Archivi tag: Coordinamento No Tav del Basso Garda e delle Colline Moreniche

28/10 CASTIGLIONE (MN) INCONTRO CON SIMONA BALDANZI, ALTA VELOCITA’ E RISCHI AMBIENTALI

SABATO 28/10 H. 19 C/O CIRCOLO ARCI DALLÒ, PIAZZA UGO DALLÒ CASTIGLIONE DELLE STIVIERE.
Da oltre vent’anni il progetto dell’Alta Velocità tra Brescia e Verona minaccia il sistema idrogeologico dell’anfiteatro morenico gardesano, diviso su tre province. Le interferenze sono state inserite nel progetto dallo stesso General Contractor che dovrebbe realizzare l’opera e sottolineate anche dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Quest’ultimo ha bocciato pesantemente il progetto fin qui portato avanti, anche per via di queste problematiche. Si va dal rischio di prosciugamento del Lago del Frassino, sito tutelato dall’Unesco, alle interferenze con l’area umida del Lavagnone, si parla del possibile inquinamento delle acque di falda per via degli scavi delle gallerie al prosciugamento dei pozzi agricoli e delle aree umide localizzate a sud della tratta. Basti pensare all’area umida di Valle a Castiglione delle Stiviere o alle risorgive utilizzate per scopi irrigui dagli agricoltori della zona che rischiano di scomparire o di venire definitivamente alterate. Un vero e proprio danno a scapito delle comunità locali per un’opera definita inutile e costosa ormai non solo dai comitati che la contestano, ma anche dai massimi organi tecnici statali in materia di valutazione dei progetti delle Infrastrutture.
Per approfondire questi temi vi invitiamo a questo dibattito pubblico presso il Circolo Arci Dallò di Castiglione delle Stiviere al quale abbiamo invitato la scrittrice mugellana Simona Baldanzi, che ci racconterà l’esperienza del rapporto tra la sua terra natale e i cantieri dell’Alta Velocità Firenze – Bologna, e il sindaco di Medole, Benedetto Ruzzenenti, che da anni denuncia i rischi ambientali dell’apertura dei cantieri Tav sulle colline moreniche
 
Simona Baldanzi è una scrittrice italiana che vive nel Mugello. Tra i suoi libri troviamo “Figlia di una vestaglia blu”, che intreccia le vicende delle operaie tessili della Rifla a quelle degli operai del TAV in Mugello; “Mugello sottosopra” racconta le condizioni di lavoro nei cantieri delle Grandi Opere che attraversano questo territorio; “Il Mugello è una trapunta di terra” racconta invece di un viaggio a piedi tra Barbiana e Monte Sole e parla degli sconvolgimenti al sistema idrogeologico causati dal Tav. L’ultimo suo libro è Maldifiume uscito per Ediciclo (2016). Il suo sito è www.simonabaldanzi.it
Qui il link alle interviste di presentazione della serata realizzate da Radio Onda d’Urto

Ma cosa hanno inaugurato il 10 Dicembre?

