La privatizzazione di Ferrovie dello Stato: ecco come funziona!

La crisi sembra avere colpito a fondo anche chi fa affari con i soldi pubblici. Il TAV si farà, dicono, ma i soldi scarseggiano e non si sa bene dove trovarli. I cantieri slittano in avanti di qualche mese, nella speranzosa attesa che quei soldi da qualche parte saltino fuori, per poi poterseli dividere come da copione tra partiti, imprese, riciclatori di rifiuti che nessuno vuole e mafie di vario tipo.

E così partono le Grandi Opere 2.0.

Come possono allora gli amministratori del nostro Stato trovare una nuova torta da spartire? La storia si ripete, e diventa farsa, dice l’Ing. Erasmo Venosi; perché la notizia annunciata ieri (anche se nota da almeno un anno) della svendita dell’ennesimo pezzetto di patrimonio pubblico, il 40% delle Ferrovie dello Stato, sa di deja-vu. Sa di già sentito. Come se fosse giù successo. E infatti era successo. Qualcosa più di 10 anni fa, nel 1992, con la privatizzazione di buona parte delle aziende pubbliche statali (tra cui IRI, ENI, ENEL, EFIM, GEPI e Finmeccanica).

E a chi affidare questa svendita? Pare ovvio rivolgersi a chi già aveva lavorato così bene ai tempi, no? Gli advisors finanziari sono la Merril Lynch e lo studio legale Gottlieb, che secondo alcune analisi del 2010 di alcune associazioni di consumatori (Adusbef e Federconsumatori) sono costate ai consumatori, a causa dei rincari dei prezzi dei servizi, circa 170 miliardi di euro (qualcosa come € 9.270 a famiglia).

Advisors finanziari.

La Merril Lynch è una banca che nel 2008 è stata acquistata dalla Bank of America in una sorta di fallimento controllato dopo perdite di 50 miliardi di dollari in un solo anno per aver giocato un pò troppo nel mercato dei subprimes. Lo studio legale Cleary Gottlieb Steen & Hamilton, invece, è uno studio legale specializzato nella ristrutturazione del debito. Per citare due esempi illustri: l’Argentina del 2005, con la ristrutturazione di $ 81800000000 (quella dei bond, ricordate?) e la più grande ristrutturazione del debito sovrano di tutti i tempi, quello della Grecia nel 2012. Vedendo che fine hanno fatto questi due stati dopo il loro intervento non c’è da preoccuparsi. Sono una garanzia.

Adivisor industriale.

Per quanto riguarda invece l’advisors industriale delle FS sarà una compagnia temporanea guidata dalla McKinsey (il cui ex capo, Yoram Gutgeld, è onorevole del Partito Democratico e consigliere economico del presidente del consiglio) e di cui faranno parte Ernst & Young, Financial Business Advisors e The Brattle Group Limited Italian Branch.

La rete.

La rete viene valutata complessivamente 35 miliardi di euro, ma non si sa ancora se verrà scorporata con Grandi Stazioni (60% di FS), mentre la rete elettrica è già stata venduta a Terna Spa per un miliardo di euro. Nel 1992 la rete telefonica, Infostrada, dalle FS fu svenduta da De Benedetti per 740 miliardi di lire pagabili in 14 anni. Dopo pochissimo De Benedetti la cedette ai tedeschi di Mannesman per 14000 miliardi di lire e senza alcuna rateizzazione. Nel 2000 ENEL la ricompra dai tedeschi pagandola 11 miliardi di euro (22000 miliardi di lire) e sborsa anche 1,4 miliardi di euro per i debiti pregressi.

La vendita.

Ci sono ancora dubbi su cosa e quanto verrà venduto di Trenitalia. L’ipotesi di Messori, presidente del gruppo FS, è di mettere sul mercato il 40% di Trenitalia e un pezzo di rete soltanto, che pare essere proprio il pezzo di rete ad Alta Velocità, l’unico relativamente recente e remunerativo. Praticamente noi contribuenti che paghiamo le tasse stiamo pagando:
– i costi allucinanti della rete (i cui appalti sono stati affidati a trattativa privata);
– contratti di appalto per le linee BS/VR/PD e GE/MI che continuano ad esistere nonostante la Corte di Giustizia dell’Unione Europea li abbia dichiarati non conformi alle norme comunitarie;
– l’incremento dei costi di 2,205 miliardi di euro per il tratto BS/PD.
Ora le possibili entrate di tutti quei costi dell’Alta Velocità vengono vendute a privati, mentre tutti questi debiti continuano ad essere sulle spalle dello Stato Italiano, e quindi dei contribuenti. Debiti come il costo della TO/MI/NA/SA (45 miliardi di euro, a cui bisogna sommare gli interessi e le commissioni bancarie), o il costo della MI/VE (13 miliardi di euro), il costo delle linee alimentate a corrente alternata, il costo delle sottostazioni, degli elettrodotti che alimentano le linee ad alta velocità, il costo degli elettrotreni e delle locomotive bitensione. Le privatizzazioni sono sempre un affare, per chi compra. Perché chi compra compra la parte di utile in un’azienda, non quella dei debiti, altrimenti non comprerebbe. I debiti restano al Ministero del Tesoro. Allo Stato. A noi.
Benvenuti nelle Grandi Opere 2.0.

