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Discariche, secondo incendio in due giorni

Dopo la Specialrifiuti di Calcinato, anche la Faeco, al confine tra lo stesso comune, Bedizzole e Lonato, ha preso fuoco. In quest’ultimo caso non ci sono dubbi, l’incendio è doloso e sono state trovate numerose tracce di materiale infiammabile usato come innesco.

Che discariche, impianti di trattamento e acciaierie vadano a fuoco in provincia di Brescia non è un fatto nuovo, qua un elenco degli incidenti avvenuti negli ultimi anni nella zona orientale della provincia di Brescia. Un dato comune le enormi nubi nere e il solito laconico commento dell’Arpa “nessun problema per la salute umana”:

17 marzo 2017: incendio discarica Faeco di Bedizzolefaeco

16 marzo 2017: incendio Specialrifiuti di Calcinatospecialrif_3

21/25 agosto2016: polvere di cemento fuoriscita dal cementificio Italcementi di Rezzato

18 maggio 2016: Incendio alla siderurgica Feralpi di Lonato

5 settembre 2015: incendio alla Specialrifiuti di Calcinatoincendione

26 agosto 2015: incendio alle raffinerie Capra Metalli di Montironecapra

28 luglio 2015: incendio alla Gedit di Montichiarigedit

15 ottobre 2014: incendio alla Trailer di Rezzatotrailer

9 giugno 2014: incendio al cementificio Fassa Bortolo di Montichiari

27 aprile 2014: nube nera dall’inceneritore di Bresciainceneritore-brescia-fumata-nera-diossine

24 dicembre 2013: incendio alla Wte di Calcinatovigili fuoco-4

22 settembre 2013: incendio all’ex CB Griglie di Montirone

15 marzo 2013: incendio alla Faeco di Bedizzolefaeco2

8 agosto 2012: nube nera dall’inceneritore di Brescia

16 agosto 2011: incendio all’Alfa Acciai di S. Poloincendio-alfa-acciai-16082011-300x225

21 luglio 2010: incendio discarica Aprica/A2A Montichiari

10 luglio 2010: incendio alla discarica Cava Verde di Montichiari

25 giugno 2010: incendio discarica Aprica/A2A Montichiari

5 giugno 2010: incendio discarica Aprica/A2A Montichiari

15 febbraio 2009: incendio alla Ferracin srl di Mazzanoincendio-mazzano-1

24 giugno 2007: incendio discarica Aprica/A2A Montichiari

18 maggio 2007: incendio discarica Aprica/A2A Montichiari

Vighizzolo: BASTA PUZZA, BASTA VELENI – Questa sera fiaccolata per cambiare insieme le cose!

Lunedì mattina Vighizzolo (Montichiari-BS) è stata avvolta da una nuvola di gas maleodorante. A pagare il prezzo più alto sono stati i bambini delle scuole che hanno ravvisato malori e alcuni di loro sono stati portati in ospedale.

Il giorno dopo i genitori dei bambini hanno organizzato un presidio davanti alla scuola per chiedere risposte e verità su quanto sta succedendo, decidendo di non mandare i bimbi a scuola per protestare contro chi dovrebbe individuare la causa del problema, per chiedere che si faccia chiarezza subito e che vengano messe in atto tutte le procedure possibili per risolvere questa situazione.

Ieri ci sono stati nuovi malori a Vighizzolo, e anche alcune maestre hanno detto di essersi sentite male nella notte, dopo la giornata passata nell’istituto.

Le analisi hanno mostrato, in tutti gli alunni ricoverati, alti valori di carbossiemoglobina nel sangue, una forma di emoglobina tossica per l’organismo. La carbossiemoglobina è un insieme di sostanze velenose che trasporta monossido di carbonio anziché ossigeno. Sono di solito i fumatori a presentare un tasso di questa sostanza superiore alla norma, non i bambini.

Per protestare contro la situazione ambientale della zona è stata organizzata una fiaccolata per questa sera.

La partenza è prevista per le ore 20:30 dal piazzale delle scuole di Vighizzolo,
Si consiglia di non cercare di arrivate in macchina nel piazzale delle scuole, ma di lasciarla nel parcheggio di via S. Lucia.
Il corteo partirà e terminerà alle scuole e le torce verranno distribuire dagli organizzatori della fiaccolata.

La situazione è grave in tutta la provincia e questo è l’ennesimo esempio di cosa si prospetta nel nostro futuro e in quello dei nostri figli se non cambiamo le cose.

Solo se saremo in tanti e se saremo uniti riusciremo a pretendere e ottenere risposte, solo se saremo in tanti potremo cambiare le cose.

Facciamolo per noi, per i nostri figli, per tutti quelli che verranno dopo di noi, DICIAMO BASTA VELENI NELLA NOSTRA PROVINCIA!

CI VEDIAMO QUESTA SERA!

#bastaveleni #notav #unitisivince #scriviamoilfuturo #insieme

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A che punto siamo con il TAV? AGGIORNAMENTO SULLA BRESCIA-VERONA

A che punto siamo a inizio settembre 2016?

Tratta BresciaVerona

Anche se la sbandierata apertura dei cantieri a fine 2014, inizio 2015, che doveva velocemente seguire alla avvenuta presentazione del progetto definitivo non c’è stata, il progetto non è stato cancellato.

Nonostante le inchieste giudiziarie che hanno portato all’arresto di Ercole Incalza e alle dimissioni del Ministro Lupi, non si è fermato il procedimento burocratico che ha come sua conclusione:

– la presentazione del progetto esecutivo

– la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera

– l’apertura dei cantieri dei primi lotti costruttivi.

