“Un bravo sindaco può fare qualcosa” – La favola delle amministrazioni assenti

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Da anni sentiamo ripeterci dalle diverse amministrazioni locali, sull’argomento TAV nei nostri territori, frasi come “Non possiamo fare nulla!”, oppure “Le decisioni vengono prese dall’alto e non spettano a noi”, oppure ancora peggio “Ne sappiamo quanto voi!”, ecc.
Frasi codarde e imbarazzanti, dette da chi dovrebbe amministrare e salvaguardare il benessere e la vita dei suoi cittadini, ed invece se ne “lava le mani” o cerca solamente di trarne meri profitti con ridicole compensazioni.

Frasi sentite troppe volte a cui spesso non si ribatte per mancanza di conoscenza sui ruoli e “poteri” che queste figure hanno nei confronti di questo progetto. E’ inutile continuare a delegare la responsabilità della decisione e della costruzione di quest’opera solo ed esclusivamente al CIPE, dimenticandoci o trascurando il fatto che questo è composto da chi ci dovrebbe tutelare oltre che amministrare.

E’ per questo che oggi vi raccontiamo la verità, talmente assurda, da sembrare una favola, che potremmo intitolare “Un bravo sindaco può fare qualcosa!”

Il CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) è costituito da diversi componenti: il Ministero dell’ambiente, delle infrastrutture, dei beni culturali, dell’industria e del commercio, del tesoro, ecc.; oltre ai Presidenti delle regioni coinvolte dalle infrastrutture in questione.

Tutte queste componenti hanno diritto di voto, trovandosi però a votare un pacchetto già pronto che dovrebbe però essere passato anticipatamente sotto il vaglio degli uffici competenti (tra cui commissione VIA o Ministero dell’ambiente) e a cui si delega il controllo dell’idoneità dell’opera in questione.
Il CIPE quindi in  sede di voto da “per buono” quello che è già stato studiato, o che avrebbe dovuto esserlo, dai tecnici e competenti che dovrebbero tutelare questo Paese e i suoi cittadini.

Al CIPE però partecipano anche i sindaci coinvolti dalla costruzione del progetto in questione, che pur non avendo diritto di voto, partecipano al processo decisionale che riguarda il loro territorio.

Dal momento che le terre in questione non sono di proprietà di chi ci amministra, viene delegato agli amministratori, anche attraverso norme Europee, il dovere di informare i cittadini sul progetto che dovrebbe essere costruito e li coinvolge in diverso modo, facendoli partecipi dei processi decisionali che li riguardano.

A questo punto un bravo sindaco, che ricordiamo è PORTAVOCE DEI CITTADINI, nonché GARANTE PRINCIPALE DELLA SALUTE DEI CITTADINI DEL PROPRIO TERRITORIO, dovrebbe avvisare i propri cittadini e mettere a lavoro i propri tecnici per studiare il progetto. A sua volta un tecnico coscienzioso e fedele ai cittadini, e non all’amministrazione, dovrebbe dire la verità, che nel caso dell’alta velocità Brescia-Verona è: “quest’opera non salvaguarda l’ambiente e non è sicuramente di salvaguardia nei confronti della cittadinanza“. A questo punto al sindaco spetterebbe il compito di andare dal Presidente della propria regione,  il cui ruolo è quello di garante del proprio territorio e dei propri cittadini, e comunicargli quanto “scoperto”. Il Presidente della regione a questo punto, appellato dai sindaci locali, dovrebbe mettere in campo i propri tecnici per un ulteriore verifica.

Qualora il Presidente della regione verifichi che l’opera non è ideona dovrebbe andare al CIPE, con tutto il suo seguito di sindaci, e dire tutti a gran voce e tutti insieme un chiaro NO, quest’opera è inutile, non porta nessun beneficio ai nostri territori e alle persone che vi vivono, è altamente dannosa e non la vogliamo! Immaginiamoci la scena..a questo punto secondo voi il CIPE cosa farebbe?

Purtroppo a questa domanda per ora non possiamo dare una risposta reale, se non sognare che le cose cambino, e i nostri amministratori inizino a tutelarci veramente e trasformino questa bella favola, in realtà. Una realtà che può fare la differenza ma alla quale purtroppo non possiamo delegare questa responsabilità, perché evidentemente troppo rischioso vista la quasi totale mancanza di fiducia che ci hanno portato ad avere nei loro confronti.

La cosa che ci conforta, ma allo stesso tempo ci sconforta, è che di tutte queste illegittimità e della verità dietro alla costruzione di queste grandi opere non siamo gli unici ad accorgercene. Nel 2011 in un indagine effettuata sulle infrastrutture italiane (dopo 10 anni dall’entrata vigore della legge Obbiettivo che ha incentivato la costruzione di alcune opere che avrebbero dovuto promuovere l’Italia sotto diversi punti di vista, tra cui quello economico)  la Corte dei Conti scrive che “nell’ambito della propria attività di controllo, ha messo in evidenza, con specifica indagine, la limitatezza dell’approccio della Legge Obiettivo, strutturata per progetti non coordinati e privi di contesto strategico che ne indichino l’utilità, la priorità, i tempi di realizzazione e che si avvalgano di adeguati strumenti di monitoraggio e valutazione“.
E continua dicendo che la Legge Obbiettivo ha “parzialmente fallito il suo obiettivo, privilegiando il criterio della rapida cantierabilità rispetto ad un reale ordine di priorità delle opere stesse“.

L’illegittimità con cui vorrebbero costruire quest’opera è ben chiara anche all’interno del Testo Unico Ambiente dove viene ben specificato che quando si decidono di realizzare delle opere, delle infrastrutture, che vanno ad impattare in modo determinante sull’ambiente, e questo viene fatto per soddisfare le necessità dei cittadini, deve essere previsto un bilanciamento rispetto al consumo delle risorse future. Questo perchè secondo la legge, nella costruzione di nuove opere,  non vanno esclusivamente soddisfatti i nostri bisogni, ma vanno preservate le risorse per le generazioni future tenendo presente che nella comparazione tra interessi privati e interessi pubblici, deve sempre prevalere l’interesse pubblico e la tutela, il miglioramento e la salvaguardia dell’ambiente.

Tenedo presente queste considerazioni, sono centinaia le motivazioni che il movimento No Tav, e non solo, hanno e continueranno a sollevare a tal proposito, determinati e convinti di essere sulla strada giusta, per il vero progresso e per un futuro migliore.

Quindi cari amministratori che anche a questa passeggiata NO TAV non siete scesi in strada accanto ai vostri cittadini sappiate che questa è una vostra scelta e che vi state prendendo la responsabilità di fregarvene (per l’ennesima volta) della salute di chi queste terre le vive e le abita e del futuro delle generazioni che verranno! 

SINDACO

 

 

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