8/12: pullman da Brescia per la manifestazione nazionale NO TAV in Val di Susa!

 

 

 

 

Sono passati dieci anni da quando il popolo NO TAV della Val Susa con una grande manifestazione popolare liberò il presidio di Venaus circondato dalle ruspe e dai mezzi del primo cantiere del TAV imposto con la mera forza bruta da parte dello Stato e del governo di allora. L’8 dicembre 2005 rimarrà per sempre una data spartiaque per il movimento NO TAV e per la storia dei movimenti popolari che si oppongono alle grandi opere inutile ed imposte ed è la prova che le battaglie si possono vincere solamente se tutti e tutte saremo uniti ed unite contro questo sistema criminale e che vincere è possibile!
Il movimento NO TAV della Val Susa decide di ricordare questo decimo anniversario con un lungo week-end che culminerà con la data della marcia nazionale dell’8 dicembre.

Per il movimento NO TAV Brescia-Verona questa data assume ancora maggiore importanza in quanto pure qui c’è il rischio concreto che vogliano imporre questa inutile, dannosa e costosa opera causando danni immani nel Basso Garda bresciano e veronese. Dopo più di un anno denso di passeggiate, cortei, assemblee e iniziative si è arrivati alla possibilità di un ulteriore rinvio di questa grande opera ma la guardia non la abbassiamo e la lotta continua!
Proprio per questo l’8 dicembre ci saremo pure noi con un nostro spezzone per portare la nostra solidarietà attiva ai nostri fratelli e sorelle della Val Susa e per dimostrare che il popolo NO TAV va oltre i confini di quella valle ma è ovunque e la resistenza è un nostro dovere per difendere il nostro futuro e quello delle future generazioni!

Per prenotare chiamare Radio Onda d’Urto allo 03045670.
Il costo è di 15 euro e si paga direttamente sul pullman.

Il ritrovo è per le ore 6 in via industriale 10 a Brescia, davanti al csa Magazzino 47. Il ritorno è previsto in serata.pullman-notav

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Cantieri nel 2017? La lotta non si ferma finché il progetto non sarà ritirato!

Dopo aver appreso la notizia che i cantieri del TAV potrebbero essere rimandati a fine 2017 se non addirittura al 2018, come Coordinamento dei Comitati NO TAV Brescia-Verona non possiamo che esprimere da un lato la nostra soddisfazione per una battaglia che comincia a dare i frutti sperati, pur aspettando conferme più certe riguardo questa notizia.

In ogni caso rimandare di due anni cantieri che venivano dati per certi e avviati già a giugno di quest’anno, dimostra tutta la debolezza di un progetto che crea danni enormi al territorio bresciano e veronese, senza apportare concreti benefici.
E contro quest’inutile opera si sono mosse molte voci discordanti, anche se con obbiettivi e determinazione diversi: dai movimenti popolari come il nostro, ai Comuni, alle categorie imprenditoriali del Garda.
La decisa opposizione popolare e le decine di osservazioni presentate al consorzio Cepav2, incaricato di costruire l’opera senza un reale appalto pubblico, hanno di certo incrinato l’iter procedurale.

Riteniamo inoltre che elemento di grande difficoltà sia la sostanziale mancanza di fondi: i parziali stanziamenti a bilancio “di competenza” non saranno disponibili in cassa almeno fino al 2018…e tenendo conto del persistere della crisi economico-finanziaria i dubbi sulla reale disponibilità finanziaria futura sono ben fondati. Dall’altro lato non abbassiamo e non abbasseremo la guardia finché il progetto non verrà ritirato.
Troppi sono stati i proclami politici lungo l’arco di questo progetto che è ormai vecchio e superato e troppa l’arroganza dell’impresa costruttrice e di enti locali verso i cittadini che chiedevano di essere ascoltati e di essere tutelati, per poterci fidare delle parole uscite dal Ministero delle Infrastrutture riguardo all’ennesimo rinvio dei cantieri.
Parole pronunciate davanti ai Sindaci del basso Garda che per l’ennesima volta hanno chiesto di spostare il progetto sul potenziamento della linea ferroviaria esistente e che si sono visti rispondere ancora una volta “no”.

