Sabato 28 marzo a Brescia è sfilato un corteo molto colorato, determinato, compatto e pacifico, per rilanciare la primavera dei diritti dalla città, teatro di un’anomalia – quella di quasi l’80% di rigetti per la cosiddetta sanatoria 2012 – che deve essere sanata quanto prima. Un corteo che si è mosso in sintonia con tante altre piazze italiane (Torino, dove compagni e compagne hanno subito la dura repressione poliziesca nel corteo #maiconsalvini, e poi Bologna, Porta Pia a Roma, Palermo, Milano…tutte mobilitate nell’ambito dell’iniziativa nazionale diffusa sul territorio indetta dalla rete Abitare nella crisi)
La manifestazione, lanciata a livello provinciale, ha raccolto anche la solidarietà di diverse delegazioni da città come Bergamo, Milano, Cremona, Mantova, Verona, Padova, Vicenza, Trento, Treviso e Rimini. Presente anche un gruppo di No Tav dalla Val di Susa, guidato dalla storica attivista Nicoletta Dosio, nello spezzone organizzato dai No Tav Brescia.
Ascolta Nicoletta Dosio prima della partenza del corteo
Dopo i tre giorni di cariche, fermi e sgomberi dello scorso fine settimana, e la risposta determinata che è seguita alle violenze poliziesche, la Brescia meticcia, precaria e proletaria è tornata così a riprendersi le strade della propria città.
Una mobilitazione che ha visto al centro la lotta dei migranti per il permesso di soggiorno, anche se la militarizzazione di piazza Loggia, iniziata sabato 21 marzo, ha ampliato le rivendicazioni del corteo di sabato 28 marzo, che si è ripreso definitivamente l’agibilità politica e la libertà di manifestare nel centro storico cittadino.
C’è però di più, come annunciato dalla piattaforma rivendicativa della mobilitazione migranti e antirazzisti, in particolare dopo le strumentalizzazioni….xenofobe delle ultime ore: “La causa vera dell’insicurezza sociale – si leggeva nell’appello al corteo di sabato 28 marzo – che colpisce milioni di nativi e migranti è la clandestinità imposta dallo sfruttamento, la precarietà del reddito e del lavoro, gli sfratti (oltre 2mila all’anno a Brescia) per morosità incolpevole, la mancanza di tutele sociali. Ad alimentare l’insicurezza sono le leggi contro i lavoratori, i tagli ai servizi sociali, leggi razziste come la Bossi-Fini. Ad imporre la precarietà sono le politiche di austerità e i soldi destinati al malaffare delle grandi opere inutili, Tav ed Expo in testa: sono loro il vero problema sociale, non gli immigrati”
Per questo ieri, in piazza a Brescia, in migliaia sono sfilati per ribadire: “basta razzismo e legge Bossi-Fini, basta precarietà e austerità: permesso subito per tutti e tutte, perchè senza diritti non c’è sicurezza per nessuno”.
La lotta, comunque, non si ferma: oggi, domenica 29 marzo, per il nono giorno consecutivo si torna per le strade di Brescia.
Appuntamento dalle ore 17.30 in piazza Rovetta per un presidio.
Clicca qui per l’articolo sul #28m con gli audio da Radio Onda d’Urto
Qui invece il primo video realizzato da Ctv, la telestreet di movimento di Brescia: