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15/9: festa no tav @parco ducos 2 di Brescia!

Per il territorio della città di Brescia ad oggi “non esiste” un progetto di uscita dalla città definitivo.
L’Amministrazione Pd di Del Bono ha sempre utilizzato questa scusante per non confrontarsi con la cittadinanza nel processo decisionale di un’opera così impattante per la città.
Il paradosso del “non c’è nulla di cui parlare ora perché manca un progetto” ma “nel frattempo votiamo a Roma per la sua realizzazione” trova il suo punto di rottura con la realizzazione di carotaggi e lavori di sondaggio anche nel territorio cittadino con irregolarità nei permessi.
Quest’opera coinvolgerà Brescia con decine di espropri di case e terreni, blocco per mesi/anni di arterie principali di comunicazione della città e la possibile devastazione del Parco Ducos e della sua particolare flora e fauna.

A livello nazionale la pubblicazione dell’ Analisi costi – benefici della la tratta TAV Brescia – Verona – Padova ha dichiarato questa grande opera come inutile, costosa e dannosa.
Qualche numero:
• il saldo tra costi e benefici è negativo per 2,384 miliardi di euro, al quale andrebbe aggiunto il costo dei danni alle attività produttive coinvolte da anni di cantieri oltre agli ingenti danni ambientali, non calcolati dall’analisi, legati a cantieri e inquinamento.
• il costo complessivo dell’opera è di oltre 8 miliardi di euro. Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha sottolineato la possibilità che i costi dell’opera aumentino a causa delle innumerevoli lacune progettuali;
• progetti alternativi esistono, a partire dal miglioramento/potenziamento della linea storica. Ad oggi la tratta Brescia – Padova conta 142 treni al giorno ed è lontana dal punto di saturazione.

Nonostante tutto questo i partiti continuano a sposare quest’opera in nome del progresso e dell’economia. La nostra idea di progresso è utilizzare fondi pubblici ed europei per opere veramente unitili come bonifiche e piccole infrastrutture attue alla messa in sicurezza del territorio e delle sue infrastrutture.

È per tutte queste ragioni che vi invitiamo domenica 15 settembre a partire dalle ore 14.00 al Parco Ducos per un pomeriggio insieme all’insegna del divertimento all’aria aperta, dello sport e dell’informazione sul Tav.

Per maggiori info segui l‘evento facebook!

25/6 riunione contro il tav a brescia: decidiamo insieme cosa fare contro il TAV in città!

Dopo il partecipato e vissuto incontro informativo e di confronto che abbiamo organizzato il 5 giugno 2019 a Brescia nella zona di via Repubblica Argentina /via Cremona, si è sentita l’esigenza di incontrarci per continuare a programmare e costruire insieme le prossime iniziative che faremo in città, prima tra tutte la “festa” che, con altre realtà che si occupano di ambiente, vorremmo organizzare presso il Parco Ducos. Una delle aree questa che potrebbe essere più pesantemente colpita dalla costruzione di quest’opera in città.
 
Ci troviamo martedì 25 alle 21:00 in via Eritrea (vicino al Bresciaoggi) per iniziare a organizzarci e decidere cosa fare nei prossimi mesi per opporsi alla costruzione di quest’opera inutile e devastante.

5/6: assemblea pubblica NO TAV @Brescia – cosa potrebbe succedere alla nostra città?

Da anni a Brescia sentiamo parlare “dell’uscita a est della città” del progetto TAV Brescia-Verona.
Nonostante sui giornali escano notizie e ipotesi varie, il Comune di Brescia e l’amministrazione di Del Bono continuano, ad oggi, ad affermare che non c’è un progetto, che gli allarmismi della popolazione coinvolta sono prematuri e che, in ogni caso, non c’è nulla di cui preoccuparsi perché l’uscita da Brescia comunque
non sarà impattante.
Dopo anni di proclami vogliamo ora fare insieme il punto della situazione.

La possibilità che con il decreto “sblocca cantieri” si scelga un commissario straordinario per il Tav, con il potere di accelerare l’iter progettuale e bypassare tutti i problemi presenti, soprattutto quelli ambientali, è concreta.
Opera questa sulla cui eventuale utilità nessuno ha mai saputo fornire dati concreti, mentre il governo ha espresso palesemente la propria posizione: “il (la) TAV si deve fare” a prescindere (aggiungiamo noi), facendo palesemente emergere la
vera motivazione per cui il TAV va costruito: è una SCELTA POLITICA PURAMENTE DETTATA DA INTERESSI ECONOMICI soprattutto a vantaggio dei grandi industriali del nord, senza tenere in minimo conto che le linee attuali possono essere debitamente potenziate visto che attualmente sono largamente sottoutilizzate, evitando devastazioni ambientali e lo sperpero di denaro pubblico.

