Questa mattina, come sempre a porte chiuse, come sempre senza avvisare le persone, come sempre filtrati dalle penne giornalistiche, i nostri amministratori hanno preso parola a proposito del progetto TAV Brescia-Verona. Cerchiamo anche noi di fare un pò chiarezza su quello che sta succedendo visto il mondo in cui cercano di non far trapelare notizie, continuando a creare confusione e contraddicendosi di continuazione l’un l’altro.
Come già ben sappiamo il comune di Brescia ha approvato con il consiglio comunale del 17 novembre 2014 (con 29 voti favorevoli e uno contrario) il progetto TAV Brescia-Verona. Ma quale progetto ha approvato ci viene da domandarci visto che quello che ad oggi c’è prevede lo shunt per Montichiari contro il quale il comune di Brescia sta facendo la propria personale crociata?
Se speravamo di sapere qualcosa in più, le nostre speranze in parte son state esaudite oltre ad alcune conferme di quanto noi NO TAV da mesi continuiamo a fare emergere e la volontà del comune di Brescia, ingolosito dalle compensazioni, di far devastare nuovamente il nostro territorio cercando di ottenere al posto dello shunt il quadruplicamento in uscita da Brescia, che causerebbe tra le tante cose 200 espropri di case solo nella zona di via Ferri.
Il Comune per avvalorare la propria proposta smonta punto per punto la ridicola idea e utilità dello shunt di Montichiari.
Innanzitutto ha ribadito, come noi diciamo da sempre, che SULLE LINEE AD ALTA VELOCITÀ’ NON TRANSITANO I TRENI MERCI: nonostante la scusa del trasporto merci, per togliere quello su gomma più inquinante sia una delle più usate da chi vuole quest’opera per l’ennesima volta viene ribadito che non è così, e a dirlo non sono solo i NO TAV.
E’ infatti il parere di Regione Lombardia stessa sul progetto Brescia Verona del 23 gennaio 2015 (D.G.R. n. 3055) a sottolinearlo: “Lo scenario di progetto non appare realistico in relazione all’indicazione delle tracce merci, considerando che ad oggi nessun servizio merci risulta transitare su alcuna tratta AV esistente in Italia […] nè risulta alcuna previsione in tal senso nel breve e medio periodo“.
I convogli merci quindi continueranno a circolare lungo la linea storica Milano-Venezia ed è stata ribadita e sottolineata più volte l’assenza di qualsiasi beneficio ambientale o trasportistico per questo lotto costruttivo.
Come ricordato questa mattina a Montichiari non è prevista alcuna fermata treni in quanto effettuerebbero solo servizi “fast” cioè senza fermate intermedie (anche perchè altrimenti non sarebbe nemmeno alta velocità se si fermasse ad ogni stazione).
Consideriamo tra l’altro che la stazione dell’alta velocità che vorrebbero costruire a Montichiari sarebbe tra le altre cose a 3,5 km dallo scalo aeroportuale.
Consideriamo però che le previsioni di sviluppo del nuovo Piano nazionale Aereoporti non giustificano una stazione AV in questa città: non rientra negli aeroporti di “particolare rilevanza strategica” e non rientra nemmeno in quelli di “interesse nazionale” visto che non ne soddisfa i requisti. L’aeroporto di Montichiari è stato declassato a opera di “interesse regionale”.
I dati nell’immagine sotto in ogni caso parlano più di tante altre spiegazioni: vengono analizzati i numeri di passeggerei per gli aeroporti del Nord Italia nel 2014 e le previsioni nel 2030!

Detto questa e dimostrata nuovamente l’inutilità del progetto con lo shunt di Monatichiari, dove lo stesso comune di Brescia per demolirlo ne sottolinea gli elevati costi ambientali e d’investimento, non possiamo concordare assolutamente sulla posizione presa dal comune stesso e da Regione Lombardia riguardo all’alternativa con passaggio da Brescia. Regione Lombardia ha dato il suo parere il 23 gennaio 2015 a riguardo: “l’assenza di un’uscita a 4 binari da Brescia in direzione Est costituisce una penalizzazione non accettabile per la capacità e l’efficienza complessiva del sistema ferroviario Milano-Brescia-Verona”.
