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30 agosto la corsa per la vita contro il tav brescia-verona

Domenica 30 Agosto insieme a Carmine Piccolo organizziamo #Lacorsaperlavita per dire NO al TAV BRESCIA-VERONA-PADOVA e NO CONSUMO DI SUOLO FERTILE.

Alle ore 8.00 partenza dal parcheggio del Famila di Lonato (che si trova all’altezza della rotonda del cimitero di Lonato).

Carmine correrà il percorso seguendo interamente la ciclabile e lungo la linea dei cantieri TAV.

Le strade che percorreremo saranno: Lonato parcheggio Famila, salita incrocio verso Lonato, via Campagna, via Quarti, S. Anna verso Calcinato, Piazza Comune di Calcinato, via Cimitero e ciclabile via Zampogna per Calcinatello, via Brescia, via Manzoni fino al canile, poi via Campagna fino al confine di Mazzano, Castenedolo, Strada Ambrosi, via per Rezzato Cascina S. Giacomo, Spiaggia 91 Comune di Rezzato, verso stazione metrò S.Eufemia e poi ciclabile fino Parco Ducos a Brescia che sarà devastato dal TAV, vicino alla questura. Percorso di 30-32 km circa.

Come partecipare?

– accompagnando Carmine in bici per una parte di percorso o per l’intera corsa

aspettando il nostro passaggio nelle zone in cui passeremo per salutare Carmine e chi lo seguirà in bici con le bandiere

al punto di arrivo al parco Ducos a Brescia rigorosamente con le mascherine e rispettando le misure di distanziamento.

Vi aspettiamo numerosi e numerose!
Ringraziamo Carmine che da anni lotta per l’ambiente e la salute di tutti e tutte noi di aver voluto organizzare questa iniziativa per denunciare la vergogna e lo scempio di questo progetto che possiamo ancora fermare, sopratutto l’uscita est da Brescia.

La corsa per la vita sarà dedicata a Nicoletta Dosio che da anni si batte in Val Susa contro il TAV Torino-Lione e all’ingegner Erasmo Venosi, nostro tecnico, che da anni assiduamente ci informa e ci aiuta a denunciare l’inutilità di questo progetto dispendioso e distruttivo dell’ambiente.

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Cambiamento climatico sulla nostra pelle: ennesimo acquazzone su brescia, fermiamo le opere inutili!

Stamattina, per la seconda volta in due settimane, assistiamo su Brescia e provincia ad un fenomeno metrologico devastante.Pioggia intensa, fortissime raffiche di vento, grandine, alberi abbattuti, strade che diventano torrenti, scale della metro che diventano cascate e sottopassi completamente allagati che si vanno ad aggiungere ai cartelli stradali divelti, alberi sradicati, tapparelle strappate dalle finestre, lamiere di tetti accartocciate, ecc. dello scorso 11 luglio.

La maggior frequenza di fenomeni come questi è un’evidenza molto comprovata del cambiamento climatico in atto. Come spiegano gli esperti la ripetitività così alta di questi fenomeni dovrebbe farci capire che non sono più eventi eccezionali, ma è quello che ci aspetta per il futuro.

Proprio per questo la politica nazionale e locale dovrebbe pensare come sempre ai veri bisogni delle persone che vivono queste zone: in primis la messa in sicurezza dei territori dal rischio idrogeologico.

Cosa si può cambiare? Pianificare il territorio in modo più resiliente, smettere di cementificare dove non necessario (Brescia e provincia anche quest’anno solo maglia nera per la cementificazione che tra le altre cose favorisce l’aumento delle temperature e rende impossibile l’assorbimento d’acqua), smettere di abbattere alberi e distruggere la natura, fare una vera manutenzione del verde cittadino e boschivo, ecc.

Ogni giorno sulla nostra pelle, sulla nostra vita e sul nostro futuro non possiamo ne vogliamo pagare le scelte scellerate di questa politica che pensa solo al proprio profitto mettendo a rischio la nostra vita e i nostri territori.

Abbiamo bisogno di sanità efficiente, trasporto pubblico efficace ed accessibile, di investire nell’istruzione e nella scuola, di mettere in sicurezza l’ambiente in cui viviamo. Abbiamo bisogno di tantissime cose che cambiano la nostra quotidianità e incidono sul nostro presente e futuro.

Di una cosa non abbiamo e non avremo bisogno: del TAV Brescia-Verona.
Ricordiamo anche che quest’opera progettata negli anni ’90 non è stata pensata per questi nuovi eventi climatici: lo scorso anno durante la supercella che colpì i nostri territori nel mese di agosto le barriere fonoassorbenti di 5-9 metri che son state costruite per il TAV Treviglio-Brescia nella zona del Villaggio Violino e via Roncadelle avevano avuto dei cedimenti molto pericolosi vista la dimensione e il peso di queste strutture.

Dobbiamo fermare questo scempio e pretendere un vero cambiamento per proteggere il nostro presente e il futuro di tutti e tutte!

