cosa succede dove passa il tav bs-vr? nuovo gruppo per LE segnalazioni!

Nasce su facebook un NUOVO GRUPPO Cosa succede dove passa il TAV BS-VR? per raccogliere le segnalazioni di tutti i problemi e irregolarità dei cantieri TAV Brescia-Verona e dei disagi e problemi che chi abita nelle zone limitrofe ai lavori si trova quotidinamente a vivere.

Chiediamo aiuto a tutti e tutte per invitare le persone che conoscete dei territori, espropriati, frontisti, ecc. a iscriversi a questo gruppo Cosa succede dove passa il TAV BS-VR? con cui anche noi come movimento No Tav potremo coordinare le segnalazioni ed esposti che da inizio precantierizzazione stiamo continuando a fare.

Se vorranno continuare a costruire quest’opera inutile e dannosa sui nostri territori dovranno ricordarsi che c’è sempre qualcuno che li osserva e che non siamo disposti a pagare ancora più caro il prezzo sulla nostra salute e sulla nostra terra per cui continueremo ad osservare, segnalare e intervenire!

Per riuscirci abbiamo bisogno di tutti e tutte voi!

Condividete, invitate e mandate segnalazioni e contenuti sul nuovo gruppo Cosa succede dove passa il TAV BS-VR?

#notav #cantieri #lonato #calcinato #desenzano #peschiera #bassogarda #tav #altavelocità

NESSUN BONUS ALLE PROFESSIONI SANITARIE, INVECE SI DANNO 380 MILIONI DI EURO AL TAV PER IL NODO DI VERONA PARTE EST

Nell’ultima bozza del decreto Rilancio, non vi è più traccia del bonus da 1000€ che avrebbe dovuto essere destinato al personale sanitario che da inizio pandemia è impegnato in prima linea nei reparti dedicati a pazienti contagiati da Covid 19. Personale che, da tre mesi a questa parte, lavora sottostando a turni devastanti, inizialmente senza strumenti di prevenzione adatti o completamente a norma, con una paga misera e zero tutele. Ancora oggi in alcune Regioni gli operatori sanitari lamentano la mancanza di DPI sufficienti per proteggersi. Abbiamo recentemente assistito al braccio di ferro tra l’Italia e l’Unione Europea, per poter ricevere prestiti senza gravare ulteriormente sul già pesante debito pubblico, per far fronte alla grave crisi economica derivante da quella sanitaria.

In compenso i problemi di copertura non interessano alla progettazione per le grandi opere. Infatti, giovedì 14 maggio si è svolta la riunione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), presieduta dal Presidente Conte e con la presenza del Segretario del CIPE, Sottosegretario alla PCM Fraccaro. Con questa riunione, il CIPE ha approvato, nell’ambito della Linea ferroviaria Alta Velocità – Alta Capacità Milano-Venezia, il progetto preliminare del Nodo di Verona Est, con un investimento di 380 milioni di euro.

Il progetto prevede la costruzione dell’ingresso proveniente dalla tratta Tav Verona-Padova, nel nodo di Verona, e il collegamento con l’ingresso ad ovest della tratta Brescia-Verona.

Seppur si tratti di un progetto tanto decantato da figure politiche, come l’assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti che considera la Torino-Milano-Venezia “un’opera ferroviaria strategica di fondamentale importanza per risolvere i problemi di mobilità del territorio. Capace di assicurare una significativa riduzione dei tempi di percorrenza, l’alleggerimento della rete ordinaria e l’incremento della qualità e dell’affidabilità del servizio”, l’Analisi costi-benefici della tratta Brescia-Verona-Padova aveva dato esito negativo salvo poi aver avuto il via libera dal governo secondo cui ci sarebbero state delle penali da pagare tutte da dimostrare.

Vi è anche da considerare che nell’Analisi costi-benefici manca la valutazione dei probabili danni ambientali che il progetto AV Bs-VR quasi sicuramente produrrà. Nella tratta Bs-Vr sono stati già denunciati rischi che tale opera porterebbe, come ad esempio il prosciugamento del laghetto del Frassino a Peschiera D/G, oppure i rischi per le falde acquifere nell’alto mantovano, danni ambientali e paesaggistici che interesseranno anche la tratta Verona-Vicenza dove attraverserebbe parti di territorio attualmente contaminati dai PFAS – sostanze perfluoroalchiliche estremamente pericolose che hanno già creato un disastro ambientale e gravi problemi di salute a centinaia di migliaia di cittadini -, e dove la costruzione dell’ opera rischierebbe di contaminare anche le falde attualmente pulite.

