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A che punto siamo con il TAV? AGGIORNAMENTO SULLA TREVIGLIO-BRESCIA

A che punto siamo a inizio settembre 2016?

Tratta Treviglio-Brescia:

Nonostante il ritardo accumulato nei mesi passati per la realizzazione di questa breve tratta che doveva essere finita per Expo 2015, costata più di 2 miliardi di euro, ormai si avvicina la fine dei lavori.

Tra la fine di luglio e gli inizi di agosto, sono stati effettuati dei collaudi con il passaggio di Freccia Rossa di ultima generazione lanciati fino ai 330 km all’ora sulla parte della tratta già ultimata.

Sappiamo da parecchio tempo, grazie ai quotidiani locali, della futura presenza di Matteo Renzi sul treno che compirà il viaggio inaugurale a dicembre 2016.
Si prefigura un vero evento mediatico che servirà a magnificare l’opera, a pubblicizzare la grande utilità dell’alta velocità in modo da giustificare la volontà dell’imminente sblocco dei cantieri verso Verona.

A rendere l’ambientazione ancora più “scenografica” sarà una delle opere di compensazione guadagnate con la svendita del nostro territorio per far passare il TAV: i prossimi lavori recentemente annunciati, che vedranno interessati i binari dedicati alla fermata dell’alta velocità alla stazione di Brescia, porteranno un collegamento diretto con la metropolitana, raggiungibile con soli 27 gradini.

Un autentico schiaffo per chi ha subito e subirà sul territorio i danni di questa grande opera, e per i pendolari che stanno già patendo per la scomparsa dei Freccia Bianca, già da inizio anno in via di progressiva e completa sostituzione con i Freccia Rossa, più cari e non poi così vantaggiosi a livello di tempistiche.

Questa inaugurazione ci ricorda tanto un momento simile già vissuto: l’inaugurazione della BreBeMi. Se lo ricorda ancora qualcuno? Rinfreschiamoci la memoria.

Anche il 23 luglio 2014 era presente Renzi (video), a magnificare l’opera, dipinta come un emblema dell’operosità italiana, e un simbolo di progresso. 

Roberto Maroni in quell’occasione dichiarò: “la Brebemi è un’altra opera di eccellenza realizzata nei tempi previsti, tiene conto dell’impatto ambientale, delle richieste del territorio e fatta con soldi privati”

L’opera “è un segnale di successo per il Paese”, disse l’allora ministro Maurizio Lupi.

Parlò anche l’allora presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, anch’esso come Lupi dimessosi dopo uno scandalo, dicendo come la BreBeMi “sia la dimostrazione che quando il mondo privato e il mondo pubblico operano insieme, i risultati che si raggiungono sono di altissimo valore”.

Un cumulo di bugie clamorosamente smentite dai fatti, in pochissimo tempo.

I rifiuti tossici interrati sotto l’asfalto.

Il traffico pressoché inesistente.

I conti in profondo rosso.

I generosi finanziamenti regionali e statali per ripianare le perdite private.

Gli agricoltori che non hanno ancora ricevuto gli indennizzi per gli espropri.

Questa è la realtà delle grandi opere, ben diversa da quello che ci promettono prima e raccontano poi.

(segue la seconda parte di aggiornamento sul TAV Brescia-Verona)

 

Delrio: il TAV Brescia-Verona non verrà costruito né quest’anno né mai!

Ieri è andato in scena il solito teatrino dei politicanti che vorrebbero decidere del nostro futuro, senza tenere minimamente conto di cosa vogliano in realtà i territori che sporadicamente visitano.

Nella scorsa giornata infatti,  il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio ha visitato Brescia, Padenghe e Castenedolo ribadendo in più occasioni che il tratto di Tav Treviglio-Brescia verrà inaugurato a dicembre (al viaggio inaugurale parteciperà anche il premier Renzi) e che per il progetto TAV Brescia-Verona l’avvio dei cantieri  è previsto entro fine anno, partendo dalle gallerie sul Garda. Resta aperta invece la questione shunt.
Il ministro ha ribadito inoltre la centralità di Brescia nel “famoso corridoio mediterraneo” e di come il progetto Tav non sia fondamentale per lo sviluppo dell’aeroporto di Montichiari.
Non la pensa nello stesso modo Bonometti,  presidente degli industriali bresciani, che ha dichiarato qualche settimana fa che è fiducioso sul “decollo” del d’Annunzio se si riuscirà a coniugare cargo leggero, pesante e passeggeri, proprio grazie all’arrivo del collegamento con l’alta velocità.

