandi eventi che si sono rivelati nient’altro che una delle espressioni di quella “dittatura della finanza” che, anche attraverso le politiche di austerità, sta facendo pagare direttamente a tutti noi il dramma della crisi. Un sistema che arricchisce enormemente alcune, sempre più esigue, minoranze e, di fatto, toglie le basi materiali per condurre una vita dignitosa a fasce sempre più vaste di popolazione. Welfare, casa, sanità, istruzione, mobilità locale, bonifiche ambientali (ecc.) vengono relegate, ormai da anni, ad ultima voce di spesa nelle agende dei governi delle “larghe intese”.

Lo spirito di unità e determinazione percepito a seguito della mobilitazione del 20 gennaio a Brescia, dove lotte solo apparentemente lontane hanno saputo fare fronte comune e trovare reciprocamente forza nel sostenere le proprie vertenze, ci ha portati a dar vita insieme a diverse realtà bresciane un’altra giornata di lotta che denunci lo spreco di denaro pubblico e la devastazione che le grandi opere rappresentano per la nostra città e il suo territorio, denunciando nuovamente il biocidio in atto a Brescia e nella sua provincia, ma sopratutto per ribadire con forza il diritto naturale e costituzionale a resistere e ad opporsi alle scelte governative che tengono solo conto degli interessi dei potenti, delle lobby, delle banche e delle mafie a danno della popolazione.

Il 22 febbraio ci troveremo alle 15:00 nel piazzale della Stazione Ferroviaria di Brescia per lottare insieme:

CONTRO L’ACCUSA DI TERRORISMO E LA CRIMINALIZZAZIONE DI CHI LOTTA

CONTRO LO SPERPERO DELLE RISORSE PUBBLICHE

PER LA LIBERAZIONE DI CHIARA, CLAUDIO, MATTIA E NICCOLO’ E DEGLI ALTRI NO TAV IMPUTATI E INDAGATI

PER RILANCIARE LA DIFESA DEL TERRITORIO E LE LOTTE LOCALI

PER UNA SOLA GRANDE OPERA: CASA, SALUTE E REDDITO PER TUTT*!

A FIANCO DI ANDREA

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Solidali con Andrea, da un anno costretto a recarsi in caserma ogni giorno, oggi a firmare ci andiamo pure noi!

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Oggi, una rappresentanza dei comitati di Vaie, S.Antonio e Chiusa, più alcuni amici di paesi limitrofi, ha accompagnato Andrea in caserma per la consueta firma.
A difesa della caserma, un blindato, una decina di uomini in antisommossa più i soliti Digos che ronzavano intorno.
E’ il vice comandante di Susa ad aprire il cancello ad Andrea, e l’occasione è  buona per poter esplicitare con le parole i motivi che ci hanno spinto ad accompagnarlo.

Dieci mesi, ovvero 300 giorni consecutivi di firme inutili in caserma. Così il nostro amico, abitante di Vaie e attivista del locale comitato, si è trovato a impegare una parte del suo tempo giornaliero.
Non ripetiamo l’assurdità di una restrizione su un fatto non commesso, e che comunque, anche se commesso, sarebbe solamente un banale litigio tra alcuni no tav e un poliziotto in borghese.
Sappiamo benissimo che le nostre motivazioni e rimostranze avranno poco eco negli uomini in divisa, ma il messaggio che riteniamo importante esplicitare con queste iniziative è che nessuno di noi che sta lottando per difendere la Valle sarà mai lasciato solo, e nel contempo che non riusciremo mai ad abituarci a dei provvedimenti di una procura orami smaccatamente faziosa.

Un pensiere anche a Giobbe, che per lo stesso episodio ha passato mesi ai domiciliari e solo adesso ha la possibilità di uscire di casa anche se con  l’obbligo di dimora.
Naturalmente l’iniziativa la ripeteremo quanto prima sperando che Andrea e i no tav ancora privati in varie forme della libertà, siano presto “tutti liberi”!

Aggiornamento raccolta fondi a Brescia

lotte sociali

Con l’iniziativa di ieri sera abbiamo concluso la campagna raccolta fondi per la Val di Susa. Nei giorni scorsi avevamo fatto due bonifici da 400 e 550 euro . Questa mattina un altro da 870.  In totale quindi 1820 euro a cui bisogna aggiungere i 1000  versati dai Cobas di Brescia.  In Valle dopo aver raccolto i 215.000 euro che verranno versati su un fondo di garanzia ( per risarcire LTF  ma solo , ed eventualmente, dopo la conclusione delle procedure processuali ) la raccolta fondi continua per coprire le spese legali e per il sostegno ai No Tav incarcerati colpiti dalle misure restrittive. Alle 18.00 di venerdi 14 febbraio il totale raccolto era di 267.860,96 euro.

Grazie a tutte le realta’ e ai singoli e singole compagne che hanno partecipato a questa campagna. Vi aspettiamo lunedi sera, alle 21.00 al Magazzino 47 per organizzare insieme la giornata del 22 febbraio.

Qui foto e video dell’iniziativa di ieri sera al Carmine

https://www.facebook.com/notav.brescia/posts/220377458166073

https://www.youtube.com/watch?v=Xi2zJNwXDX4#t=22

No Tav Brescia

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