In una città e una provincia così massacrate dal punto di vista ambientale, dove la nostra salute è sempre più compromessa e i fondi per il risanamento non vengono stanziati adeguatamente, non possiamo permetterci di rimanere indifferenti e vedere altro territorio distrutto per meri interessi economici e non per necessità .

Per questi e tanti altri motivi vi aspettiamo mercoledì 5 giugno alle 21:00 presso il salone Argentina di via Repubblica Argentina 120 a Brescia.

#notav #dachesapasamia #fermarloèpossibile #fermarlotoccaanoi #brescia #salute #futuro #bastaveleni

Vogliamo risposte: il comune di Brescia che scelte sta facendo per il nostro territorio? – Conferenza stampa con i possibili espropriandi di Brescia

Ecco il comunicato della conferenza stampa di oggi tenuta sotto la Loggia con alcuni abitanti di Via Ferri e di Via Foro Boario insieme al movimento No Tav Brescia-Verona.

Da molti mesi, su tutte le testate giornaliste locali, si susseguo articoli sulle possibili conseguenze della costruzione dell’alta velocità Brescia-Verona con passaggio diretto dalla città.
Nella maggior parte di questi articoli si citano danni, soprattutto per quanto riguarda case private, che si potrebbero avere in prossimità dell’uscita dalla stazione di Brescia, nelle zone di via Ferri e via Foro Boario in particolare.
Alcuni rappresentanti del Coordinamento No Tav Brescia-Verona nello scorso mese, durante un incontro pubblico tra Loggia, cittadinanza e il tavolo di lavoro Basta Veleni, hanno chiesto delucidazioni riguardo questa ipotesi al sindaco di Brescia Emilio Del Bono.
Del Bono in questa occasione ha nuovamente sostenuto di non avere informazioni sulle sorti dei suoi cittadini, dal momento che non esiste nessuna ipotesi concreta di progetto. Posizione nettamente in contrasto con l’abbondanza di dichiarazioni, si presume vere, da parte di personaggi politici locali e regionali, ministri e industriali che parlano di altre palazzine abbattute, cantieri, espropri a Brescia.
Nonostante questa presunta mancanza di informazioni, il nostro Sindaco è il primo promotore dell’abolizione del progetto Shunt per Montichiari favorendo quindi il passaggio all’interno della città. La motivazione che è stata data pubblicamente è quella di risparmiare il forte impatto ambientale che avrebbe passando per la provincia. Ci domandiamo però, perché l’opzione di uscita per Brescia, così come le ipotesi prevedono, non preoccupi l’amministrazione locale per l’altrettanto grave impatto ambientale e sociale che avrebbe.
Essendo inoltre conoscenza comune il notevole sottoutilizzo dell’attuale linea ferroviaria storica, ci domandiamo se un giusto amministratore, che tutela veramente il territorio e le persone che lo abitano, non dovrebbe piuttosto spendersi pubblicamente per la proposta e progettazione dell’ammodernamento della linea storica cosi come la Comunità Europea suggerisce tra le diverse opzioni.
Per l’UE l’alta velocità non sono solo linee a velocità superiori ai 250 km/h ma anche linee potenziate con velocità intorno ai 200km/h e linee potenziate in base alle restrizioni date dal territorio e dove la velocità deve essere adattata a queste caratteristiche.*
Un progetto più economico, considerevolmente meno impattante da un punto di vista ambientale, e soprattutto che risparmierebbe centinaia e centinaia di espropri su tutta la tratta. Nel contesto del Friuli Venezia Giulia, Serracchiani ha evidenziato quanto sia stato opportuno puntare sulla velocizzazione del collegamento ferroviario Trieste-Venezia senza attendere un’alta velocità la cui realizzazione avrebbe richiesto l’arco di parecchie generazioni e di ingenti risorse. Mentre risorse vengono già impiegate nella risoluzione dei punti critici dei principali nodi regionali storici.
Come può l’amministrazione credere che la costruzione del TAV possa essere la scelta migliore per la nostra città e per chi la abita? Il punto del discorso non dovrebbe essere “Shunt o non-Shunt”, ma TAV o NO TAV. Vorremmo ricordare che viviamo in una delle province più inquinate d’Europa per cui non ci sono mai soldi per un risanamento ambientale, cosi come per tanti altri servizi sociali e assistenziali, essenziali.