Lo scorso anno, il Ministero dell’Ambiente, che doveva esprimersi riguardo la valutazione di impatto ambientale dell’opera, ha emesso parere positivo di compatibilità ambientale.
Tale parere è stato rilasciato dopo aver richiesto al consorzio proponente Cepav Due integrazioni della documentazione presentata, e risposta alle numerose osservazioni presentate al progetto da enti locali e privati cittadini: le controdeduzioni e tutta la documentazione di Cepav Due sono state ritenute valide garanzie che l’opera non avrà un impatto ambientale negativo.

Poco dopo si è conclusa con esito positivo anche la procedura di “verifica di ottemperanza” alle prescrizioni impartite dal Ministero dell’Ambiente per la redazione del progetto esecutivo.

I Comuni di Desenzano del Garda, Peschiera del Garda, Ponti sul Mincio, Castelnuovo del Garda, Sona, Sommacampagna, che già avevano proposto, in alternativa al TAV, il potenziamento della linea storica, hanno presentato ad aprile ricorso al TAR contro il decreto ministeriale di conclusione positiva della verifica di ottemperanza.

Anche il Coordinamento NO TAV Brescia-Verona, insieme a numerosi espropriandi, associazioni ambientaliste, onorevoli del Movimento 5 stelle ha deciso di intraprendere la battaglia legale, portando all’esame del TAR anche la questione della mancata gara pubblica di appalto per l’affidamento della progettazione ed esecuzione dell’opera, in violazione delle normative comunitarie.

In precedenza, il 23 dicembre 2015, era comparsa, in sordina, sul sito del Ministero delle Infrastrutture, la documentazione inerente la procedura di Valutazione Ambientale Strategica dell’Allegato Infrastrutture (VAS) al Documento di Economia e Finanza (DEF) di novembre 2015, dove il TAV Brescia-Verona è presente tra le opere da realizzare.

Tale pubblicazione natalizia è stata fatta per rispettare una direttiva comunitaria, ma in modo solo formale e sostanzialmente falso, dato che la VAS avrebbe dovuto essere precedente e non successiva alla VIA.

Nella Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre 2015, è stato dato avviso al pubblico, fissando al 29 febbraio 2016 la data per l’invio di osservazioni.

Il coordinamento dei comitati NO TAV non si è lasciato sfuggire l’occasione, e ha presentato un bel documento con numerose osservazioni alla VAS,  gli argomenti non ci sono certo mancati: chi ha voglia di leggerlo, lo può trovare nelle tante mail pubblicate sul sito del Ministero dell’ambiente, spedite da tanti privati cittadini.

Anche riguardo la VAS il Ministero dell’Ambiente ha espresso parere favorevole; il provvedimento di approvazione però non è ancora stato reso pubblico e non ne conosciamo i contenuti.

Nel frattempo, sui quotidiani locali si è succeduto uno stillicidio di articoli e dichiarazioni, che con tanti se e tanti ma e tesi contrastanti, lasciando il lettore senza certezze, dando conto dell’incessante lavorio del Governo, tramite il nuovo ministro Graziano Delrio, dei vertici di FS e RFI, dei politici con cariche in Regione e in Provincia di Brescia, di Sindaci, di Confindustria, intorno al TAV.

Tutto ha cominciato a ruotare intorno ad una alternativa al progetto così come ad oggi approvato nelle sedi governative e ministeriali competenti: non realizzare il costoso, e sostanzialmente inutile “shunt” e la relativa stazione a Montichiari nelle vicinanze dell’aeroporto, ma far passare il TAV in città, così come richiesto dall’Amministrazione di Brescia (dallo stesso sindaco Emilio Del Bono che prima di venire eletto nel suo mandato attuale dichiarò che il TAV non sarebbe mai uscito da Brescia per i troppi danni che avrebbe causato al territorio, sopratutto in materia di espropri).

Si è cominciato a parlare di sopralluoghi nelle vie di Brescia adiacenti la ferrovia storica, Confindustria ha fatto convegni sull’utilità anzi necessità dello shunt, si è parlato del rilancio dell’aeroporto di Montichiari. Ognuno tira la sua campana, insomma..

Non è mancata la nuova “accellerata”, l’annuncio, dato per cosa sicura, che i cantieri apriranno molto presto: lo stesso Graziano Delrio, in tour tra Brescia e Verona negli scorsi mesi, ha trionfalmente annunciato l’avvio dei lavori già entro la fine di quest’anno. Salvo poi essere smentito direttamente da FS che ha dichiarato che non non si può iniziare così presto.

A giugno è spuntato, per bocca dell’Assessore Regionale Mauro Parolini, che si è zelantemente speso di persona in incontri con rappresentati di FS e RFI, il progetto di una stazione ferroviaria al casello dell’autostrada A4 di Sirmione, in prossimità della torre monumentale commemorativa delle battaglie risorgimentali.

Idea da realizzare per tranquillizzare gli operatori turistici del Lago di Garda, in ansia per l’eliminazione della fermata a Desenzano e/o Peschiera dei treni a lunga percorrenza, che non transiteranno più sulla linea storica.

Ipotesi che se attuata si trasformerà facilmente in una colata di cemento sulle campagne della zona, per le opere complementari alla stazione che per forza di cose dovrebbero essere lì fatte: parcheggi ed altri servizi, strade di collegamento. Al fatto che può essere proprio il verde e il bel paesaggio quello che ricerca il turista proprio non ci si pensa nesso.

