RFI smentisce Renzi: il 10 dicembre non ci sarà nessuna inagurazione! Ma noi #civediamoil10

Scoviamo a pagina 51 del Giornale di Brescia del 5 ottobre una precisazione di Rete Ferroviaria Italiana che contraddice quello che a partire da Delrio, passando per Mazzoncini (amministratore delegato di Ferrovie dello Stato) e arrivando allo stesso Renzi hanno pubblicizzato e dichiarato ovunque negli ultimi mesi.

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RFI DICHIARA CHE IL 10 DICEMBRE NON CI SARA’ NESSUNA INAUGURAZIONE DELLA STAZIONE DI BRESCIA.

E mentre la sagra delle contraddizioni, che dimostra ancora la poca trasparenza riguardo le grandi opere, continua e loro si decidono, non ci resta che dire che in ogni caso #civediamoil10!

Il tragico filo rosso tra terremoto del 26 ottobre, crollo del cavalcavia e grandi opere

di  Mattia Fonzi – NewsTown –Qual è il tragico filo rosso che unisce i territori di Genova, della Brianza, di Salerno, fino a Pisa e ai comuni terremotati della Valnerina e dei Monti Sibillini? La decadenza, in termini sia letterali che simbolici, delle infrastrutture e dei territori in Italia. E poi i milioni di euro, fiumi di soldi pubblici, impiegati male – per utilizzare un eufemismo – dalle classi dirigenti del Paese. Da decenni.Mercoledì scorso si è verificato il quarto forte terremoto in Italia negli ultimi sette anni e mezzo. Un sisma che non ha fatto decine di vittime solo perché la natura è stata “clemente” (si fa per dire), preavvisando una scossa forte con una meno violenta, avvenuta due ore prima.

Già dall’ora di cena, come già successo a fine agosto in occasione del sisma dell’Appennino Piceno-Laziale, ore ed ore di diretta e analisi hanno affollato le trasmissioni televisive, nelle quali quali è stata evidenziata la necessità di fare prevenzione, di mettere in sicurezza i territori a rischio sismico elevato.

Utopia? Parole vuote? Non secondo la stessa Protezione Civile, che stimerebbe in circa 90 miliardi di euro la cifra necessaria per mettere in sicurezza edifici pubblici e privati, almeno nelle zone 1 (alto rischio sismico) in tutto il Paese: dalle faglie attive sulle Alpi, alla fascia appenninica, fino allo stretto di Messina.

Una cifra che, ad una prima lettura, sembrerebbe mostruosa. Impossibile da impiegare soprattutto ai tempi bui dell’austerità imposta dall’Europa. Ma siamo sicuri che, compiendo scelte politiche (dei governi centrali europeo e italiano) strategiche diverse, non si riescano a trovare 90 miliardi da spendere nei prossimi due decenni per la messa in sicurezza reale del territorio dalle frane, dai terremoti e dalle alluvioni?

strade copiaIn fondo, lo sta facendo da anni persino la Turchia, che dopo il terribile sisma di Izmet nel 1999 ha avviato un grande piano pluriennale di demolizione, ricostruzione e ristrutturazione degli edifici non sicuri. Ovviamente, partendo da quelli ad uso pubblico, che in Italia il terremoto del 24 agosto ha (incredibilmente) danneggiato più di quelli ad uso privato.

In fondo, tornando al tragico filo rosso iniziale, sono state arrestate, proprio a qualche ora dal terremoto del 26 ottobre, più di venti persone accusate di aver pilotato (e gonfiato) più di 300 milioni di commesse relative al cantiere per il Treno ad alta velocità (Tav) nel tratto Milano-Genova, ad un lotto dell’eterna incompiuta Salerno-Reggio Calabria e della grande (?) “navetta su rotaia” di Pisa.

