Il primo pensiero pieno di tristezza, ma anche di rabbia, va ai morti, ai feriti e alle loro famiglie. Poi pensiamo anche noi che si tratti di tragedie, ma non di fatalità e che di fronte all’ennesimo disastro ferroviario è necessario aprire una seria riflessione politica sugli investimenti infrastrutturali, a partire dall’enorme spreco di denaro pubblico nelle Grandi opere. Uno spreco dannoso per i territori e che mette continuamente a repentaglio la sicurezza di tutti e tutte noi.
#notav #notavbresciaverona
Da notav.info
Viareggio, Laces, Andria, Pioltello, Caluso ora Lodi. Un incidente ferroviario l’anno. Solo negli ultimi 10 anni, 71 morti che chiedono perché. Anche oggi poteva essere una strage. E quindi ecco i giornalisti in TV a tirare un sospiro di sollievo perché “solo” due ferrovieri stasera non torneranno a casa.
Prima gli incidentisulle linee locali, quelle dei pendolari, abbandonate per correre ad alta velocità. Ora anche sulle nuove linee, non ammodernate perché bisogna gettarsi a capofitto in nuovi progetti. Perché nelle grandi opere girano i soldi veri, sulle grandi opere si costruiscono carriere politiche. La manutenzione ordinaria invece non conviene a nessuno. E allora si va di subappalto, si falsificano i controlli. Il personale è ridotto all’osso, bisogna metterci una toppa. In fondo, come dice qualche imprenditore, a chi vuoi che gliene freghi se casca un ponte.
Anche oggi, nauseabondo, il cordoglio dei politici, le parole vuote i “si faccia chiarezza”, gli “andremo fino in fondo”. Ma ormai non ci crede più nessuno. Chiamatele tragedie ma non chiamatele fatalità.