Sappiamo anche che grazie a una nota pubblicata da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) nel frattempo stanno procedendo alla redazione di uno studio di pre-fattibilità relativo al quadruplicamento della linea storica in uscita da Brescia, a detta loro tenendo comunque conto dei disagi che i cantieri causeranno di nuovo per anni alla nostra città e tenendo di nuovo conto di tutti gli espropri che dovranno essere fatti.
Si certo, a parole ne tengono conto, ma a fatti ancora nulla.
Nessuna assemblea pubblica è mai stata fatta per la Treviglio-Brescia e lo stesso iter lo stanno seguendo per la Brescia-Verona: sempre tutto a porte chiuse, mai un confronto con chi vive queste terre, mai un confronto con chi sarà più direttamente coinvolto con gli espropri, mai un parere della cittadinanza. Tutto viene deciso nei loro uffici, dietro scartofie e interessi economici.
Ma in tutto questa confusione informazioni reali su quale sia effettivamente il progetto che sembra proseguire per il suo iter burocratico, e tra chi si esprime dicendo di preferire l’una o l’altra ipotesi, diventa chiaro ai nostri occhi il rischio di avere una doppia fregatura: è RFI stessa a dichiarare il 15 maggio 2015 che “laddove dovesse confermarsi la perseguibilità della soluzione del quadruplicamento in uscita da Brescia, la verifica in ordine alla necessità di realizzare comunque anche lo shunt potrebbe essere utilmente procrastinata alle risultante dell’aggiornamento dello studio interministeriale”.
Quindi oltre il danno la beffa: la proposta che porta avanti il comune di Brescia per i propri interessi potrebbe far si che non solo venga costruito il quadruplicamento da Brescia ma anche lo shunt, aumentando ancora i costi del progetto, devastando maggiormente città e provincia e creando un opera ancora più inutile e dannosa.
Ricordiamo che ad oggi dei 4 miliardi preventivati per il progetto che prevede lo shunt ce ne sono meno della metà, che coprirebbero solo la galleria di Lonato e Peschiera (salvo poi sapere che tra i costi preventivati e quelli effettivi c’è sempre un divario molto ampio).
Quello che fa sorridere, se non piangere, è che nonostante il comune di Brescia capeggiato da Del Bono porti avanti la proposta del quadruplicamento da Brescia facendo guerra allo shunt, è lo stesso comune che parla di “rimandare” la realizzazione di questi 32 km e non di ritirare e abbandonare questa parte di progetto.
Il comune propone tra l’altro, come alternativa, quella di collegare Brescia a Montichiari, qualora l’areoporto si dimostri utile, attraverso un nuovo binario di collegamento Brescia/Ghedi/Montichiari, questa volta a servizio sia di persone che di merci, attraverso il potenziamento della linea storica. Ma siamo cosi sicuri che una volta accontentato il nostro Comune si batta ancora contro un eventuale ultimo lotto costruttivo che potrebbe essere lo shunt? La proposta di Del Bono a nostro parere si esaurisce nella mera richiesta di compensazioni: e così il nostro sindaco, per l’ennesima volta, non pensa alla sua città ne ai suoi cittadini ma a meri interessi politico/economici.
E così per l’ennesima volta dobbiamo essere noi a prendere parola, a informare realmente e a far capire alle persone che è giunto il momento di smettere di delegare ed essere partecipi delle decisioni che ci riguardano!
Un primo passo è firmare la petizione che chiede il ritiro del progetto TAV Brescia-Verona promossa dal Coordinamento No Tav Brescia-Verona a favore del reale rammodernamento della linea storica e per investire i soldi pubblici in piccole opere utili per il territorio e chi lo abita…e poi vi aspettiamo il 17 ottobre per la marcia NO TAV a Desenzano!