A questi Sindaci noi chiediamo di insistere e di portare avanti la richiesta del potenziamento della linea esistente: è un’alternativa valida e il momento di debolezza che sta vivendo il progetto della linea TAV va sfruttato fino in fondo per difendere i propri cittadini, l’economia del basso Garda e il proprio territorio.

Dal canto nostro, come movimento popolare, continueremo il percorso di contrasto all’opera attraverso percorsi informativi, iniziative culturali e agendo anche sul piano giuridico perché ricordiamo che il progetto TAV Brescia-Verona viola il diritto comunitario sotto diversi aspetti e in particolare sotto il profilo della gestione dell’appalto, affidato tramite la formula del “general contractor” a Cepav2 come previsto dalla legge Obbiettivo del 2001, legge definita “criminogena” dal Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone.

Ribadiamo quindi che la nostra lotta non si ferma e continuerà finché questo progetto costoso ed inutile verrà definitivamente ritirato.

Come Coordinamento dei Comitati No Tav Brescia-Verona parteciperemo l’8 dicembre prossimo alla manifestazione nazionale No Tav che si terrà in Val Susa e organizzeremo un pullman al quale tutti potranno partecipare.

Coordinamento No Tav Brescia-Verona

INVITIAMO CHI NON L’HA ANCORA FATTO A FIRMARE LA PETIZIONE PER CHIEDERE IL RITIRO DEL PROGETTO TAV BRESCIA-VERONA

SPEZZONE NAZIONALE GIOVANI NO TAV – CORTEO SUSA – VENAUS

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8 DICEMBRE 2005 – 8 DICEMBRE 2015

ORA COME ALLORA LA RESISTENZA CONTINUA

Sono passati 10 anni da quell’8 dicembre 2005 in cui, a Venaus, in tanti e tante hanno deciso, collettivamente e in modo determinato, di riprendersi quello che era loro di diritto. Molti di noi giovani quel giorno erano presenti, molti altri si stavano soltanto affacciando alla lotta No Tav. Resta il fatto che, per tutte e tutti noi, quelle giornate del 2005, rappresentano un esempio di lotta popolare fisso nella mente.

Da quel dicembre sono passati diversi anni.
Anni segnati da una crescita esponenziale della partecipazione (valsusina e non) alla battaglia del Movimento No Tav e da altrettanti momenti importanti e significativi in cui anche noi giovani abbiamo dato il nostro contributo in modo attivo: il periodo dei sondaggi e delle trivelle, l’epoca della Libera Repubblica della Maddalena con la resistenza al suo sgombero e il successivo tentativo di riprendere quel luogo tanto importante e la seguente lotta contro il cantiere del tunnel geognostico di Chiomonte, sono alcuni esempi tra i tanti.

Ma quello del Movimento No Tav non vuole essere solamente un sterile contrasto contro un treno o una linea ferroviaria ad alta velocità. È la lotta contro un modello di sviluppo considerato errato perché fonda le sue basi sul capitalismo e, di conseguenza, tra le altre implicazioni che esso porta, su un modo di gestione scorretto delle risorse economiche.
Attraverso molteplici manovre e misure i diversi governi che si sono succeduti alla “guida” dell’Italia, hanno portato il paese sull’orlo del baratro. La crisi, nonostante le belle parole di speranza che ci propinano ogni giorno politici e media, è, oggi più che mai, visibile e tangibile. Assistiamo quotidianamente a un impoverimento generale della popolazione italiana mentre sempre più denaro viene intascato dai soliti noti che non si tirano indietro nel riversarlo in qualcosa di inutile a scapito di quelli che dovrebbero essere diritti imprescindibili per ognuno di noi: diritto a una VERA buona scuola, diritto ad avere una casa, diritto alla salute e diritto alla salvaguardia dell’ambiente.

Quello contro cui si batte il Movimento No Tav, insieme a tante altre realtà presenti in ogni punto dell’Italia, è appunto questo modello di sviluppo (basato sullo spreco ingiustificato di denaro pubblico) che ci vogliono fare credere giusto e legittimo.
Ma per noi giovani non è così. Non è giusto sottrarre soldi a scapito di bisogni e diritti ben più importanti come, nel nostro caso, scuola e università e destinarli a piccole e grandi opere infrastrutturali troppo costose, inutili e per lo più dannose per la salute e l’ambiente.