In questo articolo su Radio Onda d’Urto https://www.radiondadurto.org/2020/07/16/supercella-di-palermo-fenomeni-come-questo-a-causa-del-cambiamento-climatico-in-atto-non-bisogna-fare-ulteriori-danni/ trovate un’intervista al climatologo Luca Mercalli, presidente della SIM – Società italiana di meteorologia, sui violenti fenomeni atmosferici degli ultimi giorni in relazione ai cambiamenti climatici che vi consigliamo di ascoltare.

#notav#cambiamentoclimatico#bastaveleni#fridaysforfuture#brescia#temporale#allagamento#nubifragio#supercella#24luglio#11luglio#lombardia#acqua

Perché gli operai dei cantieri TAV Brescia-Verona lavorano senza mascherine in piena emergenza sanitaria da Covid-19?

Ieri i cantieri del TAV Brescia-Verona hanno iniziato l’abbattimento della prima palazzina presente sulla tratta in piena emergenza Covid19 come sempre nel non rispetto delle normative.

La ditta che si sta occupando delle demolizioni è la stessa che nel 2014 si occupò della demolizione delle case per la tratta di TAV Treviglio-Brescia dove, per gli abbattimenti di Via Toscana non mancarono numerose irregolarità (si trova la memoria storica sul nostro sito www.notavbs.org).

Le fotografie, inviate all’ attenzione del Coordinamento, sono di ieri in un cantiere della Linea AV/AC a Desenzano del Garda in Località Pergola.

Come mai i lavoratori lavorano senza mascherina e quindi senza protezioni per il contenimento della diffusione del VIRUS COVID-19? Come mai i lavoratori non rispettano le misure di distanziamento?

Come è noto in Lombardia è obbligatorio indossare la mascherina per l’emergenza sanitaria anche qualora non lo prevedessero le normative generiche dei cantieri.

Inoltre, come già successo con gli abbattimenti delle case di Brescia, nonostante nell’impostazione e nella gestione del cantiere l’impresa dovrebbe assumere tutte le scelte atte a contenere gli impatti associati alle attività di cantiere per ciò che concerne l’emissione di polveri (PTS, PM10 e PM2.5) e di inquinanti (NOx, CO, SOx, C6H6, IPA. diossine e furani), molto spesso non vengono rispettati tutti gli accorgimenti atti a ridurre la produzione e la diffusione delle polveri.

Siamo al primo giorno di abbattimenti e già notiamo che, nuovamente come già segnalato per altri abbattimenti della Treviglio-Brescia, durante la demolizione delle strutture edili non si provvede alla bagnatura dei manufatti al fine di minimizzare la formazione e la diffusione di polveri ecc.

Si verificherà nuovamente anche il non effettuare una costante e periodica bagnatura o pulizia delle strade utilizzate, pavimentate e non come prevede la legge?

Non verrà rispettato nuovamente l’accorgimento di pulire le ruote dei veicoli in uscita dal cantiere e dalle aree di approvvigionamento e conferimento materiali, prima che i mezzi impegnino la viabilità ordinaria come prevede la legge?

Non verranno nuovamente coperti con teloni i materiali polverulenti trasportati?

Non verranno bagnati periodicamente o coperti con teli (nei periodi di inattività e durante le giornate con vento intenso) i cumuli di materiale polverulento stoccato nelle aree di cantiere?

Chi controlla questi cantieri? Nessuno anche questa volta. Abbiamo mandato diverse segnalazioni alle autorità competenti per richiedere una puntuale e urgente verifica al fine di prevenire e di garantire la sicurezza dei lavoratori, ambientale e delle viabilità della autostrada A4 che si trova a ridosso della cascina che stanno demolendo (rischio di sollevamento di polveri che potrebbero precludere la visibilità degli automobilisti) richiedendo ai politici nuovamente il fermo dei cantieri.

Non possiamo accettare che per la costruzione di un’opera intuile e dannosa si mettano a rischio territori già martoriati, la salute di tutti e tutte noi, dei lavoratori e sopratutto non possiamo accettare la clamorosa disparità di trattamento con tutti gli altri operatori (artigiani, commercianti, negozianti e aziende locali) che, invece, interessandosi della salute collettiva hanno messo in campo le corrette prescrizioni e da settimane hanno chiuso le loro attività nel rispetto del territorio.

Non possiamo accettare che cantieri pubblici per opere statali non rispettino come sempre la legge.

Non possiamo accettare che si compiano, come già capitato, lavori di questo tipo quando nessuno è in grado di verificare. Ogni irregolarità giuridica e operativa di quest’opera è stata “casualmente” realizzata o approvata in momenti in cui l’attenzione mediatica e della popolazione è rivolta ad altro. Approvazioni legislative a ferragosto o in periodo natalizi, abbattimenti irregolari in piena emergenza Covid.

Sono sempre causalità? Noi crediamo di no.

21/02 @ Verona con il prof. Marco Ponti: TAV, FATTI E MISFATTI. I COSTI ENORMI DI UN’OPERA INUTILE

Ne parliamo con il Prof. Marco Ponti, docente di economia applicata al Politecnico di Milano, già capogruppo per l’analisi costi benefici del MIT, responsabile di bridges research Onlus.
Interverranno anche i testimoni dei territori colpiti dal progetto Tav.

