23/7 ANGURIATA NO TAV @ PRESIDIO DI CAMPAGNA DI LONATO

Contro chi continua a minacciare la distruzione della nostra terra noi portiamo condivisione, voglia di stare insieme e costruire un presente e un futuro migliore, difendendo e prendendoci cura della nostra terra da chi vorrebbe distruggerla in nome di un “progresso” che ingrassa le tasche di mafiosi, lobbies e politici.

Domenica 23 luglio non mancare all’ ANGURIATA NO TAV al presidio di Campagna di Lonato.

* dalle 17:00 *

prendiamoci cura della nostra terra insieme
porta quello che vorresti trovare: attrezzi per giardinaggio, giochi, materiale per costruire sedute da lasciare al campo, ecc.

* dalle 19:00 *

anguriata e apertivo con prodotti del DES del lago di Garda
& musica

Vi aspettiamo per condividere idee e proposte future per il presidio e non solo!
Non mancate e ricordatevi dell’importante ASSEMBLEA PUBBLICA DI GIOVEDì SERAanguriatanotav

 

IL TAV BS-VR E’ STATO APPROVATO: ASSEMBLEA PUBBLICA NO TAV GIOVEDI’ 20/7 @ CAMPAGNA DI LONATO

Il 10 luglio il CIPE ha approvato il progetto definitivo della linea TAV Brescia-Verona e per questo motivo il Coordinamento No Tav Brescia-Verona ha deciso di promuovere un’assemblea pubblica per giovedì 20 luglio ore 20:45 presso la sala dell’Oratorio della Chiesa di Campagna in via Campagna di Sotto, 24 a Lonato (BS).

L’assemblea pubblica si pone l’obbiettivo di dare una risposta concreta alla recente approvazione da parte del CIPE del progetto definitivo della linea AV/AC Brescia-Verona. Progetto che abbiamo sempre contestato per diversi motivi, tra i quali:

– le gravi lacune evidenziate anche in sede Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (non aggiornamento dell’opera con le attuali norme anti-sismiche);

– la mancanza di un’analisi costi-benefici che giustifichi l’imponente spesa pubblica e che dimostri se questa opera sarà sostenibile o se, come noi riteniamo e come lo dimostrano quasi tutte le tratte ad alta velocità italiane, produrrà solo un incremento di debito pubblico;

– la gestione di questo progetto con i criteri dei “lotti costruttivi” previsti dalla Legge Obiettivo del 2001, definita “criminogena” dallo stesso presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone;

Il progetto approvato in realtà non ha nulla di “definitivo”: governo e costruttori non sanno ancora come il treno uscirà da Brescia e non sanno ancora come entrerà a Verona.

Riteniamo che una variante così importante come quella dello stralcio dello shunt di Montichiari e la proposta dell’uscita con quadruplicamento dei binari da Brescia debba prevedere quantomeno una nuova VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e più in generale una rivisitazione dell’intero progetto anche alla luce delle nuove tecnologie che permetterebbero di ammodernare e utilizzare al meglio la già esistente linea ferroviaria.

L’intenzione è invece quella di lavorare per lotti costruttivi, senza una visione d’insieme e lasciando le comunità intrappolate da cantieri che dureranno certamente molti più anni del previsto, come sta avvenendo ad esempio per la costruzione della tratta alta velocità “Terzo Valico” salita spesso alle cronache nazionali per le infiltrazioni della criminalità organizzata nei cantieri.

Non merita molte parole invece la proposta della stazione sul lago di Garda in quanto ascrivibile ad una “boiata pazzesca”, che, accorciando ancora di più le distanze, annullerebbe completamente la definizione dell’opera stessa come “alta velocità”.

Questi e altri argomenti saranno trattati giovedì 20 luglio anche grazie alla presenza del Prof. Venosi  e dell’Avv. Scappini.

