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8 OTTOBRE: presidio-festa No Tav “DIFENDIAMO LA NOSTRA TERRA” @ Campagna di Lonato

Dopo l’assemblea pubblica che si è tenuta a Lonato del Garda il 7 settembre scorso con l’obiettivo di costruire tutti insieme
L’ AUTUNNO NO TAV, continuano le iniziative del Coordinamento NO TAV BS-VR. Oltre ai banchetti informativi nei paesi attraversati dal progetto, i ricorsi insieme alle associazioni e agli espropriati, si terrà l’8 ottobre una giornata di festa, giochi e informazione su un terreno poco distante da dove secondo i loro progetti dovrebbe sorgere il gigantesco cantiere di 17.600 mq nel cuore della piccola frazione di Campagna di Lonato.

Dopo le dichiarazioni del ministro Delrio, dopo i numerosi articoli apparsi durante l’estate, dopo l’incontro avvenuto a fine settembre in Regione, dopo le ultime fantasiose dichiarazioni dell’assessore Parolini che vuole aggiungere una stazione a S. Martino della Battaglia, dopo chi non vuole nemmeno deludere i Monteclarensi includendo nel progetto anche lo shunt, siamo maggiormente convinti che l’unico tessuto economico e sociale bresciano che sta attendendo da tempo le infrastrutture proposte sia quello mafioso-industriale.

Ed è per questo che riprendiamo la nostra presenza attiva sui territori, riprendendoci quegli spazi inutilizzati e abbandonati  e creando momenti di informazione e aggregazione, invitando tutti e tutte a partecipare perché come abbiamo sempre detto per fermare quest’opera dobbiamo costruire una lotta insieme.

Non siamo contro il progresso come ci dipingono, siamo contro la distruzione della nostra terra e per un futuro migliore per tutti e tutte.

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* PROGRAMMA DELLA GIORNATA *

SABATO 8 OTTOBRE A PARTIRE DALLE 15:00 alle 22:00
in via Campagna di sopra a Lonato del Garda

dalle 15:00
LABORATORIO SPAVENTAV e TRUCCABIMBI

porta con te quello che hai per contribuire alla costruzione degli spaventav:
*bastoni o canne di bambu (ne servono 2 per ogni spaventav)
*carta di giornale
*pennarelli
*magliette o vestiti che non usi più, possibilmente di colore chiaro
*cappelli di paglia, cappellini
*spago
*paglia
*collant
*bottoni, sciarpe, ecc.

alle 16:00
 VISITA GUIDATA AI LUOGHI DEL CANTIERE

dalle 17:00
 GIOCHI POPOLARI e LABORATORIO DI TEATRO

E …MUSICA, MOSTRA FOTOGRAFICA, MERENDA/CENA

 Per arrivare al presidio:
– per chi proviene da Montichiari sulla sinistra, prima di arrivare a Lonato, seguire indicazione Campagna e proseguire diritto
– per chi arriva da Desenzano, attraversare il paese di Lonato, alla seconda rotonda, girare a sinistra e attraversare il sottopasso, e subito a sinistra
– per chi arriva da Brescia, iniziato viale Roma, alla prima rotonda girare a destra, oltrepassare il sottopasso, subito a sinistra

Per parcheggiare: vicino al luogo della festa si possono trovare parcheggi vicino ai capannoni della zona industriale, o in centro alla frazione, vicino al campo sportivo e alla Chiesa. 

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18/5: serata informativa NO TAV @ Lonato

La devastazione che porterà a Campagna di Lonato il passaggio dell’alta velocità è uno dei danni maggiori che la possibile costruzione di quest’opera avrà sul nostro territorio.

Il Comitato NO TAV Lonato e il Coordinamento NO TAV Brescia-Verona organizzano una serata informativa sul tema e durante la serata ci saranno anche interventi sull’impatto del TAV per quanto riguarda i comuni di Calcinato e Desenzano.

Mercoledì 18 maggio ore 20:30 presso la sala adiacente al campo sportivo a Campagna di Lonato di viale Roma 67.

Vi aspettiamo!IMG_20160513_082403

 

TERZO VALICO: La Valverde resiste e rilancia – sabato 24 ottobre fiaccolata NO TAV

12080205_491997160982150_7290829154119625199_oVenerdi’ scorso un centinaio di cittadini sono arrivati in corteo davanti ai cancelli del cantiere di Cravasco. Altri No Tav hanno raggiunto il presidio durante la serata e per 3 ore hanno tenuto fermo il cantiere, tra caldarroste, un bicchiere di vino e l’organizzazione di nuove iniziative…

Da questo cantiere Co.Civ ha fatto uscire amianto violando ogni regolamento e quel cantiere deve essere chiuso.