Vi aspettiamo venerdì 21 febbraio alle 20.30 presso la Sala Tommasoli di Via Perini 7 a Verona

info: notavverona@gmail.com

Cantieri TAV a Lonato: uno scempio da fermare!

Davanti a questo scempio mancano le parole, fa male al di là dell’essere o meno abitanti di questa zona, fa male perché é un’aggressione, una violenza verso la terra e il futuro e soprattutto fa male perché non ha una ragione di essere.

Questi sono i cantieri che in questo momento sono stati aperti nella zona tra Calcinato e Lonato per la costruzione del TAV Brescia-Verona, opera che la stessa analisi costi benefici ha dimostrato essere inutile per i nostri territori.

Fa male perché chi è consapevole di quanto la nostra provincia sia inquinata e martoriata non può che indignarsi e continuare a lottare percorrendo ogni strada possibile contro questo scempio, per il quale se volessero sarebbero ancora in tempo fermare limitando danni e costi.

Certo con qualche penale, ma sempre molto meno sia dal punto di vista economico, oltre che ambientale e sociale.

Al momento non c’è praticamente nulla, è solo una fase di pre-cantierizzazione. Ma le dimensioni di questi cantieri, i continui problemi che stanno già creando a livello di viabilità, polveri, vibrazioni, cali di elettricità, ecc. dovrebbero farci capire a cosa potremmo andare incontro se permettiamo che questa opera continui ad essere costruita.

In tutto questo, nessuna compensazione, nessun palazzetto dello sport per quei sindaci e quei comuni che hanno venduto la nostra terra per ipotetiche compensazioni. A Campagna di Lonato proprio in questi giorni stanno tracciando le compensazioni: un nuovo cavalcavia e una bretella stradale solo ed esclusivamente a funzione del cantiere.
Il tracciato a Lonato si trova a ridosso di abitazioni e vicino all’oratorio dove i numerosi bambini saranno costretti per anni a respirare in prima linea le polveri degli scarichi dei camion, oltre le polveri date dal lavoro dei cantieri.

Siamo consapevoli che tutti i problemi che abbiamo denunciato negli ultimi anni riguardo a questi territori uno ad uno continueranno a venire a galla aumentando i tempi, le dimensioni, e i costi di quest’opera che è già vecchia è inutile ancora prima di essere costruita.

Non si può stare fermi/e e zitti/e, mentre le terre nelle quali si vive vengono devastate! È importante tutelare sia la nostra salute che il futuro della terra! Per questo ci vediamo sabato 22 davanti al cantiere TAV di Lonato del Garda 22/02 h.15:00 presidio davanti al cantiere del TAV di Lonato

#notav #notavbresciaverona #lonato #devastazione #cantieri #difendilatuaterra #nograndiopereinutili

20/9 @ Desenzano serata informativa “Strage di Viareggio: non è stato uno “spiacevolissimo episodio”!”

Strage di Viareggio: No, non è stato uno “spiacevolissimo episodio”!

La sera del 29 giugno 2009, poco più di 10 anni fa, alle 23,48, un treno merci deragliò poco dopo aver superato la stazione di Viareggio. Trasportava GPL – gas di petrolio liquefatto – che fuoriuscì da uno dei carri cisterna del treno causando un incendio e l’esplosione di varie palazzine adiacenti alla stazione. Ci furono 32 morti: parte morirono subito per le ustioni o per il crollo degli edifici, altre morirono in ospedale nelle settimane o nei mesi successivi, oltre agli innumerevoli feriti.
“Uno spiacevolissimo episodio” così definì quanto accadde Mario Moretti, A.d. della Società holding Fsi (Ferrovie dello Stato italiane).

Contro questo tentativo di lettura della strage, già dalle primissime settimane successive alla strage, cittadini, attivisti, lavoratori, anche delle stesse ferrovie, si
organizzarono intorno ai familiari delle vittime per chiedere VERITA, GIUSTIZIA, SICUREZZA. Parole d’ordine scandite, fino ad oggi, in cortei, presidi, su volantini, in convegni. Una lotta organizzata, incessante, determinata che ha prodotto mobilitazione popolare, come abbiamo potuto verificare, anche ultimamente, dove più di diecimila persone hanno sfilato, a Viareggio, nel decennale della strage. Una mobilitazione, una lotta, che in questi anni ha voluto mettere, ed ha messo, in luce “le responsabilità ma anche le colpe di una gestione del sistema ferroviario focalizzata sui profitti e gli interessi aziendali: non sulla sicurezza del personale viaggiante, dei passeggeri, dei territori attraversati e le loro popolazioni”. “La Strage di Viareggio è stata infatti la tragica ed eclatante conferma degli errori e degli orrori della privatizzazione e l’aziendalizzazione dei servizi strutturali (al di là di chi formalmente possiede le azioni): in settori centrati sulla vita delle persone, si importa e si rende centrale la produzione degli utili, la valorizzazione dei propri assetti e del proprio capitale. Così, la qualità del lavoro e del servizio, la salute, la sicurezza, le vite delle persone, sono trasformati in una semplice variabile di costo, da ponderare ed eventuale sacrificare nel quadro complessivo dei business plan e delle priorità aziendali”. Paradigma sostanzialmente confermato anche nei
primi due gradi di giudizio che hanno portano alla condanna dell’allora gruppo apicale delle ferrovie.