Il susseguirsi di articoli si è intensificato con l’inizio di agosto: anche se ancora in modo non chiaro, si è annunciata la definitiva eliminazione dal progetto del contestato shunt, che, secondo i fautori del TAV, consentirà di risparmiare quei soldi che saranno necessari per riqualificare la disastrata linea Brescia-Parma, da far arrivare fino all’aeroporto di Montichiari, e per adeguare altre linee ferroviarie come la Brescia-Iseo-Edolo, e anche aumentare i treni pendolari verso Brescia sulla linea storica.

Tutte proposte condivisibili, ma non è certo necessario costruire una nuova ferrovia ad alta velocità per realizzarle, come invece si vuol far credere.

Si è pure data voce, sulla stampa locale, al lamento del Consigliere Regionale Fabio Rolfi, che ritiene un grave errore la mancata realizzazione dello shunt: si vanificherebbero venti anni di “programmazione”.

Vediamo bene i frutti di questa “programmazione”: considerando BreBeMi e il fatto che l’aeroporto di Montichiari sia vuoto.
Vorremmo ricordare anche che fu Rolfi stesso, tempo fa, che si era dichiarato apertamente per la tutela dei viticoltori Lugana dal TAV…..ma del resto buona parte della politica ha avuto atteggiamenti simili, di ambiguità, incoerenza e doppiezza. Aggiungiamo però che parecchi politici non sono stati ambigui per niente, si sono dichiarati favorevoli senza se e senza ma.

Il culmine si è raggiunto a ridosso di ferragosto: sul Giornale di Brescia di domenica 14 agosto due intere pagine di articoli davano conto della cancellazione dello shunt, e della soddisfazione dei comuni risparmiati dallo scempio ambientale previsto dal progetto, ben descritto dai giornalisti.

E’ di ieri l’ennesimo cambio di posizione in cui si rimanda la decisione all’autunno, in base a quali interessi predomineranno, ma quello che nessuno dice è che se questa parte del progetto dovesse non essere costruita resteranno comunque a memoria del progettato passaggio del TAV nella bassa bresciana alcune opere complementari già realizzate, a fianco della “Corda Molle” opera autostradale ad oggi anch’essa non completata.

La salvezza della campagna in ogni caso comporterebbe la demolizione di numerosi edifici, in particolare di sette condomini tra via Ferri e via Foro Boario a Brescia, per far posto ai nuovi binari e all’ambizioni dell’amministrazione comunale di Brescia. Ovviamente moltissima gente perderà la propria casa, molte di queste persone non dormono più la notte ormai da anni per l’incosapevolezza di quello che sarà delle loro case e delle loro vite. Di nuovo le amministrazioni hanno lasciato da soli i possibili espropriandi, oltre che tutti gli altri cittadini, senza spiegazioni e senza trasparenza. Nulla è cambiato rispetto alle modalità usate per la Treviglio-Brescia (via Toscana), solo promesse vane, come quella di salvare alcune delle case interessate dai possibili espropri comparsa nell’articolo di ieri. Ma se anche questa opzione fosse possibile, le persone “salavate” dagli espropri probabilmente avrebbero le finestre di casa attaccate a un muro fonoassorbente di cemento armato, oltre ad anni di cantieri praticamente in casa propria (min. 24:21 del video esempio di “frontista” TAV a Roma letteralmente “murati” in casa).

Nelle scorse settimane è stata anche annunciata la prossima visita del Ministro Graziano Delrio a Brescia, il 26 settembre, per definire con la politica locale i prossimi avanzamenti e modifiche del progetto; quelle descritte non sono state comunque date per certe al 100%.

La volontà di proseguire “ad ogni costo” con il progetto ha trovato riscontro per chi come noi è stato attento e ha letto la Gazzetta Ufficiale di venerdì 12 agosto. Questa è la data che è stata furbamente scelta per pubblicare la delibera CIPE del 1 maggio 2016, a firma Matteo Renzi, con l’assenso delle Regioni Lombardia e Veneto, che dispone la reiterazione, per la seconda volta e per sette anni, sulle aree e gli immobili interessati dalla realizzazione della linea AV/AC tratta Brescia-Verona del vincolo preordinato all’esproprio.

Il vincolo apposto con il progetto preliminare, già prorogato una volta, era in scadenza il 9 giugno scorso. Il vincolo non è stato rinnovato per alcune delle aree, ciò avvalora l’ipotesi di una modifica del progetto già presentato.

Il vincolo al futuro esproprio è stato posto in essere nientemeno che nel lontano 2003. Vent’anni di vincolo non sono forse un po’ troppi? I proprietari devono rinunciare a ristrutturare le loro case, gli agricoltori ad impiantare nuovi vigneti, nell’attesa infinita di un possibile esproprio?

La delibera CIPE rende ben chiara una cosa: nonostante il Governo abbia dichiarato di voler cambiare pagina nella realizzazione delle opere pubbliche, dopo tutti gli scandali accaduti, la linea ferroviaria ad alta velocità/capacità Brescia – Verona verrà realizzata per lotti costruttivi, così come previsto dalla famigerata “Legge Obiettivo”.

Lotti non tutti interamente finanziati: si vuol dare avvio ai cantieri senza avere tutti i soldi necessari a finirli. Abbiamo anche notato come il CIPE stabilisca chiaramente che se il valore degli indennizzi supererà il budget stabilito e finanziato dal bilancio dello stato, sarà il consorzio incaricato della costruzione a dover farsi carico dei costi aggiuntivi.

E’ facile immaginare come Cepav Due abbia tutto l’interesse di sottostimare i danni economici causati dal TAV Brescia-Verona, così come ha fatto per quelli ambientali, questa volta a spese degli espropriati in primis.

Brescia: NEWS IMPORTANTI dalla Loggia sulla Brescia-Verona!

