terremoto, treni fermi, progetto tav non a norma sismica: fermate i lavori!

Mentre la terra trema anche nel veronese, e la devastazione dei cantieri Tav continua nonostante le numerose irregolarità denunciate, oggi scopriamo che è stato sospeso il traffico dei treni sulla linea storica Milano-Venezia per verifiche a seguito della scossa di terremoto di ieri.
L’avevamo detto e lo ripetiamo.Da molto tempo denunciamo che il progetto Alta Velocità che si sta realizzando non è stato adeguato alla nuova classificazione sismica nazionale e alle nuove Norme Tecniche di Costruzione del 2008 (hanno usato quelle vecchie del 1996).

Lo diceva già nel 2017 il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che anche per questo motivo chiedeva che il progetto venisse rifatto perché aveva carenze tali dal punto di vista tecnico da non stare in piedi.
Inoltre, come abbiamo già denunciato in passato, il progetto non sembra affatto tenere conto dell’ordinanza n.3519 del 28.4.2006 del Presidente del Consiglio dei Ministri con il quale è stata presentata una nuova mappa di pericolosità sismica (es. Lonato è passato dalla zona 3 di bassa sismicità alla zona 2 di media sismicità). Queste carenze e problemi non si possono risolvere ora con il progetto esecutivo in corso, andava fatto prima. Ora però si possono fermare i lavori.


Eppure nonostante le continue denunce e le irregolarità progettuali nessuno si preoccupa di ciò che sarà. Questo è l’ennesimo terremoto nel veronese che ha mosso la sorgente sismica di Salizzole, quella per intenderci del sisma del 1117 tra Verona, Brescia, Cremona e Piadena!Proprio sopra, come se nulla fosse, vorrebbero farci correre i treni ad alta velocità senza adeguamento progettuale. Treni, inutili, che verranno usati per il trasporto di persone, non per merci, ricordiamo l’ennesima bugia raccontata. Quello che vi raccontiamo da anni è scritto nero su bianco nel progetto stesso, basta leggerlo.


Com’è possibile che gli organi di controllo competenti e la politica fingano che questi problemi non ci siano e non fermino i lavori? Quali sono gli interessi speculativi in gioco per non fermare tutto?
Le risorse sprecate in quest’opera inutile e dannosa, vanno dedicate alla messa in sicurezza di tutto il Paese.


Paese sempre più fragile e che non ha ancora capito che bisognerebbe investire prima anziché porre rimedio solamente dopo le tragedie.
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Cavalcavia abbattuto a calcinato? Siete ancora in tempo a fermare questo scempio!

Mentre l’Italia è in ginocchio da una pandemia che ormai da un anno sta decimando vittime e dove la sanità è al collasso con tristezza e rammarico la grande opera del “malaffare” prosegue a distruggere inutilmente la nostra terra. E non solo quella.

Sembrerebbe una barzelletta ma mentre l’Italia conta ogni anno morti a causa di cedimenti di ponti, cavalcavia, strade e continui dissesti idrogeologici, un’altra Italia, per scelte di una politica pressapochista dei partiti (ben lontana dalla politica dei territori), sbandierando al vento l’importanza delle costruzioni di grandi opere – autorizza un’opera, come la Linea AV/AC Brescia Padova, che distruggerà interi territori demolendo cavalcavia ancora in buono stato, cementando terreni fertili, demolendo case e attività produttive.

Opere fra l’altro spesso doppioni di quelle esistenti: come per esempio la linea ferroviaria bresciana o inefficaci come il Mose. Opere che confermano lo sperpero di risorse pubbliche e che dimostrano perché abbiamo un debito pubblico italiano così elevato. In tutto questo, in una emergenza economica sociale e sanitaria, dove l’inquinamento e le pandemie hanno dimostrato la fragilità dell’attuale sistema “ITALIA” sempre più visibile anche nelle piccole comunità, vorremmo sottolineare che, chi avrebbe dovuto dire NO al TAV, si è invece arrogato la supponenza di appoggiare il tutto, senza difendere i territori chiedendo per compensazioni altro cemento.

Eppure questa opera che se ne dica si trova ancora al punto di partenza. Non è bastata la solita manfrina dell’inaugurazione con la Ministra per far partire la talpa cinese. Nessun scavo. La talpa cinese non ha ancora iniziato a lavorare. Rimanda di settimana in settimana, di mese in mese.

E ci chiediamo se è per questo motivo che intanto abbattono cavalcavia? Quanto costerebbe a Cepav Due un ritardo nella consegna dell’opera? Quanti imprevisti potrebbero esserci per esempio per la questione falde acquifere o bonifiche dei siti durante gli scavi? E ancora la questione Vezzola, impegnata nei lavori del Tav, alla luce delle decisioni prese dalla magistratura bresciana quali ripercussioni potrebbero avere sulla questione della costruzione del TAV (Il TAV vice sindaco Cinquetti … si dice il)

Cosa dire in aggiunta al già evidenziato totale dissenso dell’abbattimento questa notte di un altro cavalcavia pagato con le tasse degli italiani? In primis che non avvenga quanto avvenuto con il primo abbattimento due settimane fa: ovvero cantieri lasciati aperti ,senza cartellonistica, con carichi pendenti nel mancato rispetto totale dei territori e dei cittadini che lo abitano. E poi che gli organi preposti ai controlli, vigilino sulla sicurezza anche per quanto riguarda i lavoratori nei cantieri spesso senza le misure di sicurezza obbligatoria: dai caschetti alle mascherine, al mancato distanziamento come dimostrato in più esposti e fotografie.

E mentre qualcuno sta iniziando solo ora a capire i danni che accadranno sul territorio per la costruzione del TAV, nei giorni scorsi la zona del Cimitero di Calcinato ha cambiato aspetto. Divenuta zona di cantiere per concessione della giunta Maestri a CEPAV DUE, nella totale mancanza di rispetto del luogo sacro alla ridicola cifra di circa 19 euro/al giorno, è stata subito completamente disboscata. Incomprensibili poi le parole che il vice sindaco Cinquetti ha rilasciato ad un emittente bresciana qualche giorno fa dichiarando che i lavori sarebbero partiti il 15 gennaio mentre erano già attive le ruspe da qualche giorno e dimenticandosi poi di informare i suoi concittadini che molti dei danni per la costruzione di rotatorie, strade, e variazioni di viabilità (compreso l’uso di strade secondarie, come VIA BERLINGUER) sono dovuti alle richieste effettuate dall’ amministrazione che lui rappresenta da tempo, la quale ha concordato e firmando report.

Se non gli stava bene doveva solo opporsi con un RICORSO. Un messaggio: siete ancora in tempo. Fatelo se davvero volete il bene degli italiani.

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