Dal momento che le grandi opere inutili e dannose sembrano non bastare mai, si è deciso di sbloccare anche l’Autostrada della Val Trompia i cui lavori, a sua detta, dovrebbero partire a breve.

In questo tour dell’ipocrisia il ministro (era stato invitato a Padenghe ad inaugurare una nuova piazza, l’ennesima opera “utile” costata 2 milioni di euro, mentre a Castenedolo sedeva ad un tavolo di discussione sull’Enciclica di Papa Francesco),  è stato accompagnato da personaggi profondamente ambigui: dall’ex sindaco di Brescia del PD Paolo Corsini (è colui che grazie alle sue “amicizie” di partito con la Lorenzetti , arrestata per appalti mafiosi sul TAV di Firenze, ha portato alla costruzione del TAV Treviglio-Brescia; ed è sempre grazie a lui se Brescia non si è costituita a parte civile nel processo Caffaro e ora ne paghiamo le conseguenze in tutti i sensi), a Groli e Del Bono, sindaci rispettivamente di Castenedolo e Brescia che nelle scorse settimane abbiamo visto scendere in piazza con noi nel corteo di Basta Veleni, quando in realtà sono i primi soggetti a spingere affinché il TAV Brescia-Verona venga realizzato.
In entrambi gli incontri si sarebbe dovuto discutere di difesa, sviluppo, tutela e amore del territorio e della natura.
Uno strano concetto di difesa, sviluppo e territorio quello dei nostri politici, ben distante dal volere delle popolazioni che vivono questi territori.

Ed è per questo motivo che ieri decine di persone sono scese nelle piazze: per dimostrare la contrarietà a questo modello di sviluppo che privilegia la costruzione di nuove faraoniche e costose opere inutili, a discapito di grandi opere urgenti ed essenziali come le bonifiche, ad esempio.

Il Coordinamento No Tav Brescia-Verona, insieme ai comitati ambientalisti di Brescia e provincia, ha deciso di contestare rumorosamente questa farsa: con che diritto questi politici discutono di futuro e di tutela ambientale, quando quotidianamente svendono e distruggono le bellezze e unicità dei nostri paesaggi, compromettendo irreversibilmente ecosistemi,  rubando soldi alle necessità reali di questi territori? Con che diritto rilasciano dichiarazioni su come sarà il nostro futuro senza aver mai acconsentito di confrontarsi pubblicamente con noi?

Anche nella giornata di ieri non c’è stato spazio per il dialogo. I manifestanti sono rimasti inascoltati e tenuti a debita distanza da un ingente schieramento di forze dell’ordine.

Quello che forse il ministro Delrio non vuole vedere e sentire, e tanti altri politici locali con lui, è che in questi anni qualcosa nei nostri territori è cambiato. Le persone che vivono queste terre non sono più intenzionate a subire speculazioni che vanno a discapito della salute, dell’ambiente e della spesa pubblica. 

La nostra terra, la nostra salute e il nostro futuro non saranno svenduti a meri interessi economici e speculativi.
Le lobby e le mafie che ruotano intorno a queste opere non decideranno al posto nostro.

Il movimento No Tav continuerà ad opporsi a tutto questo con ogni mezzo a sua disposizione, oggi e nei giorni a venire.
Lo dobbiamo a coloro che hanno già subito ingiustamente l’esproprio della propria casa e dei propri terreni, e sopratutto lo dobbiamo a quanti sono potenzialmente espropriandi e si sentono ogni giorno impotenti, indifesi e non ascoltati.  Lo dobbiamo a coloro che ancora oggi non si rendono conto che in gioco c’è il futuro e la salute di tutti e tutte e lo dobbiamo a chi verrà dopo di noi, perché è nostro dovere lasciare questo mondo vivibile.

Il ministro Delrio può annunciare quanto vuole che i cantieri Tav apriranno nel 2016. A suo tempo, anche l’ex ministro Lupi aveva annunciato l’inizio dei lavori sul Garda entro la fine del 2014.

Prima di rilasciare inutili dichiarazioni, i nostri politici farebbero bene a ricordare che ad oggi non c’è ancora un progetto definitivo per il Tav Brescia-Verona, ne tanto meno i soldi per la costruzione (se non una minima parte)!

