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RICORSO AL TAR: UN MURO DI GOMMA!

Nella giornata di mercoledì 9 ottobre 2019 si è svolta nella sede del TAR Lazio a Roma l’udienza per il ricorso verso la deliberazione N. 42 del 10.7.2017 con la quale il CIPE ha approvato il progetto definitivo per la realizzazione della linea ferroviaria AV/AC Milano-Verona, tratta Brescia Verona, lotto funzionale Brescia est-Verona.

I ricorsi questa volta erano due: uno è stato presentato dalle associazioni a carattere ambientale e di tutela del territorio, e un altro è stato presentato dagli espropriati che hanno aderito; questo per evitare il giudizio di inammissibilità dichiarato nelle sedute precedenti per disomogeneità dei soggetti ricorrenti.

Il nostro Avvocato Fausto Scappini ha presentato una relazione e in seguito alla risposta di Cepav Due ha presentato altre repliche e ha chiesto alla giudice di discutere tutte le memorie presentate.

Il nostro avvocato ha fatto la sua requisitoria come sempre molto precisa e circostanziata. Ha dichiarato la sussistenza di 3 vizi nella precedente sentenza del Consiglio di Stato, per i seguenti motivi:
1) mancata valutazione dell’opzione zero.
2) carenza di istruttoria: presentazione di documenti insufficienti e non idonei a dimostrare di aver ottemperato alle 309 prescrizioni. Numerosissime non sono state ottemperate e il progetto esecutivo non contiene adempimenti per rimediare ai danni previsti;
3) spezzettamento del progetto esecutivo in mille rivoli: infatti il Cipe ha “smembrato la Valutazione di impatto ambientale in innumerevoli stralci, in maniera del tutto illogica, irrazionale oltre che illegittima”. (testualmente).

Inoltre ha affermato che in questo ricorso non può essere posta la questione di inammissibilità per disomogeneità tra i soggetti perché i ricorsi sono stati presentati separatamente.

Moltissimi soggetti ad oggi non sanno esattamente che ne sarà della loro proprietà e della loro attività: si tratta di un sistema “ barbaro” per sottoporre ad esproprio i beni delle persone, sicuramente in contrasto con la tutela dei principi su cui si basa la nostra società.

L’avv.to di CEPAV 2 ha controreplicato che:

  • praticamente è inutile questo ricorso perché già il precedente era stato dichiarato inammissibile dallo stesso tribunale;
  • Che la maggior parte delle prescrizioni è preordinata a ridurre l’impatto ambientale dell’opera e della cantierizzazione e quindi il loro recepimento non deve ovviamente essere nuovamente sottoposto a valutazione ma semplicemente verificato nello sviluppo della progettazione esecutiva.
  • c’è conflitto di interessi fra alcuni soggetti ricorrenti
  • c’è carenza di interesse da parte di alcuni soggetti (associazioni non interessate direttamente e Comune di Medole in quanto distante 13 km. dall’area di realizzazione dell’opera)
  • che alcuni interventi anche pesanti sono stati cancellati, migliorando il progetto.

Il nostro legale ha di nuovo replicato rispondendo che l’interesse delle associazioni è dimostrato da tutti i documenti presentati, e attività relazionate, e che il Comune di Medole è stato legittimato da una relazione tecnica che dimostra l’impatto che avrà l’opera sulle falde acquifere, mettendo a rischio l’approvvigionamento idrico dei comuni dell’alto mantovano.

Nella discussione sono stati dichiarati inoltre altri problemi: per esempio il fatto che la galleria di Lonato è stata solo parzialmente inserita nel progetto esecutivo, che ci sono ad oggi 16 varianti che stravolgono il progetto e altre sono in preparazione, che l’8.7.2019 è stato approvato solo il primo dei tre pacchetti di lavori previsti e non tutto il progetto come afferma Cepav.

Ebbene: il giudice ha dichiarato che è stato proposto il parere di INAMMISSIBILITA’ anche questa volta.

Avendo presenziato all’udienza insieme al nostro legale abbiamo avuto l’impressione che a nulla valgono tutte le osservazioni presentate sulla base della realtà dei fatti e che ci si trovi di fronte a un MURO DI GOMMA sul quale rimbalzano tutte le nostre giuste rivendicazioni.