Che l’argomento TAV sia un tema scottante da trattare per i quotidiani locali (e non solo) è cosa ormai nota. Ma è interessante soffermarsi su un articolo uscito recentemente sul dorso bresciano del Corriere della Sera a firma di un importante penna del giornale, spesso impegnato in inchieste riguardanti lo stato di salute dell’ambiente bresciano. Nel rispetto del lavoro del giornalista, ci preme sottolineare alcuni passaggi contenuti in questo articolo che a noi sollevano diversi interrogativi (qui).
Innanzitutto l’articolo parla dei ritardi nei lavori per la realizzazione della stazione per l’Alta Velocità di Brescia, la cui conclusione sembra slittata al 2018. Ci sorge spontanea una domanda, riguardando anche i giornali di qualche mese fa, cosa si è inaugurato il 10 dicembre scorso? Lasciando per un attimo perdere gli artifizi linguistici utilizzati in quella data dai giornali, per i quali lo scorso dicembre si sarebbe inaugurata semplicemente la nuova linea Alta Velocità, scorrendo invece questo articolo, appare chiaro come tale inaugurazione sia avvenuta non solo senza stazione, ma anche senza i binari ancora fermi alle porte di Brescia. Dunque perché tanta fretta ad avviare una linea incompleta, causando ulteriori enormi disagi a chi usufruisce del treno in direzione Milano? La risposta la si trova probabilmente nelle ragioni di propaganda che la data del 10 dicembre, con la presenza sbandierata dell’ex-premier Renzi, aveva assunto a livello nazionale, come sponsor “pro SI” nel referendum costituzionale del 4 dicembre. Ma non solo, probabilmente l’occasione di un’inaugurazione anticipata con relativa messa in esercizio, seppur incompleta, della linea Treviglio – Brescia ha permesso a Cepav 2 e ad RFI di rendere più credibile il tentativo di accelerare e forzare l’iter autorizzativo per la tratta in direzione Verona.
L’articolo poi prosegue pubblicando i dati sulle quantità di amianto e scorie di fonderie ritrovate in alcune discariche abusive. I ritrovamenti di queste sono un fatto che ha caratterizzato l’avanzamento dei cantieri da Treviglio in direzione di Brescia. Per tutto il 2014 si sono susseguite le notizie di ritrovamenti di siti inquinati e discariche, comprese le scorie sepolte sotto la terza corsia dell’autostrada A4. Ma come sono avvenuti questi ritrovamenti, che rappresentano una delle eredità dello “sviluppo” industriale bresciano? La storia è interessante. Ai tempi, i cantieri dell’alta velocità erano vigilati costantemente da Arpa perché le inchieste sugli smaltimenti illeciti, le quali avevano portato all’arresto dell’imprenditore Locatelli, avevano rivelato l’interesse da parte di quest’ultimo ad entrare nei lavori di subappalto e fornitura per la Treviglio – Brescia. L’occasione, come fatto per l’adiacente Bre. Be. Mi., era quella di poter illegalmente sotterrare migliaia di tonnellate di rifiuti. Fatto non nuovo per la nostra provincia, ma che ha elementi in comune con le rilevazioni che emergono dalle inchieste sulle grandi opere che hanno portato all’arresto del “super-manager” Ercole Incalza e alla rimozione della struttura di missione del Ministero delle Infrastrutture (qui). Tra gli indagati eccellenti, guardando al nostro territorio e alla tratta Brescia – Verona, ricordiamo il già presidente di Metro Brescia Ettore Fermi (link 12). In manette, in un filone di indagini partito da questa inchiesta, sono finiti anche i manager di Condotte, società appartenente al consorzio Cepav 2 e deputata alla realizzazione della tratta cittadina e della “nuova” stazione di Brescia.

Un interrogativo, infine, ce lo fa sorgere anche la conclusione dell’articolo in questione, quando si riportano le ipotesi sull’uscita dalla città ad Est dell’alta velocità. Tralasciando il fatto che, eliminato lo shunt per Montichiari, si dovrebbero quantomeno riaprire le procedure di valutazione d’impatto ambientale, da quale fonte arrivano queste notizie? L’attuale amministrazione Del Bono continua pubblicamente a sostenere di non essere in possesso di alcuna documentazione riguardo l’uscita ad Est, così come contenuto nella risposta alla richiesta di accesso agli atti fatta da alcuni abitanti della zona di via Ferri, la quale sembrerebbe la parte di città più colpita in caso di raddoppio dei binari verso Venezia.

Da troppo tempo assistiamo al fatto che annunci, dichiarazioni e sparate sull’Alta Velocità vengano assunti in maniera acritica dai giornali locali. Un fatto preoccupante perché, attorno al tema delle grandi opere, è diventato comune vedere ministri, sottosegretari e manager pubblici esprimersi pubblicamente, ignorando e perfino non rispettando quelle poche regole che esistono in merito all’approvazione di questi progetti. Si continua, in questo modo, un pericoloso lavoro di delegittimazione della politica e degli enti locali, ormai assunti al semplice ruolo di “burocrati acritici”, il cui unico compito è protocollare procedure amministrative che poi avranno impatti devastanti sulla vita di migliaia di persone. Sperando che, a breve, si possa porre una pietra tombale sul progetto dell’Alta Velocità Brescia – Verona ormai diventato, dopo le stroncature istituzionali ricevute (qui), tanto assurdo e devastante quanto assolutamente inutile, ci auspichiamo, invece, che presto si possa aprire un dibattito su quali siano le priorità di un territorio martoriato come quello bresciano. Anche e soprattutto riguardo il tema degli interventi che andranno fatti per implementare una mobilità realmente sostenibile e funzionale al nostro territorio.