Di questo si racconterà e discuterà nell’incontro di Venerdì 20 alla Casa dei Popoli Thomas Sankarà, a Desenzano, h 20,30 con i familiari delle vittime e gli attivisti protagonisti, sotto molti punti di vista, di una mobilitazione esemplare.

Coordinamento NoTav Brescia-Verona

Casa dei Popoli Thomas Sankara – Desenzano del Garda

Giornata al Frassino: le nostre ragioni e preoccupazioni!

Non c’è solo la Torino Lione che ci preoccupa e che sembra il problema N. 1 in Italia oggi, quando ci sono migliaia di km a binario unico e pendolari che al lavoro ci arrivano in due ore al mattino e due ore al ritorno.

C’è un altro progetto devastante, costoso ed inutile: la linea Alta Velocità Brescia-Padova. 5 miliardi e mezzo che pagheremo tutti noi italiani per far risparmiare 13 minuti a chi viaggia da Milano a Venezia, e che servirà al 5% della popolazione mentre il 95% continuerà a non avere i treni che sono veramente necessari alle esigenze quotidiane di lavoro e di studio.

Sappiamo che anche per questa tratta, l’analisi COSTI BENEFICI è negativa. Già nel 2017 il Prof. Ponti nel suo studio indipendente dava risultati impietosi e anche la Corte dei Conti Europea con una ricerca partecipata da scienziati di vari stati europei, pubblicata nel 2018, dichiarava che l’Alta Velocità non è utile sempre e dovunque, ma è doveroso valutare il territorio che attraversa, il numero di stazioni che è necessario toccare, le risorse finanziarie del paese che lo realizza, il beneficio reale ai cittadini che usufruiscono del servizio.

Oggi tra Milano e Venezia viaggiano 160 convogli tra regionali, alta velocità e merci! La capacità della linea storica esistente è di 230 treni e senza spendere un euro in più potremmo potenziare di un terzo il traffico su ferrovia. Nel frattempo aspettiamo la pubblicazione dell’analisi realizzata dal team di Ponti.

L’alternativa valida all’Alta Velocità è questa: il potenziamento della linea storica. Il miglioramento tecnologico di tutta la linea e nuovi binari dove si rende necessario. Per le merci proponiamo di valorizzare la linea Medio-Padana che corre tra Monselice e Genova passando per Tortona. Questa è l’opera che vogliamo! Questa è l’opera che andrebbe a beneficio di tutti a cominciare dai pendolari e dai turisti che arrivano sul Garda e per il trasporto delle merci sulla ferrovia.

QUESTIONE AMBIENTALE

Oltre ai problemi di opportunità economica succitati, vi sono innumerevoli problemi di natura ambientale: il concetto che vogliamo ribadire qui è che nessuno ci parla del valore del CAPITALE NATURALE: QUANTO VALE UN BENE NATURALE, UN LAGO, UN FIUME, UN PRATO, UNA SPECIE DI UCCELLI, UN PAESAGGIO?

  • Il Santuario del Frassino, di origine cinquecentesca, sarà circondato da cantieri e scavi che mettono a serio rischio la sua stabilità. Per la sua salvaguardia il CIPE (del. 42/2017) ha previsto numerose prescrizioni tra le quali un monitoraggio ante e post operam, che dovrebbero essere svolti da figure professionali all’interno di un Osservatorio Ambientale che non è stato ancora definito.

  • Il Laghetto del Frassino, risorsa naturale importantissima, per le numerose specie di uccelli migratori che transitano, inserito nella Rete Natura 2000 come SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zona di Protezione Speciale) è a rischio: il TAV interferisce con gli immissari del laghetto, e ne comprometterebbe l’approvvigionamento idrico per il 10-15 % all’anno, e provocherebbe l’inquinamento della falda stessa.

  • Terre e rocce da scavo: Il progetto prevede numerose gallerie, dove si potrebbero verificare gli stessi problemi di Firenze, in un territorio già fortemente compromesso in termini ambientali. Lo scavo delle gallerie prevede l’uso di sostanze chimiche e schiumogeni per ammorbidire il terreno; il materiale che ne esce è da considerare quindi rifiuto da trattare secondo la normativa vigente e non sottoprodotto da riutilizzare in altri punti dell’opera.

  • Rischio idrogeologico : impatto sulle falde acquifere dell’alto mantovano. La realizzazione della galleria Lonato-Desenzano, profonda 40 metri, provocherebbe un impatto idrogeologico imprevedibile al territorio delle Colline Moreniche del basso Garda e piana sottostante, dove sono presenti i pozzi che alimentano gli acquedotti comunali per un bacino di oltre 100.000 abitanti di 15 comuni dell’Alto Mantovano (da Monzambano a Canneto sull’Oglio).