E’ giunto il momento di scendere di nuovo in strada per le vie della Valpolcevera…

Sabato 24 ottobre fiaccolata da Pontedecimo con ritrovo alle ore 17,00 presso il piazzale delle piscine a arrivo a Campomorone in Piazza Marconi.

Bisogna essere in tanti, bisogna esserci tutti anche dal altre parti d’Italia, e da dove in particolare questo stesso progetto potrebbe devastare i territori locali, per pretendere la chiusura di quel cantiere che significherebbe complicare non poco il processo di costruzione del Terzo Valico e in generale di tutto il sistema TAV.

 

L’appello di indizione della fiaccolata

CHIUDERE IL CANTIERE DI CRAVASCO, FERMARE IL TERZO VALICO

Sulle carte geologiche anche un occhio profano può capire quanto sia probabile che il tracciato del Terzo Valico intercetti rocce amiantifere, tuttavia, da sempre, siamo stati tacciati di allarmismo e opportunismo.

Chi ci accusava sono quei politici sostenitori, per interessi di partito, del Terzo Valico; carrieristi (concedetecelo: non sempre di successo) che, pur di provare ad ambire a una poltrona, avrebbero dichiarato e promesso qualsiasi cosa.

Ora che l’amianto è stato trovato nel cantiere di Cravasco e che la Procura non ha potuto esimersi dall’aprire un fascicolo per come Co.Civ l’ha trattato, ancora una volta è chiaro quanto valessero quelle promesse che parlavano di severi controlli e diminuzione di disagi: contavano come il 2 di picche a briscola quando comanda denari!

Nella realtà purtroppo la posta in gioco non è una partita a carte, ma l’equilibrio dei territori in cui viviamo e un mare di soldi pubblici, la posta in gioco insomma è il futuro di tutti.

Oggi non c’è chiarezza sul giorno del ritrovamento dell’amianto e sui luoghi di smaltimento, mancano la maggior parte dei dati di rilevamento della qualità dell’aria, violazioni nelle procedure di smaltimento sono state smascherate dal movimento seguite da sanzioni da ASL e avvisi di garanzia per la ditta HTR bonifiche, infine, peggio di tutto, l’amianto è stato ritrovato nello smarino abbancato in “cava Castellaro”, un sito per smarino “pulito”.

A dirlo sono gli esiti delle analisi di ARPAL. Questo è gravissimo perchè significa che Co.Civ ha estratto amianto, l’ha trasportato e abbancato in maniera abusiva violando ogni norma e protocollo, mettendo in serio pericolo la salute degli abitanti e dei lavoratori.
Non capiamo come sia possibile che questo non sia ancora bastato per far mettere i sigilli a quel cantiere.

Come nella primavera scorsa, quando vennero alla luce tangenti e corruzione tra la principali cariche di Co.Civ e della Politica sostenitrice del Terzo Valico, sembra che, ancora una volta, neppure davanti alle peggiori nefandezze si possa inceppare il corso del Terzo Valico.

Addirittura Co.Civ, con supponente aria di intoccabilità, minaccia denunce ai blogger che “ledono la sua immagine” pubblicando niente di più di quanto contestato dalla Procura.

E’ il momento di dire basta, mentre il Terzo Valico continua a derubare, devastare e avvelenare ogni giorno, non possiamo restare alla finestra sperando che non piova troppo forte, che nel cuore della notte non passino camion in cui sia nascosto amianto, o che domani non vengano ancora tagliati fondi a scuola, sanità, cura del territorio…..dobbiamo scendere in campo, far valere le nostre ragioni, pretendere quello che è giusto.

Partendo da Cravasco, quel cantiere va chiuso, il Terzo Valico va fermato.

24 OTTOBRE ORE 17 FIACCOLATA
PONTEDECIMO – CAMPOMORONE
E’ IL MOMENTO DI ESSERCI, TUTTI!!

Movimento No Tav – Terzo Valico

VAL DI SUSA: Trivelle smontate, sondaggi sospesi..arrivano i No Tav!

assembleaIeri sera in centinaia si sono ritrovati ad Avigliana per decidere il da farsi rispetto alla presenza delle trivelle segnalate dalla gente del posto nei giorni precedenti che grazie ad una serie di telefonate ed accertamenti si era ben presto scoperto fossero presenti per dei sondaggi geognostici legati al Tav Torino Lione, per la nuova stazione di Buttigliera.