In fondo, la Corte dei Conti francese ha stimato quattro anni fa in circa 27 miliardi di euro il costo del tav Torino-Lione. Senza considerare peraltro che le spese aumentano costantemente, a causa dei problemi tecnici nella realizzazione e delle relative consulenze e appalti assegnati per risolverli. D’altronde, l’impiego dei soldi del Tav per la messa in sicurezza del territorio fu una proposta reale affermata già qualche anno fa, congiuntamente, da comitati aquilani e valsusini [leggi l’articolo de Il Fatto Quotidiano].

leccoL’Italia è un Paese che si indigna se Roma ritira la candidatura alle Olimpiadi, ma che considera come un caso di cronaca isolato il crollo di un cavalcavia su una strada provinciale in Brianza. E’ un Paese che mostra a ripetizione lo squarcio provocato dal sisma nell’asfalto di una strada provinciale nel maceratese, ma ignora quotidianamente che cedono pezzi di strada (e non solo) ogni giorno, a causa della scarsa manutenzione, in tante vie dimenticate della provincia italiana.

E allora, quante grandi opere (in meno) servirebbero a risparmiare vite? Quanti ponti in provincia devono ancora crollare affinché si chiuda in un cassetto il progetto del ponte sullo Stretto? Quanti arresti devono ancora dimostrare che l’arricchimento delle organizzazioni criminali (di tipo mafioso, para-politico o lobbystico) avvenga esclusivamente a scapito delle comunità?

La polizia lancia i lacrimogeni in Valsusa e manganella al Terzo Valico mentre si conferma il malaffare dietro le grandi opere

La polizia lancia i lacrimogeni contro i notav in Val di Susa e carica i notav contro il Terzo Valico mentre vengono a galla il malaffare e gli interessi della politica nelle grandi opere, quegli stessi interessi che impediscono a questo Paese di dormire tranquillo la notte e non aver paura che terremoti o piogge distruggano tutto per la mancanza d’investimenti veri nella messa in sicurezza del territorio.

da notavinfo (Val di Susa)

Inizia alla grande il fine settimana di lotta lanciato dal Movimento No Tav al Cantiere in Clarea. Mentre a San Didero si svolgeva la partecipatissima asssemblea con la sindaca, le persone che Telt vorrebbe esproriare dei propri terreni e con i tecnici e i legali, in centinaia si è partiti da Giaglione diretti al cantiere della devastazione.
Allestito il campo base e reso confortevole per i giorni che ci aspettano, ci si è da subito incamminati per i sentieri bloccati dai jersey della polizia come da ordinanza prefettizia. In prima fila noncurante delle imposizioni del tribunale di Torino Nicoletta, evasa da oltre un mese dagli arresti domiciliari.
Cori, canti e battiture hanno scandito l’inizio della serata, ignorando l’importante schieramento di polizia pronto ad intervenire.
Verso le 23,30 il primo attacco al cantiere, uno dal sentiero che dall’abitato di giaglione arriva ai jersey, il secondo dai sentieri soprelevati tra i boschi, proprio in linea d’aria con il contingente di polizia più avanzato.
La polizia, evidententemente sotto pressione, non ha potuto fare altro che lanciare qualche lacrimogeno, tentando invano di colpire i No Tav lungo i sentieri.
Dopo una breve pausa al campo base è partito il secondo attacco al cantiere, anche questa volta qualche lacrimogeno in risposta e qualche pietra lanciata da oltre 30 metri di altezza dai poliziotti assiepati sui sentieri.
Solettico, per chi come i No Tav ha imparato ad attraversare quei luoghi di notte e al buio e che dal CS e dalla polizia sa difendersi con pochi accorgimenti.
Verso l’1,30 una parte dei manifestanti è tornata a Giaglione, per poi scortare Nicoletta con un lungo serpentone di macchine fino alla Credenza, in attesa della prossima evasione.
Questa prima serata No Tav preannuncia le prossime che verrano.

Qui di seguito trovate il programma di sabato e domenica più i propositi per i giorni successivi.
Sabato 29 ottobre: ore 7.30 colazione di lotta, ore 12.30 pranzo condiviso, ore 20.00 polentata di lotta, ore 22.00 Enrico Cantamale in concerto
Domenica 30 ottobre: ore 7.30 colazione di lotta, ore 12.30 pranzo condiviso
Lunedì 31 ottobre e martedì 1 novembre iniziative in programmazione a sorpresa…Avanti No Tav!