Questa mattina, come sempre a porte chiuse, come sempre senza avvisare le persone, come sempre filtrati dalle penne giornalistiche, i nostri amministratori hanno preso parola a proposito del progetto TAV Brescia-Verona. Cerchiamo anche noi di fare un pò chiarezza su quello che sta succedendo visto il mondo in cui cercano di non far trapelare notizie, continuando a creare confusione e contraddicendosi di continuazione l’un l’altro.

Come già ben sappiamo il comune di Brescia ha approvato con il consiglio comunale del 17 novembre 2014 (con 29 voti favorevoli e uno contrario) il progetto TAV Brescia-Verona. Ma quale progetto ha approvato ci viene da domandarci visto che quello che ad oggi c’è prevede lo shunt per Montichiari contro il quale il comune di Brescia sta facendo la propria personale crociata?

Se speravamo di sapere qualcosa in più, le nostre speranze in parte son state esaudite oltre ad alcune conferme di quanto noi NO TAV da mesi continuiamo a fare emergere e la volontà del comune di Brescia, ingolosito dalle compensazioni, di far devastare nuovamente il nostro territorio cercando di ottenere al posto dello shunt il quadruplicamento in uscita da Brescia, che causerebbe tra le tante cose 200 espropri di case solo nella zona di via Ferri.

Il Comune per avvalorare la propria proposta smonta punto per punto la ridicola idea e utilità dello shunt di Montichiari.
Innanzitutto ha ribadito, come noi diciamo da sempre, che SULLE LINEE AD ALTA VELOCITÀ’ NON TRANSITANO I TRENI MERCI: nonostante la scusa del trasporto merci, per togliere quello su gomma più inquinante sia una delle più usate da chi vuole quest’opera per l’ennesima volta viene ribadito che non è così, e a dirlo non sono solo i NO TAV.
E’ infatti il parere di Regione Lombardia  stessa sul progetto Brescia Verona del 23 gennaio 2015 (D.G.R. n. 3055) a sottolinearlo: “Lo scenario di progetto non appare realistico in relazione all’indicazione delle tracce merci, considerando che ad oggi nessun servizio merci risulta transitare su alcuna tratta AV esistente in Italia […] nè risulta alcuna previsione in tal senso nel breve e medio periodo“.
I convogli merci quindi continueranno a circolare lungo la linea storica Milano-Venezia ed è stata ribadita e sottolineata più volte l’assenza di qualsiasi beneficio ambientale o trasportistico per questo lotto costruttivo.
Come ricordato questa mattina a Montichiari non è prevista alcuna fermata treni in quanto effettuerebbero solo servizi “fast” cioè senza fermate intermedie (anche perchè altrimenti non sarebbe nemmeno alta velocità se si fermasse ad ogni stazione).
Consideriamo tra l’altro che la stazione dell’alta velocità che vorrebbero costruire a Montichiari sarebbe tra le altre cose a 3,5 km dallo scalo aeroportuale.

Consideriamo però che le previsioni di sviluppo del nuovo Piano nazionale Aereoporti non giustificano una stazione AV in questa città: non rientra negli aeroporti di “particolare rilevanza strategica” e non rientra nemmeno in quelli di  “interesse nazionale” visto che non ne soddisfa i requisti. L’aeroporto di Montichiari è stato declassato a opera di “interesse regionale”.

I dati nell’immagine sotto in ogni caso parlano più di tante altre spiegazioni: vengono analizzati i numeri di passeggerei per gli aeroporti del Nord Italia nel 2014 e le previsioni nel 2030!

aereoporti nord italia 2014-2030

 

Detto questa e dimostrata nuovamente l’inutilità del progetto con lo shunt di Monatichiari, dove lo stesso comune di Brescia per demolirlo ne sottolinea gli elevati costi ambientali e d’investimento, non possiamo concordare assolutamente sulla posizione presa dal comune stesso e da Regione Lombardia riguardo all’alternativa con passaggio da Brescia. Regione Lombardia ha dato il suo parere il 23 gennaio 2015 a riguardo: “l’assenza di un’uscita a 4 binari da Brescia in direzione Est costituisce una penalizzazione non accettabile per la capacità e l’efficienza complessiva del sistema ferroviario Milano-Brescia-Verona”.

Sappiamo anche che grazie a una nota pubblicata da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) nel frattempo stanno procedendo alla redazione di uno studio di pre-fattibilità relativo al quadruplicamento della linea storica in uscita da Brescia, a detta loro tenendo comunque conto dei disagi che i cantieri causeranno di nuovo per anni alla nostra città e tenendo di nuovo conto di tutti gli espropri che dovranno essere fatti.

Si certo, a parole ne tengono conto, ma a fatti ancora nulla.
Nessuna assemblea pubblica è mai stata fatta per la Treviglio-Brescia e lo stesso iter lo stanno seguendo per la Brescia-Verona: sempre tutto a porte chiuse, mai un confronto con chi vive queste terre, mai un confronto con chi sarà più direttamente coinvolto con gli espropri, mai un parere della cittadinanza. Tutto viene deciso nei loro uffici, dietro scartofie e interessi economici. 

Ma in tutto questa confusione informazioni reali su quale sia effettivamente il progetto che sembra proseguire per il suo iter burocratico, e tra chi si esprime dicendo di preferire l’una o l’altra ipotesi, diventa chiaro ai nostri occhi il rischio di avere una doppia fregatura: è RFI stessa a dichiarare il 15 maggio 2015 che “laddove dovesse confermarsi la perseguibilità della soluzione del quadruplicamento in uscita da Brescia, la verifica in ordine alla necessità di realizzare comunque anche lo shunt potrebbe essere utilmente procrastinata alle risultante dell’aggiornamento dello studio interministeriale”.