Ora aspetteremo il giudizio definitivo del TAR Lazio sicuri di aver portato avanti una lotta anche dal punto di vista legale che rivendichiamo a testa alta, in difesa del nostro territorio contro questo scempio!

Diffida a tutti i sindaci della tratta TAV Brescia-Verona: non fate aprire i cantieri sui nostri territori!

Lo abbiamo sempre detto che avremmo percorso ogni strada possibile per fermare il TAV e oltre a quella popolare che ci vedrà in marcia il 29 settembre a Lonato, anche la parte legale sta procedendo.

Questa volta con una diffida spedita in data 04.09.2018, recapitata ai Comuni di Calcinato, Lonato Del Garda, Desenzano Del Garda, Peschiera del Garda, Castelnuovo del Garda, Sona, Sommacampagna Mazzano e Pozzolengo e al C.I.P.E., al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero dell’ambiente – Rfi- Italferr, Cepav Due.

Il documento si è resto necessario visto le numerose notizie riportate dalla stampa in base alle quali, CEPAV DUE avrebbe iniziato i lavori di preparazione e predisposizione dei cantieri al fine di dare inizio alla realizzazione della tratta ferroviaria.

Nella diffida oltre a ribadire che i soggetti sopra indicati sono ancora in attesa dell’esito dei ricorsi depositati al Tar per il Lazio emerge incontestabilmente che qualsiasi inizio dei lavori, anche quelli di cantierizzazione, dovranno essere preceduti dalla predisposizione del progetto esecutivo e della sua trasmissione al CIPE , come indicato chiaramente dalla deliberazione n°42/2017.

Non solo, la riconfigurazione del piano di cantierizzazione e l’approvvigionamento inerti sono approvati ai fini della attestazione della compatibilità ambientale ma non della localizzazione urbanistica.

Non solo con il progetto esecutivo è stata dichiarata la pubblica utilità solo per una parte del tracciato delle opere da eseguire.

Emerge quindi:

1) Prima inizio di qualsiasi lavoro, anche e soprattutto di cantierizzazione, deve essere approvato il PROGETTO ESECUTIVO

2) Il progetto esecutivo dovrà contenere l’esatta ottemperanza alle prescrizioni contenute nella deliberazione n° 42/2017 del CIPE

3) Il progetto esecutivo dovrà essere inviato al Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo ai fini della verifica di ottemperanza delle prescrizioni riportate nell’allegato 1 della deliberazione n° 42/2017 (309 prescrizioni + 14 raccomandazioni)

A seguito di quanto sopra deve essere chiaro a tutti, soprattutto ai Sindaci che avrebbero avuto e hanno l’obbligo di tutelare i territori e i loro cittadini, che CEPAV DUE non può in alcun modo INIZIARE LAVORI DI QUALSIASI GENERE se prima non ha ottemperato a quanto imposto dalla deliberazione n°42/2017 poiché l’ottemperanza non ha carattere formale ma SOSTANZIALE.

Si ricorda che le prescrizioni e la previsione della consegna del progetto esecutivo prima dell’inizio di qualsiasi lavoro HA FINALITA’ FONDAMENTALI PER GARANTIRE LA LEGALITA’ DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA ED IL RISPETTO DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, ALCUNE DELLE QUALI SONO FISSATE DIRETTAMENTE NELLA COSTITUZIONE (RIF- ARTICOLO 97 + NORMATIVE EUROPEE).

In definitiva il quadro costituzione impone a CEPAV DUE e comunque a qualsiasi soggetto di non eseguire lavoro di qualsiasi natura prima di aver consegnato il progetto esecutivo formale al MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI E DEL TURISMO e prima che quest’ultimo abbia verificato l’ottemperanza delle prescrizioni riportate nell’allegato 1 della deliberazione n° 42/2017.

Ad oggi il progetto esecutivo non ci risulta consegnato a nessun Ministero come da comunicazione in nostre mani.

Pertanto a seguito di quanto sopra spetterà ai I SINDACI, GLI UFFICI TECNICI E LA POLIZIA MUNICIPALE DI CIASCUN COMUNE SONO TENUTI AI SENSI DEGLI ARTT. 27 e 28 del DPR N° 380/2001, al controllo del proprio territorio ed alla repressione dei lavori di qualsiasi genere realizzati senza titolo.