  • PFAS Aggravamento disastro ambientale: Il tracciato AV-AC attraversa la zona toccata dal problema dei PFAS, in particolare a partire dalla frazione di Lobia di San Bonifacio e continua nei comuni vicentini, e costituirebbe un ulteriore aggravamento dell’inquinamento di questa zona, essendo necessari milioni di litri d’acqua, per il cui approvvigionamento si rischierebbe la messa in comunicazione della falda acquifera ancora sana con quella inquinata. Non valutare seriamente questo gravissimo rischio per la salute pubblica che ha un valore inestimabile, equivale a nascondere la testa sotto la sabbia, poiché i dati sull’inquinamento da PFAS sono ormai ampiamente noti. Chiediamo quindi che venga seriamente valutato il rischio di aggravamento di disastro ambientale, per l’allargamento della zona contaminata da PFAS.

  • Sismicità: Inoltre per quanto riguarda il problema della sismicità del territorio, vi è la necessità di adeguare il progetto esecutivo alle NTC del 2008 (Nuove norme tecniche di costruzione, con aggiornamenti importanti per la costruzione di viadotti e ponti).

Noi chiediamo infine che come per quanto accaduto per la tratta Mestre- Trieste, dove non si realizzerà più l’Alta Velocità ma sarà realizzato il potenziamento della linea esistente, anche per la nostra tratta, soprattutto alla luce nelle enormi problematiche ambientali che pone, venga valutato l’ammodernamento della linea esistente e l’utilizzo di linee esistenti sottoutilizzate, come la Medio Padana , che corre da Monselice a Tortona-Genova.

Rifiuti come terra, alterazione dei dati, conci non a norma…DOBBIAMO FERMARE QUESTO INUTILE PROGETTO.

L’attesa per l’analisi Costi/Benefici per il TAV Brescia – Padova si sta prolungando ancora. E nella discussione tra le forze politiche cominciano a spuntare concetti strani, come la distinzione tra “opere utili” e “opere strategiche”: forse prevedendo una analisi negativa si vuole prescindere dai dati scientifici e proseguire con opere inutili, costose, devastanti per l’ambiente e il bilancio dello Stato? Le responsabilità del Movimento 5 Stelle sono molto grandi, rispetto al mantenimento delle promesse elettorali, e la Lega si conferma come il partito della distruzione dei territori, non della loro tutela.

Noi continuiamo, con la presentazione dell’esposto allegato, nelle nostre costanti informazioni e sollecitazioni alle istituzioni, al governo e alle forze politiche sul progetto e ancora una volta presentiamo possibili elementi di criticità della tratta AV BS-VR, che ci auguriamo vivamente vengano presi in debita considerazione. Elementi di criticità e di illegalità che sono stati resi palesi dagli atti del processo riguardante lo scavo del Tunnel TAV di Firenze (di cui recentemente si è tenuta l’udienza preliminare nell’assoluto silenzio dei mass media) e dalla richiesta di custodia cautelare degli imputati. Questi fatti potrebbero ripetersi anche nella nostra tratta.

  • TERRE E ROCCE DA SCAVO

Il progetto approvato prevede numerose gallerie tra le quali quella di Lonato, del Frassino, di S. Giorgio in Salici  dove si potrebbero verificare gli stessi problemi di Firenze in un contesto territoriale già fortemente compromesso in termini ambientali. Lo scavo delle gallerie prevede, l’uso di sostanze chimiche per ammorbidire il terreno (additivi schiumogeni tensioattivi, polimeri e bentonite) e il materiale estratto dagli scavi è pieno di acqua. Non si tratta quindi di terra, ma di rifiuti. Si tende però a considerare le miscele di scavo fuoriuscenti dalla fresa come sottoprodotti innocui e non come rifiuti.

È dal 1997 che in Italia opera il partito assolutamente trasversale delle terre e rocce da scavo, il cui obiettivo è quello di sottrarle agli obblighi della normativa sui rifiuti, specie se provenienti da lavori per gallerie e simili. Il culmine di questa teoria è stato raggiunto con la legge Lunardi (ministro di Berlusconi) N. 443 del 21.12.2001 che interpretava la normativa comunitaria sancendo che le terre e rocce da scavo, anche se fortemente inquinate, non costituiscono rifiuti.

