L’alta velocità serve.
A chi e a cosa serva nessuno lo sa spiegare, dal momento che gli amministratori locali si tirano indietro di fronte a questa domanda e da chi costruisce queste opere non verrà mai fatto un incontro informativo per la popolazione per spiegarne i benefici.
Sicuramente siamo anche certi che quest’opera non sia conveniente, non per altro anche i francesi, ben più attenti degli Italiani a tal proposito, ritengono che non sia più un buon investimento, così come risulta dallo studio della Corte dei Conti di Parigi.
Non è nemmeno un progetto ben studiato e funzionale perchè una rete ad Alta Velocità nel modello italiano, francese, spagnolo e giapponese, cioè il modello che consente ai treni di andare oltre ai 270 km all’ora, risulta scarsamente conveniente perché limita l’uso dell’infrastruttura ferroviaria ad alta velocità solo ai treni ad alta velocità.
Mentre invece nel modello tedesco e inglese, sulle reti che loro definiscono ad alta velocità, che hanno un limite ai 270 km/h possono transitare treni che vanno fino a 270km/h e treni che vanno anche a 180-200 km/h. In questo modo basta un’unica linea per treni diversi: si risparmia sui costi di gestione e possono transitare treni diversi.
Consideriamo inoltre che solo il 6% dei passeggeri in Italia viaggia su linee alta velocità (sarà forse per il prezzo inaccessibile ai più?), il 94% invece sui treni pendolari, ridotti sempre più in condizioni vergognose. Viene quindi automatico, se tutto funzionasse in modo normale, capire che è per questa fetta di passeggeri, la stragrande maggioranza, che bisogna investire, andando a migliorare le linee già esistenti: questa sarebbe la grande utile opera pubblica, non l’alta velocità.
E come si poteva immaginare su questo punto casca l’asino: su questa tratta esiste già una linea di questo tipo, sottoutilizzata al momento ma ampiamente migliorabile con interventi meno costosi, più redditizi (non certo per chi vorrebbe costruire il TAV) e meno impattanti da un punto di vista ambientale.
L’alta velocità porterà via il traffico delle merci dalle strade.
La prima domanda che sorge spontanea allora è capire il motivo perché cui sia stata costruita la Bre.be.mi? Autostrada sulla quale ad oggi transitano 16.000 veicoli al giorno contro i 248.000 della A4.
In pratica un deserto, a quasi il doppio del prezzo e per di più senza pompe di benzina perchè nessuno ha partecipato alla gara d’appalto.
Appena aperta, la Bre.be.mi, si trova già in stato perdita e il disavanzo, ovviamente, lo sta colmando Regione Lombardia con i nostri fondi pubblici.
Inoltre, LE MERCI NON VIAGGIANO SU ALTA VELOCITA’ da nessuna parte, perchè non possibile per svariate ragioni.
Lo riconosce anche Michele Mario Elia, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, nell’intervista con il giornalista di Report che riportiamo di seguito:
PAOLO MONDANI: Cioè per parlare pane e salame, far andare sull’alta velocità anche le merci.
MICHELE MARIO ELIA: Sì.
PAOLO MONDANI: Io non ho mai visto un vagone merci sull’alta velocità… quando ci passerà?
MICHELE MARIO ELIA: Neanch’io.
PAOLO MONDANI: Eh… quindi siamo due, diciamo, che non l’hanno visto.
MICHELE MARIO ELIA: Neanch’io, purtroppo cosa le devo dire? Non essendoci una logistica forte in Italia, la concorrenza della strada è talmente forte che l’impedisce. Prima di dire perché non vanno sull’alta velocità, dico: perché le merci non vanno per ferrovie.
Se non fosse che questa gente invade le nostre vite ed il nostro territorio per fare i loro sporchi affari con fondi pubblici…ci sarebbe da ridere ad ascoltare simili dichiarazioni.
L’alta velocità serve per collegare i nostri territori in maniera più funzionale tra loro e con l’Europa.