Ogni euro speso per il Tav è un euro rubato alla scuola pubblica, alle università, alla ricerca, alla salute, alla difesa dell’ambiente e al diritto all’abitare.

Proprio per tutto questo, noi giovani No Tav continueremo a lottare finchè ce ne sarà bisogno. Non vogliamo e possiamo accettare che il nostro futuro sia deciso da altri sulle nostre teste. I rischi, siamo consapevoli, sono tanti, ma, crediamo non sia questo il momento di girarsi dall’altra parte e di far finta di niente davanti a una situazione così critica per la Valsusa e l’Italia tutta.

Pertanto invitiamo e chiediamo a tutte e tutti voi di partecipare allo spezzone giovanile e studentesco all’interno del corteo che si terrà a Susa il prossimo 8 dicembre alle ore 10 sulla statale n. 24 con partenza dal piazzale del cimitero.

Giovani No Tav

https://www.facebook.com/events/1059916570694229/

4-8 dicembre: 10 anni dalla liberazione di Venaus – iniziative in Val di Susa

A 10 anni dalla liberazione di Venaus torniamo a lottare insieme in Val di Susa, sicuri che queste nuove lotte che si sono diffuse sui territori, come quella contro la Brescia-Verona, possano a loro volta aiutare a intralciare questo meccanismo delle grandi opere e consapevoli che solo insieme possiamo davvero fare la differenza e vincere per un’altra volta.
E così per l’anniversario dell’8 dicembre in Valle ci saremo anche noi, perchè questo treno lo fermeremo ovunque, perchè insieme siamo più forti ma anche perchè lottare vivendo delle belle giornate in compagnia, tra sentieri e resistenza, ci da forza, quella forza che ci farà vincere contro il TAV una volta per tutte!

A breve forniremo maggiori informazioni per i pullman che partiranno da Brescia per raggiungere la manifestazione dell’8 dicembre e intanto condividiamo il programma anche dei giorni precedenti, ricchi di iniziative, momenti di incontro e di lotta.

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8 DICEMBRE 2005 – 8 DICEMBRE 2015

ORA COME ALLORA LA RESISTENZA CONTINUA

 

Programma delle manifestazioni

venerdì 4 dicembre:

– ore 18 apericena al cancello di Chiomonte
– ore 20 cena in Clarea organizzata dall’ NPA
– ore 21 passeggiata notturna al cantiere

sabato 5 dicembre:

– ore 14: gita in Clarea partenza campo sportivo di Giaglione
– ore 20: polentata a Venaus
– ore 21.30 proiezione “Immacolata liberazione” – “fermarlo è possibile” – “Venaus revolution”
SALONE BORGATA 8 DICEMBRE (tassativo no drink no food)

Inaugurazione mostra disegni Giovanni Russo sempre al polivalente di Venaus che rimarrà aperta fino a martedì 8

domenica 6 dicembre

– ore 14: concerto cori popolari
– ore 17: presentazione libro di Dante Alpe: “Viaggio nell Natura. Frammenti di vita in Valle di Susa”.
– ore 18: presentazione libro a cura dei Cattolici per la vita della Valle

· SALONE BORGATA 8 DICEMBRE (tassativo no drink no food)

– ore 20: pizza “bellavita” condivisa al presidio
-ore 21.30: “chi c’era racconta”: racconti ed emozioni di chi ha vissuto i giorni del Seghino e di Venaus del 2005.
SALONE BORGATA 8 DICEMBRE (tassativo no drink no food)

lunedì 7 dicembre

ore 17: Bussoleno salone Don Bunino assemblea di tutti i comitati che si battono per la difesa del territorio. Verrà discussa una proposta da portare avanti a livello nazionale sullo spreco di soldi pubblici per grandi e piccole opere inutili

martedì 8 dicembre
ore 10: corteo Susa-Venaus,
a seguire concerto Egin – Polveriera Nobel

Partecipiamo numerosi perchè questa lotta la vinceremo solo insieme!

IL TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI CONDANNA IL TAV

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Il Tribunale Permanente dei Popoli ha ‘condannato’ la Tav Torino-Lione. La sentenza è stata emessa domenica 8 novembre ad Almese, in Valle di Susa, nel palazzetto gremito di gente. E’ stata, quindi, accolta, la tesi del Controsservatorio Valsusa sulla violazione dei diritti delle comunità interessate. I giudici internazionali del Tpp, che hanno indicato una serie di raccomandazioni e hanno dato giudizi negativi su diversi aspetti, hanno ritenuto che le comunità locali sarebbero state estromesse da informazione e coinvolgimento.

