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Cavalcavia abbattuto a calcinato? Siete ancora in tempo a fermare questo scempio!

Mentre l’Italia è in ginocchio da una pandemia che ormai da un anno sta decimando vittime e dove la sanità è al collasso con tristezza e rammarico la grande opera del “malaffare” prosegue a distruggere inutilmente la nostra terra. E non solo quella.

Sembrerebbe una barzelletta ma mentre l’Italia conta ogni anno morti a causa di cedimenti di ponti, cavalcavia, strade e continui dissesti idrogeologici, un’altra Italia, per scelte di una politica pressapochista dei partiti (ben lontana dalla politica dei territori), sbandierando al vento l’importanza delle costruzioni di grandi opere – autorizza un’opera, come la Linea AV/AC Brescia Padova, che distruggerà interi territori demolendo cavalcavia ancora in buono stato, cementando terreni fertili, demolendo case e attività produttive.

Opere fra l’altro spesso doppioni di quelle esistenti: come per esempio la linea ferroviaria bresciana o inefficaci come il Mose. Opere che confermano lo sperpero di risorse pubbliche e che dimostrano perché abbiamo un debito pubblico italiano così elevato. In tutto questo, in una emergenza economica sociale e sanitaria, dove l’inquinamento e le pandemie hanno dimostrato la fragilità dell’attuale sistema “ITALIA” sempre più visibile anche nelle piccole comunità, vorremmo sottolineare che, chi avrebbe dovuto dire NO al TAV, si è invece arrogato la supponenza di appoggiare il tutto, senza difendere i territori chiedendo per compensazioni altro cemento.

Eppure questa opera che se ne dica si trova ancora al punto di partenza. Non è bastata la solita manfrina dell’inaugurazione con la Ministra per far partire la talpa cinese. Nessun scavo. La talpa cinese non ha ancora iniziato a lavorare. Rimanda di settimana in settimana, di mese in mese.

E ci chiediamo se è per questo motivo che intanto abbattono cavalcavia? Quanto costerebbe a Cepav Due un ritardo nella consegna dell’opera? Quanti imprevisti potrebbero esserci per esempio per la questione falde acquifere o bonifiche dei siti durante gli scavi? E ancora la questione Vezzola, impegnata nei lavori del Tav, alla luce delle decisioni prese dalla magistratura bresciana quali ripercussioni potrebbero avere sulla questione della costruzione del TAV (Il TAV vice sindaco Cinquetti … si dice il)

Cosa dire in aggiunta al già evidenziato totale dissenso dell’abbattimento questa notte di un altro cavalcavia pagato con le tasse degli italiani? In primis che non avvenga quanto avvenuto con il primo abbattimento due settimane fa: ovvero cantieri lasciati aperti ,senza cartellonistica, con carichi pendenti nel mancato rispetto totale dei territori e dei cittadini che lo abitano. E poi che gli organi preposti ai controlli, vigilino sulla sicurezza anche per quanto riguarda i lavoratori nei cantieri spesso senza le misure di sicurezza obbligatoria: dai caschetti alle mascherine, al mancato distanziamento come dimostrato in più esposti e fotografie.

E mentre qualcuno sta iniziando solo ora a capire i danni che accadranno sul territorio per la costruzione del TAV, nei giorni scorsi la zona del Cimitero di Calcinato ha cambiato aspetto. Divenuta zona di cantiere per concessione della giunta Maestri a CEPAV DUE, nella totale mancanza di rispetto del luogo sacro alla ridicola cifra di circa 19 euro/al giorno, è stata subito completamente disboscata. Incomprensibili poi le parole che il vice sindaco Cinquetti ha rilasciato ad un emittente bresciana qualche giorno fa dichiarando che i lavori sarebbero partiti il 15 gennaio mentre erano già attive le ruspe da qualche giorno e dimenticandosi poi di informare i suoi concittadini che molti dei danni per la costruzione di rotatorie, strade, e variazioni di viabilità (compreso l’uso di strade secondarie, come VIA BERLINGUER) sono dovuti alle richieste effettuate dall’ amministrazione che lui rappresenta da tempo, la quale ha concordato e firmando report.

Se non gli stava bene doveva solo opporsi con un RICORSO. Un messaggio: siete ancora in tempo. Fatelo se davvero volete il bene degli italiani.