È per queste ragioni che, come abitanti di Brescia, chiediamo maggiore ascolto e partecipazione a questa amministrazione che dovrebbe rappresentarci. Ciascuno di noi, direttamente o indirettamente, pagherà il caro prezzo del passaggio del TAV se si decidesse di realizzarlo. Chiediamo quindi una maggiore informazione e un confronto aperto e costruttivo con tutta la cittadinanza.
Giovedì 15 dicembre 2016 abbiamo consegnato presso gli uffici preposti del comune di Brescia, decine e decine di richieste ufficiali di accesso agli atti per verificare di persona che quanto detto finora dalle amministrazioni sia vero, e che in Comune non ci sia al momento nessuna documentazione a riguardo.
Memori di come le amministrazioni locali precedenti hanno taciuto alla popolazione, fino all’imminente apertura dei cantieri, la costruzione del TAV Treviglio-Brescia e i gravi danni e disagi che avrebbe comportato, abbiamo deciso che non aspetteremo passivi di conoscere le nostre sorti.
Vogliamo prendere parte attivamente al processo decisionale, vogliamo essere informati su ciò che comporterebbe la realizzazione di questa grande opera sia che passi da Brescia o meno, su quali reali benefici avrebbe la collettività che la paga, vogliamo spiegazioni sul perché il Comune non si stia confrontando apertamente con i suoi cittadini sul tema di questa grande opera, vogliamo spiegazioni sul perché non si stiano vagliando concretamente opzioni di semplice ammodernamento della linea storica, ribadiamolo, sottoutilizzata.

Alcuni abitanti di Via Ferri, Via Foro Boario e
delle zone limitrofi insieme al Comitato NO TAV BRESCIA

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* Decision No 1692/96/EC of the European Parliament and of the Council of 23 July 1996 on Community guidelines for the development of the trans-European transport network
Official Journal L 228 , 09/09/1996 P. 0001 – 0104
SECTION 3 RAIL NETWORK
Article 10 Characteristics
1. The rail network shall comprise the high-speed rail network and the conventional rail network.
2. The high-speed rail network shall comprise:
– specially built high-speed lines equipped for speeds generally equal to or greater than 250 km/h using current or new technology,
– specially upgraded high-speed lines equipped for speeds of the order of 200 km/h,
– specially upgraded high speed lines which have special features as a result of topographical, relief or town planning constraints, on which the speed must be adapted to each case.
This network shall be defined by the lines indicated in Annex I as high-speed lines or lines adapted for high speed.
3. The conventional rail network shall comprise lines for conventional rail transport, including the rail segment of combined transport referred to in Article 14.
4. The network shall:
– play an important role in long-distance goods and passenger traffic,
– play an important role in the operation of long-distance combined transport,
– permit interconnection with the networks of other modes of transport and access to regional and local rail networks.
5. The network shall offer users a high level of quality and safety, owing to its continuity and to gradual im-plementation of its interoperability, brought about in particular by technical harmonization and a harmonized command and control system. “

Brescia: NEWS IMPORTANTI dalla Loggia sulla Brescia-Verona!

Questa mattina, come sempre a porte chiuse, come sempre senza avvisare le persone, come sempre filtrati dalle penne giornalistiche, i nostri amministratori hanno preso parola a proposito del progetto TAV Brescia-Verona. Cerchiamo anche noi di fare un pò chiarezza su quello che sta succedendo visto il mondo in cui cercano di non far trapelare notizie, continuando a creare confusione e contraddicendosi di continuazione l’un l’altro.

Come già ben sappiamo il comune di Brescia ha approvato con il consiglio comunale del 17 novembre 2014 (con 29 voti favorevoli e uno contrario) il progetto TAV Brescia-Verona. Ma quale progetto ha approvato ci viene da domandarci visto che quello che ad oggi c’è prevede lo shunt per Montichiari contro il quale il comune di Brescia sta facendo la propria personale crociata?

Se speravamo di sapere qualcosa in più, le nostre speranze in parte son state esaudite oltre ad alcune conferme di quanto noi NO TAV da mesi continuiamo a fare emergere e la volontà del comune di Brescia, ingolosito dalle compensazioni, di far devastare nuovamente il nostro territorio cercando di ottenere al posto dello shunt il quadruplicamento in uscita da Brescia, che causerebbe tra le tante cose 200 espropri di case solo nella zona di via Ferri.