Quindi oltre il danno la beffa: la proposta che porta avanti il comune di Brescia per i propri interessi potrebbe far si che non solo venga costruito il quadruplicamento da Brescia ma anche lo shunt, aumentando ancora i costi del progetto, devastando maggiormente città e provincia e creando un opera ancora più inutile e dannosa.

Ricordiamo che ad oggi dei 4 miliardi preventivati per il progetto che prevede lo shunt ce ne sono meno della metà, che coprirebbero solo la galleria di Lonato e Peschiera (salvo poi sapere che tra i costi preventivati e quelli effettivi c’è sempre un divario molto ampio).

Quello che fa sorridere, se non piangere, è che nonostante il comune di Brescia capeggiato da Del Bono porti avanti la proposta del quadruplicamento da Brescia facendo guerra allo shunt, è lo stesso comune che parla di “rimandare” la realizzazione di questi 32 km e non di ritirare e abbandonare questa parte di progetto.

Il comune propone tra l’altro, come alternativa, quella di collegare Brescia a Montichiari, qualora l’areoporto si dimostri utile, attraverso un nuovo binario di collegamento Brescia/Ghedi/Montichiari, questa volta a servizio sia di persone che di merci, attraverso il potenziamento della linea storica. Ma siamo cosi sicuri che una volta accontentato il nostro Comune si batta ancora contro un eventuale ultimo lotto costruttivo che potrebbe essere lo shunt? La proposta di Del Bono a nostro parere si esaurisce nella mera richiesta di compensazioni: e così il nostro sindaco, per l’ennesima volta, non pensa alla sua città ne ai suoi cittadini ma a meri interessi politico/economici.

E così per l’ennesima volta dobbiamo essere noi a prendere parola, a informare realmente e a far capire alle persone che è giunto il momento di smettere di delegare ed essere partecipi delle decisioni che ci riguardano!

Un primo passo è firmare la petizione che chiede il ritiro del progetto TAV Brescia-Verona promossa dal Coordinamento No Tav Brescia-Verona a favore del reale rammodernamento della linea storica e per investire i soldi pubblici in piccole opere utili per il territorio e chi lo abita…e poi vi aspettiamo il 17 ottobre per la marcia NO TAV a Desenzano

INFO NO TAV DAYS – 2/3/4 OTTOBRE DA BRESCIA A VERONA: SCOPRITE TUTTE LE INIZIATIVE!

In preparazione alla manifestazione del 17 ottobre a Desenzano del Garda si è deciso un percorso di avvicinamento che ci permettesse di essere presenti sui diversi territori quanto più possibile, cercando di continuare a diffondere sempre di più le informazioni riguardo al progetto TAV Brescia-Verona e per sensibilizzare le persone a rendersi attivi e partecipi della mobilitazione NO TAV.

Tante le date, anche al di fuori di questa 3 giorni, che continueranno ad esserci nelle prossime settimane, in continuo aggiornamento sia qui che sull’evento Facebook degli INFO NO TAV DAYS.

A partire da questa data ad ogni banchetto o iniziativa troverete anche la PETIZIONE che il Coordinamento No Tav Brescia-Verona ha preparato per fare una raccolta firme per chiedere il RITIRO DEFINITIVO del progetto.

Invitiamo quindi tutti e tutte a passare a una delle tante iniziative che faremo dislocate su tutta la tratta per firmare questa importante petizione! Dobbiamo essere sempre di più perchè la nostra voce possa avere sempre più ascolto e importanza difronte a chi dall’alto e senza interpellarci pensa di decidere per il nostro futuro.

Quest’opera è inutile, dannosa e troppo costosa per far si che chi vive queste terre la possa accettare, mentre sono centinaia le piccole opere utili che potrebbero essere fatte, come il collettore del Garda, le bonifiche ambientali, ecc.

E’ ora di dire BASTA e mentre aspettiamo il 17 ottobre per marciare nuovamente insieme contro il TAV continuiamo il nostro percorso nelle strade, nelle piazze, nei mercati..perchè tutti e tutte devono sapere, perchè abbiamo il diritto e il dovere di dire di NO!

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(IL PROGRAMMA E’ IN CONTINUO AGGIORNAMENTO)