La lotta contro il TAV non si ferma qui, anzi, questo è in realtà un nuovo inizio e lo vogliamo costruire insieme alle persone che vivono i territori che verranno distrutti da un progetto inaccettabile e senza alcuna logica commerciale, trasportistica e ambientale.

VI ASPETTIAMO NUMEROSI PERCHE’ FERMARLO E’ ANCORA POSSIBILE E TOCCA A TUTTI E TUTTE NOI!

assemblea20luglio2017

!!!INDICAZIONI PER RAGGIUNGERE LA SALA!!!

TANGENZIALE BRESCIA-AFFI – USCITA LONATO: PERCORRERE IL CENTRO STORICO DI LONATO IN SENSI UNICI, DIREZIONE BRESCIA, SU VIALE GARIBALDI ALLA SECONDA ROTONDA SEGUIRE LE INDICAZIONI A SINISTRA PER CAMPAGNA. GIRARE A SINISTRA SOTTO IL SOTTOPASSO DELLA FERROVIA, PROSEGUIRE (SULLA DESTRA VEDRETE IL PRESIDIO NO TAV CON LE BANDIERE!) FINO AL CAMPO SPORTIVO DELL’ORATORIO DELLA FRAZIONE DI CAMPAGNA DI LONATO.

TAV Brescia/Verona, un progetto con una compatibilità ambientale di 14 anni fa che attraversa 48 siti inquinati della provincia

Articolo tratto da: www.money.it

Un progetto Brescia/Verona approvato dal Cipe con un riferimento a una compatibilità ambientale di 14 anni fa.
Quarantotto siti inquinati interessati al tracciato.

Irresponsabili. Altro termine non può essere usato, per l’approvazione del progetto AV Brescia/Verona da parte del Cipe lunedì scorso. La dimostrazione ennesima della inesistente sensibilità ambientale e, quindi, verso la salute dei cittadini nonché del rispetto delle norme che ha questa classe dirigente. Irresponsabilità, insensibilità e dissolutezza nell’uso di risorse scarse distribuite a prescindere da qualsiasi minima, decente analisi di tipo economico. Il progetto da realizzare riguarda un tracciato di 72 km sottoposto a valutazione d’impatto ambientale su uno studio risalente al marzo 2003 ed elaborato sul progetto preliminare cioè sul livello progettuale inidoneo alla misurazione degli impatti.

Infatti, questa procedura è stata abrogata dal nuovo codice appalti, che ha ripristinato la VIA sul progetto definitivo. Evento ancor più grave se solo si considerano le trasformazioni intervenute sul territorio da Brescia a Verona in questi ultimi 14 anni e quindi la banalizzazione di uno degli elementi portanti della procedura di VIA quale l’analisi degli impatti cumulati. Incidentalmente si aggiunga anche che il piano o meglio la estemporaneità chiamata “25 opere dell’Allegato infrastrutture” di cui fa parte l’AV Milano/Verona è stato sottoposto a VAS solo un anno fa. Ridicolo che una VAS possa conseguire a una VIA, ma tant’è nel tempo della frantumazione del diritto e della prevalenza degli interessi di parte su quelli collettivi.

Nel merito vanno rilevati alcuni elementi particolarmente importanti:
a) sono 48 i siti inquinati, di cui 40 appartengono al territorio bresciano. Ventidue siti riguardano discariche e attività produttive. Non si rilevano note,che riguardano i limiti delle soglie di contaminazione né della concentrazione delle soglie di rischio e ancor meno procedure di bonifica ai sensi dell’ex art 242 bis del Codice Ambiente; 
b) il Piano Utilizzo Terre e Rocce da scavo (PUT) riguarda unicamente la variante al progetto preliminare del 2003 e quindi la connessione “Montichiari”, la riqualificazione stradale Ghedi/Borgosatollo e il tracciato degli elettrodotti. Appena 16 dei siti critici interferiti riguardano il PUT; 
c) nessuna analisi economica pur in presenza di variazione dei costi di investimento e di valutazione degli impatti riferiti alla situazione territoriale del 2003; 
d) totalmente ignorato il parere obbligatorio espresso dal massimo organismo tecnico dello Stato, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Un parere che riguarda la mancata applicazione della nuova normativa sismica, in un paese l’Italia che ha registrato negli ultimi 2500 anni 560 terremoti tra l’ottavo e l’undicesimo grado della Mercalli.