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da notavterzovalico (Terzo Valico)

Avevamo annunciato che avremmo rovinato la festa alla passerella dei responsabili della costruzione del Terzo Valico e come sempre abbiamo mantenuto le promesse. A partire dalle 8 del mattino oltre duecento cittadini si sono ritrovati davanti ai cancelli del Centogrigio di Alessandria per manifestare tutta la loro indignazione dopo che anche la magistratura ha palesato quanto è stato sempre sostenuto dai comitati. Cociv, il consorzio costruttore del Terzo Valico, è una banda di ladri che ha gestito i subappalti dell’opera a colpi di corruzione e che ha effettuato i primi lavori con materiali scadenti come emerso dalle intercettazioni. Appena i primi delegati hanno cercato di entrare al convegno sono incominciate le prime contestazioni e la polizia con un atteggiamento parecchio nervoso ha prima spinto con gli scudi per poi effettuare due pesanti cariche che hanno provocato parecchi feriti, uno dei quali si trova in questo momento al pronto soccorso con la testa spaccata e a cui rivolgiamo il nostro abbraccio. Alle cariche i cittadini si sono difesi come hanno potuto, improvvisando barricate con i cassonetti della spazzatura lasciati proprio nella via di accesso al Centogrigio. Due persone sono state fermate ma immediatamente riconsegnate alla piazza e si sono sprecate le minacce di arresti da parte dei funzionari della Questura.

Quello che non riusciranno mai a capire è che sono i cittadini interessati dall’opera quelli che respireranno le fibre di amianto e che la lotta contro il terzo valico oltre ad essere contro il sistema di corruzione è per difendere la salute dei nostri figli. Molte mamme anche questa mattina lo hanno voluto urlare in faccia a chi stava difendendo una banda di politici responsabili delle ladronerie del Terzo Valico.

Nel frattempo molti delegati del convegno, una pletora di politici, (im)prenditori e sindacalisti si sono allontanati grazie al clima che si era venuto a creare e neppure un quarto dei partecipanti sbandierati dal commissario governativo al Terzo Valico Iolanda Romana sono riusciti ad entrare al convegno passando di nascosto come ladri da un ingresso secondario.

La lotta contro il Terzo Valico continua più determinata che mai. Bisogna chiudere i cantieri e rinunciare alla costruzione dell’opera. Venerdì tutti a Tortona per un’assemblea pubblica per il No al Referendum e Sabato tutti al cantiere di Cravasco per una nuova giornata di lotta.

I popoli in rivolta scrivono la storia, NoTav fino alla vittoria.

Il servizio di Stefano Bertolino per Fanpage

sul sito notavterzovalico.info le foto

FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE PER SALVARE IL BOSCO URBANO DI BRESCIA!

Come movimento No Tav non possiamo che sostenere e promuovere chi con amore e coraggio sta costruendo un futuro migliore per la nostra città, difendendo il BOSCO URBANO di San Polino da nuova cementificazione e speculazione edilizia.
Invitiamo tutti e tutte a firmare la petizione, a visitare e vivere il bosco / orto e la sua comunità partecipando alle numerose iniziative!

#salviamoilbosco #boscourbano #brescia #bastaveleni

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Sai che a Brescia c’è un BOSCO cresciuto fra il cemento e una comunità che se ne prende cura?

Sedici ettari di suolo fertile a Sanpolino, quartiere ad est della città dove si muove un paesaggio di olmi, gelsi, lepri, uccelli e nidi, rospi, api,… persone.
L’area, isola verde raggiungibile in metro, è considerata edificabile e la prospettiva amministrativa preveda la costruzione di 800 nuovi alloggi e una pista di atletica

Dal giugno 2014, a Sanpolino è attiva la custodia comunitaria di 7000 mq di terra, bene comune, dove crescono un bosco spontaneo, alberi da frutto e un orto intergenerazionale.

Un bosco urbano, in una delle città più inquinate d’Europa, è IMPORTANTE perchè:
-migliora la qualità dell’aria,
-è rifugio per la biodiversità,
-è corridoio ecologico tra il monte Maddalena e il parco delle Cave,
-preserva suolo fertile da cementificazione, impermeabilizzazione e rischio idrogeologico,
-è un luogo sano dove stare e passeggiare all’aria aperta,
-è luogo di incontro per nuove pratiche e scambi di conoscenze,
-…

SE VUOI AIUTARE ANCHE TU PER SALVARE IL NOSTRO BOSCO FIRMA LA PETIZIONE E PARTECIPA ALLE NUMEROSE ATTIVITA’ ORGANIZZATE!