Questa legge venne sonoramente bocciata il 18.12.2007 dalla Corte di Giustizia europea, mentre nel frattempo vennero assolti decine di industriali che avevano ridotto zone bellissime del nostro paese a ignobili discariche

  • ALTERAZIONE DEI DATI DI RESISTENZA AL FUOCO DEI CONCI

I conci sono gli elementi ricurvi che compongono il rivestimento interno delle gallerie e ne assicurano la stabilità, anche in caso di incendio. Scorrendo i capitoli della richiesta di Custodia Cautelare della Procura di Firenze emerge che il rivestimento delle gallerie, per ragioni di sicurezza non deve essere soggetto al distacco dello strato di calcestruzzo che copre i ferri, che si manifesta alle alte temperature. I ferri senza calcestruzzo sono facilmente preda del fuoco e questo può causare il collasso dell’intera struttura. Per prevenire questo fenomeno è necessario inserire nel calcestruzzo una certa quantità di fibre di polipropilene (materiale plastico), che però costano molto. Il progetto prevede di inserire nel calcestruzzo tre Kg di fibre di Polipropilene per metro cubo; la ditta Seli, per risparmiare ne vuole mettere due chili, ma alla fine si pensa di arrivare a 1,8 kg.
Come risulta da una telefonata intercettata tra due tecnici dell’impresa subappaltatrice Seli, si comprende che i conci hanno avuto un test negativo di resistenza al calore e al fuoco. Riescono ad ottenere il riconoscimento dei conci non conformi da Italferr: la prova viene fatta passare per un mero difetto del singolo concio che verrà sanato da un successivo test (che sarà sicuramente positivo).

Il commento del PM è però estremamente grave. Scrive: “Il fatto grave e assolutamente sottaciuto di tutta la questione dei conci non conformi è il fatto che la loro non idoneità è tale da pregiudicare gravemente le condizioni di sicurezza del trasporto ferroviario AV/AC MILANO-NAPOLI.”

ITALFERR, incaricata dell’Alta Sorveglianza, non sorveglia affatto e abdica in tutto e per tutto dal ruolo affidatogli, in piena ed ambigua sintonia con le imprese da controllare.

  • VERIFICA DI OTTEMPERANZA ALLE PRESCRIZIONI N. 120/2003 SITI INQUINATI

Nella verifica di ottemperanza alle prescrizioni della delibera 120/2003, il parere n. 1796 del 2015 enumera 45 siti censiti, che interferiscono con il tracciato ferroviario AV oggetto del progetto definitivo. 40 di questi ricadono in provincia di Brescia, siti che riguardano discariche, attività produttive, cumuli di materiale e allevamenti intensivi. Il censimento dei siti si fonda sull’analisi di foto aeree di quasi mezzo secolo fa, confrontandole con foto aeree fatte dal 1992 al 2000, su ulteriori informazioni emerse nel corso di sopralluoghi, e da siti web istituzionali dei Comuni interessati.

La normativa vigente modifica il termine “inquinato” in “sito contaminato” e “potenzialmente contaminato”. Il legislatore italiano ha disciplinato attraverso il Dlgs 152/2006 e il Dlgs 4/2008 la bonifica di tali siti contaminati. Il 7 luglio 2017 il Cipe approva il progetto definitivo e nel parere di ottemperanza si rimanda a futura “proposta tecnica per la caratterizzazione dei siti inquinati e potenzialmente tali”, in sostanza non si trova nulla riguardo a provvedimenti operativi e atti cogenti di rispetto delle norme procedurali. Si evidenzia che l’art. 242 del Codice Ambiente stabilisce che qualora i responsabili della contaminazione non provvedono direttamente, le procedure devono essere eseguite dal Comune e se questo non provvede, dalla Regione.

  • IMPATTO SU FALDE ACQUIFERE DELL’ALTO MANTOVANO

La realizzazione della galleria Lonato-Desenzano per il transito del TAV profonda 40 metri provocherebbe un impatto idrogeologico imprevedibile e pericolosissimo al territorio delle Colline Moreniche e piana sottostante, dove sono presenti i pozzi per il prelievo dell’acqua potabile in distribuzione nel territorio che si estende da Monzambano a Canneto sull’Oglio e che rifornisce oltre 100.000 utenti.

Le falde idriche che si originano dai bacino del Lago di Garda risultano in stretta interconnessione con le falde collinari e dell’Alta Pianura mantovana: questa peculiarità è ben nota a tutti, anche ai progettisti dell’opera ferroviaria che nello Studio geologico-idrogeologico di dettaglio della galleria “Lonato” del luglio 2014 hanno esplicitamente indicato la necessità di adottare opportune soluzioni nella fase progettuale e per il monitoraggio preventivo al fine di impedire che le riserve idriche sotterranee poste a valle della galleria subiscano un depauperamento oppure che la loro qualità subisca delle alterazioni. Una tale evenienza avrebbe infatti conseguenze a dir poco disastrose sul territorio ma di tali adempimenti ad oggi non vi è alcun riscontro.

Tutto questo è scritto nel documento “Elementi di criticità del progetto (definitivo della linea TAV Brescia-Verona) in relazione alle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche del territorio dell’ Alto Mantovano, situato immediatamente a Sud della “GALLERIA LONATO”” commissionato da S.I.C.A.M. Srl (Servizio idrico integrato comuni Alto Mantovano) redatto da un geologo abilitato che ricapitola le criticità che il progetto definitivo rimanda al progetto esecutivo il quale non verrà sottoposto a ulteriori valutazioni.