Di seguito il testo della sentenza  

Il Tribunale Permanente dei Popoli, considerando i trattati su diritti umani e civili, sull’accesso agli strumenti di partecipazione, ritiene censurabili gli Stati che nel diritto e nelle prassi non garantiscono la partecipazione delle popolazioni locali.
Pertanto chiede a tutti gli Stati di dotarsi di queste norme, e di rispettare quelle esistenti..
Il TPP dichiara Illegittime queste condotte procedurali e lo denuncia all’opinione pubblica mondale.
Il TPP dichiara che in Valsusa si sono violati i diritti fondamentali sia di natura procedurale e di informazione sia per l’accesso alle vie giurisdizionali
Violati anche i diritti fondamentali civili, libertà di parola ed espressione.

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Accanto alla sentenza ecco le raccomandazioni:

– Il Tribunale Permanente dei Popoli raccomanda a Francia e Italia di sospendere i lavori della Torino-Lione e di attivare un confronto in cui venga presa in considerazione l’opzione zero.
chiede allo stato italiano di rivedere la Legge Obiettivo e lo Sblocca Italia, due provvedimenti che impediscono la partecipazione dei cittadini
– chiede al Governo Italiano la cessazione dell’occupazione militare e di non criminalizzare il dissenso
chiede all’Europa di revisionare i progetti delle Grandi Opere prendendo in considerazione gli interessi delle comunità locali.

Dai prossimi giorni tutto il materiale di queste giornate del TPP sarà disponibile sulla pagina web del Controsservatorio: http://controsservatoriovalsusa.org/

http://www.notav.info/documenti/tribunale-permanente-dei-popoli-la-requisitoria-finale-di-livio-pepino/

Qui la galleria fotografica dell’evento 

Aggiornamenti importanti sul TAV Brescia-Verona! Prossimo appuntamento 14/11 alla manifestazione NO TAV in Trentino!

Mercoledì 4 novembre si è tenuta a San Martino della Battaglia l’assemblea pubblica del Coordinamento No Tav Brescia-Verona che riunisce rappresentanti dei diversi Comitati No Tav della zona e che, con questa modalità di riunione aperta, apre le porte anche a persone esterne per consentire di informarsi e aggregarsi al percorso di resistenza al progetto di linea ad alta velocità Brescia-Verona.

Questa assemblea ha avuto il piacere di avere la partecipazione e la consulenza del Prof. Erasmo Venosi, fisico nucleare ed ex-vice Presidente della Commisione IPPC del Ministero dell’Ambiente.

Era inoltre presente Stefano dei No Tav del Trentino, il quale ha raccontato la situazione di resistenza della popolazione locale alla trivella che in questi giorni sta occupando il terreno pubblico per i carotaggi del progetto del Tunnel di Base del Brennero.

Erasmo Venosi ha presentato la situazione attuale del progetto e quelli che ne sono gli aspetti più problematici per il mancato adempimento di norme interne e comunitarie relativamente al progetto TAV approvato nel 2003 (ovvero: un’era geologica fa).

Gli aspetti attengono a:

1) VIA – Valutazione di Impatto Ambientale: il progetto non tiene conto dell’effetto cumulato degli impatti come previsto dal Testo Unico Ambientale. Il progetto TAV s’inserisce lungo un percorso già altamente denso di infrastrutture e antropizzato: autostrada A4, linea ferroviaria storica, tangenziali , abitazioni e aziende.

2) PIANO CAVE: le terre e le rocce da scavo rappresentano la maggior fonte di avvelenamento per il terreno, tenendo conto anche che nello scavo delle gallerie si utilizzano dei leganti chimici altamente inquinanti. Nel progetto di Cepav2 è totalmente assente un piano cave. Il rischio è quindi che, in un territorio già pesantemente carico di cave e discariche, si vadano ad aggiungere milioni di metri cubi di scavi che verranno trattati senza uno specifico progetto.

3) MODELLO DI CALCOLO DELLE EMISSIONI DELLE POLVERI, soprattutto quelle da cantiere: Cepav 2 usa un modello del tutto obsoleto ed il Ministero ha rilevato che va aggiornato.

4) VALUTAZIONE DELL’IMPATTO MAGNETICO: da un lato il Ministero richiede a Cepav 2 di rifare il monitoraggio e verificare se i valori di induzione del campo magnetico sono compatibili, dall’altro lato…questo aspetto importantissimo è stato rimandato alla redazione del progetto esecutivo.