Grandi Opere, le intercettazioni: “Cemento come colla” e “calcestruzzo che defluisce a cazzo”. Gip: “Sicurezza violata”

da ilfattoquotidiano.it

La scarsa qualità dei materiali è evidente, in primo luogo a chi dovrebbe vigilare sulla regolarità dei lavori. Dalle intercettazioni si comprende che questo tipo di problemi potrebbe riguardare i lavori sulla autostrada Salerno Reggio Calabria. A parlare è l’imprenditore calabrese Domenico Gallo, che il gip di Genova nella complementare indagine ligure descrive come personaggio che “risulta avere contatti con soggetti legati alla criminalità organizzata”. Parlando dell’opera la definisce “non collaudabile”
di Giovanna Trinchella e Marco Pasciuti | 26 ottobre 2016

“Cemento che sembra colla“,  “calcestruzzo che non ha una barriera fisica e defluisce un po’ a cazzo come gli pare a lui”. È vario il frasario utilizzato dai protagonisti dell’inchiesta “Amalgama per descrivere la scadente qualità dei materiali utilizzati nei cantieri finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Roma. Qualità così scadente che, in un caso, le betoniere pronte a gettare cemento che vengono rimandante indietro “essendo il materiale assolutamente inutilizzabile”. Il problema del calcestruzzo fornito dalla Breakout (secondo gli inquirenti di Roma riferibili agli arrestati Giampiero De Michelis e Domenico Gallo) appare davvero inquietante: all’inizio la fornitura era “acqua” mentre la seconda “non scendeva nemmeno dalla canalina e si intasa pure la pompa”. Miscele, quindi, che “non erano assolutamente idonee”. In un altro caso il “cemento” era “diverso da quello prescritto”.

Il cemento che sembra colla
Il primo a svelare questo particolare è stato il procuratore aggiunto Paolo Ielo nella conferenza stampa durante la quale il magistrato ha citato un’intercettazione del 27 novembre 2015 in cui Paolo Brogani, responsabile della Divisione Coordinamento Infrastrutture e Viabilità di Cociv – Consorzio Collegamenti Integrati Veloci, general contractor a cui è affidata la progettazione e la realizzazione della linea Alta Velocità Milano-Genovariceve lamentazioni a causa del “cemento che sembra colla”. Anche perché a dire di un intercettato l’imprenditore Domenico Gallo “ha sempre avuto il vizio di mettere nel cemento troppo additivo”.

La scarsa qualità dei materiali è evidente, in primo luogo a chi dovrebbe vigilare sulla regolarità dei lavori. Il 24 luglio 2015 Jennifer De Michelis, indagata, responsabile Qualità e Sicurezza per società Grandi Opere Italiane e figlia di quel Giampiero ritenuto dai pm cardine dell’intero sistema corruttivo, parla al telefono con il suo fidanzato Enrico Conventi, indagato, ispettore di cantiere nella costruzione dell’Alta Velocità Milano-Genova, della scarsa qualità del calcestruzzo utilizzato e cerca di convincerlo, scrive il Gip, a “falsificare gli atti del controllo per garantire mediante soluzione condivisa la tenuta del patto criminale“.

L’intercettazione: “Poi vediamo chi se la cava peggio”
Illuminanti i virgolettati: “C’è il calcestruzzo della fondazione che che non ha una barriera fisica… ma defluisce un po’ a cazzo come gli pare a lui – protesta l’ispettore con la De Michelis – allora lì è un problema ancora una volta! Se mettiamo “non conforme” il problema è che non essendo conforme va aperta una non conformità per quello. Però io ho autorizzato il getto. Quindi sono nella merda anch’io. Quindi che cazzo dobbiamo fare?”. Conventi è terrorizzato perché “la firma è mia” e la responsabile Qualità e Sicurezza gli fornisce  – scrive il gip – la “soluzione documentale al fine di occultare le irregolarità commesse e certificare la regolarità della gittata”: il suggerimento è quello di metterci “una bella X sopra (…) visto che sul progetto c’è scritto ‘gettato controterra‘ (…) O cresciamo tutti e ognuno si assume le proprie responsabilità e tutti quanti troviamo una soluzione condivisa o sennò ognuno pensa al culo suo. Poi vediamo chi se la cava peggio”.