La linea Brescia-Verona, per come è stata progettata ad oggi, non passerà per Brescia (nonostante la nostra amministrazione Del Bono prema perchè accada, anche perchè altrimenti come spiegare ai cittadini una Treviglio-Brescia che serviva per l’Expo ed è ancora in costruzione, se non prosegue nemmeno in uscita da Brescia?) , non avrà fermate sul lago di Garda (terzo polo turistico italiano), ma bensì fermerà a Montichiari, in mezzo alle discariche, per servire l’aeroporto fantasma Gabriele D’Annunzio che è uno scalo merci…ma se le merci non viaggeranno sull’alta velocità e il D’Annunzio non trasporta persone, a cosa serve una fermata a Montichiari?
Sembra follia, ma il problema che è la realtà di questo progetto.
I costi e i danni dell’alta velocità Brescia-Verona
L’alta velocità Brescia-Verona costerà 44 milioni di euro al chilometro (per ora, ma i costi sono previsti in aumento…) e la realizzeranno Pizzarotti, Condotte e Maltauro, tutte aziende indagate per rapporti con la mafia.
Distruggerà tra le altre cose circa il 40% dei vitigni del pregiatissimo Lugana, vino che esportiamo in tutto il mondo e che da lavoro a centinaia di persone, abbatterà decine di case e aziende che creano anch’esse tantissimi posti di lavoro.
E tutto ciò per quale scopo? Per quale utilità? Le persone che vivono questi territori hanno altri bisogni di primaria necessità considerando ad esempio che al momento abbiamo un tasso di disoccupazione oltre il 12%.
Le grandi opere non portano lavoro, come la storia ci insegna, perchè gli operai impiegati nella costruzione dell’opera sono persone che vengono da altri città, gli stessi che queste ditte si portano in giro nei diversi appalti, non è gente locale che grazie a nuove opere ha la possibilità di trovare lavoro!
Inoltre è un lavoro molto spesso pericoloso per la propria salute (si pensi all’amianto respirato in Val di Susa o al Terzo Valico durante i lavori), sottopagato e con orari tremendi: i cantieri TAV, come sta succedendo a Brescia, possono lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Le grandi opere però portano mafia.
Soprattutto in un territorio martoriato da discariche e cave come il bresciano, che ormai ha su di sé l’onta della definizione “terra dei fuochi del nord”, dove la mano della mafia è più che evidente e sulla quale attualmente il Procuratore Generale di Brescia, Pier Luigi Maria dell’Osso, sta per l’appunto indagando.
Gli espropri fanno arricchire.
Oltre all’incommensurabile danno affettivo e morale causato da questa violenza inaudita degli espropri, ricordiamo che solo il 2% del costo dell’opera è destinato agli indennizzi degli espropri, 2% che va ripartito anche nelle opere di compensazione ambientale. Fate un pò voi due conti….
Questi sono solo alcuni dei miti che volevamo sfatare per fare la massima informazione possibile, per fare capire a tutti e tutte che questo treno è solo un magna magna che fa arricchire chi sta dietro a questo sistema e che creerà non solo danni ma pure beffe a chi invece subirà i pesanti danni della costruzione di quest’opera.
Il CIPE se volesse è ancora in tempo a fermare quest’opera che sta arrivando alle battute finali, ma visto che sappiamo come vanno le cose quando di mezzo c’è malaffare e grandi quantità di soldi, dobbiamo essere noi cittadini ad informarci, ad essere pronti a denunciare le irregolarità e ad attivarci per fermare la distruzione dell’ambiente e della nostra economia locale.
E’ anche per questi motivi che sabato 9 maggio saremo ancora in piazza a Castelnuovo del Garda per dire ancora una volta: NO TAV!
E per gli scettici che ancora credono, come vogliono farci pensare, che ormai questo progetto sia deciso, che non ci sia più nulla da fare, consigliamo di venire insieme ad un’altra persona, così più siamo più capiamo che in tanti possiamo davvero fermarlo!