Quanto valgono gli espropri per Cepav 2?

Dopo quasi 6 mesi è giunta la risposta all’interrogazione, presentata dal consigliere Manuel Brusco, della Regione Veneto in merito al loro parere favorevole sul reitero dei vincoli d’esproprio per i terreni interessati dal passaggio del TAV Brescia – Verona. Il reitero è arrivato attraverso una delibera del Cipe che di fatto vincolerà per altri 6 anni i terreni da espropriare. In totale quindi questo vincolo urbanistico, che impedisce ai proprietari qualsiasi intervento sul proprio fondo (come ad esempio il semplice impianto di un vigneto), raggiungerà la durata record di 19 anni. Ovviamente nessun rimborso per chi sta subendo quest’ingiustizia in favore di un’opera dalla copertura finanziaria dubbia, la quale difficilmente vedrà mai un completamento. Un passaggio in questa risposta, però, è particolarmente significativo, riprendendo la delibera del Cipe:

“(…) che il soggetto aggiudicatore ha dichiarato che il valore delle aree oggetto di esproprio, valutato in sede di progettazione definitiva, è già compreso all’interno delle somme a disposizione del quadro economico e che l’importo – stimato in € 10.432.800,00 – da riconoscere ai proprietari (…)”

Dunque Cepav 2 ha già valutato che gli oltre 1000 espropri che dovrà compiere per realizzare questa tratta valgono poco più di 10 milioni di euro. Una cifra che diventa subito irrisoria se si pensa che in quasi ogni comune sono previsti abbattimenti di caseggiati, cascine e capannoni e molte persone perderanno così la propria casa. Nel solo comune di Desenzano si parla di 15 abbattimenti e al conteggio manca ancora il capitolo riguardante l’uscita ad Est dalla città di Brescia, sulla quale manca ad oggi un progetto. A questo andrebbe aggiunto anche l’altissimo valore fondiario dei terreni del Basso Garda, in particolare di quelli già vitati e produttivi, inseriti nell’areale della Doc del vino Lugana, ma anche Custoza e Grana Padano Dop. Quindi nessun extra per chi perderà pezzi fondamentali e non rinnovabili della propria attività agricola, come i vigneti. Per intendersi, la resa di un ettaro di vigneto Lugana è di 120 quintali/ettaro, la quotazione dell’uva Lugana non lavorata si attesta oggi sui 200 euro al quintale, il resto del conto si fa presto a farlo e da l’idea del danno economico che subiranno le aziende che perderanno i propri terreni.

Non c’è da stupirsi della risposta della Regione Veneto del leghista Zaia. D’altronde stiamo parlando della regione del Mose e dove si aumentano le tasse ai cittadini per coprire i buchi lasciati dai privati per la realizzazione della “Pedemontana Veneta” (qui). Sul reitero del vincolo d’esproprio è stato presentato da comitati e cittadini un ricorso al Tar del Lazio, dal quale si sta attendendo risposta. La battaglia sarà lunga e l’arroganza di chi vuole imporre queste grandi opere inutili non ha veramente più limiti.

Regione Lombardia approva nuovo piano mobilità. Finanziate solo le Grandi Opere Inutili

OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Martedì 20 settembre il consiglio regionale della Lombardia ha approvato a maggioranza il nuovo Piano della Mobilità e dei Trasporti (39 voti a favore e 26 contrari). Gli obbiettivi che si pone riguardano un incremento del 20% del servizio ferroviario regionale e del 5% di quello su gomma, con una conseguente riduzione del 7% del trasporto privato. Si parla inoltre di una diminuzione dei tempi di percorrenza e una riduzione delle emissioni. Per le sole Pm 10 si stima una diminuzione addirittura del 20%.

Aldilà dei buoni propositi, se si guarda la realtà, il nuovo Piano Trasporti rappresenta il solito favore al sistema delle Grandi Opere e alla lobby dei costruttori. Una scelta politica che destina il 95% delle risorse rese disponibili dal piano al completamento di tangenziali e autostrade (Corda Molle, Bre. Be. Mi e autostrada della Valtrompia su tutte). Il 5%, ossia le briciole, al trasporto pubblico locale.