Ignorate totalmente le problematiche economiche locali come il notevole apporto della produzione del vino Lugana alla bilancia commerciale italiana e un’emergenza come il Santuario del Frassino. La variazione dei costi appare incomprensibile se solo si pensa che nel DEF del 2014 la Brescia/Verona aveva un costo di 2747 milioni di euro nell’aggiornamento 2016 diventavano 3837 di cui 2258 primo lotto.

Nella delibera Cipe di lunedì sono diventati 2499 e sommando i 284 mln di euro della variante Montichiari mancano ancora 1054 milioni citati ad aprile 2016 non si capisce a che titolo.
La relazione di ANAC al dicembre 2016 riporta un costo del lotto Bs/Vr ancora diverso e pari a 2826 milioni di euro. Hanno tagliato le compensazioni agli enti locali?
La procedura finale prevede, che il Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica, che scrive il testo definitivo del provvedimento e cui sarebbe opportuno chiedere l’adempimento di quanto prescritto dal DPCM 27/12/1988 e dal Dlgs 228/2011 considerata la variazione dei costi, in questi trascorsi 14 anni e l’emanazione di leggi che riguardano il buon uso di denaro pubblico. Successivamente la delibera sarà formalizzata dal Presidente del Consiglio e dal Ministro Lotti segretario del Cipe.

Segue il controllo di legittimità da parte della Corte dei Conti.

Vedremo come si concilia un parere di compatibilità ambientale sul progetto emesso il 17 aprile 2015 e, un decreto di VAS del settembre 2016. Aggravato ulteriormente dal fatto che il finanziamento del lotto attinge a Fondi per lo Sviluppo e la Coesione oltre che ad altri Fondi UE.

Di elementi d’illegittimità ce ne sono abbastanza se qualche forza politica finalmente s’impegna a fare qualcosa di rilevante in quest’ulteriore sperpero di risorse pubbliche e strame di regole poste a presidio non solo della legalità ma anche degli interessi generali.

IL CIPE HA APPROVATO IL PROGETTO DEFINITIVO DEL TAV BRESCIA-VERONA: LA LOTTA NO TAV CONTINUA “QUA VIVIAMO, QUA RESISTEREMO!”

Nella serata di ieri 10 luglio 2017 abbiamo appreso dell’approvazione da parte del CIPE del progetto definitivo della linea AV/AC Brescia – Verona, “Lotto Brescia est – Verona (escluso nodo di Verona)”, dal costo di 2.499 milioni.
Il CIPE ha altresì approvato l’avvio della realizzazione delle opere del 1° lotto costruttivo del “Lotto Brescia est – Verona (escluso nodo)” e disposto la progettazione, in sostituzione del cosiddetto “Shunt di Brescia”, della soluzione “Quadruplicamento in affiancamento alla linea storica nell’ambito del Nodo di Brescia.

Proprio in questi giorni il Coordinamento No Tav Brescia-Verona tramite l’ Associazione Cittadini Bresciani e Veronesi per la Tutela dell’Ambiente, insieme ad altre realtà politiche, ambientali e di futuri espropriati ha dato seguito all’azione legale successiva all’esito negativo del ricorso davanti al Tar del Lazio.
E’ stato infatti notificato il ricorso in appello al Consiglio di Stato con la richiesta di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Nei confronti della sentenza del TAR gli appellanti hanno riproposto tutti i vizi che avevano già proposto con il ricorso: le violazioni della normativa Comunitaria in materia di affidamento delle opere pubbliche non essendo mai stata fatta una gara pubblica, inottemperanze del progetto definitivo alle prescrizioni ambientali derivanti dalla delibera CIPE n. 12/2003 ed anche nei pareri della Commissione VIA del 17.04.2015 e del 29.05.2015.