  • NECESSITA’ DI ADEGUAMENTO DEL PROGETTO ALLA NORMATIVA ANTISISMICA VIGENTE

Il DM del 14.1.2008 (Nuove norme tecniche per le Costruzioni) ha modificato radicalmente l’impostazione delle verifiche geotecniche del 1988, ma è stato esso stesso superato dal D.M. 17.1.2018 che è entrato in vigore il 22.03.2018.

Il progetto non sembra affatto tenere conto nemmeno dell’ordinanza del Pres. Del Cons. dei Ministri n. 3519 del 28.4.2006 con il quale è stata presentata una nuova mappa di pericolosità sismica. Es. il Comune di Lonato è passato dalla zona sismica 3 (bassa sismicità) , alla zona sismica 2 (media sismicità).

 

Queste sono solo alcune delle vergogne e verità che cercano di nascondere dietro a questo progetto, non possiamo permettere che distruggano il nostro territorio e futuro per i loro sporchi interessi! FERMARLI TOCCA SEMPRE E COMUNQUE A NOI! AVANTI COSì!

Sintesi della relazione speciale della Corte dei Conti sul TAV – II parte

DALLA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA CHE POTETE SCARICARE INTEGRALMENTE qui SR_HIGH_SPEED_RAIL_IT (1) – SEZIONE DI AUDIT II^ 13.06.2018 – VI PROPONIAMO UN RIASSUNTO in 2 parti (qui trovate la I parte)

“Relazione speciale – La rete ferroviaria ad alta velocità in Europa non è una realtà, bensì un sistema disomogeneo e inefficace” 

Negli Stati membri le decisioni non vengono prese in base ad analisi costi-benefici.

Le linee ad alta velocità sono investimenti costosi, pertanto è fondamentale analizzare correttamente in anticipo tutti i principali costi e benefici prima di decidere se procedere o meno alla costruzione.

Se utilizzate correttamente, le analisi costi-benefici (ACB) consentono di valutare la redditività sociale dell’investimento in un progetto, nonché la sua utilità ed auspicabilità sociale prima di prendere una decisione. Nella maggior parte dei casi la decisione finale è dettata da motivi politici.

Nell’ambito dell’analisi costi-benefici la Corte ha altresì analizzato l’efficienza in termini di costi valutando il rapporto tra i costi di investimento e il tempo effettivo risparmiato sulle linee ad alta velocità sottoposte ad audit. Nella tratta Milano – Venezia, è stato accertato che il risparmio di tempo sarebbe di 13 minuti!!!!!!!

La Corte è giunta alla conclusione generale che sia il tempo di percorrenza totale sia il livello dei prezzi associati a un buon servizio regolare (treni frequenti che partono e arrivano in orario), sono fattori di successo e potrebbero contribuire a rafforzare il futuro funzionamento della rete ferroviaria ad alta velocità.

Sforamento dei costi di costruzione: la regola anziché l’eccezione

Dei 30 progetti valutati, tre presentavano considerevoli sforamenti dei costi superiori al 20 % delle stime iniziali e tutte le linee ad alta velocità sottoposte ad audit presentavano sforamenti dei costi superiori al 25 % . Le linee tedesche presentavano gli sforamenti di costi più elevati: lo sforamento di costo della linea Stoccarda-Monaco ha raggiunto il 622,1 %.

Numero e Ubicazione delle stazioni: entrambi fattori importanti

Per il successo di una linea e per la sua sostenibilità operativa, è fondamentale prevedere un numero di stazioni adeguato. Se una linea ha pochissime fermate intermedie, o non ne possiede affatto, la velocità complessiva tra il punto di partenza e quello di destinazione è elevata e la competitività con altri modi di trasporto è ottimale; ciò ne pregiudica però la sostenibilità, poiché potrà essere utilizzata da un numero inferiore di potenziali passeggeri che vivono lungo la linea. Di contro, se su una linea vi sono più fermate, la velocità media è inferiore e la competitività con altri modi di trasporto rischia di essere compromessa, ma più passeggeri possono salire a bordo, il che aumenta le entrate provenienti dalla vendita dei biglietti.

La Corte ha analizzato il numero di fermate sulle linee sottoposte ad audit. Alcune stazioni non presentano un numero sufficiente di passeggeri nei bacini di utenza immediati e sono troppo vicine le une alle altre.

Sostenibilità della linea ferroviaria ad alta velocità: l’efficacia del cofinanziamento dell’UE è a rischio

Il successo di una linea ad alta velocità e la sostenibilità del relativo investimento dipendono dalla capacità della linea di trasportare un elevato numero di passeggeri Il numero dei passeggeri che utilizza l’A.V. in Europa è in costante crescita. Nel 2015 i servizi ferroviari ad A.V. rappresentavano più di un quarto (26%) di tutto il trasporto ferroviario di passeggeri degli Stati membri.

In base a un parametro di riferimento derivante da fonti accademiche e istituzionali, si ritiene che, per essere redditizia, una linea ad alta velocità dovrebbe idealmente raggiungere, nell’anno di apertura, i nove milioni di passeggeri. Nel 2016 solo tre linee hanno effettivamente trasportato oltre nove milioni di passeggeri all’anno (Madrid-Barcellona, Torino-Salerno e LGV Est-Européenne).