Il Comune per avvalorare la propria proposta smonta punto per punto la ridicola idea e utilità dello shunt di Montichiari.
Innanzitutto ha ribadito, come noi diciamo da sempre, che SULLE LINEE AD ALTA VELOCITÀ’ NON TRANSITANO I TRENI MERCI: nonostante la scusa del trasporto merci, per togliere quello su gomma più inquinante sia una delle più usate da chi vuole quest’opera per l’ennesima volta viene ribadito che non è così, e a dirlo non sono solo i NO TAV.
E’ infatti il parere di Regione Lombardia  stessa sul progetto Brescia Verona del 23 gennaio 2015 (D.G.R. n. 3055) a sottolinearlo: “Lo scenario di progetto non appare realistico in relazione all’indicazione delle tracce merci, considerando che ad oggi nessun servizio merci risulta transitare su alcuna tratta AV esistente in Italia […] nè risulta alcuna previsione in tal senso nel breve e medio periodo“.
I convogli merci quindi continueranno a circolare lungo la linea storica Milano-Venezia ed è stata ribadita e sottolineata più volte l’assenza di qualsiasi beneficio ambientale o trasportistico per questo lotto costruttivo.
Come ricordato questa mattina a Montichiari non è prevista alcuna fermata treni in quanto effettuerebbero solo servizi “fast” cioè senza fermate intermedie (anche perchè altrimenti non sarebbe nemmeno alta velocità se si fermasse ad ogni stazione).
Consideriamo tra l’altro che la stazione dell’alta velocità che vorrebbero costruire a Montichiari sarebbe tra le altre cose a 3,5 km dallo scalo aeroportuale.

Consideriamo però che le previsioni di sviluppo del nuovo Piano nazionale Aereoporti non giustificano una stazione AV in questa città: non rientra negli aeroporti di “particolare rilevanza strategica” e non rientra nemmeno in quelli di  “interesse nazionale” visto che non ne soddisfa i requisti. L’aeroporto di Montichiari è stato declassato a opera di “interesse regionale”.

I dati nell’immagine sotto in ogni caso parlano più di tante altre spiegazioni: vengono analizzati i numeri di passeggerei per gli aeroporti del Nord Italia nel 2014 e le previsioni nel 2030!

aereoporti nord italia 2014-2030

 

Detto questa e dimostrata nuovamente l’inutilità del progetto con lo shunt di Monatichiari, dove lo stesso comune di Brescia per demolirlo ne sottolinea gli elevati costi ambientali e d’investimento, non possiamo concordare assolutamente sulla posizione presa dal comune stesso e da Regione Lombardia riguardo all’alternativa con passaggio da Brescia. Regione Lombardia ha dato il suo parere il 23 gennaio 2015 a riguardo: “l’assenza di un’uscita a 4 binari da Brescia in direzione Est costituisce una penalizzazione non accettabile per la capacità e l’efficienza complessiva del sistema ferroviario Milano-Brescia-Verona”.

Sappiamo anche che grazie a una nota pubblicata da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) nel frattempo stanno procedendo alla redazione di uno studio di pre-fattibilità relativo al quadruplicamento della linea storica in uscita da Brescia, a detta loro tenendo comunque conto dei disagi che i cantieri causeranno di nuovo per anni alla nostra città e tenendo di nuovo conto di tutti gli espropri che dovranno essere fatti.

Si certo, a parole ne tengono conto, ma a fatti ancora nulla.
Nessuna assemblea pubblica è mai stata fatta per la Treviglio-Brescia e lo stesso iter lo stanno seguendo per la Brescia-Verona: sempre tutto a porte chiuse, mai un confronto con chi vive queste terre, mai un confronto con chi sarà più direttamente coinvolto con gli espropri, mai un parere della cittadinanza. Tutto viene deciso nei loro uffici, dietro scartofie e interessi economici. 

Ma in tutto questa confusione informazioni reali su quale sia effettivamente il progetto che sembra proseguire per il suo iter burocratico, e tra chi si esprime dicendo di preferire l’una o l’altra ipotesi, diventa chiaro ai nostri occhi il rischio di avere una doppia fregatura: è RFI stessa a dichiarare il 15 maggio 2015 che “laddove dovesse confermarsi la perseguibilità della soluzione del quadruplicamento in uscita da Brescia, la verifica in ordine alla necessità di realizzare comunque anche lo shunt potrebbe essere utilmente procrastinata alle risultante dell’aggiornamento dello studio interministeriale”.