#notav #calcinato #abbattimenti #cavalcavia #grandiopereinutili #abbattimenti #bastaveleni

LO SAPEVI CHE IL TAV DISTRUGGE LA NOSTRA TERRA?

Nonostante nelle risposte del Consorzio Cepav2 alle prescrizioni dichiarate non ottemperate da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dichiarino che ci sia stata “la riduzione delle aree occupate dai cantieri da 1.078.000 mq a 845.000 mq (pari a circa il 22%)” vorremmo evidenziare che tale superficie corrisponde all’equivalente di 120 campi da calcio, o per fare un altro esempio 18 volte la superficie di San Siro.

Consideriamo che questa parte di terreno è quella che verrà utilizzata su tutta la tratta solo per i cantieri, escludendo quindi l’ulteriore area che sarà quella del vero e proprio sedime ferroviario (binari, ecc.).

Questi terreni sottomessi al eccessivo carico di mezzi pesanti per la realizzazione del opera verranno portati ad essere   “terreni sovraconsolidati” e perderanno per sempre (almeno senza interventi radicali, ad oggi ovviamente non previsti) la loro utilizzabilità come terreni coltivabili e non saranno in ogni caso mai come prima.

Si legge infatti nel documento di Cepav2 che le aree di cantiere “conterranno: aree di stoccaggio … (ferri di armatura, casseri e attrezzature varie, cavi per impianti elettrici, ecc.), container …, parcheggi per i mezzi d’opera, spazi di manovra dei mezzi. Per i viadotti, inoltre, bisogna prevedere le aree necessarie alla movimentazione delle autogrù di varo, alle piazzole di varo delle travi, al carico e scarico dei manufatti prefabbricati.”

QUESTO E’ SOLO UNO DEI TANTI DANNI CHE IL TAV PORTERÀ’ AI NOSTRI TERRITORI.

TUTTO QUESTO PER UN OPERA INUTILE, SOPRATUTTO PER I TERRORI CHE ATTRAVERSERÀ’, COSTOSA, CHE RUBA SOLDI AGLI INTERVENTI REALMENTE NECESSARI AL TERRITORIO, COME LE BONIFICHE AMBIENTALI, E CHE DANNEGGERÀ’ IRREVERSIBILMENTE IL NOSTRO TERRITORIO!

Lo sapevi che 1

Cantieri nel 2017? La lotta non si ferma finché il progetto non sarà ritirato!

Dopo aver appreso la notizia che i cantieri del TAV potrebbero essere rimandati a fine 2017 se non addirittura al 2018, come Coordinamento dei Comitati NO TAV Brescia-Verona non possiamo che esprimere da un lato la nostra soddisfazione per una battaglia che comincia a dare i frutti sperati, pur aspettando conferme più certe riguardo questa notizia.

In ogni caso rimandare di due anni cantieri che venivano dati per certi e avviati già a giugno di quest’anno, dimostra tutta la debolezza di un progetto che crea danni enormi al territorio bresciano e veronese, senza apportare concreti benefici.
E contro quest’inutile opera si sono mosse molte voci discordanti, anche se con obbiettivi e determinazione diversi: dai movimenti popolari come il nostro, ai Comuni, alle categorie imprenditoriali del Garda.
La decisa opposizione popolare e le decine di osservazioni presentate al consorzio Cepav2, incaricato di costruire l’opera senza un reale appalto pubblico, hanno di certo incrinato l’iter procedurale.

Riteniamo inoltre che elemento di grande difficoltà sia la sostanziale mancanza di fondi: i parziali stanziamenti a bilancio “di competenza” non saranno disponibili in cassa almeno fino al 2018…e tenendo conto del persistere della crisi economico-finanziaria i dubbi sulla reale disponibilità finanziaria futura sono ben fondati. Dall’altro lato non abbassiamo e non abbasseremo la guardia finché il progetto non verrà ritirato.
Troppi sono stati i proclami politici lungo l’arco di questo progetto che è ormai vecchio e superato e troppa l’arroganza dell’impresa costruttrice e di enti locali verso i cittadini che chiedevano di essere ascoltati e di essere tutelati, per poterci fidare delle parole uscite dal Ministero delle Infrastrutture riguardo all’ennesimo rinvio dei cantieri.
Parole pronunciate davanti ai Sindaci del basso Garda che per l’ennesima volta hanno chiesto di spostare il progetto sul potenziamento della linea ferroviaria esistente e che si sono visti rispondere ancora una volta “no”.