Ribadendo che la vera soluzione per l’ incremento del trasporto su rotaia è il potenziamento e l’ adeguamento tecnologico delle linee esistenti come dimostrato dall’ ultimo contratto di programma RFI-ministero delle infrastrutture che prevede che da Mestre a Trieste il TAV non si faccia più ma si potenzierà la linea esistente, passando da un spesa prevista di 7,5 miliardi di euro a 1,8 miliardi con un risparmio di 5,7 miliardi pur mantenendo la stessa capacità trasportistica. Quindi, facendo lo stesso con la tratta Brescia-Verona-Padova, si risparmierebbero altrettanti miliardi che potrebbero essere usati per aiutare i cittadini e le imprese che sono state ridotte alla fame dal lock down.

E si sarebbe potuto iniziare a risparmiare dai 380 milioni di euro usati per finanziare il nodo di Verona parte est ed utilizzarli per dare il bonus al personale medico che in questi mesi ha dato il massimo; personale che tutti dobbiamo ringraziare ma a cui però i nostri governanti invece di riconoscerne i meriti ipocritamente preferiscono un’ opera inutile e costosa che serve solo a chi la costruisce ma che toglie i soldi alla sanità.

notav #vergogna #emergenzasanitaria #isoldideltavainostribisogni #covid #lombardia #veneto #tavbresciaverona #miliardi #soldipubblici #emergenza #lockdown

solidarietà a laura corsini e al comitato cittadini calcinato: chi difende salute e territori non deve più essere attaccato!

Esprimiamo la nostra massima solidarietà e vicinanza a Laura Corsini e al Comitato Cittadini Calcinato impegnati da anni nella difesa ambientale, compagni anche della lotta contro il TAV Brescia-Verona, che sono stati attaccati vergognosamente da uno dei tanti “imprenditori dei rifiuti” dei nostri territori con dei precedenti noti a tutti e tutte.

Il rispetto dei territori e la tutela della salute sono diritti inalienabili e nessuno, soprattutto se responsabile del disagio arrecato alle persone, si deve permettere di delegittimare e attaccare chi li difende!

Se toccano una, toccano tutti e tutte.
Insieme a Laura Corsini e al Comitato Cittadini Calcinato.