Le informazioni in questi casi si vengono a sapere, questa volta dagli stessi operai che hanno ammesso di aver smontato tutti i macchinari nel pomeriggio, rapidamente, dietro indicazione della polizia a causa di una manifestazione di protesta.

Tutti i No Tav presenti hanno comunque deciso di andare a perlustrare il territorio in vista della possibile ripresa dei lavori e quindi in centinaia, con pile alla mano, ci si è incamminati per le strade.

Sono stati visionati tutti i siti di possibile trivellazione e ci si è organizzati per i giorni che verranno.

Un segno del passaggio è stato lasciato ad ogni sito, come promemoria a chi dovrà riprendere i lavori…

Già da domani l’indicazione è quella di tenere gli occhi bene aperti e stare pronti ad indossare scarpe comode.

Ancora una volta il popolo NO TAV in Val Susa dimostra come solo la lotta possa fermare questa grande opera e la distruzione che comporta! Avanti No Tav!

 

 

Val Susa: nuovo attacco al cantiere dagli over 60 del movimento No Tav!

no tav notteIeri sera , poco dopo la mezzanotte un gruppo di no tav ha portato un nuovo attacco al cantiere del tunnel geognostico. Fuochi artificiali e petardi sono stati lanciati oltre le recinzioni. Un altro gruppo di attivisti invece ha chiuso con catene e lucchetti i cancelli per impedire alle forze di polizia di uscire. Dalle prime notizie che giungono sappiamo che i no tav fermati sono 9.  Comunichiamo subito che stanno tutti bene e che ora sono stati rilasciati. Dopo alcuni trascinamenti e strattoni iniziali, come per gli otto arrestati di sabato scorso, sono stati portati dalla polizia all’interno del cantiere per essere identificati. Da qui in avanti  però arrivano i primi problemi per gli “operatori di sicurezza”. Dopo una gioia iniziale per aver portato a termine un’altra grande operazione qualche conto non torna più molto bene. Questa volta gli “arrestati” sono tutti over 60 con alcuni picchi che sfiorano gli 80. I giovani no tav invece sono al presidio di Venaus che attendono notizie e svegliano i genitori e gli avvocati nel pieno della notte. Dopo alcuni consulti, forse anche coinvolgendo la procura della repubblica di Torino le forze di polizia hanno così scelto di rilasciare tutti i fermati, nonostante l’azione sia stata identica a quella che ha portato sabato scorso all’arresto di otto giovani no tav. Troppo scomodo politicamente l’arresto di una persona anziana? O troppo scomodo ammettere che anche nove anziani possono fare alcuni km di sentieri, travisarsi, lanciare cosa vogliono all’interno del cantiere ed essere fermati solo perchè di loro iniziativa scelgono di non fuggire? La verità non la sapremo mai ma ad entrambe le nostre domande rispondiamo sì, è scomodo far vedere al mondo che in val di Susa resistono tutti e che tutti i soldi, milioni di euro ormai, spesi in infrastrutture di sicurezza (migliaia di metri di recinzioni) e forze di polizia sono inutili.

Dopo questa notte possiamo dirlo con certezza, tutti possono partecipare alla resistenza no tav!Per impedire un immenso spreco di denaro pubblico. Per impedire la devastazione di un territorio intero. Per destinare questa ricchezza o questi sforzi verso chi ne ha veramente bisogno. Dalle infrastrutture utili come le scuole alla messa in sicurezza idrogeologica per arrivare alle decine di migliaia di migranti che ogni giorno con difficoltà giungono in Europa.

VAL SUSA – 28/6: MARCIA NO TAV AL CANTIERE DI CHIOMONTE DI NUOVO TUTTI E TUTTE INSIEME!

 

mani28-6Con un solo metro di Tav si potrebbero comprare 3 ambulanze nuove, con 100 metri di Tav si potrebbero mettere in sicurezza decine di scuole, con meno di un Km. di Tav reparto maternità di Susa non solo non chiuderebbe ma potrebbe essere potenziato l’intero ospedale.
Bastano questi numeri per motivare l’iniziativa di domenica 28-Giugno-a-Chiomonte.
Ci troviamo di fronte a una situazione paradossale: da un lato i governanti tagliano servizi sociali fondamentali come la sanità (in Valle lo sappiamo bene), o la scuola, con l’ennesima riforma che va a colpire il corpo insegnati e di conseguenza i nostri figli che avranno una formazione scolastica-sempre più-approssimativa.
Dall’altro ci troviamo un cantiere divoratore di soldi pubblici per un’opera la cui inutilità è sotto gli occhi di tutti, confermata poche settimane fa dai dati sul traffico merci. (Cfr-Alpinfo–13–maggio–2015 )
Abbiamo il diritto/dovere di fermare questa voragine mangiasoldi e chiedere di dirottare quelle risorse dove servono veramente: tenere aperti e potenziare gli ospedali; garantire un istruzione per tutti in scuole sicure; mettere in sicurezza un territorio sempre più fragile. Richieste di buon senso che troppo spesso si scontrano con politici e affaristi senza scrupoli.
E allora è fondamentale farci sentire ancora e ancora.
Alla moda nostra. Con determinazione e fantasia.
Domenica 28 a Chiomonte non si può mancare.
Non si tratta di difendere solo il nostro territorio da uno scempio ambientale, ma di difendere quello che è il futuro di tutti: nostro e dei nostri figli.
Abbiamo sempre detto che fermarlo è possibile, ma è possiamo farlo solo se saremo tanti e uniti.

