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NESSUN BONUS ALLE PROFESSIONI SANITARIE, INVECE SI DANNO 380 MILIONI DI EURO AL TAV PER IL NODO DI VERONA PARTE EST

Nell’ultima bozza del decreto Rilancio, non vi è più traccia del bonus da 1000€ che avrebbe dovuto essere destinato al personale sanitario che da inizio pandemia è impegnato in prima linea nei reparti dedicati a pazienti contagiati da Covid 19. Personale che, da tre mesi a questa parte, lavora sottostando a turni devastanti, inizialmente senza strumenti di prevenzione adatti o completamente a norma, con una paga misera e zero tutele. Ancora oggi in alcune Regioni gli operatori sanitari lamentano la mancanza di DPI sufficienti per proteggersi. Abbiamo recentemente assistito al braccio di ferro tra l’Italia e l’Unione Europea, per poter ricevere prestiti senza gravare ulteriormente sul già pesante debito pubblico, per far fronte alla grave crisi economica derivante da quella sanitaria.

In compenso i problemi di copertura non interessano alla progettazione per le grandi opere. Infatti, giovedì 14 maggio si è svolta la riunione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), presieduta dal Presidente Conte e con la presenza del Segretario del CIPE, Sottosegretario alla PCM Fraccaro. Con questa riunione, il CIPE ha approvato, nell’ambito della Linea ferroviaria Alta Velocità – Alta Capacità Milano-Venezia, il progetto preliminare del Nodo di Verona Est, con un investimento di 380 milioni di euro.

Il progetto prevede la costruzione dell’ingresso proveniente dalla tratta Tav Verona-Padova, nel nodo di Verona, e il collegamento con l’ingresso ad ovest della tratta Brescia-Verona.

Seppur si tratti di un progetto tanto decantato da figure politiche, come l’assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti che considera la Torino-Milano-Venezia “un’opera ferroviaria strategica di fondamentale importanza per risolvere i problemi di mobilità del territorio. Capace di assicurare una significativa riduzione dei tempi di percorrenza, l’alleggerimento della rete ordinaria e l’incremento della qualità e dell’affidabilità del servizio”, l’Analisi costi-benefici della tratta Brescia-Verona-Padova aveva dato esito negativo salvo poi aver avuto il via libera dal governo secondo cui ci sarebbero state delle penali da pagare tutte da dimostrare.

Vi è anche da considerare che nell’Analisi costi-benefici manca la valutazione dei probabili danni ambientali che il progetto AV Bs-VR quasi sicuramente produrrà. Nella tratta Bs-Vr sono stati già denunciati rischi che tale opera porterebbe, come ad esempio il prosciugamento del laghetto del Frassino a Peschiera D/G, oppure i rischi per le falde acquifere nell’alto mantovano, danni ambientali e paesaggistici che interesseranno anche la tratta Verona-Vicenza dove attraverserebbe parti di territorio attualmente contaminati dai PFAS – sostanze perfluoroalchiliche estremamente pericolose che hanno già creato un disastro ambientale e gravi problemi di salute a centinaia di migliaia di cittadini -, e dove la costruzione dell’ opera rischierebbe di contaminare anche le falde attualmente pulite.

Ribadendo che la vera soluzione per l’ incremento del trasporto su rotaia è il potenziamento e l’ adeguamento tecnologico delle linee esistenti come dimostrato dall’ ultimo contratto di programma RFI-ministero delle infrastrutture che prevede che da Mestre a Trieste il TAV non si faccia più ma si potenzierà la linea esistente, passando da un spesa prevista di 7,5 miliardi di euro a 1,8 miliardi con un risparmio di 5,7 miliardi pur mantenendo la stessa capacità trasportistica. Quindi, facendo lo stesso con la tratta Brescia-Verona-Padova, si risparmierebbero altrettanti miliardi che potrebbero essere usati per aiutare i cittadini e le imprese che sono state ridotte alla fame dal lock down.

E si sarebbe potuto iniziare a risparmiare dai 380 milioni di euro usati per finanziare il nodo di Verona parte est ed utilizzarli per dare il bonus al personale medico che in questi mesi ha dato il massimo; personale che tutti dobbiamo ringraziare ma a cui però i nostri governanti invece di riconoscerne i meriti ipocritamente preferiscono un’ opera inutile e costosa che serve solo a chi la costruisce ma che toglie i soldi alla sanità.

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UN ALTRO PONTE CROLLA: STRAGE EVITATA SOLO PER LA QUARANTENA! ORA BASTA!

E’ triste, è molto triste avere ragione in un periodo simile. Da anni denuciamo i tagli pesanti fatti alla #sanità pubblica, all’#istruzione e alla messa in sicurezza del territorio nazionale per finanziare grandi opere inutili. Opere costruite dissanguando le risorse pubbliche con prezzi gonfiati, aggiunta di opere accessorie inutili, corruzione delle imprese coinvolte con la criminalità organizzata.

MILIARDI di euro sottratti alla messa in #sicurezza del #territorio e delle #strade su cui ogni giorno dobbiamo transitare.


Il ponte di #Aulla solitamente è molto trafficato, solo per effetto delle restrizioni dovute al covid19 era quasi deserto.

Al momento risulta ferito un autista, al quale facciamo gli auguri di guarigione.


Il governo attuale e i succesivi DEVONO invertire la rotta a favore dei reali bisogni delle persone, NON VOGLIAMO PIU’ DIRE CHE AVEVAMO RAGIONE.


Basta con le grandi opere inutili, i soldi del tav ai nostri bisogni!


#notav #notavbresciaverona #isoldideltavainostribisogni #grandiopereinutili

Ponte di Massa Carrara © ANSA