Particolarmente interessante il capitolo che riguarda gli emendamenti in merito all’Alta Velocità: viene riconosciuta come prioritario il collegamento ferroviario tra Brescia e Montichiari, la realizzazione di una stazione sul Garda presso il casello di Sirmione nonché si preventiva in tempi futuri una possibile riapertura della stazione di Rezzato. Quest’ultima chiusa dai continui tagli al servizio ferroviario regionale e ai treni locali che un tempo non troppo lontano transitavano qua come in altre piccole stazioni lungo la linea storica Brescia-Verona (Lonato, Ponte S. Marco, ecc.). Addirittura si parla di realizzare una terza corsia lungo la Tangenziale Sud in entrambi i sensi di marcia dalla città fino al casello di Brescia Est. Primi firmatari di questi emendamenti i soliti Mauro Parolini e Angelo Cappelli (NCD).

Qua il link dal Bresciaoggi

Qua il link alla mappa degli interventi infrastrutturali previsti da Regione Lombardia

Qua il link da Altraeconomia

Riportiamo da Radio Onda d’Urto un commento critico:

LOMBARDIA: IL PIANO MOBILITA’ FINANZIA LE GRANDI OPERE, AL TPL SOLO IL 5% DELLE RISORSE

Approda in consiglio regionale il piano mobilità e trasporti della regione Lombardia. 

Un piano che dirotta il 95% delle risorse su autostrade e tangenziali inutili, come si è visto per la realizzazione della Brebemi, mentre al trasporto pubblico locale viene destinato solo il 5%, pari a  circa 115 milioni, una cifra ridicola rispetto alle reali necessità.

A farne le spese ancora una volta i 700 mila viaggiatori, , che da tempo denunciano la situazione ormai insostenibile. Poche settimane fa abbiamo raccontato ai nostri microfoni l’odissea di alcuni pendolari che hanno impiegato 7 ore per raggiungere Milano da Brescia (Qui la cronaca). Una situazione limite, ma i disagi sono all’ordine del giorno per chi si sposta con i mezzi pubblici con viaggi che diventano vere e proprie imprese tra ritardi e soppressioni  su mezzi vecchi e sporchi.

Ancora una volta quindi la regione, con una scelta puramente politica (visto che anche le conclusione degli studi realizzati dei funzionari regionali porterebbero a potenziare il ) decide di finanziare le grandi opere (costo stimato 7 miliardi), “l’ennesimo buco nero, uno spreco di risorse che andranno  in mano a speculatori e affaristi” denuncia il movimento 5 stelle.

Da sottolineare inoltre che la scorsa estate è arrivata la seconda lettera di messa in mora dall’Ue che preannuncia un procedimenti di infrazione alla Lombardia a causa del grave inquinamento della nostra regione.  Il commento di Iolanda Nanni, consigliera regionale per il Movimento 5 stelle Lombardia.Ascolta o scarica

Il commento ai nostri microfoni anche di Dario Balotta, responsabile trasporti per Legambiente. Ascolta o scarica

Cipe ammette: “i soldi non ci sono”. Interrogazione alla Commissione UE

FrecciarossaCon una delibera dei primi di maggio, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ad agosto, il Cipe rinnova il vincolo d’esproprio per terreni e residenze interessate dal progetto dell’Alta Velocità tra Brescia e Verona. Un’operazione vergognosa visto che il vincolo d’esproprio è stato continuamente rinnovato dal 2003 in poi, senza tenere in considerazione i diritti dei proprietari di quei fondi o di quegli immobili. Ma, quantomeno, il Cipe stesso ammette l’indisponibilità dei finanziamenti, confermando quanto da anni i comitati denunciano, nonostante gli slogan dei politici locali. Per chi volesse approfondire l’argomento consigliamo la lettura di questo articolo a cura di Erasmo Venosi.