Quindi oltre il danno la beffa: la proposta che porta avanti il comune di Brescia per i propri interessi potrebbe far si che non solo venga costruito il quadruplicamento da Brescia ma anche lo shunt, aumentando ancora i costi del progetto, devastando maggiormente città e provincia e creando un opera ancora più inutile e dannosa.

Ricordiamo che ad oggi dei 4 miliardi preventivati per il progetto che prevede lo shunt ce ne sono meno della metà, che coprirebbero solo la galleria di Lonato e Peschiera (salvo poi sapere che tra i costi preventivati e quelli effettivi c’è sempre un divario molto ampio).

Quello che fa sorridere, se non piangere, è che nonostante il comune di Brescia capeggiato da Del Bono porti avanti la proposta del quadruplicamento da Brescia facendo guerra allo shunt, è lo stesso comune che parla di “rimandare” la realizzazione di questi 32 km e non di ritirare e abbandonare questa parte di progetto.

Il comune propone tra l’altro, come alternativa, quella di collegare Brescia a Montichiari, qualora l’areoporto si dimostri utile, attraverso un nuovo binario di collegamento Brescia/Ghedi/Montichiari, questa volta a servizio sia di persone che di merci, attraverso il potenziamento della linea storica. Ma siamo cosi sicuri che una volta accontentato il nostro Comune si batta ancora contro un eventuale ultimo lotto costruttivo che potrebbe essere lo shunt? La proposta di Del Bono a nostro parere si esaurisce nella mera richiesta di compensazioni: e così il nostro sindaco, per l’ennesima volta, non pensa alla sua città ne ai suoi cittadini ma a meri interessi politico/economici.

E così per l’ennesima volta dobbiamo essere noi a prendere parola, a informare realmente e a far capire alle persone che è giunto il momento di smettere di delegare ed essere partecipi delle decisioni che ci riguardano!

Un primo passo è firmare la petizione che chiede il ritiro del progetto TAV Brescia-Verona promossa dal Coordinamento No Tav Brescia-Verona a favore del reale rammodernamento della linea storica e per investire i soldi pubblici in piccole opere utili per il territorio e chi lo abita…e poi vi aspettiamo il 17 ottobre per la marcia NO TAV a Desenzano

“Un’altra via Toscana a Brescia?” – Non lo permetteremo, diciamo no al quadruplicamento!

Questa mattina i comitati No Tav bresciani hanno fatto una conferenza stampa in via Ferri a Brescia. Il motivo della conferenza stampa è legato alla notizia del possibile accantonamento dello shunt che dovrebbe bypassare a sud la città di Brescia e che costituisce un altro tassello dell’assurdo progetto dell’alta velocità tra Brescia e Verona che cade non senza rumore.

Un’ulteriore prova dell’inutilità e dell’insostenibilità di quest’opera, che sembrava legarsi in maniera indissolubile al rilancio del deserto aeroporto di Montichiari. Purtroppo la sola amputazione di un’opera dannosa per la popolazione di questo territorio nell’ambito di quel connubio “criminogeno”, come lo definisce lo stesso Presidente dell’Anac tra grandi opere e legge obiettivo, non è sufficiente ad alleviare lo nostre preoccupazioni per gli impatti che resteranno da affrontare, a partire dallo spreco di enormi risorse (4 miliardi!) passando per l’arroganza delle procedure espropriative per arrivare alla devastazione territoriale e alla questione democratica, di chi decide cosa e per quali finalità e bisogni sociali.

L’idea che comunque l’opera sia da realizzare attraverso il quadruplicamento della linea storica (sembra a parità di costi!) ci lascia altrettanto scontenti. Innanzitutto rimarrebbe inalterata la devastazione che toccherebbe in sorte al Basso Garda, con tutto il danno economico e socio-ambientale di cui tanto si è discusso negli ultimi tempi.

Inoltre l’uscita dalla città avverrebbe in maniera molto più traumatica, con decine di espropri e abbattimenti di case in un territorio così densamente edificato. Espropri dovuti al raddoppio della linea storica.