La linea ferroviaria ad alta velocità EUROPEA presenta solo un vantaggio competitivo limitato. Mentre la rete giapponese Shinkansen rimane competitiva anche per distanze di percorrenza superiori a 900 km, la linea ferroviaria ad alta velocità in Europa è generalmente competitiva per distanze di percorrenza comprese tra 200 e 500 km.

Analisi del bacino di utenza e del numero di persone che vivono lungo le linee: nove delle 14 linee e tratte ad alta velocità sottoposte ad audit non presentano un numero sufficientemente elevato di potenziali passeggeri

La valutazione svolta dalla Corte del numero di persone che vivono nei bacini di utenza delle linee sottoposte ad audit evidenza che, per nove delle 14 linee e collegamenti transfrontalieri controllati, il numero di potenziali passeggeri non era sufficientemente elevato da decretarne il successo. Inoltre, la linea ferroviaria ad alta velocità e altri modi di trasporto non competono in condizioni di parità, in quanto non tutti i modi di trasporto sono soggetti agli stessi canoni.

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Quello che segue è la sintesi estrema dello studio della Corte dei Conti Europea che compare in calce alla ricerca.

L’UE ha investito, dal 2000, 23,7 miliardi di euro in infrastrutture ferroviarie ad alta velocità. Per la rete ferroviaria ad alta velocità non esiste un piano realistico dell’UE a lungo termine, bensì un sistema disomogeneo e inefficace di linee nazionali mal collegate fra loro, in quanto la Commissione europea non dispone di strumenti giuridici né di poteri per obbligare gli Stati membri a costruire le linee convenute.

Vi sono dubbi circa l’efficienza in termini di costi: non sempre, infatti, le linee ad altissima velocità sono necessarie, dato che il costo per ogni minuto di tempo risparmiato è molto elevato, tanto da raggiungere anche i 369 milioni di euro, e dato che le velocità medie raggiungono solo il 45 % della capacità massima, mentre gli sforamenti di costo e i ritardi di costruzione costituiscono la regola anziché l’eccezione.

La sostenibilità è bassa e l’efficacia degli investimenti insufficiente; il valore aggiunto dell’UE è a rischio poiché, considerato il basso numero di utenti registrato per tre linee completate su sette, il rischio che il cofinanziamento UE di 2,7 miliardi di euro sia utilizzato in modo inefficace è elevato. Inoltre, per nove linee e tratte su 14 il numero di passeggeri potenziali non è abbastanza elevato e rimangono in vigore 11 000 norme nazionali, benché la Corte abbia già chiesto, nel 2010, di rimuovere queste barriere tecniche e amministrative.

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Crediamo non serva aggiungere altro….

LA CORTE DEI CONTI EUROPEA HA DETTO CHIARAMENTE QUELLO CHE I NO TAV DENUNCIANO DA DECENNI.

A LONATO IL CONSIGLIO COMUNALE HA APPROVATO L’APERTURA DEI PRIMI CANTIERI TAV BS-VR!

11 CONSIGLIERI COMUNALI HANNO APPENA DECISO DI SVENDERE IL NOSTRO TERRITORIO APPROVANDO L’APERTURA DEI PRIMI CANTIERI DEL TAV BRESCIA-VERONA A LONATO.
 
SARA’ UN CASO CHE UNA GIUNTA A MAGGIORANZA LEGHISTA IN 48 ORE ABBIA APPROVATO QUESTA DELIBERA SPINTO DA POTERI FORTI E INTERESSI? SICURAMENTE SEGNALA PER L’ENNESIMA VOLTA UNA MODALITÀ’ DI FARE TOTALMENTE INAPPROPRIATA E FRETTOLOSA VISTA LA VOLONTÀ DEL MINISTRO DEI TRASPORTI DEL MOVIMENTO 5 STELLE DI RIVALUTARE L’OPERA.
 
INOLTRE PROPRIO PER CONFERMARE CON CHE ATTEGGIAMENTO HANNO INTENZIONE DI PORSI PER CALARE CON PREPOTENZA QUEST’OPERA SUI NOSTRI TERRITORI, UNA DELLE PERSONE CHE ERA PRESENTE A PROTESTARE CONTRO QUESTA VERGOGNOSA SCELTA E’ STATA IDENTIFICATA!
 
I CANTIERI POTREBBERO INIZIARE IN QUALSIASI MOMENTO QUINDI MASSIMA ALLERTA SUI TERRITORI: AVVISATECI E FACCIAMO DA GUARDIANI DEL NOSTRO TERRITORIO!
 
ORA, COME SEMPRE, FERMARLI TOCCA A NOI PERCORRENDO TUTTE QUELLE STRADE POSSIBILI DI CUI DA ANNI INSIEME PARLIAMO.
 
A BREVE MAGGIORI NEWS…
#VERGONA #FERMARLOTOCCAANOI #NOTAV #DECHESAPASAMIA