Un’ultima riflessione: ma Delrio e company, sono cosi sicuri di aver veramente letto l’enciclica di Papa Francesco?  La risposta per noi, anche questa volta, è NO!13077075_741222472681363_7841217076014987141_n 13062280_741222342681376_1858836455392883079_n 13015400_741303562673254_4645006272757629781_n 13015355_454744671397957_3929477708933164811_n 13007373_741303526006591_891932518637233020_n

Brescia: NEWS IMPORTANTI dalla Loggia sulla Brescia-Verona!

Questa mattina, come sempre a porte chiuse, come sempre senza avvisare le persone, come sempre filtrati dalle penne giornalistiche, i nostri amministratori hanno preso parola a proposito del progetto TAV Brescia-Verona. Cerchiamo anche noi di fare un pò chiarezza su quello che sta succedendo visto il mondo in cui cercano di non far trapelare notizie, continuando a creare confusione e contraddicendosi di continuazione l’un l’altro.

Come già ben sappiamo il comune di Brescia ha approvato con il consiglio comunale del 17 novembre 2014 (con 29 voti favorevoli e uno contrario) il progetto TAV Brescia-Verona. Ma quale progetto ha approvato ci viene da domandarci visto che quello che ad oggi c’è prevede lo shunt per Montichiari contro il quale il comune di Brescia sta facendo la propria personale crociata?

Se speravamo di sapere qualcosa in più, le nostre speranze in parte son state esaudite oltre ad alcune conferme di quanto noi NO TAV da mesi continuiamo a fare emergere e la volontà del comune di Brescia, ingolosito dalle compensazioni, di far devastare nuovamente il nostro territorio cercando di ottenere al posto dello shunt il quadruplicamento in uscita da Brescia, che causerebbe tra le tante cose 200 espropri di case solo nella zona di via Ferri.

Il Comune per avvalorare la propria proposta smonta punto per punto la ridicola idea e utilità dello shunt di Montichiari.
Innanzitutto ha ribadito, come noi diciamo da sempre, che SULLE LINEE AD ALTA VELOCITÀ’ NON TRANSITANO I TRENI MERCI: nonostante la scusa del trasporto merci, per togliere quello su gomma più inquinante sia una delle più usate da chi vuole quest’opera per l’ennesima volta viene ribadito che non è così, e a dirlo non sono solo i NO TAV.
E’ infatti il parere di Regione Lombardia  stessa sul progetto Brescia Verona del 23 gennaio 2015 (D.G.R. n. 3055) a sottolinearlo: “Lo scenario di progetto non appare realistico in relazione all’indicazione delle tracce merci, considerando che ad oggi nessun servizio merci risulta transitare su alcuna tratta AV esistente in Italia […] nè risulta alcuna previsione in tal senso nel breve e medio periodo“.
I convogli merci quindi continueranno a circolare lungo la linea storica Milano-Venezia ed è stata ribadita e sottolineata più volte l’assenza di qualsiasi beneficio ambientale o trasportistico per questo lotto costruttivo.
Come ricordato questa mattina a Montichiari non è prevista alcuna fermata treni in quanto effettuerebbero solo servizi “fast” cioè senza fermate intermedie (anche perchè altrimenti non sarebbe nemmeno alta velocità se si fermasse ad ogni stazione).
Consideriamo tra l’altro che la stazione dell’alta velocità che vorrebbero costruire a Montichiari sarebbe tra le altre cose a 3,5 km dallo scalo aeroportuale.

Consideriamo però che le previsioni di sviluppo del nuovo Piano nazionale Aereoporti non giustificano una stazione AV in questa città: non rientra negli aeroporti di “particolare rilevanza strategica” e non rientra nemmeno in quelli di  “interesse nazionale” visto che non ne soddisfa i requisti. L’aeroporto di Montichiari è stato declassato a opera di “interesse regionale”.

I dati nell’immagine sotto in ogni caso parlano più di tante altre spiegazioni: vengono analizzati i numeri di passeggerei per gli aeroporti del Nord Italia nel 2014 e le previsioni nel 2030!

aereoporti nord italia 2014-2030

 

Detto questa e dimostrata nuovamente l’inutilità del progetto con lo shunt di Monatichiari, dove lo stesso comune di Brescia per demolirlo ne sottolinea gli elevati costi ambientali e d’investimento, non possiamo concordare assolutamente sulla posizione presa dal comune stesso e da Regione Lombardia riguardo all’alternativa con passaggio da Brescia. Regione Lombardia ha dato il suo parere il 23 gennaio 2015 a riguardo: “l’assenza di un’uscita a 4 binari da Brescia in direzione Est costituisce una penalizzazione non accettabile per la capacità e l’efficienza complessiva del sistema ferroviario Milano-Brescia-Verona”.