Tante sono le domande a cui noi che abitiamo queste terre poniamo alle nostre amministrazioni: serve maggiore chiarezza sull’opera, sugli intenti, sul programma di servizio: quali sono i dati reali sui flussi di traffico che dovrebbero giustificare questo progetto faraonico? Sulla base di quale piano economico della nuova linea è stabilito che si riuscirà a rientrare dalle spese? In sostanza, qual’è la prospettiva di sostenibilità economica e commerciale di quest’opera?

Non tollereremo di rimanere all’oscuro di tutto finché è troppo tardi come è successo negli anni scorsi con la costruzione della Treviglio-Brescia. E non tollereremo più dalle amministrazioni locali risposte come “noi non sappiamo nulla” o “non possiamo fare nulla” perché sappiamo bene che anche questo non è vero.

Ci domandiamo ad esempio se lo studio di fattibilità dell’uscita con quadruplicamento da Brescia dovesse essere positivo, che fine farebbe il progetto di tutta la tratta? Dev’essere rivisto tutto, o si chiuderà un occhio visto che si tratta di una “grande opera strategica”? Ma strategica per chi? Con quale rapporto costi/benefici, vista anche la drammatica situazione in cui versa il traffico ferroviario pendolare che non è affatto interessato all’alta velocità? Con quale dissanguamento delle risorse pubbliche a vantaggio di guadagni privati? Ci domandiamo anche che utilità abbia un treno che si ferma a Brescia e Verona, esattamente come un freccia bianca, che da un risparmio teorico di soli 10 minuti sulla tratta rispetto ai danni e ai costi prospettati? Com’è possibile premere per l’acceleramento di apertura di cantieri sul lago di Garda, per un opera che non sanno nemmeno ancora come e dove costruire?

La scusa di aprire “un cantierino”, iniziare insomma a far qualcosa per poi dire “ormai c’è, va finita” non è sicuramente onesta nei confronti dei cittadini e non è più accettabile in nessuna parte d’Italia. Su questa linea di azione, tra qualche anno allora probabilmente anche lo shunt tornerà utile, l’aereoporto deserto di Montichiari tornerà strategico, e via così, tanto a pagare siamo sempre noi (in tutti i sensi)!

Noi lo continueremo a dire, l’alta velocità tra Brescia e Verona, così come più in generale tra Milano e Venezia, non serve. Non risponde ai bisogni del territorio e, soprattutto, non mira a risolverne i problemi di mobilità ed è un insopportabile affronto alle emergenze sociali ed ambientali con cui i cittadini devono confrontarsi ogni giorno. Faticherebbe addirittura a raggiungere le velocità desiderate.

Lungo la linea storica decine di corse sono state soppresse negli ultimi anni ed è già stato dimostrato come un potenziamento tecnologico permetterebbe un sostanziale miglioramento del traffico ferroviario senza ulteriore consumo di suolo (come scritto nel progetto dell’ing. Molinari).

Dopo questa rilevante novità delll’accantonamento dello shut per la stazione TAV di Montichiari-aeroporto, dopo che è stato chiarito che le merci non utilizzano il TAV e che attualmente a Montichiari non c’è, nè si prevede in tempi non biblici, un un traffico viaggiatori tale da giustificarne l’unica fermata e la nuova stazione decentrata di Brescia e del territorio bresciano, diventa indispensabile un serio approfondimento sui dati di traffico e sulla opportunità che il progetto TAV non preveda fermate a Brescia, sul Garda, a Verona: dubbi e validità del progetto TAV che devono essere chiariti ai cittadini e che amministratori pubblici, operatori economici e politici non possono più ignorare.

Si colga questa occasione per rimodellare la stessa funzionalità operativa ed i servizi dell’intera linea Milano-Brescia-Verona-Venezia ad effettivo servizio di viaggiatori e merci rivedendo anche l’utilizzo integrato delle linee ferroviarie esistenti sugli itinerari est-ovest e nord-sud oggi ancora a semplice binario e sottoutilizzate.

Non accantoniamo, ignorando volutamente, le potenzialità delle infrastrutture ferroviarie esistenti. È arrivato il momento di dirlo senza paura e schierarsi così al fianco di chi quest’opera la subirà: il progetto TAV Brescia-Verona non serve e va accantonato. Basta arrampicarsi sugli specchi!

Coordinamento No Tav Brescia-Verona

* le foto delle case che abbiamo pubblicato non è detto che siano tra le espropriate non essendoci un effettivo progetto, ma sono quelle più vicine alla ferrovie e quindi potenzialmente più a rischio di espropri e abbattimenti (si parla comunque di 200 famiglie a cui toccherà questa sorte se non ci opponiamo)

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