L’inadeguatezza del progetto che il CIPE ha approvato è stato confermato dal parere del 15/12/2016 espresso dall’Assemblea del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che ha chiesto al Governo di rivedere il progetto. In particolare, si chiede di rivedere tutte le misure antisismiche previste in quanto NON AGGIORNATE con le normative vigenti e questo è un elemento fondamentale in una zona sismica come quella del Garda se si vuole garantire la sicurezza dei cittadini.

E’ stata riproposta anche la censura riguardante la mancata valutazione dell’opzione zero e/o di opzioni alternative dato che, se esse fossero state esaminate (e non lo sono mai state) questo progetto così costoso e così impattante non sarebbe stato approvato. Oltre ad altre censure relative al mancato esperimento della procedura di Valutazione Ambientale Strategica, alla mancata tutela del Laghetto del Frassino ed in generale del patrimonio ambientale, sono stati riproposti anche i vizi riguardanti la seconda reiterazione del vincolo urbanistico, ormai di durata ventennale. L’atto di appello verrà ora depositato in Consiglio di Stato e si attende che il Giudice fissi l’udienza per la discussione dell’appello.

Nonostante tutte le criticità, nella giornata di ieri è prevalsa la logica politica in difesa degli interessi di grosse aziende di Stato quali Fs e ENI con Cepav Due.
Nessun rispetto per il parere delle comunità locali, nessun rispetto per un territorio altamente problematico dal punto di vista ambientale,  e nessun rispetto neanche per le poche regole che ormai normano gli iter autorizzativi in materia di Grandi Opere.

Nei comunicati usciti sulla stampa, addirittura sembra sia previsto uno studio di fattibilità per la realizzazione di una possibile fermata aggiuntiva sul Garda. Un’alta velocità che diventa sempre più lenta rendendosi conto che le esigenze dei territori sono altre. Un’alta velocità che sembra sempre più inutile cosi come progettata e poco giustificabile.

Il progetto della tratta Tav Brescia – Verona  è inaccettabile.
Non lo diciamo solo noi che da anni ci battiamo contro questa inutile opera, ma anche alcuni dei più importanti organi tecnici dello Stato. Non solo ci sono grosse lacune dal punto di vista tecnico, ma addirittura si parla di un progetto che non rispetta le norme antisismiche, in un territorio fortemente sismico come quello del Garda e che, solamente il mese scorso, è tornato a tremare.

Non ci stupiamo di quanto approvato ieri, in materia di TAV in tutta Italia, a prevalere sono sempre le logiche speculative e privatistiche a discapito di tutto.

Aspettando ulteriori particolari che ci permettano di capire meglio con che logica sia avvenuta questa approvazione, ribadiamo il fatto che l’iter autorizzativo non è ancora concluso: manca, ad esempio, il passaggio alla Corte dei Conti per valutare la copertura finanziaria dell’opera. Sottolineiamo che con questa approvazione la nostra battaglia entra in una nuova fase.

Non lasceremo ovviamente intentata nessuna strada, ma pensiamo sia necessario rilanciare la mobilitazione popolare: dobbiamo tornare a riempire le strade dei luoghi che abitiamo e viviamo.

Non resteremo testimoni dell’ennesima devastazione che vogliono infliggere al nostro territorio, che, lo ricordiamo, vanta la presenza delle più grandi discariche di rifiuti speciali d’Europa, le quali, con drammatica regolarità, continuano a bruciare in circostanze sospette.

Non resteremo chiusi in casa, sequestrati dai cantieri di opere inutili e soffocati dai miasmi tossici.

Non resteremo passivi e chiederemo, ancora una volta, che i soldi pubblici siano spesi per qualcosa di effettivamente utile al nostro territorio, a partire dalle bonifiche ambientali che da troppo tempo aspettiamo.

QUA VIVIAMO E QUA RESISTEREMO!