Il gip: “Violate sistematicamente le procedure di sicurezza”
È il gip a fotografare in maniera inequivocabile la situazione: “Gli indagati (…) violano sistematicamente le procedure di sicurezza e di qualità delle opere realizzate grazie alla compiacenza della direzione dei lavori”. “I risultati – scrive ancora Sturzo – di solito sono noti per altre esperienze accertate nel campo delle indagini degli uffici giudiziari; cosi poi emergeranno i cementi depotenziati, gli inerti di scarsa qualità, il ferro e gli acciai non conformi, gli asfalti diversi per qualità e quantità a quelli dei capitolati”. Cause, scrive ancora il magistrato, alla base dei crolli e dei malfunzionamenti di cui sono protagonisti le opere pubbliche: “Questiartifici truffaldini saranno la matrice dei crolli spontanei o indotti dai terremoti e dall’uso, di migliaia di opere pubbliche consegnate comegioielli della tecnica ma, alla luce di ciò che solitamente si accerta, in molti casi frutto di gravissime truffe ai soggetti pubblici”.

La Salerno Reggio Calabria “opera non collaudabile”
Dalle intercettazioni si comprende che questo tipo di problemi potrebbe riguardare i lavori sulla autostrada Salerno Reggio Calabria. A parlare è l’imprenditore calabrese Domenico Gallo, che il gip di Genova nella complementare indagine ligure descrive come personaggio che “risulta avere contatti con soggetti legati alla criminalità organizzata“. “Dici ma io posso pensare pure perché eh m’avete fatto revocare pure l’incarico mi avete spinto pure voi perché non firmo quello che volevate … e io … Allora io le so tutte e tenete conto di un’altra cosa allora che qua caschiamo e tutta la Salerno Reggio Calabria, dell’opera non collaudabile, dell’arbitrato… Ed io le relazioni gli dici… che le troviamo… di quando dovevate chiudere a 40 milioni (inc) è stato trasferito apposta e cosa ora qua o fate le persone per bene completiamo il ciclo e poi mi mandate a fanculo però io 10 adesso devo completare perché cosi vi siete messi d accordo tutti per mettermi in mezzo ad una strada? Io mi difendo”. Ad ascoltare c’è l’ingegnere Giampiero De Michelis, direttore dei lavori del Cociv, che con Gallo, secondo gli inquirenti, avevano innescato un ricatto nei confronti di Giandomenico Monorchio.

C’È CHI PROVA A DIFENDERE IL PROPRIO TERRITORIO… E CHI SI ACCONTENTA DI COMPENSAZIONI IPOTETICHE E TUTTE DA VERIFICARE: SINDACI VOGLIAMO RISPOSTE CHIARE!

Il vice sindaco di Desenzano Rodolfo Bertoni ha rilasciato importanti dichiarazioni sul progetto TAV Brescia-Verona che sembrano rompere il fronte di chi ha già alzato la bandiera bianca alla resa.
Nel corso di un incontro a Lonato sulla tutela e valorizzazione del territorio gardesano, Bertoni ha dichiarato che: «La tratta Brescia-Verona per come è pensata non ha senso perché costerà più di 4 miliardi di euro e non sarà nemmeno una linea ad alta velocità: il treno, in quel tratto e con quelle fermate, a 300 chilometri orari non ci arriva.
L’unica via è quella di potenziare la ferrovia storica, questa la posizione del Comune di Desenzano» che leggiamo dal Giornale di Brescia del 25 ottobre 2016.
Ma ci sono due precedenti sulla possibilità di una revisione del progetto: «Il ministero – ricorda il vicesindaco di Desenzano – ha già tagliato 7 miliardi di investimenti sulla Venezia-Trieste e 2 miliardi e mezzo sulla tratta italiana della Torino-Lione».

Questo giudizio durissimo, che finalmente esprime chiaramente una posizione netta che accogliamo con piacere, fa capire che non tutti i comuni si sono arresi a un progetto inutile, costoso e devastante per l’ambiente e per il bilancio dello Stato.

Alla luce di queste dichiarazioni, chiediamo che i sindaci di tutta la tratta da Brescia a Verona prendano pubblicamente, e in modo chiaro e netto, una posizione riguardo quest’opera, domandandosi se non sia arrivato il momento anche per loro di prendere voce anziché condurre trattative a perdere per le compensazioni con Ministero e RFI.