Nella diffida si informano anche i Ministeri che a seguito di alcune domande di accesso agli atti effettuate dal legale dell’associazione, lo stesso alla data del 04.09.2018 non aveva ricevuto la documentazione, che RICORDIAMO essere necessaria ai fini di predisporre le adeguate difese davanti al TAR del Lazio (RIF. ART. 22 COMMA 2 della Legge n241/1990).

CONCLUSIONE

Di nuovo il Coordinamento No Tav Brescia – Verona in difesa di tutti i cittadini bresciani e veronesi e del nostro territorio ha dovuto promuovere un’altra azione amministrativa necessaria contro l’arroganza di coloro che “vogliono l’opera a tutti i costi” senza il minimo rispetto di regole e contro la totale assenza di coloro che, chiamati ad amministrare i territori, stanno facendo tutt’altro.

Le azioni però che sono il vero “DNA” del Coordinamento no tav Brescia Verona sono quelle popolari, quelle che partono dal basso e che proseguiranno ad oltranza contro chi, continuerà a proporre, un’opera inutile, dannosa con consumo enorme di “suolo” e di “risorse pubbliche” (argomento ribadito anche al Ministro Toninelli nell’incontro avuto a Lonato in data 08.09.2018).

Proprio per questo, in queste settimane il Coordinamento utilizzerà ogni mezzo necessario per sensibilizzare i cittadini bresciani e veronesi e tutte le associazioni ambientaliste a partecipare alla “bellissima” passeggiata che stiamo organizzando per sabato 29 Settembre 2018 (a misura di famiglia meno di 5 km) per ribadire il nostro NO, “DE CHE SE PASA MIA”.

Vi aspettiamo tutti e tutte!!

Air Liquide di Castelnuovo del Garda: l’ennesimo pericolo del TAV sottovalutato!

Nella documentazione tecnica finalizzata all’ottemperanza delle prescrizioni dichiarate non ottemperate dal decreto direttoriale PROT. DVADEC‐2015‐0000205 del 22 GIUGNO 2015 di Cepav Due troviamo:

Nella fascia di territorio interessata dal progetto AV/AC Brescia–Verona è presente uno stabilimento a rischio di incidente rilevante (ai sensi del D.Lgs 105/2015) in particolare si tratta dello stabilimento Air Liquide (centrale di produzione gas) sito nel comune di Castelnuovo del Garda (VR);

Nello specifico la distanza minima tra il confine dello stabilimento Air Liquide e la recinzione del sedime
ferroviario è di 131,60 m.
L’infrastruttura ferroviaria è dunque esterna alla zona di sicuro impatto in caso di incidente (fino a 64 metri) ed alla zona di danno (fino a 100 metri) e risulta interna alla sola zona
cosiddetta di “attenzione” (fino a 540 metri) e relativa all’ambito di influenza dell’evento, non credibile, di rottura catastrofica del serbatoio di ossigeno.

Cepav Due dichiara che “Il 25 febbraio 2014 il Comune di Castelnuovo del Garda ha presentato il piano di emergenza esterna della Ditta Air liquide”. Ma come si è evidenziato nel documento stesso “ad oggi il Piano di Emergenza Esterno redatto da parte del Prefetto risulta ancora in bozza non ancora ufficialmente emesso.”

Pertanto, Cepav Due non ha “potuto” ottemperare alla prescrizione 15.1 della Delibera CIPE 120/2003 e non ha disposto la scheda di emergenza RFI da allegare al PEE, e si giustifica argomentando che “tale documentazione sarà verificata / aggiornata non appena si disporrà del PEE emesso dal Prefetto”.

Questo fatto per noi è gravissimo e ci impegneremo per verificare come procede l’ennesima non ottemperanza alle prescrizioni perchè a nostro parere sotto valutare ulteriormente il rischio ambientale nel folle progetto di costruzione di quest’opera dimostra ancora che questo progetto non è adatto, nè pensato, per le caratteristiche del nostro territorio, oltre a essere inutile e costosissimo. Ma sopratutto ci dimostra che gli interessi delle ditte che vogliono costruire quest’opera calpestano, e continueranno a farlo se glielo permetteremo, la nostra salute e il futuro dei nostri territori.

lo sapevi che 4