APPUNTAMENTO AL PIAZZALE DEL FORTE DI EXILLES ORE 10 – SI PRANZA AL SACCO!

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Più forte delle loro minacce è la canzone No Tav – il racconto di Nicoletta

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Si apre il cancello della centrale di Chiomonte davanti alla piccola auto . Per la prima volta, insieme a Marisa, Eleonora, Mario, Ezio, ripercorro la strada vietata da quel giugno del 2011 in cui fu messa in catene la libera repubblica della Maddalena .

Comincia il viaggio, in uno spazio che ci è stato sottratto, ma soprattutto nel tempo, nella memoria viva, che resiste. Un viaggio che fa rabbiosamente male, ma che alimenta le radici di una lotta mai spenta.

Rivedo le vigne immerse nella dolce luce della mattina d’autunno. Dove c’era il presidio d’accoglienza ora stazionano macchine da guerra, garitte e figure in divisa. Qualche vigna è stata abbandonata, l’agriturismo a metà strada appare malinconicamente chiuso.

In alto, tra alberi abbattuti, percorsi stradali cambiati, nuove reti e cancelli, si misura ancor meglio il degrado, la militarizzazione che avanza.

Ma ecco il piazzale della Maddalena, la cantina sociale ormai inaccessibile, il museo in stato d’abbandono : grandi macchie di umidità che invadono la facciata, infissi scrostati, incuria totale. Cerco invano il grande rosaio, la selva profumata di rose rosse che ci accoglieva, fino a quattro anni fa, e parlava di amore appassionato, di resistente bellezza. Sono scomparsi, sostituiti da reti e muri, i grandi cespugli di lavanda il cui profumo riempiva le notti della libera repubblica. Squallore, soldati, mezzi militari che posteggiano sul retro, sopra il piccolo cimitero neolitico.

E dov’è la barricata Stalingrado? Ora si criminalizza in tribunale quell’alba epica, nella quale le figlie e i figli della libera repubblica si prepararono a resistere contro l’esercito di luci blu avanzanti dall’autostrada. Allora nel cielo dell’alba splendeva l’ultima stella del mattino. Contro le truppe infinite che sbucavano dalla galleria autostradale e avanzavano sul viadotto, noi avemmo chiaro il senso di quanto fosse superiore al loro apparato bellico la forza della nostra fratellanza, l’invincibile, commovente risorsa che ancora dura e ci dà vita, anche nei momenti più amari.

Ora sotto di noi si stende il cantiere: vi accediamo scortati, dopo la vestizione con casco, giubbotto fosforescente, stivaloni ferrati, mascherina contro le polveri e tappi antirumore.

Scendiamo in mezzo al marasma di edifici, pedane, montacarichi, silos, macchinari, vasconi, blindati, cemento mascherato di vernici verdi, bacini di acque torbide, riflettori, rotaie, cumuli di detriti: una realtà che di solito vediamo da lontano, oltre i muri, dall’alto dei nostri presidi resistenti, di cui si scorgono le bandiere e ci giunge l’ incoraggiamento di quanti sono venuti a condividere questa nostra esperienza di lotta.

Ancora ricordi: qui si dipanava, tra faggi e betulle , la vecchia stradina verso Giaglione. Ed ecco il prato dove con una giornata di festa popolare, erano stati messi a dimora migliaia di piccoli arbusti, ecco il pilone dell’autostrada su cui resiste il nostro murale. Dove ora ci sono blindati era sottobosco; qui scorreva un ruscello; qui, al posto del capannone-officina e del piazzale d’asfalto, viveva il bosco dei castagni, giganti centenari che vidi estirpare ad uno ad uno in una primavera di nidi infranti, tra la disperazione degli uccelli.