A questi Sindaci noi chiediamo di insistere e di portare avanti la richiesta del potenziamento della linea esistente: è un’alternativa valida e il momento di debolezza che sta vivendo il progetto della linea TAV va sfruttato fino in fondo per difendere i propri cittadini, l’economia del basso Garda e il proprio territorio.

Dal canto nostro, come movimento popolare, continueremo il percorso di contrasto all’opera attraverso percorsi informativi, iniziative culturali e agendo anche sul piano giuridico perché ricordiamo che il progetto TAV Brescia-Verona viola il diritto comunitario sotto diversi aspetti e in particolare sotto il profilo della gestione dell’appalto, affidato tramite la formula del “general contractor” a Cepav2 come previsto dalla legge Obbiettivo del 2001, legge definita “criminogena” dal Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone.

Ribadiamo quindi che la nostra lotta non si ferma e continuerà finché questo progetto costoso ed inutile verrà definitivamente ritirato.

Come Coordinamento dei Comitati No Tav Brescia-Verona parteciperemo l’8 dicembre prossimo alla manifestazione nazionale No Tav che si terrà in Val Susa e organizzeremo un pullman al quale tutti potranno partecipare.

Coordinamento No Tav Brescia-Verona

INVITIAMO CHI NON L’HA ANCORA FATTO A FIRMARE LA PETIZIONE PER CHIEDERE IL RITIRO DEL PROGETTO TAV BRESCIA-VERONA

I cantieri del Terzo Valico: l’allarme di cosa potrà succedere anche da noi!

Condividiamo questo video molto interessante sulla situazione del Terzo Valico, uno dei tanti territori che sta subendo i cantieri del Tav.

Quelli che vengono evidenziati in questo video come problemi specifici di questa tratta, sono in realtà solo alcuni dei problemi che si ripresentano in ogni luogo in cui sia stata costruita o sia in costruzione una parte dell’alta velocità italiana. Continua la lettura di I cantieri del Terzo Valico: l’allarme di cosa potrà succedere anche da noi!

Via Corsica chiusa per un anno: ancora (e solo) disagi per i cantieri TAV a Brescia!

Ancora disagi a Brescia per la costruzione dell’alta velocità Treviglio-Brescia. Da oggi chiusa via Corsica, arteria principale per la nostra città, che rimarrà chiusa per 322 giorni.

Oltre ai problemi di traffico, che nell’ultimo anno hanno causato code indescrivibili nella zona del quartiere Don Bosco interessata dai lavori, gravissimi problemi avranno le attività commerciali che si trovano in queste strade, tante già strozzate da quest’anno di cantieri, ora si troveranno ancora più in difficoltà.

A questo va ad aggiungersi un aumento esponenziale di polveri e inquinanti dovuti al traffico, per cui nessuna precauzione o tutela è stata messa in atto dal comune, nemmeno per tutelare la salute dei bambini dell’asilo situato tra via Corsica e via Zara che si trovano letteralmente a giocare in mezzo ad un cantiere.

Compromissione della salute, del lavoro, della qualità di vita: si perchè questi cantieri lavorano 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, a ridosso delle abitazioni. E la domanda che continuiamo a porre è: per cosa? Nessuno ad oggi ci ha ancora dato dei validi motivi per cui ne valga la pena.

Ora vedremo cosa farà la nostra amministrazione di fronte ai disagi che questi cantieri per 1 anno causeranno con la chiusura di via Corsica, probabilmente nulla, come è successo fino ad ora…tanto loro non sanno mai nulla e non possono mai fare nulla, vero?

NOI INTANTO SIAMO SEMPRE PIU’ SICURI CHE NON PERMETTEREMO CHE QUESTO TRENO ESCA DA BRESCIA E VADA A DISTRUGGERE VIOLENTEMENTE E BRUTALMENTE ALTRI TERRITORI E ALTRE CASE E ALTRE VITE!

PERCHE’ FERMARLO E’ POSSIBILE E TOCCA A TUTTI E TUTTE NOI!