* BRESCIA *

SABATO 3
ORE 9:00-13:00: VOLANTIANGGIO E BANCHETTO @ MERCATO DI BRESCIA

ORE 19:00: MOSTRA FOTOGRAFICA “TAVRO’ ANCORA” E BANCHETTO INFO @ PARCO I MAGGIO DI COLLEBEATO

DOMENICA 4
ORE 15:00: BICICLETTATA AI CANTIERI DELLA TREVIGLIO-BRESCIA CON MERENDA FINALE @ VIA FERRI – BRESCIA

* CALCINATO, CALCINATELLO, PONTE SAN MARCO *

SABATO 3
ORE 8:00-12:00: VOLANTIANGGIO E BANCHETTO @ PIAZZA PERTINI – CALCINATELLO

ORE 14:00: VOLANTIANGGIO E BANCHETTO @ PIAZZALE ITLMARK, VIA XX SETTEMBRE – CALCINATO

DOMENICA 4
ORE 8:00-12:00: FLASH MOB E BANCHETTO @ PIAZZA ROVETTA – PONTE SAN MARCO

* DESENZANO*

DOMENICA 4
ORE 9:00: FLASH-MOB E BANCHETTO @ VIA DI VITTORIO AL MERCATO DI RIVOLTELLA

* LONATO *

SABATO 3
ORE 9-13: VOLANTIANGGIO E BANCHETTO @ PIAZZA MARTIRI DELLA LIBERTA’ – LONATO

DOMENICA 4
ORE 8:30-11:30: VOLANTIANGGIO E BANCHETTO @ VIA CAMPAGNA DI SOTTO – CAMPAGNA DI LONATO

* MONTICHIARI *

VENERDI 2
ORE 8:00-12:00: VOLANTIANGGIO E BANCHETTO @ PIAZZA TRECCANI – MONTICHIARI

* PESCHIERA E VERONA*

SABATO 3
ORE 10:00-13:00: VOLANTIANGGIO E BANCHETTO @ INCROCIO VIA ROMA/VIA DANTE – PESCHIERA DEL GARDA

ORE 15,30-18,30: VOLANTIANGGIO E BANCHETTO @ PIAZZA BRA – VERONA

DOMENICA 4
ORE 8:00-13:00: VOLANTIANGGIO E BANCHETTO @ PIAZZALE ANTISTANTE IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL FRASSINO – PESCHIERA DEL GARDA

…e tanto altro ancora: aggiornamenti qui e sull’ evento facebook

“Un’altra via Toscana a Brescia?” – Non lo permetteremo, diciamo no al quadruplicamento!

Questa mattina i comitati No Tav bresciani hanno fatto una conferenza stampa in via Ferri a Brescia. Il motivo della conferenza stampa è legato alla notizia del possibile accantonamento dello shunt che dovrebbe bypassare a sud la città di Brescia e che costituisce un altro tassello dell’assurdo progetto dell’alta velocità tra Brescia e Verona che cade non senza rumore.

Un’ulteriore prova dell’inutilità e dell’insostenibilità di quest’opera, che sembrava legarsi in maniera indissolubile al rilancio del deserto aeroporto di Montichiari. Purtroppo la sola amputazione di un’opera dannosa per la popolazione di questo territorio nell’ambito di quel connubio “criminogeno”, come lo definisce lo stesso Presidente dell’Anac tra grandi opere e legge obiettivo, non è sufficiente ad alleviare lo nostre preoccupazioni per gli impatti che resteranno da affrontare, a partire dallo spreco di enormi risorse (4 miliardi!) passando per l’arroganza delle procedure espropriative per arrivare alla devastazione territoriale e alla questione democratica, di chi decide cosa e per quali finalità e bisogni sociali.

L’idea che comunque l’opera sia da realizzare attraverso il quadruplicamento della linea storica (sembra a parità di costi!) ci lascia altrettanto scontenti. Innanzitutto rimarrebbe inalterata la devastazione che toccherebbe in sorte al Basso Garda, con tutto il danno economico e socio-ambientale di cui tanto si è discusso negli ultimi tempi.

Inoltre l’uscita dalla città avverrebbe in maniera molto più traumatica, con decine di espropri e abbattimenti di case in un territorio così densamente edificato. Espropri dovuti al raddoppio della linea storica.

Tante sono le domande a cui noi che abitiamo queste terre poniamo alle nostre amministrazioni: serve maggiore chiarezza sull’opera, sugli intenti, sul programma di servizio: quali sono i dati reali sui flussi di traffico che dovrebbero giustificare questo progetto faraonico? Sulla base di quale piano economico della nuova linea è stabilito che si riuscirà a rientrare dalle spese? In sostanza, qual’è la prospettiva di sostenibilità economica e commerciale di quest’opera?

Non tollereremo di rimanere all’oscuro di tutto finché è troppo tardi come è successo negli anni scorsi con la costruzione della Treviglio-Brescia. E non tollereremo più dalle amministrazioni locali risposte come “noi non sappiamo nulla” o “non possiamo fare nulla” perché sappiamo bene che anche questo non è vero.

Ci domandiamo ad esempio se lo studio di fattibilità dell’uscita con quadruplicamento da Brescia dovesse essere positivo, che fine farebbe il progetto di tutta la tratta? Dev’essere rivisto tutto, o si chiuderà un occhio visto che si tratta di una “grande opera strategica”? Ma strategica per chi? Con quale rapporto costi/benefici, vista anche la drammatica situazione in cui versa il traffico ferroviario pendolare che non è affatto interessato all’alta velocità? Con quale dissanguamento delle risorse pubbliche a vantaggio di guadagni privati? Ci domandiamo anche che utilità abbia un treno che si ferma a Brescia e Verona, esattamente come un freccia bianca, che da un risparmio teorico di soli 10 minuti sulla tratta rispetto ai danni e ai costi prospettati? Com’è possibile premere per l’acceleramento di apertura di cantieri sul lago di Garda, per un opera che non sanno nemmeno ancora come e dove costruire?

La scusa di aprire “un cantierino”, iniziare insomma a far qualcosa per poi dire “ormai c’è, va finita” non è sicuramente onesta nei confronti dei cittadini e non è più accettabile in nessuna parte d’Italia. Su questa linea di azione, tra qualche anno allora probabilmente anche lo shunt tornerà utile, l’aereoporto deserto di Montichiari tornerà strategico, e via così, tanto a pagare siamo sempre noi (in tutti i sensi)!

Noi lo continueremo a dire, l’alta velocità tra Brescia e Verona, così come più in generale tra Milano e Venezia, non serve. Non risponde ai bisogni del territorio e, soprattutto, non mira a risolverne i problemi di mobilità ed è un insopportabile affronto alle emergenze sociali ed ambientali con cui i cittadini devono confrontarsi ogni giorno. Faticherebbe addirittura a raggiungere le velocità desiderate.