Riqualificare la linea storica è un obiettivo che merita di essere sostenuto e portato avanti. Le recenti inchieste sul mondo delle imprese che ruotano intorno ai lavori TAV dimostrano cosa dobbiamo aspettarci se il progetto prosegue. La ‘ndrangheta è pronta, e le nuove decine di arresti di ieri per la costruzione della tratta ad alta velocità Milano-Genova, il famoso Terzo Valico, ne sono l’ennesima dimostrazione.

Ci aspettiamo quindi prese di posizione precise e nette anche da parte dei primi cittadini di Brescia, Rezzato, Rovato, Cazzago, Travagliato, Berlingo, Lograto, Torbole Casaglia, Azzano, Castelmella, Capriano, Flero, San Zeno, Poncarale, Montirone, Ghedi, Castenedolo, Montichiari, Calcinato, Lonato, Mazzano,  Pozzolengo, Peschiera, Castelnuovo, Sona, Sommacampagna, Verona.

In caso contrario vogliamo ricordare ai nostri amministratori che ricadrà interamente su di loro la pesante responsabilità di aver svenduto e tradito le nostre terre e tutte le persone che vivono questi territori.

Coordinamento dei comitati No Tav Brescia-Verona

14 arresti per corruzione nei lavori per la costruzione del TAV Terzo Valico (Genova-Milano)

Dopo gli episodi del 2015 con l’arresto di Incalza legato alle tangenti per la costruzione del Terzo Valico, e quelli di luglio 2016 dove è stato smascherato il collegamento diretto con la ‘ndrangheta nei cantieri TAV, arriva l’ennesimo scandalo legato alle grandi opere con l’arresto di 14 imprenditori e dirigenti del consorzio Cociv, colosso formato dalla Salini Impregilo, Condotte e Civ, alcune tra le più grandi aziende edificatrici d’Italia.

A loro sono contestati a vario titolo i reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di euro. In particolare, dalle indagini è emerso che in occasione dello svolgimento delle gare indette dal consorzio per la costruzione del TAV Terzo Valico, alcuni dirigenti preposti allo svolgimento delle stesse, per pilotare l’assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte “anomale” divenissero regolari in violazione ai principi della “par condicio” e, in altri, si sono avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo, in realtà non interessati all’aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l’assegnazione all’unico concorrente interessato. In una circostanza la turbativa è stata accompagnata dal pagamento di una somma di denaro.

E non sono più solo i NO TAV ora a denunciare il sistema marcio che nascondono le grandi opere, ma addirittura in alcuni passaggi delle intercettazioni sono gli stessi dirigenti e imprenditori a sottolineare la scarsa qualità dei materiali utilizzati nella costruzione delle opere pubbliche parlando di “cemento che sembra colla“.

E’ l’ennesima occasione in cui si dimostra cosa c’è dietro la costruzione di queste grandi opere inutili e dannose, dove l’unico interesse è il profitto di pochi a scapito di tutti e tutte noi.

Quanti scandali dovranno esserci ancora prima che il governo decida di fermare quest’opera? Quante terre dovranno essere ancora distrutte? Quante case espropriate? Tante sono le domande ma l’unica risposta che troviamo è sempre la stessa: è ora di fermare quest’opera marcia che vuole distruggere le nostre vite, la nostra terra e il nostro futuro!

NON POSSIAMO PIU’ NASCONDERE LA TESTA SOTTO TERRA, E’ ORA DI FERMARE IL TAV INSIEME IN TUTTI I TERRITORI!

Di seguito il comunicato del movimento NO TAV TERZO VALICO:

Il Re è nudo. Lo è sempre stato ma con gli arresti di questa mattina anche chi non ha mai voluto vederlo si trova costretto a farlo.

Arrestati Michele Longo e Ettore Pagani, rispettivamente Presidente e Vice Presidente del Cociv. Arrestato Pietro Paolo Marcheselli ex Presidente del consorzio e diversi funzionari.