Sappiamo anche che grazie a una nota pubblicata da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) nel frattempo stanno procedendo alla redazione di uno studio di pre-fattibilità relativo al quadruplicamento della linea storica in uscita da Brescia, a detta loro tenendo comunque conto dei disagi che i cantieri causeranno di nuovo per anni alla nostra città e tenendo di nuovo conto di tutti gli espropri che dovranno essere fatti.

Si certo, a parole ne tengono conto, ma a fatti ancora nulla.
Nessuna assemblea pubblica è mai stata fatta per la Treviglio-Brescia e lo stesso iter lo stanno seguendo per la Brescia-Verona: sempre tutto a porte chiuse, mai un confronto con chi vive queste terre, mai un confronto con chi sarà più direttamente coinvolto con gli espropri, mai un parere della cittadinanza. Tutto viene deciso nei loro uffici, dietro scartofie e interessi economici. 

Ma in tutto questa confusione informazioni reali su quale sia effettivamente il progetto che sembra proseguire per il suo iter burocratico, e tra chi si esprime dicendo di preferire l’una o l’altra ipotesi, diventa chiaro ai nostri occhi il rischio di avere una doppia fregatura: è RFI stessa a dichiarare il 15 maggio 2015 che “laddove dovesse confermarsi la perseguibilità della soluzione del quadruplicamento in uscita da Brescia, la verifica in ordine alla necessità di realizzare comunque anche lo shunt potrebbe essere utilmente procrastinata alle risultante dell’aggiornamento dello studio interministeriale”.

Quindi oltre il danno la beffa: la proposta che porta avanti il comune di Brescia per i propri interessi potrebbe far si che non solo venga costruito il quadruplicamento da Brescia ma anche lo shunt, aumentando ancora i costi del progetto, devastando maggiormente città e provincia e creando un opera ancora più inutile e dannosa.

Ricordiamo che ad oggi dei 4 miliardi preventivati per il progetto che prevede lo shunt ce ne sono meno della metà, che coprirebbero solo la galleria di Lonato e Peschiera (salvo poi sapere che tra i costi preventivati e quelli effettivi c’è sempre un divario molto ampio).

Quello che fa sorridere, se non piangere, è che nonostante il comune di Brescia capeggiato da Del Bono porti avanti la proposta del quadruplicamento da Brescia facendo guerra allo shunt, è lo stesso comune che parla di “rimandare” la realizzazione di questi 32 km e non di ritirare e abbandonare questa parte di progetto.

Il comune propone tra l’altro, come alternativa, quella di collegare Brescia a Montichiari, qualora l’areoporto si dimostri utile, attraverso un nuovo binario di collegamento Brescia/Ghedi/Montichiari, questa volta a servizio sia di persone che di merci, attraverso il potenziamento della linea storica. Ma siamo cosi sicuri che una volta accontentato il nostro Comune si batta ancora contro un eventuale ultimo lotto costruttivo che potrebbe essere lo shunt? La proposta di Del Bono a nostro parere si esaurisce nella mera richiesta di compensazioni: e così il nostro sindaco, per l’ennesima volta, non pensa alla sua città ne ai suoi cittadini ma a meri interessi politico/economici.

E così per l’ennesima volta dobbiamo essere noi a prendere parola, a informare realmente e a far capire alle persone che è giunto il momento di smettere di delegare ed essere partecipi delle decisioni che ci riguardano!

Un primo passo è firmare la petizione che chiede il ritiro del progetto TAV Brescia-Verona promossa dal Coordinamento No Tav Brescia-Verona a favore del reale rammodernamento della linea storica e per investire i soldi pubblici in piccole opere utili per il territorio e chi lo abita…e poi vi aspettiamo il 17 ottobre per la marcia NO TAV a Desenzano

ANALISI DEL PROGETTO DI ALTA VELOCITA’

Mercoledi 5 marzo si è tenuto a Brescia un incontro di auto formazione organizzato da SEL sulla questione della TAV . Un analisi del progetto di Alta Velocita’ sotto l’aspetto della procedura autorizzativa , trasportistico, dei costi e delle modifiche intervenute sulla classificazione delle terre da scavo e rocce diventate “ improvvisamente “ sottoprodotti. A presiedere l’incontro Erasmo Venosi , membro del Comitato Scientifico della conferenza permanente dei Sindaci per le tratte ad AV del Nord Est ed ex consulente del Ministero dei Trasporti nel Governo Prodi. Continua la lettura di ANALISI DEL PROGETTO DI ALTA VELOCITA’