Intanto è stata presentata un’interrogazione alla commissione UE da parte dell’europarlamentare cinque stelle David Borrelli rispetto alle gravi violazioni della normativa comunitaria nella fase di approvazione del progetto dell’ Alta Velocità. Qua sotto riportiamo il testo dell’interrogazione:

“In Italia è in corso da molti anni il procedimento amministrativo di approvazione del progetto di realizzazione della linea ferroviaria AV/AC lotto Brescia-Verona, in seno al quale è stato recentemente (in data 5 febbraio 2016) reso parere favorevole sulla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) da parte della competente Commissione, come previsto dalla direttiva 85/377/CEE (ora 2011/92/UE). Tale parere favorevole, tuttavia, è stato reso senza esaminare né l’“opzione zero” né alcun progetto alternativo, nonostante con tutta evidenza l’opera sia grandemente impattante. Si segnala, inoltre, che il Piano Generale dei Trasporti per la linea Brescia-Verona non è mai stato sottoposto a previa VAS (Valutazione Ambientale Strategica) come invece imposto dalla direttiva 2001/42/CE. A ciò aggiungasi, infine, che l’affidamento dell’opera è avvenuto con convenzione sottoscritta tra TAV S.p.A. e General Contractor in assenza di una procedura di evidenza pubblica, con violazione della relativa disciplina comunitaria e in particolare dei principi di libertà di stabilimento, libera prestazioni dei servizi, libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, pubblicità e del divieto di restrizione ai movimenti di capitali (1). Tutto ciò premesso, quali iniziative intende intraprendere la Commissione per reagire alle suesposte violazioni del diritto comunitario?”

L’agosto del toto-Tav, tra slogan e sparate.

imagesCon Agosto, possiamo dirlo ufficialmente, è iniziato il toto-Tav. Negli ultimi giorni si sono susseguite sui giornali le dichiarazioni del sindaco Del Bono, del presidente della provincia Mottinelli e di Bonometti, presidente dell’associazione industriali bresciani sull’Alta Velocità. Continua la lettura di L’agosto del toto-Tav, tra slogan e sparate.

#11aprile: PENDOLARI SEMPRE PIU’ PENALIZZATI – presidio No Tav a Desenzano

Il Coordinamento No Tav Basso Garda – Colline Moreniche organizza per venerdì 11 aprile alle ore 16:00 un presidio, presso la stazione ferroviaria di Desenzano del Garda, in piazza Enaudi n.1.

Il governo invece di potenziare i treni per i pendolari spreca miliardi di soldi delle nostre tasse per realizzare un’infrastruttura inutile e dannosa come la TAV, e intanto le tariffe aumentano e i servizi diminuiscono. Facciamo sentire la nostra voce!

Vi aspettiamo quindi venerdì pomeriggio a Desenzano!

Per maggiori informazioni QUI potete trovare l’evento facebook.

26 dicembre: serata informativa e di autofinanziamento

Serata informativa e di autofinanziamento:

– dalle 19.00 apericena di autofinanziamento del gruppo NO TAV BRESCIA (vegan)

– dalle 21.00 proiezione di un filmato NO TAV

– dalle 21.30 dibattito con esponenti di diverse realtà NO TAV in Italia tra cui il Comitato No Tav Brescia

– dalle 24.00 MILITANT SOUND SYSTEM SESSION con

EARTH RESISTENCE DUB SOUND (BG)
AFRIKAN CHILDREN (TO)
UNITED ROOTS SOUND SYSTEM (TO sud)
ONDEROOTZ FAMILY SOUND SYSTEM (BS)

25 novembre: GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

2013-11-24 16.56.51

Oggi, 25 novembre, in occasione della GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE non dimentichiamo Marta, la militante picchiata, insultata e molestata quest’estate dalla celere dopo aver partecipato ad un’azione al cantiere del Tav. Ma Marta non è la sola e come donne non possiamo tacere. Non possiamo tollerare che la terra, gli uomini e le donne continuino ad essere violati. Non possiamo più sopportare che la vita e i bisogni di tutte e di tutti siano travolti dall’arroganza dei pochi che su questo possono lucrare. Un arroganza che si crede onnipotente, che pensa di poter travolgere i corpi e le vite delle donne e degli uomini, con la violenza delle armi, prima, con quella degli insulti e della denigrazione e delle menzogne, poi. Oggi ne approfittiamo per dire ancora una volta:

NO alla strumentalizzazione dei corpi
NO agli abusi della polizia
NO all’accanimento e alla criminalizzazione mediatica
NO al sessismo nelle lotte
in due parole, NO TAV.

Questa foto è stata scattata al presidio di ieri a Desenzano organizzato dal Coordinamento NO TAV Basso Garda – Colline Moreniche insieme agli attivisti del Comitato No Tav Brescia con la partecipazione di tutte le donne presenti!