#bastaveleni #notav #wte

Il 3 maggio il GDB pubblicava un articolo dove il Comitato Cittadini Calcinato veniva attaccato dal titolare di una azienda del territorio. Oggi la risposta del Comitato, avvalendoci al diritto di replica, per le ingiuste e gravissime accuse ricevute.
Pubblichiamo il testo completo inviato al giornale, che per esigenze di spazio ha trovato sintesi in quanto sotto, perché vogliamo far conoscere le nostre metodologie di lavoro.
Il Comitato Cittadini Calcinato lavora in trasparenza e serietà seguendo una sola logica: IL RISPETTO E LA TUTELA DEL TERRITORIO E DELLA NOSTRA SALUTE.
Comitato Cittadini Calcinato
Egregio Direttore,nella giornata di Domenica 3 Maggio il vostro giornale ha pubblicato alla pag. 30 dedicata a Brescia e Provincia il seguente articolo: Molestie olfattive, la WTE passa al contrattacco (firma ALICE SCALFI).Il Comitato Cittadini Calcinato chiede di esercitare il proprio diritto di replica, quantomeno ai sensi della legge sulla stampa.
Le accuse mosse al Comitato Cittadini Calcinato ed alla sua presidente sono assolutamente gravissime, venendo descritti come persecutori ovvero portatori di interessi personali.Ricordiamo invece che Il Comitato Cittadini Calcinato svolge la propria attività di informazione ambientale, organizzato oggi come vera e propria associazione, le cui finalità sono la tutela dell’ambiente, della salute, del territorio di Calcinato e dei paesi limitrofi con un impegno totale di tempo e risorse (personali)rivolte a comprendere le molteplici e critiche questioni ambientali di Calcinato, rivolgendo lo sguardo anche a quelle della Provincia di Brescia (membri di Ambiente Futuro Lombardia, Tavolo delle Associazioni del Fiume Chiese, Tavolo Basta Veleni, Coordinamento No Tav Brescia Verona, Eco Rete Lombardia, ecc).Fra le cariche e i compiti assegnati all’interno dell’organizzazione, oltre all’attivismo libero di ogni partecipante, vi è quello della portavoce, ruolo che per scelta è stato affidato alla Sig.ra Corsini la quale riporta esternamente le decisioni prese dal Comitato a totale smentita di presunti capi.Il comitato in questi anni ha promosso tutte le azioni che erano nella sua possibilità, sempre con rispetto istituzionale, promuovendo discussioni per tutti i problemi ambientali locali: dalla spinosa questione delle discariche (partecipando all’esposto vinto insieme alle amministrazioni comunali sull’indice di pressione), all’inquinamento/sversamenti illeciti nel Fiume Chiese dello scorso anno, al segnalare l’ennesimo rischio ambientale legato ad un’autorizzazione ancora in corso presso la Provincia di Brescia per un nuovo impianto (a confine con Calcinato) della FORSU con produzione di biometano e compost.E ancora esposti sulla spinosa questione TAV, alla segnalazione e alle giornate riservate alla raccolta dei rifiuti sul nostro territorio e anche al “GRAVISSIMO PROBLEMA” dei miasmi che stiamo subendo da quasi 17 anni, soprattutto a Calcinatello (dove sono concentrate quasi tutte le criticità comunali), il tutto come documentato e documentabile.Si ricorda che le segnalazioni/comunicazioni riguardo agli odori avvengono, sollecitati dalla cittadinanza locale, ogni volta che l’aria è irrespirabile, scrivendo agli enti preposti (come da loro consigliato) indicando giorno e ora dalla percezione dell’odore, la tipologia del miasma percepito e quali azioni ci hanno causato quella percezione dell’odore, smentendo anche quanto riportato nell’articolo di “falsi allarmi” e di segnalazioni “generiche e per nulla circostanziate”.Non spetta invece al nostro comitato indicare la fonte dell’odore, ma alle autorità preposte indagare ed assumere i provvedimenti del caso se necessari.Nessuno vuole colpire questa o quella azienda in particolare, né tanto meno c’è persecuzione o “diffamazione malcelata” nei confronti di WTE: sul sito del Comune di Calcinato sono disponibili e pubblici i dati dell’ultimo monitoraggio odorigeno svolto, con indicate le due denominazioni delle ditte individuate come origine dei miasmi, fra cui l’azienda del Sig. Giustacchini.Auspichiamo di aver chiarito il ruolo del Comitato. Questo è quello che deve fare una associazione “attiva” che si occupa di ambiente, senza avere “ostilità preconcetta” contro nessuno se non quella della tutela del territorio e della serenità della cittadinanza di Calcinato.Il problema esiste. Quantità di articoli sono stati scritti, anche dal GdB sulla questione odori a Calcinato.Con voce accesa e usando i canali a nostra disposizione abbiamo chiesto di smetterla di agevolare imprenditori, anche esercenti attività ecosostenibili, se nel loro esercizio non rispettano la libertà dei cittadini che vivono a Calcinatello da molto più tempo dell’arrivo della ditta autorizzata in un luogo non idonee a quel tipo di impianto, come abbiamo sempre detto.Il diritto di libera imprenditoria, di cui il comitato è un grande sostenitore soprattutto se l’attività rientra all’interno dell’economia circolare, cessa nel momento stesso in cui la libertà imprenditoriale umilia e obbliga i cittadini che vivono a Calcinatello di non poter aprire le finestre a loro piacimento, di poter mangiare in giardino durante la bella stagione, di poter stendere il bucato all’aperto e di poter fare una vita sociale normale.Il nostro lavoro e quello della portavoce sono unicamente della difesa del Bene Comune del nostro territorio. Il denigrare e voler delegittimare questo ruolo ci ha lasciato l’amaro in bocca e comunque, sarà nostra cura riservarci di rivolgerci nelle sedi opportune per la difesa di un diritto che, purtroppo, leggendo il vostro articolo del 3 maggio non ci ha fatto comprendere, dopo una pandemia, quali siano davvero le priorità da tutelare.
Ringraziando, in attesa di vostra risposta, certi della pubblicazione possibilmente nella stessa pagina dedicata all’articolo del 3 maggio, con stima porgiamo cordiali saluti.
COMITATO CITTADINI CALCINATO

Lettera aperta ai politici – testo integrale

AI SINDACI DEI COMUNI BRESCIANI E VERONESI TRATTA AV/AC BRESCIA VERONA

AI CONSIGLIERI 5 STELLE REGIONE LOMBARDIA

AI CONSIGLIERI PD REGIONE LOMBARDIA

AI CONSIGLIERI 5 STELLE REGIONE VENETO AI CONSIGLIERI PD REGIONE VENETO

AI PARLAMENTARI 5 STELLE-PD- LEU VENETO E LOMBARDIA

Brescia/Verona 28 Aprile 2020

Oggetto: Sarete responsabili? Quali decisioni prenderete?