Associazione a delinquere, concussione, corruzione, turbativa d’asta. In parole povere il solito caro vecchio giro di tangenti pagate con lavori, escort e mazzette. E pensare che Michele Longo ha firmato ben sei querele contro questo sito accusandoci di diffamazione. In effetti siamo colpevoli, avremmo dovuto scrivere ancora di più e ancora peggio. E poi un’intercettazione nauseante dove qualcuno si lascia scappare che il cemento usato sembrerebbe colla. Appena avremo le carte approfondiremo gli aspetti giudiziari ma quello che è uscito basta e avanza per i primi commenti politici.

Renzi e Delrio ci diranno che si tratta solo di mele marce? Quando ad essere falcidiati sono i vertici di un consorzio sono le radici dell’albero ad esserle. Radici marce perché poggiate sul terreno ancora più marcio delle grandi opere inutili.

Se il cemento sembrava colla cosa ne dicono i benpensanti di fermare tutto e controllare come sono stati eseguiti i lavori? O meglio aspettare la prossima tragedia per mostrare il grande cuore dell’Italia davanti alle catastrofi?

Daniele Borioli e Stefano Esposito, i più grandi tifosi della costruzione dell’opera, hanno chiesto ufficialmente il commissariamento del Cociv. Per andare avanti coi lavori ovviamente. Si sono dimenticati di chiedere scusa alle migliaia di donne e uomini che non hanno avuto bisogno di aspettare la Magistratura per denunciare questo schifoso sistema di corruzione e che hanno pagato la loro scelta con processi, denunce, misure cautelari, fogli di via, perquisizioni e avvisi orali.

Resta il fatto che mai come oggi Cociv sprigiona un immondo puzzo di cadavere. E questa é un’ottima notizia.

Questa sera si riunisce il Movimento No Tav – Terzo Valico e mai come oggi viene in mente una citazione di Mao Tse Tung: “bastonare il cane che affoga”.

Avanti No Tav che questa storia è ancora lunga e l’ultima pagina è tutta da scrivere.

Vighizzolo: BASTA PUZZA, BASTA VELENI – Questa sera fiaccolata per cambiare insieme le cose!

Lunedì mattina Vighizzolo (Montichiari-BS) è stata avvolta da una nuvola di gas maleodorante. A pagare il prezzo più alto sono stati i bambini delle scuole che hanno ravvisato malori e alcuni di loro sono stati portati in ospedale.

Il giorno dopo i genitori dei bambini hanno organizzato un presidio davanti alla scuola per chiedere risposte e verità su quanto sta succedendo, decidendo di non mandare i bimbi a scuola per protestare contro chi dovrebbe individuare la causa del problema, per chiedere che si faccia chiarezza subito e che vengano messe in atto tutte le procedure possibili per risolvere questa situazione.

Ieri ci sono stati nuovi malori a Vighizzolo, e anche alcune maestre hanno detto di essersi sentite male nella notte, dopo la giornata passata nell’istituto.

Le analisi hanno mostrato, in tutti gli alunni ricoverati, alti valori di carbossiemoglobina nel sangue, una forma di emoglobina tossica per l’organismo. La carbossiemoglobina è un insieme di sostanze velenose che trasporta monossido di carbonio anziché ossigeno. Sono di solito i fumatori a presentare un tasso di questa sostanza superiore alla norma, non i bambini.

Per protestare contro la situazione ambientale della zona è stata organizzata una fiaccolata per questa sera.

La partenza è prevista per le ore 20:30 dal piazzale delle scuole di Vighizzolo,
Si consiglia di non cercare di arrivate in macchina nel piazzale delle scuole, ma di lasciarla nel parcheggio di via S. Lucia.
Il corteo partirà e terminerà alle scuole e le torce verranno distribuire dagli organizzatori della fiaccolata.

La situazione è grave in tutta la provincia e questo è l’ennesimo esempio di cosa si prospetta nel nostro futuro e in quello dei nostri figli se non cambiamo le cose.

Solo se saremo in tanti e se saremo uniti riusciremo a pretendere e ottenere risposte, solo se saremo in tanti potremo cambiare le cose.

Facciamolo per noi, per i nostri figli, per tutti quelli che verranno dopo di noi, DICIAMO BASTA VELENI NELLA NOSTRA PROVINCIA!

CI VEDIAMO QUESTA SERA!