5) VINCOLO ESPROPRI: nella fascia contigua alla linea TAV non è possibile costruire perché vincolata all’esproprio. Nel 2003 è stato approvato il progetto, pubblicato poi in gazzetta ufficiale nel 2004, il vincolo durava 5 anni ed è scaduto nel 2009, a progetto non avviato. Il governo Monti ha rinnovato il vincolo prolungandolo a 7 anni e scadrà il prossimo 6 giugno 2016. Se non verranno aperti i cantieri entro tale data, per Cepav2 saranno grossi problemi perché reiterare il vincolo per una terza volta è difficilmente accettabile per gli organi giurisdizionali, tenuto conto anche che la norma del governo Monti pone la possibilità di espandere il limite fino a 10 anni, ma a giugno 2016 si arriverà già a 12 anni di vincolo.

Ci sono poi gravi problemi di deroghe da norme del diritto comunitario e problemi di deroghe o mancato rispetto di norme di diritto interno:

a) RATING DI LEGALITA’ del General Contractor (Cepav2): il modulo dell’Autority della Concorrenza e del Mercato e del Ministero dello Sviluppo Economico prevede che il sistema bancario conceda il finanziamento del progettto al General Contractor (i soldi non li da direttamente lo Stato, li danno le banche ai quali poi lo Stato fornisce la garanzia) solo se c’è il Rating di Legalità. Dalla documentazione del progetto Tav Brescia-Verona non risulta che Cepav 2 abbia o che gli sia stato richiesto il Rating di Legalità.

b) Secondo il Decreto Legislativo 228/2011 l’analisi costi-benefici è obbligatoria. Cepav2 ha presentato l’analisi nel 2003, ora tale analisi va rifatta. L’analisi costi-benefici è un’analisi economica: quali saranno i benefici per la comunità derivanti da quest’opera in relazione ai costi economici che dovrà supportare? L’analisi finanziaria, invece, purtroppo non è prevista…perché sono investimenti che non avranno mai un ammortamento, le stime di traffico sono del tutto insufficienti e ciò significa che le perdite, già oggi prevedibili, di questa TAV verranno pagate da noi contribuenti. Ci troviamo di fronte sostanzialmente ad una redistribuzione di risorse pubbliche dal basso verso l’alto!

c) FINANZIAMENTO DELL’OPERA: i soldi non ci sono. E’ un finanziamento poliennale e nella tabella E della legge di stabilità sono allocate le risorse per gli investimenti in conto capitale. Quella tabella vale per un triennio: 2015, 2016, 2017. Per il lotto Brescia-Verona e Verona-Padova sono disponibili in conto capitale 2.800 milioni di euro…ma si tratta di allocazioni di competenza e non di cassa…potrebbero divenire di cassa nel 2018, oppure no. La situazione economico-finanziaria attuale è estremamente grave e inoltre ci sono i limiti del fiscal compact.

d) FISCAL COMPACT secondo il quale l’Italia deve rientrare del rapporto debito pubblico-pil dal 132% al 60% nell’arco di 20 anni…ciò significa che spazio per investimenti e risorse ce n’è ben poco e la realtà è che vengono tagliati 4 miliardi di euro alla Sanità e 18 miliardi di euro alle Regioni per mantenere in piedi progetti del tutto inutili e ingiustificatamente costosi come questo.

Nel momento in cui il Procuratore Generale della Corte dei Conti dichiara: “nelle opere strategiche c’è un 40% di sovrapprezzo” significa che sull’intero segmento da Milano a Padova c’è un “sovrapprezzo” di 6 miliardi di euro!

L’esempio concreto del gonfiamento degli appalti Tav sta nella costruzione della linea Tav Torino-Milano: la lunghezza di questa linea è di 112 chilometri e sono state costruite ben 412 chilometri di vie di accesso! Questa Tav ha raggiunto il massimo di spesa per costo unitario al chilometro di 65 milioni di euro…in un tratto completamente in pianura. Quando in Francia, per un tratto del tutto simile, raggiungono al massimo 15-20 milioni di euro a chilometro.

Sulla Brescia-Verona, per ovviare al reticolo viario interferito sono previsti 15 nuovi cavalcavia, 20 sottovie, 9 sottopassi poderali e 2 sottopassi ciclopedonali…ovvero una devastazione del territorio ed il costo al chilometro è, al momento, di 62 milioni di euro al chilometro.

In un gravissimo momento economico e sociale come questo riteniamo che questo progetto sia assolutamente da eliminare in favore di progetti veramente utili alla comunità.