Ma dove sono le casette sugli alberi, i tendoni del campeggio, quel villaggio di Asterix che visse un’ affollatissima estate ?

Resiste la nostra piccola baita, il tetto ingombro di filo spinato, presidiata da figure in grigioverde: “area sotto sequestro, non ci si può avvicinare”; ma mi avvicino lo stesso, mi appoggio a quei muri che mi rispondono, vivi. Dalla finestrella aperta, protetta da grate, rivedo l’interno e provo un tuffo al cuore: tra le sue mura il tempo si è fermato a quel tragico febbraio 2012 dello sgombero e della caduta di Luca dal traliccio. Sul tavolo c’è ancora una bottiglia d’acqua, scatole di bicarbonato stoviglie; gli scaffali ancora pieni di vasetti e provviste di cibo, immagazzinate per una resistenza che avevamo immaginato lunghissima. Sulle pareti disegni di bambini, un calendario, fogli ingialliti, la stufetta allora sempre incandescente, ma non abbastanza per vincere il freddo delle notti stellate di Clarea. Di fianco alla piccola baita resiste un magro ciliegio, precario superstite del mare verde che si stendeva lungo il pendìo e diventava bosco di betulle, la dove ora si apre la bocca del tunnel.

Quella bocca ci inghiotte, sul trenino che ci porta nel ventre dell’antica frana, lungo il chilometro di galleria in fondo a cui si acquatta la trivella.

“ Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente…” i versi danteschi mi martellano in testa mentre procediamo tra sbalzi e rumori in “quell’aria sanza tempo tinta”.

L’accompagnatore di Ltf magnifica il lavoro svolto, minimizza i rischi, risponde alle domande tecnicamente ferrate di Mario; ma dicono altro lo squallore del luogo, l’estraneità triste degli sparuti operai (non più di quattro) che intravvediamo lungo il percorso, le fenditure della roccia inchiavardata, l’acqua che a un certo punto gocciola dalla volta e scorre sotto i nostri piedi in un fossatello di acqua limpida: il sangue della terra svenata. La “talpa Gea” non sta lavorando; percorriamo a piedi parte dei suoi 200 metri, essenzialmente una pedana metallica su cui stanno armadietti, quadri elettrici, rotaie, tubi di ogni dimensione, il tutto pieno di polvere e di ruggine precoce. Non vediamo la grande testa della trivella.

Il sopralluogo è terminato, il trenino riparte all’indietro. Ritroviamo il piazzale, lo squallore del deserto armato.

Guardo verso le montagne, i boschi che si stendono in alto, lungo la Clarea; vedo, sopra il cantiere, il giardino NO TAV : il piccolo prato sembra di velluto fiorito, sventolano le bandiere, sorridono i volti cari di compagne e compagni con cui condividiamo vita e lotta.

Questa giornata non può finire nel clima fittizio e vischioso di una visita di cortesia.

Incatenarsi per dire la quotidianità di una popolazione cui è negato diritto e parola, le catene di un lavoro che non è lavoro, di un sistema che si fa devastazione sociale, ambientale, economica, culturale; e denunciare il carcere dei nostri figli, la militarizzazione delle nostre vite.

A questo punto l’atmosfera di falsa cortesia va in pezzi, la repressione ritorna repressione, i cortesi funzionari parlano con la voce del tribunale, spuntano le telecamere dell’inquisizione, partono gli insulti massmediatici dei pennivendoli di regime.

Ma più forte delle loro minacce è la canzone NO TAV che giunge di lontano e porta l’eco di tante lotte, da tante parti del mondo.

Mi sento libera e felice, sicura che presto vinceremo.

I popoli in rivolta scrivono la storia. NO TAV fino alla vittoria.

#5aprile: marcia popolare fino al cantiere di Radimero – Terzo Valico

Sabato 5 parteciperemo a questa importantissima marcia popolare fino al cantiere di Radimero per fermare il cantiere del Terzo Valico!

L’appuntamento da Brescia è per le 10:30 al parcheggio dell’ Area Spettacoli Viaggianti (Luna Park) di via Borgosatollo (San Polo) – Uscita Autostradale A4 – Brescia Centro!

Ci troviamo lì con le macchine e ci organizziamo per riempire quelle necessarie per raggiungere il Terzo Valico!

Per maggiori informazioni sull’iniziativa:http://www.notavterzovalico.info/2014/03/05/sabato-5-aprile-marcia-popolare-ad-arquata-scrivia/

qui puoi ascoltare la conferenza stampa di presentazione

http://www.radiondadurto.org/2014/04/01/no-tav-terzo-valico-sabato-5-aprile-la-marcia-popolare/