Gentilissimi, La pandemia di Covid-19 che stiamo affrontando è una delle più gravi sfide all’umanità dopo la Seconda Guerra Mondiale. Più della metà della popolazione del pianeta è in quarantena, mentre il contagio mondiale (fortemente sottostimato) ha superato i 2.800.000 contagi. Cifre impressionanti che rendono l’idea della gravità del periodo che abbiamo di fronte. Il virus è un nemico terribile. Minaccia la nostra salute mettendo in luce, se ce ne fosse bisogno, l’importanza e il valore della Sanità Pubblica, animata dal lavoro instancabile di tantissimi lavoratori e tantissime lavoratrici. A questo dramma (morti e malati) si prevede “una nuova crisi economica mondiale”, addirittura di gravità maggiore rispetto a quella precedente esplosa nel 2008 e saranno le difficoltà sociali a ricordarci che l’epidemia è un problema medico ma la sua gestione è un fatto strettamente politico. Davanti a questo scenario siete voi Sindaci, Consiglieri Regionali e Parlamentari, ad avere l’onere e l’Onore di amministrare. Spetta a voi, oggi, dovervi assumere le responsabilità di prendere decisioni cruciali per il futuro della popolazione nel ruolo che vi è stato assegnato di rappresentanti politici. Il tema, quello del valore delle scelte, è oggi drammaticamente attuale a due mesi dall’esplosione del contagio. Nel momento in cui stiamo scrivendo il numero dei morti per coronavirus in Lombardia è di 13.449 persone, con il territorio bresciano tra i più duramente colpiti. Quantomeno quello che indichiamo è il numero ufficiale poiché tutti sappiamo bene che a molte persone malate e decedute non è stato fatto nessun tampone. Abbiamo assistito all’arroganza vergognosa della giunta regionale lombarda, che ha fatto pressione, insieme a Confindustria, per riaprire i luoghi di lavoro, senza nemmeno volere attendere un protocollo nazionale per la gestione in sicurezza sanitaria della cosiddetta “fase 2”. Sempre gli stessi politici lombardi, in linea con lo stesso governo, non hanno voluto istituire la “zona rossa” ad Alzano Lombardo e Nembro, permettendo la diffusione di massa del contagio e condannando a morte tantissime persone. Ovviamente la decisione di non fermare la produzione è stata voluta prima di tutto da Assolombarda, che riteneva di non potere mettere in discussione i profitti del distretto industriale della Val Seriana. Nel bresciano abbiamo avuto un caso simile di mancato lockdown con il comune di Orzinuovi. Di fronte a episodi tanto gravi, non possiamo che porre una domanda cruciale: per quanto ancora si vorrà salvaguardare la logica vorace dei capitali a scapito del diritto alla salute? L’ Alta Velocità pone questo quesito con una gravità inedita e inaudita, perché la pandemia a cui ci troviamo di fronte obbliga a darsi delle chiare priorità. Come è possibile, con ospedali riempiti di pazienti e un pianeta alle porte di una crisi economica di proporzioni storiche, volere realizzare il Tav Brescia-Padova? Un’opera bocciata ufficialmente dall’analisi costi-benefici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Un’opera inutile che prosciugherà allo Stato Italiano 8,6 miliardi di euro (solo PREVENTIVATI) di risorse che dovrebbero essere destinate prima di tutto a sostegno della martoriata sanità pubblica. 60.000.000 di euro, questo è il costo medio a chilometro per le linee Tav in Italia. Una quantità di soldi non riscontrabile in nessun’altra linea Tav europea, dove si arriva al massimo a circa 20 milioni a chilometro per le tratte più costose. Intanto il trasporto dei pendolari continua ad essere un incubo per molti, per tutti coloro che non possono permettersi i costosi viaggi sui Frecciarossa semivuoti. Per finanziare questo fallimento sono stati tagliati fondi alla sanità, all’istruzione e alla ricerca, alle politiche sociali, alle risorse per la messa in sicurezza dei territori e per le ricostruzioni, alle bonifiche ambientali. Settori chiave per comprendere la tragica situazione italiana attuale. Le persone che lavorano negli ospedali – ora chiamati eroi ed eroine – lo hanno fatto e lo fanno spesso senza i mezzi necessari per proteggersi e per poter aiutare i malati. Si è dovuti ricorrere a raccolte fondi private