Da un lato quindi il Coordinamento No Tav Brescia-Verona proseguirà con i propri strumenti di resistenza e di informazione, ma allo stesso tempo, trattandosi di un progetto che viola non solo norme di diritto interno, ma anche di diritto comunitario, ci saranno margini e possibilità di agire per richiedere l’intervento dell’Unione Europea in merito.

Inoltre è stato deciso collettivamente che sabato 14 novembre il Coordinamento No Tav Brescia-Verona porterà il proprio sostegno alla manifestazione indetta dai comitati No Tav del Trentino contro il Tunnel di Base del Brennero, il quale purtroppo non segue linee diverse e più corrette rispetto al Tav Brescia-Verona. I gruppi No Tav locali in questi giorni si trovano a dover resistere alla presenza di una trivella per carotaggi che è stata portata scortata da un’ingente scorta di celere e forze dell’ordine, come ci ha raccontato Stefano dei No Tav del Trentino. Gli attivisti, supportati dalla popolazione locale, hanno occupato per un giorno intero la trivella e nella fiaccolata indetta per sabato 31/10 hanno ricevuto il sostegno di ben 350 persone.

A breve infine pubblicheremo il calendario delle prossime iniziative in programma su tutta la tratta.

PER RAGGIUNGERE LA MANIFESTAZIONE NO TAV TRENTINO DEL 17 NOVEMBRE CI TROVIAMO ALLE 13:00 AL CASELLO DELL’AUTOSTRADA DI DESENZANO PER FARE UNA MACCHINATA NO TAV VERSO LA MANIFESTAZIONE! 

CARICHE E LACRIMOGENI CONTRO ATTIVISTI NO TAV A MATTARELLO

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CARICHE E LACRIMOGENI CONTRO ATTIVISTI ‪#‎NOTAV‬ IN TRENTINO. Questa mattina alle 6.30 gli attivisti #notav trentini si sono trovati a Mattarello per un assediogioioso all’ingresso del cantiere per la costruzione del Tav alle Novaline . Numerosi attivisti no tav stanno presidiando i due diversi accessi al cantiere, l’intento di oggi è impedire che la trivella per I sondaggi geognostici non entri in funzione. Due cordoni di attivisti hanno sfondato i blocchi di polizia ci sono state cariche e lancio di lacrimogeni. I

Il sondaggio della trivella è stato quindi bloccato per la seconda volta. Gli attivisti No Tav sono riusciti a circondare il cantiere e una persona si è arrampicata sulla trivella, un altra sul tetto di un furgone e altre sono arrampicate sulle recinzioni. La polizia ha caricato e sparato lacrimogeni per allontanare i manifestanti dal cantiere che ora sono tutti sulla strada per esprimere  ai ragazzi che stanno bloccando la trivella. Viene lanciato un appello per dare man forte!!!

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Di seguito il comunicato di lancio dell’iniziativa di questa mattina

Dalle 6.30 assedio gioioso alle Novaline a Mattarello!
Troviamoci e partiamo assieme!
Alle Novaline, da più di una settimana, è presente la trivella per sondaggi geognostici propedeutici alla realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità.

Gli abitanti che abitano in quella zona non sono stati né informati né hanno ricevuto notizie su quanto dureranno i lavori. Assieme al macchinario è presente un imponente schieramento di polizia in assetto antisommossa, polizia in “borghese” e addirittura la sorveglianza privata: dopo il blocco di un’altra trivellazione a Marco di Rovereto, è la prima volta che una trivella viene letteralmente scortata, un chiaro segnale per intimidire la popolazione e un altrettanto lampante messaggio di quanto faccia paura la contrarietà a quest’opera.

Tutto ciò avviene nel silenzio totale della Provincia, evidentemente accondiscendente e sostenitrice della grande opera.

Sabato mattina proponiamo di ritrovarci in piazza a Mattarello alle 6.30 e metterci in marcia verso la trivella cercando di ostacolare l’arrivo degli operai al cantiere.
Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore la tutela del proprio territorio, a dimostrare che il TAV è un’opera inutile e nociva, che porta solo devastazione ambientale e la militarizzazione del territorio.
Mobilitiamoci assieme contro l’arroganza di chi vuole imporre un’infrastruttura inutile per il futuro di questa valle e non solo.

Facciamolo assieme, percorrendo le strade assieme, confrontandoci assieme!

Facciamo vedere che il TAV e le sue trivelle possono essere fermate da tutti e tutte e che non siamo disposti ad accettare la devastazione del nostro futuro!
Saremo presenti fin dal mattino con un gazebo con cibo e bevande calde e materiale informativo su quello che viene definito il cantiere più grande d’Europa.