Lungo la linea storica decine di corse sono state soppresse negli ultimi anni ed è già stato dimostrato come un potenziamento tecnologico permetterebbe un sostanziale miglioramento del traffico ferroviario senza ulteriore consumo di suolo (come scritto nel progetto dell’ing. Molinari).

Dopo questa rilevante novità delll’accantonamento dello shut per la stazione TAV di Montichiari-aeroporto, dopo che è stato chiarito che le merci non utilizzano il TAV e che attualmente a Montichiari non c’è, nè si prevede in tempi non biblici, un un traffico viaggiatori tale da giustificarne l’unica fermata e la nuova stazione decentrata di Brescia e del territorio bresciano, diventa indispensabile un serio approfondimento sui dati di traffico e sulla opportunità che il progetto TAV non preveda fermate a Brescia, sul Garda, a Verona: dubbi e validità del progetto TAV che devono essere chiariti ai cittadini e che amministratori pubblici, operatori economici e politici non possono più ignorare.

Si colga questa occasione per rimodellare la stessa funzionalità operativa ed i servizi dell’intera linea Milano-Brescia-Verona-Venezia ad effettivo servizio di viaggiatori e merci rivedendo anche l’utilizzo integrato delle linee ferroviarie esistenti sugli itinerari est-ovest e nord-sud oggi ancora a semplice binario e sottoutilizzate.

Non accantoniamo, ignorando volutamente, le potenzialità delle infrastrutture ferroviarie esistenti. È arrivato il momento di dirlo senza paura e schierarsi così al fianco di chi quest’opera la subirà: il progetto TAV Brescia-Verona non serve e va accantonato. Basta arrampicarsi sugli specchi!

Coordinamento No Tav Brescia-Verona

* le foto delle case che abbiamo pubblicato non è detto che siano tra le espropriate non essendoci un effettivo progetto, ma sono quelle più vicine alla ferrovie e quindi potenzialmente più a rischio di espropri e abbattimenti (si parla comunque di 200 famiglie a cui toccherà questa sorte se non ci opponiamo)

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Addio shunt per Montichiari: ma la lotta contro il TAV non è finita!

Nelle scorse settimane Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ha aperto la discussione sulla modifica sostanziale del progetto dell’Alta Velocità nel tratto tra Brescia e Verona. Una posizione ufficializzata il 15 maggio scorso con un documento inviato al Ministero dei Trasporti, nel quale, facendo leva sulla delibera del Consiglio Comunale di Brescia del novembre 2014 e sul parere espresso da Regione Lombardia nel febbraio scorso, che prescriveva l’uscita a 4 binari dalla stazione di Brescia, di fatto interroga le istituzioni sull’opportunità di realizzare comunque lo shunt, la bretella di 32 km a sud della città con stazione a Montichiari. RFI ha evidenziato in sostanza come le due opere risultassero contraddittorie e invitava le istituzioni coinvolte a fare chiarezza.

E proprio ieri “chiarezza” è stata fatta: il mirabolante shunt che doveva collegare anche Montichiari e l’aereoporto fantasma “D’Annunzio” all’alta velocità, staccandosi dalla tratta principale a Travagliato, scendendo per Flero e Poncarale e risalendo poi verso Calcinato, è stato del tutto accantonato.

Il progetto, dopo essere stato elogiato per molto tempo, non è stato ritenuto utile rispetto ai danni provocati, come da molto tempo i comitati NO TAV sostengono.

Siamo ovviamente consapevoli che questa decisione risparmierà molti ettari di territorio e poterà a una diminuzione dei costi totali dell’opera, come siamo del tutto consapevoli che senza l’attenzione che la mobilitazione popolare ha portato a galla sul tema, questi risultati non sarebbero stati raggiunti e avremmo visto nei prossimi anni il nostro territorio completamente devastato e martoriato da quest’opera.

Ma se per alcuni può sembrare già una vittoria, noi riteniamo questa notizia una “miccia” che serva per scaldare gli animi dei tanti scettici riguardo alla costruzione di quest’opera: il rischio è che si accorgano che i danni sono maggiori dei benefici solo quando sarà troppo tardi.

Non possiamo rischiare che abbattano le nostre case, che distruggano i nostri campi, le nostre colline e il nostro paesaggio, sperperando il nostro denaro, per poi rendersi conto che quello che da anni diciamo è vero!

Al contrario di quello che sostiene la Loggia per noi questa non è una possibilità per il nostro territorio, ne tanto meno un’opportunità di “trattenere risorse” per realizzare tutti gli interventi non previsti, se questi interventi continuano a seguire un mero profitto di chi ci specula e non il benessere, e sopratutto la salute, di chi queste terre le vive.

La decisione ora comunque torna ora al Ministero, che dovrà riaprire l’istruttoria: il via libera all’avvio dei lavori dovrà passare da una delibera del Cipe (a cui ricordiamo partecipano TUTTI gli amministratori della tratta interessata).

Decisione che pesa sulle nostre teste più che mai: ha senso spendere miliardi e miliardi per un opera che non serve, che avrà le stesse fermate del Freccia Bianca (Brescia e Verona) e che porterà ad un risparmio di tempo di circa 20 minuti? E questo solo per citare alcune delle tante assurdità di quest’opera.

La nostra risposta rimane sempre la stessa e siamo consapevoli, sopratutto dati i fatti, che continuare la nostra mobilitazione è l’unica strada che poterà a fermare quest’opera e a renderci partecipi attivamente delle decisioni che pesano sul nostro futuro.

PERCHE’ FERMARLO E’ POSSIBILE E TOCCA A TUTTI E TUTTE NOI!