per comprare respiratori e mascherine, mentre si sbandierava l’eccellenza della sanità pubblica lombarda. Non avremmo mai voluto avere ragione, non certamente su migliaia di morti e malati, ma da anni come Movimento No Tav chiediamo in ogni modo di non dilapidare le risorse pubbliche per grandi opere inutili affinché vengano destinate ai settori utili a tutta la comunità. Senza dimenticare i disastri degli ultimi anni: nel 2018 il deragliamento di Pioltello con tre morti e 46 feriti e il crollo del Ponte Morandi con 43 morti e 566 sfollati. Solo il mese scorso si è verificato il cedimento del ponte di Aulla, che non ha visto vittime solamente grazie alla forte riduzione del traffico dovuto dalla quarantena. Con quale criterio logico, economico e soprattutto politico si finanziano mastodontiche opere inutili mentre crollano viadotti e deragliano treni? Mentre vediamo il paese in così grande crisi economica. Non vogliamo più che il denaro pubblico venga utilizzato per favorire mafie, aziende corrotte, tangenti per costruire grandi opere inutili, vogliamo che venga investito per ripristinare i posti letto tagliati in terapia intensiva, per ripristinare i presidi sanitari territoriali e potenziare la prevenzione. Vogliamo che le infrastrutture ad essere finanziate siano quelle utili allo spostamento di pendolari, spostamento che deve avvenire in sicurezza, che sia su un treno o con un’automobile su un ponte. Chiediamo coerenza alle forze politiche, come Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali, che negli anni precedenti hanno promesso una revisione della gestione dei fondi per le infrastrutture, per destinare le risorse al bene comune. Pretendiamo che le forze politiche abbagliate completamente dal mito del libero mercato, delle privatizzazioni, del partito del cemento ad ogni costo, decidano per il bene della collettività e non del profitto di alcuni. I decessi causati dalla pandemia e il danno economico che seguiranno al contagio richiedono con ancora più forza che torni il rispetto della persona al centro dell’agire politico, contro ogni sacrificio preso dalle logiche di profitto privato. Inoltre non possiamo non sottolineare il possibile aumento di rischio di infiltrazioni mafiose a causa dell’accelerazione dello sblocco del settore economico dopo la chiusura del paese per la pandemia. Chiediamo che i sindaci e le sindache tornino a fare gli interessi dei territori, a valutare ciò che è necessario oggi e domani per gli abitanti dei loro Comuni, confrontandosi pubblicamente con gli stessi per un bene collettivo. Il bene comune non è svendere le risorse collettive (terra, aria, acqua) per lasciar passare treni inutili, ma proteggere queste risorse essenziali. Quanto bisogna attendere prima che le amministrazioni facciano sentire con forza la loro voce? Soprattutto consapevoli che la pandemia è esplosa maggiormente nelle province più inquinate d’Italia, fermo restando che la correlazione tra l’alta virilità dell’epidemia e l’altissimo grado di inquinamento ambientale in Lombardia sia ancora ampiamente da dimostrare con gli opportuni studi scientifici, siamo sicuri che respirare aria altamente inquinata non sia stato d’aiuto. Come si può pensare di devastare ancora il nostro territorio e aumentarne l’inquinamento aumentando così i rischi per la salute di chi abita queste zone? La pandemia sta già mettendo a nudo le contraddizioni di un sistema economico e di un apparato politico fondati sullo sfruttamento delle persone e dell’ambiente. Le contraddizioni sul piano sociale e ambientale non potranno che esplodere con forza, di fronte all’impatto economico del contagio mondiale. La necessità di investire miliardi e miliardi di euro per fare fronte alla crisi si farà sempre più impellente. Quali decisioni prenderete? Investirete ancora grandi quantità di risorse pubbliche in opere inutili e dannose come il Tav Brescia-Padova o farete l’interesse della collettività? È il momento di dare risposte concrete e giustificate delle scelte prese e/o appoggiate, assumendosi la responsabilità di ciò che è stato fatto e di ciò che non si è voluto fare. A disposizione, cordialmente

Coordinamento No Tav Brescia Verona