Torte e quant’altro sono le benvenute!

Per capire come vogliamo organizzarci, troviamoci venerdì 6 novembre alle 20.30sempre in piazza a Mattarello.

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Bomba nel cantiere TAV Treviglio-Brescia, domenica 8/11 sfollate 1.600 persone, ma saremo sicuri?

Risale alla Seconda Guerra Mondiale la bomba ritrovata la scorsa estate alla Piccola velocità nel cantiere della Tav Milano-Brescia.

L’8 novembre verrà fatta brillare, un’operazione che comporta lo sfollamento di 1.600 persone in un’area compresa tra il quartiere Primo Maggio e Chiesanuova.

Alcune domande sorgono spontanee non solo a noi, considerando la poca attenzione che in questa provincia viene data alla salute delle persone.
Siamo in pieno Sito di Interesse Nazionale Caffaro, che precauzioni verranno prese per evitare che l’esplosione diffonda nell’aria particelle di PCB? Ricordiamo che è da anni che chiediamo informazioni a tal riguardo e le amministrazioni ad oggi non hanno mai fornito dati e informazioni pubblicamente: saranno state fate le analisi corrette e i lavori avranno preso in considerazione la presenza di PCB nelle terre interessate dai cantieri?
E poi verrà effettuato un monitoraggio delle sostanze aerodisperse durante l’esplosione? Come, chi se ne occuperà? Se le cose dovessero andare “male” chi dirà agli abitanti di queste zone come comportarsi, pubblicando anche i dati reali del problema?

Quello che ad oggi è stato reso pubblico è che l’ordigno inglese pesa 113 kg ed è a innesto chimico, ragione per cui non è possibile spostarlo per farlo brillare. L’ordigno è dotato di cariche di tritolo e amatolo, oltre che di fosgene, un gas che provoca morte per emorragie interne e insufficienza respiratoria. Non a caso sembra venga richiesto l’intervento del Nucleo NCB Nucleare Batteriologico Chimico di Civitavecchia.

Maggiori dettagli dovrebbero essere forniti dalla Prefettura in questi giorni ma si sa già che a delimitare attorno alla zona che verrà sgomberata ci sarà un cordone di forze dell’ordine e protezione civile.

Alla fine si contano almeno una ventina di vie e strade che dovranno essere completamente sfollate: a queste si aggiungono un’altra decina di isolati in cui però ad essere messi in sicurezza saranno soltanto alcuni palazzi e numeri civici. Un’area circolare dal raggio di circa 800 metri.

L’elenco completo: Via Vergnano (il luogo del ritrovamento), Via Lecco, Via Bergamo, Via Sondrio, Via Chiesanuova, Via Oddino Pietra, Via Pavia, Via Como, Via Siena, Via Pisa, Via Arezzo, Via Spondi, Via Viterbo, Via Rieti, Via del Dosso, Via del Rampino, Via della Concarena, Via dell’Adamello e Via Lunga. Queste sono le strade in cui nessun civico sarà escluso.

Queste invece le vie che saranno sfollate solo a tratti: Via Orzinuovi (dal civico 71 al 131, dal 72 al 108), Via Fura (109-139 e 82-124), Via Firenze (17-67 e 20-86), Via Napoli (41-45 e 40-64), Via Genova (1-29 e 2-22), Via Noce (1-35 e 2-48), Via Roma (1-11 e 2-28), Via Rose di Sotto (183-283 e 32-78), Via Rose (19-43 e 14-36), Via Divisione Acqui (121-125 e 128-132), Via Sorbana (68-72).

Ci domandiamo se qualcuno però darà per una volta risposte oneste e reali alle nostre domande!

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Dal 5 al 8 novembre 2015 la sessione conclusiva del Tribunale Permanente dei Popoli

Sessione conclusiva del Tribunale Permanente dei Popoli dedicata a Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere.

Si terrà dal 5 al 8 novembre 2015 la sessione conclusiva del Tribunale Permanente dei Popoli (TPP)su grandi opere e diritti fondamentali dei cittadini e delle comunità locali.
La sessione si concluderà con una “sentenza” a cui guardiamo con speranza e ottimismo.
La Val di Susa sarà l’osservato speciale ma sarà in compagnia di altre realtà italiane ed europee: MOSE, MUOS, Notre Dame des Landes,…
Le conclusioni avranno un grande rilievo considerata l’autorevolezza di un organismo quale il Tribunale Permanente dei Popoli che gode di grande prestigio internazionale.
Faranno parte della giuria giudici provenienti da Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Cile e Colombia.
Saranno quattro giorni intensi da seguire con attenzione.

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