#bastaveleni #notav #unitisivince #scriviamoilfuturo #insieme

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Delrio in visita a Brescia per promuovere le grandi opere inutili e costose

Oggi il ministro Delrio è stato in visita a Brescia per parlare di Tav e Autostrada della Val Trompia con le amministrazioni locali.

Oggi il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, insieme all’amministratore delegato del Gruppo FS Italia Renato Mazzoncini e l’Amministratore Delegato di Rete Ferroviaria Italiana Maurizio Gentile, ha preso parte ad un viaggio di collaudo della linea Tav Treviglio-Brescia che verrà inaugurata il prossimo 10 dicembre dallo stesso Renzi.

Oggi Delrio ha nuovamente dichiarato che entro fine anno termineranno le procedure autorizzative anche per le tratte Tav Brescia-Verona e Verona-Padova e si apriranno nuovi cantieri.

Un tour questo per sponsorizzare le grandi opere inutili in progetto nel territorio bresciano.

Oggi, mentre era in corso in provincia l’incontro con i sindaci dei comuni interessati dalla tratta, abbiamo voluto dare un segnale con un messaggio chiaro: il nostro territorio non si arrenderà all’idea di essere devastato dai progetti di un governo che cura solo gli interessi delle lobbie.

Non abbiamo bisogno di grandi opere, ma di bonifiche e politiche sociali che risolvano gli enormi problemi di chi oggi vive il nostro territorio.
Al ministro e al governo Renzi non possiamo che lanciare un chiaro messaggio: ci vediamo il 10 dicembre!

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Per maggiori informazioni: https://www.forexinfo.it/Delrio-investimenti-su-Fs-Tutto

Pensavate di intimidirci? Ci vediamo ancora piu numerosi sabato a Lonato!

Nelle scorse settimane alcune persone dei Comitati NO TAV Brescia-Verona hanno preso in custodia un terreno comunale dimenticato e abbandonato da anni, a ridosso dell’area dove dovrebbero sorgere i cantieri del Tav a Lonato.
Armati di falciatrice, decespugliatore e rastrelli abbiamo dedicato il nostro sabato pomeriggio al fine di rendere il prato agibile per la settimana successiva dove avrebbe dovuto prendere vita (e prenderà vita) un presidio temporaneo  NoTAV, ricevendo anche il plauso dei residenti.
Informazione, convivio, animazione per bambini e pic nic, sono le  attività proposte per coinvolgere la popolazione locale, con lo scopo  di sensibilizzare e informare sulle gravose questioni legate al progetto TAV sul basso Garda.
A 5 giorni dall’ attività di sfalcio degli attivisti ieri mattina abbiamo ritrovato questo stesso pezzo di terra arato in profondità. Un gesto compiuto col chiaro intento di renderlo inagibile per il presidio di sabato.

Non possiamo avere la certezza di chi sia stato a compiere l’ atto (o a commissionarlo), ma sicuramente da oggi sappiamo con chiarezza che la nostra attività sul territorio fa paura. Chi sostiene quest’opera, anche nel nostro territorio, è evidentemente in forte difficoltà se ricorre a questi mezzi.
Il terreno si trova nel vivo delle contraddizioni e del degrado che il territorio di Lonato può offrire, ossia si trova in un’enorme area che le varie amministrazioni comunali hanno lasciato alla cementificazione selvaggia e alla speculazione economica (chissà che qualcuno in Comune non abbia la coda di paglia)

Questo gesto intimidatorio ovviamente non ci ferma, ma anzi ci dà l’ennesima prova che stiamo percorrendo la strada giusta per ostacolare questo progetto, al punto che chi sostiene il progetto T.A.V. arriva a boicottare con questi gesti puerili, chi sta cercando legittimamente di esercitare il proprio diritto di partrcipazione attiva e di espressione.

Per questo motivo non possiamo tollerare questa provocazione.
Chi pensava di fermarci non ha ancora capito che percorreremo qualsiasi strada possibile per fermare lo sperpero di risorse pubbliche e la distruzione della nostra terra.
Non sarà certo un pò fango a fermarci!

Sabato ci troviamo comunque nel terremo in via Campagna di sopra a Lonato (a ridosso del cavalcavia ferroviario), a partire dalle 15:00 perche fermarlo tocca a noi, insieme!terreno-festa-no-tavk