GIOVEDI 5 MARZO DIBATTITO PUBBLICO A MONTICHIARI

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Riprendiamo con entusiasmo l’incontro organizzato un mese fa e saltato causa meteo:
Giovedì 5 MARZO ore 21 al Cinema Gloria di Montichiari incontro e dibattito pubblico per informarsi sull’inutile e dannosa grande opera del TAV.

Interverranno:
– Dott. Erasmo Venosi: fisico nucleare, ex Vice Presidente Commissione I.P.P.C. del Ministero dell’Ambiente.
– Dott.ssa Marta Vanzetto: esperta in diritto ambientale.

Un treno inutile e dannoso.

Un debito economico per le generazioni future

10 MILIARDI DI EURO preventivati
(fonte: Il Sole 24 ore, dicembre 2014)

Erosione di suolo agricolo con danni all’economia locale e al turismo: la zona del Basso Garda e della produzione del Lugana verrà devastata con cantieri che dureranno anni.

Grave impatto ambientale: il TAV passerà su numerosi siti inquinati come sulle discariche di Montichiari provocando danni irreparabili alle falde acquifere e alla salute di tutti i cittadini.

Escavazione di nuove cave = nuove discariche.

A Montichiari il TAV avrà una fermata in mezzo alle discariche e vicino all’Aeroporto: obbiettivo dei nostri amministratori è quello di avviare a pieno ritmo l’aeroporto causando un aumento enorme di inquinamento acustico e dell’aria.

Centinaia di espropri di case, terreni agricoli e aziende.

E tutto questo loro lo chiamano “sviluppo”?

#fermarloèpossibile #fermarlotoccaanoi

facebook: Coordinamento No Tav Brescia-Verona

Non rimpiangiamo dopo quello che possiamo fermare ora: PARTECIPIAMO NUMEROSI E ATTIVIAMOCI PER FERMARE IL TAV!

I Comuni di Cazzago San Martino, Rovato, Travagliato, Lograto, Torbole Casaglia, Azzano Mella, Castel Mella, Capriano del Colle, Flero, San Zeno Naviglio, Poncarale, Borgosatollo, Montirone, Ghedi, Castenedolo, Montichiari, Calcinato, Mazzano, Lonato del
Garda, Desenzano del Garda, Pozzolengo, Berlingo e Ponti sul Mincio, Peschiera, Castelnuovo del Garda, Sona, Sommacampagna, Bussolengo e Verona saranno interessati dalla costruzione del TAV.

CIRCA 400.000 PERSONE ABITANO QUESTI COMUNI.

Se il TAV si farà è perchè questo 400 mila persone l’hanno voluto, hanno scelto di accettare passivamente (e disinteressatamente) un progetto distruttivo per il loro territorio.
E’ inutile lamentarsi poi, quando fuori dalla finestra ci sarà una barriera fonoassorbente di 8 metri di cemento armato, quando i nostri bambini si ammaleranno per l’inquinamento (per cui ora ci raccontano non ci sono soldi per le bonifiche) e gli ospedali non avranno soldi per curarli (perchè se spendiamo per il TAV togliamo soldi ad altri capitoli di spesa).

NON PIANGIAMO DOPO QUELLO CHE POSSIAMO EVITARE E FERMARE ORA. OGNUNO DI NOI PUO’ FARE TANTO PER CAMBIARE LE COSE: bisogna informarsi, interessarsi, informare e attivarsi in prima persona!

PERCHE’ NON CI STANCHEREMO MAI DI RIPETERLO MA E’ SOLO SE SAREMO UNITI CHE CAMBIEREMO LE SORTI DELLE NOSTRE TERRE E DELLE NOSTRE VITE e FERMEREMO QUESTO SCEMPIO CHIAMATO TAV!

Per rimanere informati sulle novità e sulle iniziative iscrivetevi alla nostra mailing-list mandando una mail a: info@notavbs.org o scriveteci sulla nostra pagina facebook del coordinamento No Tav Brescia-Verona

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I prossimi appuntamenti a cui vi invitiamo a partecipare:

– lunedì 23 gennaio: riunione del Comitato No Tav Brescia
https://www.facebook.com/events/309324509277289/?fref=ts

– giovedì 26 gennaio a Desenzano: GODIImenti – Abbecedario di resistenza alle grandi opere dannose inutili e imposte con Wu Ming 2 e Egle Sommacal
https://www.facebook.com/events/400227826805960/?fref=ts

– domenica 28 gennaio a Desenzano: flash mob (a cui siete tutti e tutte invitati a partecipare) per difendere la nostra terra dai disastri ambientali come il TAV
https://www.facebook.com/events/897457463638592/?fref=ts

– giovedì 5 marzo: assemblea informativa a Montichiari
(vi forniremo maggiori informazioni a breve)

A breve inoltre comunicheremo la data di una grande assemblea pubblica NO TAV in cui tutti e tutte insieme decideremo come proseguire nei prossimi mesi questa battaglia!

Per rimanere informati sulle novità e sulle iniziative iscrivetevi alla nostra mailing-list mandando una mail a: info@notavbs.org o scriveteci sulla nostra pagina facebook del coordinamento No Tav Brescia-Verona

 

 

BRESCIA , DESENZANO, MONTICHIARI: AUMENTANO I DISOCCUPATI , AUMENTANO I COSTI DEL TAV

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Continua inesorabile l’emorragia di posti di lavoro a Brescia e provincia : nel 2014 oltre 142mila disoccupati e 140mila licenziamenti . Lo confermano i dati forniti dall’ Osservatorio sul Lavoro provinciale: 142337 iscritti ai centri per l’impiego, 63000 disoccupati accertati in più in meno di quattro anni.

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